Racconto S18: Vibrazioni a Distanza

di
genere
trio

Capitolo 1 - La Scelta del Regalo
Eravamo seduti sul divano del nostro appartamento a Roma, la luce del tramonto che filtrava dalle finestre, tingendo la stanza di riflessi arancioni. Alina era accoccolata contro di me, il suo corpo caldo che profumava di vaniglia, i capelli castani che mi sfioravano il viso mentre ridevamo insieme. Stavamo programmando i nostri viaggi: io dovevo prendere un treno per la Calabria per visitare mia madre, mentre lei sarebbe partita verso nord, in Germania, per vedere la sua. Era un periodo di separazione necessario, ma entrambi sapevamo quanto ci sarebbe mancata la nostra intimità.
“Non voglio starti lontano,” sussurrò Alina, le sue labbra che sfioravano il mio collo, un bacio leggero che mi fece rabbrividire. “Mi mancheranno le tue mani… il tuo corpo.” La sua voce era carica di desiderio, e io la strinsi più forte, accarezzandole la schiena con una dolcezza che nascondeva la mia stessa fame.
“Ho un’idea,” dissi, un sorriso malizioso che mi increspava le labbra. “Perché non ci regaliamo qualcosa di speciale? Qualcosa che ci tenga… uniti, anche a 2.000 chilometri di distanza.” Presi il telefono e le mostrai il sito di Lovense: il Lush 3, un vibratore vaginale, e il Hush 2, un plug anale, entrambi controllabili a distanza tramite un’app. Gli occhi di Alina si illuminarono, un misto di curiosità ed eccitazione che le arrossava le guance.
“Cazzo… possiamo controllarci a vicenda?” chiese, ridendo piano mentre scorreva le immagini dei dispositivi. “Immagina… io che ti faccio impazzire mentre sei in Calabria, e tu che mi fai venire mentre sono in Germania.” Mi guardò, mordendosi il labbro, e io annuii, sentendo il mio pene indurirsi al solo pensiero.
Acquistammo i giocattoli con una passione che ci univa, scegliendo insieme i modelli, ridendo e fantasticando su come li avremmo usati. Quando arrivarono, li provammo subito, e il ronzio del Lush 3 nella sua vagina, mentre io controllavo l’intensità dal telefono, ci fece gemere entrambi di piacere. Il Hush 2, dentro di me, mi fece pulsare la prostata, e Alina rise, aumentando la vibrazione mentre mi guardava contorcermi. “Sarà incredibile,” sussurrò, e ci baciammo, un bacio profondo e carico di promesse.
Capitolo 2 - La Prima Masturbazione a Distanza: Sul Treno
Il giorno della partenza arrivò. Io salii sul treno Intercity da Roma Termini verso Reggio Calabria, un viaggio di 6 ore sotto il sole di marzo, mentre Alina prese un Eurostar verso Monaco, diretta a nord. Ci salutammo alla stazione con un bacio lungo e intenso, le sue mani che si intrecciavano nei miei capelli, il suo profumo che mi avvolgeva. “Non vedo l’ora di sentirti,” sussurrò, e io le sorrisi, sapendo che il Lush 3 era già dentro di lei, e il Hush 2 dentro di me.
Mi sedetti al mio posto, accanto a una coppia di anziani che leggevano riviste, e un ragazzo che ascoltava musica con le cuffie. Il treno iniziò a muoversi, e il mio telefono vibrò: un messaggio di Alina. “Sono pronta, amore… fammi godere.” Sentii un brivido, e aprii l’app Lovense, aumentando lentamente l’intensità del Lush 3. Pochi secondi dopo, il suo messaggio: “Cazzo… lo sento… mi sta devastando la fica.” La immaginai, seduta sul suo treno, le cosce strette, il vibratore che le pulsava dentro, e il mio pene si indurì nei pantaloni.
Risposi, “Tocca a te,” e subito sentii il Hush 2 attivarsi nel mio culo, un ronzio profondo che mi colpiva la prostata, un piacere che mi fece sobbalzare. Guardai intorno, cercando di non farmi notare: il ragazzo con le cuffie non si accorse di nulla, ma la signora anziana mi lanciò un’occhiata curiosa. Mi sistemai meglio, il viso arrossato, mentre il plug mi devastava, la vibrazione che mi faceva pulsare il cazzo, duro e stretto nei jeans.
Alina mi scrisse: “Non ce la faccio… mi sto toccando… ho messo la maglia sulle gambe.” La immaginai, sul suo Eurostar, con la maglia che le copriva le cosce, la mano che scivolava sotto, le dita che sfioravano la sua vagina mentre il Lush 3 la faceva impazzire. “Sto venendo… cazzo, sto venendo!” scrisse, e io aumentai l’intensità al massimo, sapendo che il vibratore le stava squarciando la fica, un orgasmo continuo che la faceva tremare sul suo sedile. Sentii il mio Hush 2 vibrare più forte, e il piacere mi travolse, la prostata che pulsava mentre il mio cazzo era sull’orlo di esplodere, ma mi trattenni, sudando e stringendo i denti per non gemere davanti agli altri passeggeri.
