Mestieri da uomini: fischiata e poi scopata dai muratori
di
BANANA JOE
genere
orge
Martina era una bella ragazza bionda di 23 anni. Era una studentessa universitaria e abitava con i genitori in una bella villa in cima ad una collina. Quell’estate caldissima il padre della ragazza decise di rifare il patio sul retro e così contattò un’impresa edile che mandò sul posto sei muratori.
Si trattava di due senegalesi, un magrebino, due rumeni e un italiano a dirigere il cantiere.
“Allora signor La Macchia, possiamo iniziare già oggi stesso?”
Il padrone di casa, che era un facoltoso imprenditore, assentì.
Martina, dalla sua cameretta spiava da dietro le tende tutti quei fusti immaginando di farseli tutti. Dopo un attimo di titubanza decise di passare all'azione. Si infilò un toppino molto aderente senza reggiseno, un paio di shorts giropassera e uscì sculettando sul retro. Nel vederla passare i muratori la fischiarono senza risparmiare pesanti apprezzamenti.
“Ehi soci guardate che gnocca?” diede di gomito uno dei due senegalesi al capocantiere. Quest’ultimo fermò la fanciulla mettendole una mano sulla spalla: “Ma dove credi di andare così vestita da zoccoletta?”. Martina sulle prime si finse offesa ma poi rilanciò: “Se volete farvi perdonare dovrete essere molto duri con me” ammiccò.
“Guarda bella che i nostri cazzi sono già pronti” disse il magrebino tastandosi il pacco. Martina si sfilò il top mostrando le tette quarta misura abbondante.
“Che poppe! Dai mettici qualcuno dei nostri piselli in mezzo!” disse il capocantiere.
“Furbetti! Volete proprio chiavarmi alla grande vero?”
“L’hai detto cercatrice di uccelli!”
“E allora fatevi sotto che io mi metto in posizione” li invitò Martina inginocchiandosi e leccandosi le labbra con sguardo da vera porca. In un attimo fu circondata da cazzi in tiro.
“Wow due cazzi neri! Non li ho mai provati, sono mooolto curiosa!”.
“Allora assaggia pompinara!”
“Ma certo succhio come un aspirapolvere”.
E nel dire questo afferrò le due nerchie più vicine, quelle bianche dei rumeni.
“SPOMPINA TROIA! DATTI DA FARE CON QUELLA BOCCA DA PUTTANA!”.
Martina succhio il cazzo a tutti prendendoli in gola fino ai coglioni e leccandoli come calippi poi si mise a quattro zampre sculettando per far capire che voleva essere presa in figa e in culo. In un lampo le fecero una bella doppia penetrazione pistonandola in figa e nel sedere in contemporanea, mentre lo spompinava agli altri uomini.
Alternandosi si fecero a turno tutti e tre i buchi della ragazza e quando fu il momento, scaricarono le palle sborrandole insieme in faccia.
Ora Martina sapeva di che pasta sono fatti i muratori.
Felice commentò: “SONO UNA TROIA CONTENTA! CHE BELLA SBORRATA! MA E’ BUONISSIMA!”.
Si trattava di due senegalesi, un magrebino, due rumeni e un italiano a dirigere il cantiere.
“Allora signor La Macchia, possiamo iniziare già oggi stesso?”
Il padrone di casa, che era un facoltoso imprenditore, assentì.
Martina, dalla sua cameretta spiava da dietro le tende tutti quei fusti immaginando di farseli tutti. Dopo un attimo di titubanza decise di passare all'azione. Si infilò un toppino molto aderente senza reggiseno, un paio di shorts giropassera e uscì sculettando sul retro. Nel vederla passare i muratori la fischiarono senza risparmiare pesanti apprezzamenti.
“Ehi soci guardate che gnocca?” diede di gomito uno dei due senegalesi al capocantiere. Quest’ultimo fermò la fanciulla mettendole una mano sulla spalla: “Ma dove credi di andare così vestita da zoccoletta?”. Martina sulle prime si finse offesa ma poi rilanciò: “Se volete farvi perdonare dovrete essere molto duri con me” ammiccò.
“Guarda bella che i nostri cazzi sono già pronti” disse il magrebino tastandosi il pacco. Martina si sfilò il top mostrando le tette quarta misura abbondante.
“Che poppe! Dai mettici qualcuno dei nostri piselli in mezzo!” disse il capocantiere.
“Furbetti! Volete proprio chiavarmi alla grande vero?”
“L’hai detto cercatrice di uccelli!”
“E allora fatevi sotto che io mi metto in posizione” li invitò Martina inginocchiandosi e leccandosi le labbra con sguardo da vera porca. In un attimo fu circondata da cazzi in tiro.
“Wow due cazzi neri! Non li ho mai provati, sono mooolto curiosa!”.
“Allora assaggia pompinara!”
“Ma certo succhio come un aspirapolvere”.
E nel dire questo afferrò le due nerchie più vicine, quelle bianche dei rumeni.
“SPOMPINA TROIA! DATTI DA FARE CON QUELLA BOCCA DA PUTTANA!”.
Martina succhio il cazzo a tutti prendendoli in gola fino ai coglioni e leccandoli come calippi poi si mise a quattro zampre sculettando per far capire che voleva essere presa in figa e in culo. In un lampo le fecero una bella doppia penetrazione pistonandola in figa e nel sedere in contemporanea, mentre lo spompinava agli altri uomini.
Alternandosi si fecero a turno tutti e tre i buchi della ragazza e quando fu il momento, scaricarono le palle sborrandole insieme in faccia.
Ora Martina sapeva di che pasta sono fatti i muratori.
Felice commentò: “SONO UNA TROIA CONTENTA! CHE BELLA SBORRATA! MA E’ BUONISSIMA!”.
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