Racconto S11: "Il Segreto di Alina"

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Capitolo 1 - La Scelta Proibita
Era un pomeriggio silenzioso di metà settimana, il sole che filtrava appena dalle tende della nostra casa mentre io ero fuori per lavoro. Alina si trovava sola, sdraiata sul divano con il suo tablet tra le mani, un bicchiere di vino bianco sul tavolino accanto. La quiete della giornata le aveva lasciato spazio per i pensieri, e uno in particolare si era insinuato nella sua mente: un desiderio segreto, un piacere che non aveva mai osato confessarmi. Negli ultimi tempi, il nostro sesso era stato intenso, selvaggio, ma c’era qualcosa che le mancava, un angolo di sé che voleva esplorare da sola, lontano dai miei occhi.
Aprì Amazon con una certa trepidazione, il cuore che batteva un po’ più forte mentre digitava “vibratore anale” nella barra di ricerca. La schermata si riempì di opzioni, e lei scorse lentamente, le guance che si arrossavano al pensiero di ciò che stava per fare. Passò in rassegna modelli di ogni tipo: alcuni troppo grandi, altri troppo semplici, finché i suoi occhi non si fermarono su uno che sembrava perfetto. Era un vibratore nero, lungo una decina di centimetri, con una forma affusolata che si allargava verso la base, dotato di una punta leggermente curva per stimolare i punti più nascosti. La descrizione prometteva “10 modalità di vibrazione intense” e “silenzio discreto”, un dettaglio che la fece sorridere: non voleva che io lo scoprissi, almeno non ancora. Il materiale, silicone morbido e vellutato, le sembrava invitante al tatto anche solo guardandolo sullo schermo. Con un clic rapido, lo aggiunse al carrello, il respiro che si accorciava mentre completava l’ordine, scegliendo la consegna express per il giorno dopo.
Quella notte, mentre dormivo accanto a lei, Alina rimase sveglia, immaginando il momento in cui avrebbe aperto il pacco, il segreto che avrebbe custodito tutto per sé.
Capitolo 2 - Il Primo Tocco
Il vibratore arrivò il giorno successivo, nascosto in una scatola discreta che Alina aprì con mani tremanti dopo aver controllato che fossi uscito per la giornata. Si chiuse in camera da letto, le tende tirate per creare un bozzolo di intimità, e posò il pacchetto sul letto. Lo scartò lentamente, quasi con reverenza, e quando lo prese in mano, la sensazione del silicone morbido contro i suoi palmi le strappò un piccolo gemito. Era più bello di quanto avesse immaginato: nero lucido, liscio, con un pulsante alla base che prometteva piaceri nascosti.
Si spogliò con calma, lasciandosi solo le autoreggenti nere che adorava indossare, sentendosi sexy e potente nella sua vulnerabilità. Sdraiata sul letto, prese una bottiglia di lubrificante al gelsomino dal comodino—un acquisto che avevo sempre attribuito ai nostri giochi insieme—e ne versò una generosa quantità sulle dita. Le fece scivolare tra le cosce, sfiorandosi la vagina già umida di desiderio, ma questa volta il suo obiettivo era diverso. Con un respiro profondo, portò le dita alla sua rosellina, accarezzandola piano, un tocco leggero che la fece rabbrividire. La sensazione era nuova, proibita, e lei si perse nel piacere di quel contatto, bagnandola con cura prima di prendere il vibratore.
Lo accese, scegliendo la vibrazione più bassa, un ronzio sommesso che le fece venire la pelle d’oca. Lo avvicinò al suo sedere, la punta che sfiorava appena la pelle, e con un movimento lento lo spinse dentro, solo un centimetro. “Oh,” sussurrò, il corpo che si tendeva mentre si abituava alla sensazione. La vibrazione era delicata ma intensa, un’onda che si propagava dentro di lei, e lei lo fece scivolare più a fondo, il silicone che si adattava perfettamente mentre lo accoglieva tutto, fino alla base. Il piacere la colpì come un fulmine, profondo e diverso, un calore che si irradiava dal suo sedere alla vagina, facendola gemere piano.