“Sei incredibile,” le scrissi, il cuore che batteva forte, e lei rispose con un cuore, ancora scossa dal suo orgasmo. Il viaggio continuò, ma il nostro gioco ci aveva uniti, un filo invisibile di passione che ci legava nonostante la distanza.
Capitolo 3 - La Vita Vissuta: In Calabria e in Germania
Arrivai a Reggio Calabria nel tardo pomeriggio, il sole che tramontava sul mare, un vento salmastro che mi accoglieva. Mia madre mi abbracciò sulla banchina, emozionata. “Uè, figghiu meu, comu stai?” mi chiese in dialetto, e io sorrisi, abbracciandola forte. “Bene, mà, ma mi manca Alina.” Passai il pomeriggio con lei, aiutandola a preparare una parmigiana di melanzane, ridendo mentre mi raccontava i pettegolezzi del paese. Ma il pensiero di Alina non mi lasciava.
Nel frattempo, Alina era arrivata a Monaco, accolta dalla madre con un abbraccio caldo. “Liebling, wie schön dich zu sehen!” disse sua madre, e Alina rise, aiutandola a sistemare la casa mentre parlavano di vecchie memorie. Ma anche lei, come me, sentiva la mia mancanza, il Lush 3 ancora dentro di lei, un segreto che le scaldava il corpo.
Quella sera, decidemmo di uscire con amici. Io andai in un locale sul lungomare di Reggio, un posto affollato con musica dal vivo, dove incontrai i miei amici d’infanzia, Antonio e Marco. “Oh, compare, quannu si turnatu?” mi chiese Antonio, dandomi una pacca sulla spalla. Ridemmo, bevendo birre e parlando di calcio, ma il mio telefono vibrò: Alina mi aveva mandato un messaggio. “Sono in un bar con amici… facciamo un gioco?”
Alina era in un biergarten a Monaco, circondata da amici e amiche, il tavolo pieno di boccali di birra. “Prost!” gridò la sua amica Katrin, alzando il bicchiere, e Alina rise, ma il suo corpo era già teso, il Lush 3 pronto a vibrare. Mi scrisse: “Fammi venire… ora.”
Capitolo 4 - La Seconda Masturbazione a Distanza: In Pubblico
Aprii l’app e attivai il Lush 3, aumentando l’intensità lentamente. Alina mi scrisse subito: “Cazzo… lo sento… mi sta distruggendo la fica!” La immaginai, seduta al tavolo del biergarten, le cosce strette, il vibratore che le pulsava dentro, un piacere selvaggio che le squarciava la vagina. “Non ce la faccio… sto per venire,” scrisse, e io aumentai ancora, sapendo che il Lush 3 la stava devastando, orgasmi continui che la facevano tremare mentre cercava di non farsi notare dagli amici.
Contemporaneamente, lei attivò il mio Hush 2, e il plug iniziò a vibrare nel mio culo, un ronzio profondo che mi colpiva la prostata, un piacere che mi fece sobbalzare. Il mio cazzo si indurì nei pantaloni, duro e pulsante, e Antonio mi guardò. “Uè, che c’hai, stai bene?” chiese, e io annuii, il viso arrossato. “Sì… solo un po’ caldo,” mentii, mentre il Hush 2 mi devastava, la vibrazione che mi faceva pulsare, il mio cazzo sull’orlo di esplodere.
Ci scambiammo un messaggio: “Non ce la faccio più… andiamo in bagno?” Ci alzammo entrambi, io al locale di Reggio e lei al biergarten di Monaco, e ci chiudemmo nei bagni. Avviammo una videochiamata, i nostri volti arrossati sullo schermo, il desiderio che ci univa a 2.000 chilometri di distanza. “Cazzo… ti voglio,” gemette Alina, la sua mano che scivolava sulla vagina, il Lush 3 che vibrava forte, devastandole la fica con un’intensità che la faceva urlare in silenzio. Io mi abbassai i pantaloni, il Hush 2 che mi squarciava il culo, la prostata che pulsava mentre il mio cazzo svettava, duro e gocciolante.
“Sto venendo… cazzo, Alina… mi stai distruggendo,” ansimai, masturbandomi mentre il plug mi faceva impazzire, un orgasmo che mi travolse, schizzi di sperma che colpivano il pavimento del bagno mentre gemevo il suo nome. Alina venne nello stesso momento, il Lush 3 che le devastava la vagina, un orgasmo continuo che la faceva squirting, un fiotto caldo che le bagnava le cosce mentre si mordeva le labbra per non urlare.

