Rockin Sluts – Primo concerto delle 4 troie del’hard rock. La preparazione dello show

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orge

Gianna, Tamara, Barbara e Laura avevano fondato le Rockin Sluts quasi per scherzo iniziando a provare insieme in una schifosa cantina. Nonostante avessero cercato di imparare a suonare assieme non avevano fatto grandi progressi. Tutto quello che producevano era un casino di chitarra distorta, basso e batteria fuoritempo nel 90 per cento dei casi e voce abbastanza stonata.
Nonostante tutto questo decisero di puntare tutto sul pubblico maschile con il richiamo irresistibile del sesso. Ed era stato proprio grazie ad una serie di scopate da sole o tutte insieme che avevano strappato un contrattino discografico per l’uscita di sei pezzi messi un po’ a posto da un fonico quasi sempre sbronzo.
Con quel dischetto si misero a cercare concerti in giro. Arrivavano con gli strumenti nei foderi, trucchi e abbigliamento da vere puttane. Il primo a concedere loro un live fu il proprietario di una grande birreria appena fuori città.
L’accordo era chiaro, il cachet di 3000 euro da dividere in 4 sarebbe arrivato a condizione che il locale fosse tutto esaurito. “Ragazze, ora dobbiamo darci da fare per riempire questi 100 posti!” incitò Tamara, la cantante. Le troiette del rock si strinsero la mano e uscirono in giro con magliettine nere super strette senza reggipoppe, microgonne giropassera, tacchi alti e calze a rete. Mancavano solo sei ore al concerto e loro dovevano rimediare 100 affamati di figa. Iniziarono a girare e sculettare davanti a qualsiasi ragazzo o uomo vedessero mettendo subito in chiaro come stavano le cose. “Ciao bello, siamo le Rockin Sluts, il gruppo rock delle porche più puttane di tutte! Se prometti di venirci a sentire stasera ti diamo tutti i buchi, a te e a tutti i tuoi amici!”. A sentire questo discorso la voce si sparse subito e le quattro musiciste furono prese in mezzo da un branco di una dozzina di uomini di varie età. “Allora se volete che veniamo a sentirvi dovete farvi fottere da tutti noi.”. Le 4 ci stettero subito. Si tolsero in fretta i vestiti e, inginocchiate in mezzo a quei maschi arrapati, videro uno dopo l’altro 12 nerchie già belle dure da spompinare. Il lavoro di bocche fu profondo e accurato. Tutte e quattro le musiciste erano sempre state maiale da competizione e sapevano come ciucciare bene un pisello. Le loro lingue leccarono bene le cappelle, i cazzi finirono tutti in gola fino ai coglioni e il su e giù con le teste era da sborra immediata. Infatti, in pochi minuti tutti gli uomini del branco eiacularono felici in faccia alle ragazzacce.
Otto di loro non si accontentarono e vollero anche fighe e culetti di tutta la band. Così le Rockin Sluts iniziarono con una giostra impazzita di doppie e triple penetrazioni dando passere, sederi e bocche a ogni minchia lo volesse. Quando tutti ebbero svuotato bene i coglioni le 4 troiette andarono all’assalto di un barbiere in cui erano in attesa una decina di clienti. Entrarono sculettando e mostrando le tette. “Siamo le Rockin Sluts, se ci venite a vedere in concerto stasera ci facciamo chiavare da tutti voi!”. Tutti accettarono seduta stante e il barbiere, tirata giù la saracinesca, si sbottonò per primo i pantaloni tirandosi fuori il cazzo già duro. Le 4 rocckettare presero uccelli dappertutto per un’ora di fila, montate come delle puttane e saltando da un cazzo all’altro come delle vere principesse sui piselli. Tra gli uomini c’erano quattro neri con degli arnesi enormi che ruppero loro il culo facendone un’autostrada per i cazzi che le incularono dopo. Le sborrate le ricoprirono tutte e molti vennero anche in bocca, nelle patate e nei sederini delle porche. A quel punto erano già riuscite a garantirsi una cinquantina di spettatori, ma ne mancavano ancora una metà e, per avere il tutto esaurito, le ragazze accettarono qualsiasi condizione, anche farsi fottere dai cani e dai loro padroni. Un alano le montò come cagne in calore e le trombò esattamente come un umano, seguito a ruota dal padrone che scaricò lo sperma nella figa insieme a quello del suo animale domestico.
scritto il
2025-02-10
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