Capitolo 3 - La Scoperta del Piacere*
Da quel giorno, il vibratore divenne il suo segreto quotidiano. Ogni volta che uscivo di casa, Alina si chiudeva in camera, il cuore che batteva forte mentre si preparava al suo rituale. Si sdraiava sul letto, le gambe aperte, e iniziava con le mani, accarezzandosi la vagina per eccitarsi, sentendo gli umori colarle tra le cosce. Poi prendeva il vibratore, lubrificandolo con cura, e lo infilava nel suo sedere, spingendolo tutto dentro con un gemito soffocato. “Sì,” ansimava, la vibrazione che cresceva mentre passava da una modalità all’altra, trovando quella che la faceva tremare di più: un ritmo pulsante, intenso, che sembrava danzarle dentro.
Godeva con una passione selvaggia, il corpo che si inarcava mentre lo muoveva dentro e fuori, la punta che colpiva punti nascosti che non aveva mai conosciuto. La sensazione di pienezza, il calore che si mescolava al piacere, la portava ogni volta più vicina a un confine che non aveva mai superato. Poi, un giorno, accadde qualcosa di nuovo. Mentre lo spingeva tutto dentro, la vibrazione al massimo, si toccò il clitoride con le dita, sfregandolo rapido e deciso. Il piacere montò come un’onda, un’urgenza che non poteva controllare, e improvvisamente sentì un’esplosione diversa: un fiotto caldo le sfuggì dalla vagina, schizzando sul letto, un liquido dolce e abbondante che la lasciò senza fiato.
“Cos’è stato?” sussurrò, sorpresa e incantata, il corpo che tremava mentre continuava a muoversi, il vibratore ancora dentro di lei. Aveva scoperto lo squirting, un piacere liquido che non si aspettava, e da quel momento divenne il suo obiettivo segreto. Ogni giorno, giocava con il vibratore, spingendolo fino in fondo, la vibrazione che le massaggiava l’interno del sedere mentre le sue dita danzavano sul clitoride. Godeva con una violenza silenziosa, il corpo che si contraeva, e ogni volta che raggiungeva il picco, lo squirting arrivava, un’esplosione calda che le bagnava le cosce, le lenzuola, lasciandola ansimante e appagata.
Capitolo 4 - L’Estasi Nascosta*
Alina si perdeva in quel piacere ogni giorno, un rituale che la faceva sentire potente e vulnerabile al tempo stesso. Sdraiata sul letto, con le autoreggenti nere che le aderivano alle gambe, chiudeva gli occhi e immaginava scenari proibiti: me che la scoprivo, oppure se stessa che si abbandonava completamente a quel vibratore. Lo spingeva dentro con forza, sentendo ogni centimetro riempirla, la vibrazione che le scuoteva il corpo mentre si toccava, le dita che sfregavano il clitoride con un ritmo selvaggio.
Il suo orgasmo era un crescendo: prima un calore che le saliva dal sedere alla schiena, poi una tensione che le stringeva i muscoli, e infine lo squirting, un fiotto caldo e potente che schizzava fuori, bagnandole la pancia, le cosce, il letto. “Sì, sì,” gemeva piano, soffocando i suoni per non farsi scoprire, il corpo che si inarcava mentre il piacere la travolgeva. La sensazione del vibratore che pulsava dentro di lei, unita al tocco delle sue dita, la portava a un’estasi che non aveva mai conosciuto con me, un segreto che custodiva con un sorriso malizioso ogni volta che tornavo a casa.
Alina riponeva il vibratore nel cassetto del comodino, avvolto in un panno di seta nera, ogni volta che finiva di giocare. Si guardava allo specchio, le cosce ancora lucide del suo piacere, e sorrideva, sapendo che quel piccolo oggetto le aveva aperto un mondo nuovo. Non sapeva se un giorno me l’avrebbe confessato, ma per ora si godeva il suo segreto, il piacere anale che la faceva squirting ogni volta, un rituale che la rendeva viva e desiderosa, una parte di sé che apparteneva solo a lei.

Capitolo 5 - La Confessione tra Amiche
Era un pomeriggio di fine estate, il caldo che ancora si insinuava tra le finestre socchiuse del nostro salotto. Alina aveva invitato Ana per un caffè, un momento di complicità tra amiche che spesso si trasformava in confidenze intime. Sedute sul divano, sorseggiavano il loro espresso, la luce dorata che accendeva i capelli castani di Alina e quelli più scuri di Ana, creando un contrasto che sembrava riflettere la loro diversità.