Capitolo 5 - Le Occhiate Maliziose
Tornammo ai nostri tavoli, il corpo ancora tremante. Io mi sedetti con Antonio e Marco, cercando di sembrare normale, ma il mio viso era arrossato, il respiro affannoso. Alina, a Monaco, tornò al suo tavolo, ma il suo amico del cuore, Lukas, la guardò con un sorrisetto malizioso. “Che succede Alina, sembri accaldata,” disse, e lei arrossì, reggendo il gioco mentre il Lush 3 vibrava ancora dentro di lei, un nuovo orgasmo che la colpiva in silenzio. Si morse le labbra, gli occhi che brillavano di piacere, e Lukas rise piano, capendo che c’era un segreto che non poteva immaginare

Capitolo 6 - Il Ritorno Infuocato
Il viaggio di ritorno a Roma fu un’agonia di desiderio. Dopo giorni separati, con il Lush 3 e il Hush 2 che ci avevano tenuti uniti a distanza, ogni pensiero era per Alina: il suo profumo, il suo corpo, il modo in cui gemeva quando godeva. Arrivai a Termini per primo, il cuore che batteva forte mentre l’aspettavo al binario. Quando il suo treno da Monaco entrò in stazione, la vidi scendere, bellissima: indossava un cappotto leggero che nascondeva a malapena una minigonna nera e calze a rete autoreggenti che le fasciavano le gambe come una promessa. Ci abbracciammo, un bacio profondo che sapeva di nostalgia e passione, e tornammo a casa in silenzio, le mani intrecciate, il desiderio che ci bruciava dentro.
Appena varcammo la soglia del nostro appartamento, Alina si tolse il cappotto, rivelando l’outfit provocante. La minigonna era cortissima, lasciando intravedere il bordo delle calze a rete, e i tacchi alti le slanciavano le gambe in modo irresistibile. “Ma… come mai questo abbigliamento?” chiesi, la voce roca, il mio pene già duro nei pantaloni solo a guardarla.
Alina mi sorrise, un sorriso malizioso e carico di desiderio. “L’ho comprato in Germania,” sussurrò, avvicinandosi a me, il suo profumo di vaniglia che mi avvolgeva. “Il gioco remoto… mi ha fatto impazzire di voglia. Pensavo a te ogni secondo, immaginando di tornare e sedurti così.” Mi baciò, un bacio feroce, la lingua che invadeva la mia bocca, e con un gesto rapido tirò su la minigonna, mostrandomi che sotto non indossava nulla: la sua vagina era nuda, lucida di desiderio, un invito che mi fece gemere.

Capitolo 7 - La Passione sul Tappeto
Non ci fu tempo di arrivare in camera. Ci spogliammo con una fretta selvaggia, le mani che tremavano di desiderio mentre ci liberavamo dei vestiti. Io mi tolsi la camicia e i pantaloni, il mio cazzo duro che svettava libero, mentre Alina si sfilava la minigonna, restando solo con le calze a rete e i tacchi. “Cazzo… sei stupenda,” ansimai, e ci gettammo sul tappeto del salotto, i nostri corpi che si intrecciavano con una fame che ci consumava.
La feci sdraiare, sollevandole le gambe con una dolcezza feroce, le cosce aperte che rivelavano la sua fica bagnata, un fiore rosa e lucido che pulsava di desiderio. Mi chinai su di lei, prendendole un piede tra le mani, e iniziai a leccarlo, succhiando le dita attraverso le calze a rete, la lingua che scivolava sulla pelle liscia mentre lei gemeva, “Sì… cazzo, leccami i piedi… mi fai impazzire.” Continuai, venerandola, mentre posizionavo il mio cazzo sulla sua vagina, penetrandola con un colpo lento e profondo, riempiendola fino in fondo. “Cazzo… sei così grosso,” urlò, le gambe alzate, i piedi vicino alla mia bocca mentre la scopavo, ogni spinta che la faceva sobbalzare, i suoi seni che ondeggiavano liberi, i capezzoli duri che spiccavano contro la pelle chiara.
Le succhiai le dita con passione, la lingua che scivolava tra le calze, mentre il mio cazzo scivolava dentro e fuori dalla sua fica, un ritmo selvaggio che ci portava al confine. “Sto venendo… riempimi!” gridò, e io cedetti, schizzi di sperma caldo che le inondavano la vagina, colpendo il suo utero con una forza che la fece esplodere. Il suo squirting arrivò come un’onda, un fiotto caldo che schizzò sul tappeto, bagnandomi il ventre mentre lei urlava, “Siiii… cazzo… sto venendo!” Il suo corpo tremava, la vagina che si stringeva intorno al mio cazzo, prolungando il mio piacere mentre il suo liquido ci univa.

Capitolo 8 - Il 69 Speciale e la Pioggia Dorata
Alina mi guardò, gli occhi ancora velati di piacere, e sussurrò, “Voglio un 69… ma speciale.” Si posizionò sopra di me, il suo corpo caldo che mi sovrastava, e iniziò a succhiarmi il cazzo con una passione selvaggia, la lingua che scivolava sulla cappella, le labbra che mi avvolgevano mentre gemeva, “Cazzo… sei ancora duro… lo voglio tutto in gola.” Ma teneva il bacino sollevato, la sua fica appena fuori dalla mia portata, un tormento che mi fece gemere di frustrazione. Feci per muovermi, per raggiungerla con la lingua, ma lei mi fermò, continuando a succhiarmi con una furia che mi faceva impazzire.
Dopo un po’, capii le sue intenzioni. Mentre mi succhiava, il suo corpo si tese, e un flusso caldo e dorato iniziò a scendere, colpendomi la bocca. “Bevi tutto, amore… bevi la mia piscia,” ordinò, la voce carica di desiderio, un misto di dolcezza e comando che mi accendeva. Il sapore salato mi riempì, un calore che scivolava in gola mentre io ingoiavo ogni goccia, il mio cazzo che pulsava nella sua bocca, il desiderio che ci univa in un atto di sottomissione e amore. “Cazzo… mi eccita fartela bere,” gemette, il flusso che continuava, un rivolo che mi bagnava il viso mentre lei succhiava più forte, portandomi al confine.
Quando finì, abbassò il bacino, spingendo la sua fica sulla mia bocca. “Puliscimi… leccami dentro,” sussurrò, e io obbedii, la lingua che scivolava nella sua vagina, succhiando il mix di sperma, squirting e piscia, un nettare selvaggio che mi faceva impazzire. La leccai con passione, penetrandola con la lingua, mentre lei gemeva, “Sì… cazzo, puliscimi tutta… mi fai venire ancora.”