Alina giocherellava con la tazza, il pensiero del suo vibratore segreto che le bruciava nella mente. Dopo un sorso, posò la tazza e guardò Ana con un sorriso timido. “Sai, Ana, c’è una cosa che non ti ho mai detto,” iniziò, la voce bassa, quasi un sussurro. Ana inclinò la testa, incuriosita, i suoi occhi vivaci che la invitavano a continuare. “Ho comprato… un vibratore. Su Amazon. Uno per… dietro.” Le parole le uscirono rapide, accompagnate da un rossore che le scaldò le guance. “E lo uso ogni giorno, quando lui non c’è. Mi fa… impazzire.”
Ana la fissò per un momento, poi scoppiò in una risata calda, non di scherno ma di complicità. “Alina, davvero? Non l’avrei mai detto!” Si sporse verso di lei, posandole una mano sul ginocchio. “Anch’io ho un debole per il sesso anale. Non lo trovo mai completo, un rapporto, se non lo prendo dietro.” Il suo tono era morbido, ma carico di una sensualità che fece tremare Alina dentro.
“Raccontami,” sussurrò Alina, il cuore che batteva forte, un desiderio segreto che si accendeva mentre Ana iniziava a parlare.
Capitolo 6 - Il Racconto di Ana
Ana si sistemò sul divano, accavallando le gambe con una grazia naturale, il suo vestito corto che saliva appena, rivelando le cosce toniche. “Avevo diciotto anni,” cominciò, la voce che si abbassava in un tono vellutato, “e lui ne aveva venti. Si chiamava Marco, un ragazzo del mio quartiere, con quei capelli mossi e un sorriso che mi faceva sciogliere. Era la mia prima vera passione. Una sera, dopo un’uscita al cinema, mi portò a casa sua. I suoi genitori erano via, e ci ritrovammo sul suo letto, tra le lenzuola stropicciate che odoravano di lui.”
Alina ascoltava, il respiro che si accorciava mentre Ana descriveva ogni dettaglio. “Ci baciammo a lungo, le sue mani che mi spogliavano con una fretta che mi eccitava. Mi tolse tutto, lasciandomi nuda, e poi mi girò, mettendomi a pancia in giù. ‘Voglio provarci dietro,’ mi disse, e io, inesperta com’ero, annuii, curiosa ma spaventata.” Ana fece una pausa, un sorriso malizioso che le curvava le labbra. “Prese una crema dal cassetto, me la spalmò sul sedere con le dita, accarezzandomi piano, ma non abbastanza da prepararmi davvero. Quando mi entrò dentro, fu… doloroso. La sua punta mi forzò, un bruciore che mi fece stringere i denti, e io gemetti, un misto di dolore e qualcosa di più profondo. Lui si fermò, spaventato dal mio lamento, ma io gli dissi di continuare, di spingere.”
Alina sentì un calore crescerle tra le gambe, il racconto di Ana che la travolgeva. Senza farsi accorgere, strinse le cosce sotto la gonna, il tessuto che sfregava contro la sua vagina già umida. Con un movimento lento, quasi impercettibile, portò una mano sotto il bordo della gonna, le dita che sfioravano il clitoride sopra le mutandine, un tocco leggero che la fece rabbrividire mentre Ana continuava.
“Fu lento, all’inizio,” proseguì Ana, gli occhi persi nel ricordo. “Ogni spinta era un misto di dolore e piacere, il suo sesso che mi apriva, che mi riempiva in un modo che non avevo mai provato. Poi, qualcosa cambiò. Il dolore si trasformò, divenne un’onda calda che mi saliva dentro, e io iniziai a muovermi contro di lui, a volerlo di più. ‘Sì, così,’ gemetti, e lui accelerò, prendendomi con forza, il suo respiro che si spezzava mentre mi possedeva. Venni per la prima volta così, un orgasmo che mi fece tremare tutta, e da allora… non potei più farne a meno.”
Alina strinse le gambe più forte, le dita che premevano sul clitoride, un fremito che le saliva lungo la schiena. Il racconto del dolore iniziale di Ana, della sua resa al piacere, la mandava in estasi, un’immagine che si mescolava al suo segreto vibratore, al modo in cui lo spingeva dentro di sé ogni giorno. “E ora?” chiese con voce roca, cercando di mantenere la compostezza.
Ana sorrise, sensuale e sicura. “Ora sono un’esperta. Non mi sembra completo se non lo prendo dietro. Lo cerco, lo voglio. Quando un uomo mi penetra lì, mi sento… posseduta, viva. È un piacere che mi scuote, che mi fa urlare.” Si sporse verso Alina, il suo profumo che la avvolgeva. “Dovresti provarlo con lui, Alina. Ma capisco il tuo segreto… è bello avere qualcosa di tuo.”