Capitolo 9 - L’Anale Finale e l’Orgasmo Condiviso
Il mio cazzo era di nuovo duro, pulsante di desiderio, e Alina si girò, posizionandosi a quattro zampe sul tappeto, il culo perfetto che si apriva davanti a me. “Prendimi dietro… voglio sentirti nel culo,” disse, la voce rotta dalla passione. Versai un po’ di lubrificante, le mie dita che scivolavano nel suo ano stretto, allargandola con dolcezza mentre lei gemeva, “Sì… preparami… ti voglio tutto dentro.”
Posizionai il mio cazzo sul suo forellino, penetrandola lentamente, il suo calore che mi avvolgeva mentre scivolavo dentro, riempiendola completamente. “Cazzo… è grosso,” ansimò, il suo corpo che si rilassava per accogliermi, e io spinsi più a fondo, iniziando a muovermi con colpi forti e profondi, ogni spinta che le spalancava il culo, un piacere selvaggio che ci univa. “Scopami… spaccalo… riempimi,” urlava, e io aumentai il ritmo, il mio cazzo che scivolava dentro e fuori con una forza che la faceva tremare, il suo ano che si stringeva intorno a me.
“Sto venendo… riempimi l’intestino,” gridò, e io esplosi, schizzi di sperma caldo che le inondavano l’ano, colpendo le sue viscere con una potenza che la fece venire. Il suo orgasmo colò tra le sue cosce, un fiotto caldo che le bagnava la pelle mentre urlava, “Siiii… cazzo… sto venendo!” Il suo corpo tremava, il culo che pulsava intorno al mio cazzo, un piacere che ci univa in un’estasi profonda.

Epilogo - La Dolcezza dell’Amore
Ci lasciammo cadere sul tappeto, i corpi sudati e intrecciati, il respiro affannoso che riempiva la stanza. Alina si accoccolò contro di me, il viso sul mio petto, le sue mani che accarezzavano il mio cazzo ancora duro, un sorriso dolce sulle labbra. “Ti amo,” sussurrò, la voce morbida, “è stato incredibile… voglio farlo ancora, presto.” La strinsi forte, baciandole la fronte, il desiderio che rinasceva già nei nostri sguardi. “Sempre, amore,” risposi, sapendo che il nostro amore, forgiato da passione e complicità, ci avrebbe portati a esplorare nuovi confini, ancora e ancora.



Capitolo 10 - Il Regalo dalla Calabria
Tornammo a casa dopo giorni di separazione, il corpo e l’anima ancora vibranti per le esperienze a distanza con il Lush 3 e il Hush 2. L’aria dell’appartamento era densa di desiderio non espresso, i nostri sguardi che si incrociavano con una fame selvaggia. Mi avvicinai ad Alina, posandole una mano sulla vita, e la guidai verso il divano. “Ho un regalo per te,” dissi, la voce bassa e carica di passione, mentre tiravo fuori dalla mia valigia due paia di manette di pelliccia rosa, morbide al tatto, e una benda di seta nera che brillava sotto la luce soffusa. “Le ho prese in Calabria… voglio provarle con te domani sera, dopo cena.” Le mostrai le manette, immaginando già come le avrei usate per legarla, il mio cazzo che si induriva al pensiero.
Alina prese le manette tra le mani, accarezzando la pelliccia con un sorriso malizioso. “Cazzo… mi intriga da morire,” sussurrò, il desiderio che le accendeva gli occhi verdi. Mi si avvicinò, il suo corpo caldo che sfiorava il mio, e mi baciò, un bacio profondo che sapeva di promesse oscure. “Domani sera… non vedo l’ora,” disse, mordendosi il labbro, e io la strinsi forte, sapendo che l’attesa ci avrebbe consumati.

Capitolo 11 - L’Attesa e la Cena Romantica
Il giorno seguente fu un’agonia dolce. Ogni sguardo tra noi era carico di tensione erotica, ogni tocco casuale una scossa di desiderio. Alina si muoveva per casa con una sensualità inconsapevole, i fianchi che ondeggiavano, il pensiero delle manette che ci teneva entrambi sull’orlo. Preparai una cena romantica: candele tremolanti sul tavolo, un piatto di spaghetti alle vongole, il profumo del mare che si mescolava al vino bianco. Mangiammo in silenzio, i nostri piedi che si sfioravano sotto il tavolo, il desiderio che cresceva con ogni sorso.
“Sei bellissima,” dissi, alzandomi per versarle altro vino, e lei mi sorrise, gli occhi che brillavano. “E tu sei un diavolo… non vedo l’ora di essere tua,” rispose, la voce roca. Dopo cena, la presi per mano e la guidai in camera. “Ti fidi di me?” chiesi, e lei annuì, il respiro accelerato. Le misi la benda di seta nera sugli occhi, legandola con delicatezza, e le sue labbra si socchiusero in un sospiro. Le misi le manette ai polsi, legandole ai montanti del letto, poi quelle ai piedi, spalancandole le gambe in una posa vulnerabile e invitante, la fica già lucida di desiderio esposta a me. “Cazzo… sei perfetta,” mormorai, e lei gemette, il corpo teso dall’attesa.

Capitolo 12 - L’Intrigo e il Primo Contatto
Mi allontanai dal letto, il silenzio che riempiva la stanza, e Alina restò immobile, il respiro affannoso che tradiva la sua eccitazione. Sentì la porta aprirsi piano, un fruscio leggero, e poi una mano delicata le sfiorò la coscia, scendendo verso la vagina. Era una carezza gentile, quasi reverenziale, e subito dopo una lingua calda e morbida le lambì le grandi labbra, un tocco leggero che la fece tremare. “Oh… chi sei?” sussurrò, ma non ricevette risposta, solo il piacere che cresceva mentre la lingua esplorava, succhiando piano il clitoride con una dolcezza esperta.
Poi sentì due dita scivolarle dentro, aprendola con una lentezza sensuale, e gemette forte, “Sì… cazzo, continua.” Ma improvvisamente tutto si fermò, e il silenzio tornò, lasciandola confusa e pulsante. Poi un pene le sfiorò le labbra, duro e caldo, e lei lo riconobbe subito: era il mio. Aprì la bocca, accogliendolo con avidità, la lingua che scivolava sulla cappella, succhiandolo con passione mentre gemeva intorno a me. “Cazzo… sei tu,” mormorò, ma mentre lo faceva, sentì due mani sulle natiche, che le aprivano oscenamente la vagina, e una lingua diversa si infilò dentro, un assalto esperto che le colpiva il clitoride con una precisione che la fece urlare.
Capì che non erano le mie mani a tenerle la testa: qualcun altro era lì. La sorpresa la travolse, ma il piacere era troppo intenso, e si lasciò andare, la lingua sconosciuta che la portava all’orgasmo con colpi sapienti. “Siiii… sto venendo!” gridò, il corpo che tremava mentre il piacere la travolgeva, e io mi ritrassi dalla sua bocca, lasciandola ansimante.