Capitolo 7 - L’Estasi Silenziosa
Alina era al limite, il clitoride che pulsava sotto le sue dita mentre Ana finiva di parlare. Il pensiero del dolore di Ana, della sua trasformazione in piacere, le accendeva un fuoco dentro, un’urgenza che non poteva più contenere. Stringeva le cosce con forza, sfregandosi piano, i suoi umori che le bagnavano le mutandine mentre immaginava il vibratore nel suo sedere, la vibrazione che le esplodeva dentro. Non si fece accorgere, il viso composto, ma dentro era un tumulto di desiderio, un’estasi silenziosa che la spingeva a voler correre a casa.
Ana si alzò, ignara del tormento di Alina. “Ci vediamo presto,” disse con un sorriso, posandole un bacio sulla guancia prima di andarsene. Quando la porta si chiuse, Alina rimase sola, il respiro corto, le mani che tremavano. Non vedeva l’ora di tornare al suo segreto: il vibratore la aspettava, e lei sapeva che quel giorno avrebbe spinto ancora più a fondo, inseguendo lo squirting che il racconto di Ana le aveva fatto desiderare con una fame vorace.
Si alzò, le cosce lucide sotto la gonna, e corse in camera, il cuore che batteva all’idea di quel piacere proibito che l’aspettava, pronta a perdersi ancora una volta nella sua estasi nascosta.

Capitolo 8 - Le Provocazioni di Ana
Nei giorni successivi al loro incontro, Alina si ritrovava spesso con il telefono in mano, il pensiero del vibratore anale che le accendeva la mente ogni volta che lo usava in segreto. Una mattina, mentre sorseggiava il suo caffè, il cellulare vibrò: un messaggio da Ana. “Ehi, Alina… come va il tuo giochino dietro? Ti stai divertendo con quel vibratore tutto da sola?” Le parole erano accompagnate da un’emoji di un diavoletto, e Alina sentì un fremito tra le cosce, il ricordo del racconto di Ana che ancora le bruciava dentro.
Non rispose subito, ma un altro messaggio arrivò poco dopo. “Sai, ieri ho usato il mio strap-on… è grosso, nero, lo spingo dentro fino in fondo e mi fa tremare tutta. Pensavo a te… ti piacerebbe provarlo un giorno? Magari insieme… le tue mani sul mio sedere, le mie sul tuo… solo per giocare, per goderci quel piacere profondo che ci prende così tanto.” Il tono era sensuale, provocatorio, ogni parola scelta per stuzzicarla, per farla bagnare al solo pensiero.
Alina si morse il labbro, le dita che tremavano mentre digitava. “Ana… mi fai impazzire così. Sì, mi piace da morire, ogni giorno lo metto tutto dentro e… squirto, non riesco a fermarmi.” Fece una pausa, poi aggiunse: “Perché non vieni da me oggi pomeriggio? Lui non c’è, saremo sole. Portalo… voglio provare.” Premette invio, il cuore che batteva forte, un desiderio segreto che si trasformava in una promessa reale.
“Ci sarò,” rispose Ana, con un’emoji di un fuoco che diceva tutto.
Capitolo 9 - L’Incontro delle Amiche
Il pomeriggio arrivò con una luce calda che filtrava dalle tende della nostra camera da letto. Alina aveva aperto la finestra, lasciando entrare una brezza leggera, e si era preparata con cura: indossava solo una camicia di seta bianca, semiaperta, e le sue autoreggenti nere, senza nulla sotto. Quando Ana bussò alla porta, Alina la accolse con un sorriso malizioso, notando subito la borsa di tela che l’amica portava con sé.
Ana era splendida: un vestito aderente rosso che le fasciava il corpo snello, i capelli sciolti che le cadevano sulle spalle, e un’aria di sicurezza che trasudava sensualità. “Ciao,” disse, posando la borsa sul tavolo e avvicinandosi ad Alina. Senza dire altro, le posò una mano sul sedere, accarezzandolo sopra la seta con un tocco leggero ma deciso. “Che bel culetto,” sussurrò, la voce roca, e Alina ricambiò, le sue dita che scivolavano sul fondoschiena di Ana, morbido e sodo sotto il tessuto. “Anche il tuo,” rispose, un fremito che le saliva lungo la schiena mentre si sfioravano.
“Non sono lesbica, lo sai,” disse Ana, guardandola negli occhi. “Non voglio baciarti, non voglio sesso lesbico. Solo… il tuo sedere mi eccita, e voglio giocarci. E tu col mio.” Alina annuì, il respiro corto. “Nemmeno io, Ana. È solo… piacere. Voglio imparare, voglio goderti dietro.” Si scambiarono un sorriso complice, un patto silenzioso di pura scoperta.
Capitolo 10 - La Danza dello Strap-On
Ana aprì la borsa, tirando fuori lo strap-on: un dildo nero, lungo e spesso, con una cintura di pelle che lo rendeva pronto a essere indossato. “È il mio preferito,” disse, accarezzandolo con le dita mentre lo mostrava ad Alina. “Ti farà impazzire.” Alina lo prese in mano, sentendo il silicone morbido ma rigido, e lo lubrificò con cura, il gelsomino che profumava l’aria mentre lo preparava.
Ana si spogliò, lasciando cadere il vestito e rimanendo nuda, il corpo snello e i seni sodi che brillavano sotto la luce. Si inginocchiò sul letto, il sedere alzato verso Alina. “Tocca me per prima,” sussurrò, e Alina si avvicinò, le mani che scivolavano sui suoi fianchi, poi sul suo fondoschiena perfetto. Lo accarezzò con lentezza, le dita che sfioravano la rosellina di Ana, morbida e invitante, prima di lubrificarla con cura. “Sei bellissima così,” mormorò, indossando lo strap-on con un movimento fluido.

Si posizionò dietro di lei, la punta del dildo che sfiorava il sedere di Ana, e spinse piano, entrando con delicatezza. “Oh, sì,” gemette Ana, il corpo che si tendeva mentre lo accoglieva, centimetro dopo centimetro, fino a che non fu tutto dentro. Alina iniziò a muoversi, un ritmo lento ma profondo, le mani che stringevano i fianchi di Ana mentre la penetrava, il dildo che scivolava dentro e fuori con una sensualità selvaggia. Ana si inarcò, i gemiti che le sfuggivano dalle labbra, “Più forte, Alina, sfondami,” e Alina obbedì, spingendo con forza, sentendosi potente mentre il piacere dell’amica cresceva.
Ana si toccò il clitoride con le dita, il corpo che tremava mentre l’orgasmo si avvicinava. “Sto venendo,” urlò piano, e un’esplosione la travolse, un orgasmo forte e profondo che le fece contrarre i muscoli intorno al dildo, il sedere che pulsava mentre godeva. Alina rallentò, accarezzandole la schiena con dolcezza, il respiro corto per l’eccitazione che provava nel darle tanto piacere.
Capitolo 11 - Il Turno di Alina
“Ora tocca a me,” disse Alina, togliendosi lo strap-on e porgendolo ad Ana con un sorriso. Si sdraiò sul letto, a pancia in giù, il sedere alzato, le autoreggenti nere che incorniciavano le cosce lucide di desiderio. Ana si inginocchiò dietro di lei, le mani che esploravano il suo fondoschiena, accarezzandolo con una lentezza che la fece tremare. “Che culo perfetto,” sussurrò, lubrificando la rosellina di Alina con le dita, un tocco caldo e scivoloso che la fece gemere piano.
Ana indossò lo strap-on, la cintura che le aderiva ai fianchi mentre posizionava il dildo contro il sedere di Alina. “Pronta?” chiese, e Alina annuì, “Sì, spingilo tutto dentro.” Ana lo fece scivolare dentro con un movimento lento, la punta che la apriva, un’onda di piacere e pienezza che la travolse. “Oh, Dio,” gemette Alina, il corpo che si tendeva mentre lo accoglieva, il dildo che la riempiva fino in fondo. Ana iniziò a muoversi, un ritmo sensuale che cresceva in intensità, le mani che stringevano i fianchi di Alina mentre la penetrava con forza.
Alina si toccò il clitoride, le dita che danzavano rapide mentre il dildo le scuoteva il sedere, un piacere profondo che le saliva dentro come un fuoco. “Sì, Ana, così,” ansimava, e Ana spingeva più forte, il suono dei loro corpi che si incontravano che riempiva la stanza. L’orgasmo arrivò come un’onda, un’esplosione che la fece urlare piano, il corpo che si contraeva mentre lo squirting le sfuggiva, un fiotto caldo che le bagnava le cosce e il letto. Ana continuò, prolungandole il piacere, finché Alina non collassò, tremante e appagata.