Capitolo 13 - L’Anale Misterioso
Alina restò immobile, ancora bendata e legata, il corpo che vibrava per l’orgasmo. Dopo un po’, sentì un pene premere contro il suo ano, scivolando dentro con una forza lenta ma decisa. Non era sicura che fossi io, la mente confusa dal piacere, ma lo accolse tutto, gemendo mentre il suo culo si apriva, gli umori vaginali che colavano sul letto. “Cazzo… sì… scopami,” ansimò, e il ritmo aumentò, colpi profondi che la riempivano, un piacere oscuro che la consumava.
Poi sentì una presenza davanti a lei, un respiro caldo, e labbra delicate le sfiorarono la bocca in un bacio sensuale, il profumo di gelsomino che la avvolgeva. Ma con sorpresa, quel profumo si avvicinò ancora, e una vagina bagnata le fu offerta, il calore e l’umidità che le sfioravano le labbra. Esitò un istante, il cuore che batteva forte, poi iniziò a leccare, la lingua che esplorava le pieghe morbide, assaporando un gusto dolce e salato che la eccitava. “Cazzo… è delizioso,” pensò, mentre il pene nel suo culo continuava a pomparla, e mani sapienti le accarezzavano il clitoride, amplificando il piacere.
La sua lingua si fece più audace, succhiando il clitoride della donna con passione, il desiderio lesbo che la travolgeva mentre il profumo di gelsomino si mescolava al sapore del sesso. Dopo un po’, sentì lo squirting della donna colarle in bocca, un fiotto caldo che la fece gemere, e in quel momento il pene nel suo culo esplose, schizzi di sperma che le riempivano l’intestino, portandola a un altro orgasmo violento. “Siiii… cazzo!” urlò, il corpo che si accasciava sul letto, ancora immobilizzata dalle manette.
Capitolo 14 - La Rivelazione e il Plug di Sara
Le tolsi la benda, e Alina aprì gli occhi, ancora tremante. Davanti a lei c’era Sara, la sua amica dai capelli biondi e il sorriso malizioso, nuda e splendente di sudore. “Sara… sei stata tu?” chiese, sorpresa, e poi sorrise, tendendo le labbra per un altro bacio. Le loro bocche si incontrarono, un bacio dolce e passionale, il sapore dello squirting ancora sulle labbra di Alina.
Pensava che fosse finito, ma Sara si mosse dietro di lei, armeggiando con il suo culo ancora aperto. Le infilò un plug motorizzato, il ronzio che le vibrava dentro, un piacere che la fece gemere. “Vuoi essere bendata nuovamente?” sussurrò Sara all’orecchio, e Alina, sotto le vibrazioni, annuì. “Sì… bendami.”
La benda tornò sui suoi occhi, e Sara le spostò la testa verso la sua fica, invitandola a leccare di nuovo. Alina lo fece con dolcezza, la lingua che danzava sulle pieghe, assaporando ogni goccia, mentre il plug le massaggiava l’ano. Poi il silenzio calò, e dopo un po’ sentì un membro farsi largo nella sua vagina, un’invasione dolorosa ma eccitante con il plug ancora dentro. “Cazzo… mi stai aprendo tutta,” gemette, e il piacere si amplificò, portandola a un orgasmo esplosivo dopo pochi colpi. Sentì il suo utero riempirsi di sperma caldo, un’onda che la travolse, e Sara davanti a lei gemette, godendo del suo piacere.
Il pene e Sara si ritirarono, lasciandola inerme, appagata. Dopo qualche minuto, una lingua delicata le entrò nella vagina, succhiandola con amore, e io le tolsi la benda. Era Sara, che raccolse lo sperma con la lingua e poi la baciò, passandomelo in bocca in un gesto intimo e selvaggio.

Capitolo 15 - La Doccia e l’Addio di Sara
Alina e Sara si alzarono, ancora tremanti, e andarono in bagno insieme. L’acqua calda scivolò sui loro corpi, il vapore che le avvolgeva mentre si lavavano con sapone al gelsomino, le mani che si accarezzavano con dolcezza. “Grazie, Sara… è stato incredibile,” sussurrò Alina, e Sara sorrise, baciandola. “È stato un piacere… ma ora vi lascio al vostro amore,” disse, uscendo dalla doccia con un abbraccio tenero, lasciandoci soli.

Capitolo 16 - La Passione Finale e la Sorpresa
Tornai da Alina, il corpo ancora acceso dal desiderio. La presi tra le braccia, il suo corpo bagnato che aderiva al mio, e la baciai con passione, la lingua che esplorava la sua bocca mentre la portavo a letto. “Ti amo,” dissi, e lei mi strinse forte, il suo respiro caldo sul mio collo. “Anch’io… è stato magico,” rispose, e iniziammo a fare l’amore, il mio cazzo che scivolava nella sua vagina ancora sensibile, un ritmo lento ma intenso che ci portò a un orgasmo condiviso.
Poi mi fermai, sorridendo. “Ho un’altra sorpresa per te,” dissi, tirando fuori una scatola. Dentro c’era un vibratore a doppia estremità, progettato per due. “L’ho preso per noi… per rivivere il tuo momento con Sara, ma solo io e te,” sussurrai, e Alina arrossì, il desiderio che le illuminava gli occhi. “Cazzo… sì, proviamolo,” disse, e ci perdemmo in una notte di passione, il nostro amore che si rafforzava con ogni tocco, ogni gemito, promettendo nuove avventure.

scritto il
2025-03-17
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