Capitolo 12 - La Scoperta Condivisa
Si sdraiarono una accanto all’altra, ansimanti, i corpi lucidi di sudore. “Non è lesbico,” disse Ana, accarezzandole il fianco con un tocco leggero. “È solo… piacere. Il tuo culo è divino, Alina.” Alina sorrise, la mano che sfiorava il sedere di Ana. “Anche il tuo. Voglio imparare ancora… solo questo, solo goderci così.” Si guardarono, complici, sapendo che il loro era un desiderio puro, una scoperta dei loro corpi senza bisogno di baci o altro.
Ana si alzò, infilando il vestito. “Ci rivediamo presto,” disse con un sorriso malizioso, lasciando lo strap-on sul letto come un invito. Alina rimase lì, il cuore che batteva forte, già pensando al prossimo pomeriggio sola, pronta a spingere quel piacere ancora più lontano.
Epilogo - Il Segreto Che Cresce
Quella sera, mentre rientravo a casa, Alina mi accolse con un sorriso enigmatico, il suo segreto che si arricchiva di nuove sfumature. Non sapeva che presto avrei scoperto tutto, ma per ora si godeva la sua complicità con Ana, un mondo di piacere anale che la faceva vibrare di desiderio ogni volta che ci pensava.

Capitolo 13 - La Scoperta e la Passione Scatenata
Era una sera di ottobre, il cielo fuori scuro e pesante, mentre una pioggia leggera tamburellava contro i vetri della nostra camera da letto. Ero tornato a casa presto, trovando Alina ancora fuori per una commissione. Mi mossi silenzioso per la stanza, cercando una camicia pulita nell’armadio, quando qualcosa attirò il mio sguardo: una scatola nera, nascosta sotto una pila di maglioni. La presi, il cuore che batteva più forte, e l’aprii con mani curiose. Dentro, avvolta in un panno di seta, c’era un segreto che non mi aspettavo: lo strap-on nero di Ana, lucido e imponente, accanto al vibratore anale che Alina aveva comprato su Amazon. La scoperta mi colpì come un fulmine, un’ondata di eccitazione e desiderio che mi incendiò il sangue.
Non dissi nulla quando Alina tornò, ma i miei occhi la seguivano, affamati, mentre si muoveva per la stanza ignara del mio ritrovamento. Indossava un vestito aderente che le abbracciava le curve, le sue autoreggenti nere che spuntavano appena sotto l’orlo, e il suo profumo di gelsomino che mi avvolgeva come un invito. “Amore,” sussurrai, avvicinandomi a lei, la voce roca di passione. “Ho trovato qualcosa… nell’armadio.” Lei si bloccò, il viso che si arrossava mentre capiva, ma prima che potesse parlare, la presi per i fianchi e la spinsi contro il letto, il mio desiderio che trasudava da ogni poro.
“Sai quanto mi eccita questo?” dissi, tirando fuori lo strap-on e il vibratore, posandoli sul letto davanti ai suoi occhi spalancati. “Il tuo segreto… mi fa impazzire.” La girai con un gesto deciso, sollevandole il vestito fino alla vita, rivelando il suo sedere perfetto, nudo sotto il tessuto. Le accarezzai le natiche, le mani che scivolavano lente sulla pelle morbida, poi mi slacciai i pantaloni, liberando il mio pene duro e pulsante, già lucido di desiderio. “Ti voglio dietro,” sussurrai, e lei gemette, un suono di resa e fame che mi incendiò.
Capitolo 14 - La Sodomia Selvaggia
Versai del lubrificante sulle mie dita, sfiorandole la rosellina con una carezza lenta, un cerchio perfetto che si apriva al mio tocco. “Sei pronta,” dissi, la voce carica di passione, e lei annuì, spingendo il sedere verso di me. Posai la punta del mio pene contro di lei, entrando piano, sentendo i suoi muscoli stringersi e poi cedere, un calore che mi avvolgeva mentre scivolavo dentro. “Oh, sì,” gemette Alina, il corpo che tremava mentre la penetravo, ogni centimetro che la riempiva con una dolcezza feroce. Cominciai a muovermi, lento ma profondo, le mani che le stringevano i fianchi mentre la sodomizzavo, il ritmo che cresceva con ogni suo gemito.
“Ti piace?” ansimai, spingendo più forte, e lei urlò piano, “Sì, amore, mi fai morire così.” Il suo sedere si apriva a me, caldo e stretto, e io la possedevo con una passione selvaggia, ogni affondo che la faceva tremare di piacere. Alina si toccò il clitoride, le dita che danzavano rapide, e il suo primo orgasmo arrivò come un’onda, un’esplosione che le fece contrarre i muscoli intorno a me, bagnando le lenzuola con un fiotto caldo e dolce. “Non fermarti,” implorò, e io continuai, la mia carne che scivolava dentro di lei, il piacere che montava mentre i suoi gemiti riempivano la stanza.
Capitolo 15 - La Doppia Penetrazione e l’Estasi
La feci girare a pancia sopra, i suoi occhi socchiusi che brillavano di desiderio e vulnerabilità. Le sollevai le gambe, posandole sulle mie spalle, i suoi piedi perfetti vicino al mio viso, e presi il vibratore nero dal letto. “Ora ti voglio tutta,” dissi, la voce roca, e lo lubrificai con cura, sfiorandole la rosellina con la punta. Lo spinsi dentro lentamente, sentendo il suo sedere accoglierlo, un gemito profondo che le sfuggiva mentre lo prendeva tutto, il silicone che la riempiva fino alla base.
Poi mi chinai su di lei, il mio pene che scivolava nella sua vagina, calda e bagnata, mentre il vibratore rimaneva nel suo sedere. La doppia penetrazione la dilatò tutta, un’apertura che le strappò un urlo di piacere misto a dolore, gli occhi che si socchiudevano mentre il suo corpo si adattava. “Ti sento… ovunque,” ansimò, le mani che si aggrappavano alle lenzuola, e io iniziai a muovermi, il mio pene che la penetrava nella vagina con forza, il vibratore che pulsava nel suo sedere, amplificando ogni sensazione.
La dilatazione era intensa, il suo sedere stretto che stringeva il vibratore, la vagina che si apriva al mio sesso, un piacere che la travolgeva, profondo e selvaggio. “È troppo… e così bello,” gemette, il corpo che si inarcava mentre la possedevo, ogni spinta che la faceva tremare. Le accarezzai i seni, stringendo i capezzoli duri tra le dita, e lei si abbandonò, un orgasmo continuo che la scuoteva, i suoi umori che schizzavano sulle lenzuola, un mare caldo e dolce che ci bagnava entrambi. “Sì, sì,” urlava piano, il dolore della dilatazione che si fondeva con un piacere così intenso da farle perdere il controllo, gli occhi socchiusi in un’estasi che la consumava.
Capitolo 16 - L’Orgasmo Violento
Continuai a penetrarla, il vibratore che vibrava nel suo sedere, il mio pene che affondava nella sua vagina, un ritmo selvaggio che la portava al confine della follia. “Sto venendo ancora,” gridò, le dita che si stringevano al letto, e il suo orgasmo esplose, violento e incontrollabile. Il suo corpo si contorceva sotto di me, le gambe che tremavano sulle mie spalle, un fiotto di squirting che mi bagnava il ventre mentre la vagina si stringeva intorno a me, pulsando di piacere. “Riempimi,” implorò, e io non resistetti più: le schizzai dentro, fiotti di sperma caldo che le inondavano la vagina, colpendole l’utero con una forza che la fece urlare, il suo orgasmo che si prolungava mentre mi sentiva dentro di lei.
Restammo così, ansimanti, il mio sperma che colava dalla sua vagina, il vibratore ancora nel suo sedere che pulsava piano. Alina mi guardò, gli occhi velati di piacere, un sorriso stanco sulle labbra. “È stato… incredibile,” sussurrò, e io mi chinai su di lei, accarezzandole il viso, il cuore che batteva forte per la passione che ci aveva travolti.
Epilogo - Il Segreto Rivelato
Ci sdraiammo insieme, le lenzuola bagnate sotto di noi, il profumo del suo piacere e del mio sperma che riempiva l’aria. “Non devi più nascondermelo,” dissi, sfiorandole il fianco. “Voglio dartelo ogni volta che lo vuoi.” Alina sorrise, un lampo malizioso negli occhi. “Allora preparati,” sussurrò, “perché ora che lo sai… ne voglio ancora.” La pioggia continuava a cadere fuori, ma dentro, il nostro desiderio era un fuoco che non si sarebbe spento mai.

scritto il
2025-03-06
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