Racconto S9-2: "Il Primo Confine"

di
genere
etero

Capitolo 1 - Il Ricordo
Era un ricordo che custodivo come un tesoro, un momento cristallizzato nel tempo, quando Alina, per la prima volta, si era abbandonata completamente a me. Risale a una notte d’estate di qualche anno fa, una di quelle sere afose in cui l’aria sembrava carica di promesse. Eravamo nella nostra vecchia casa di campagna, una stanza semplice con un letto di legno e lenzuola bianche che profumavano di lavanda. Alina era lì, sdraiata accanto a me, i capelli sparsi sul cuscino, la pelle illuminata dalla luce tenue di una lampada sul comodino. Indossava solo le sue autoreggenti nere, un dettaglio che mi faceva sempre impazzire, e il suo sguardo era un misto di curiosità e desiderio. “Voglio provare qualcosa di nuovo,” aveva sussurrato, mordendosi il labbro. “Voglio sentirti… dietro.”
Quelle parole mi colsero di sorpresa, ma il modo in cui le disse, con una dolcezza carica di sensualità, accese un fuoco dentro di me. “Sei sicura?” chiesi, accarezzandole il viso. Lei annuì, un sorriso timido che si trasformava in determinazione. “Sì, ma fallo piano. Preparmi. Voglio che sia speciale.”
Capitolo 2 - La Preparazione Dolce
La feci sdraiare a pancia in giù, il suo corpo morbido e caldo contro le lenzuola. Mi inginocchiai dietro di lei, le mani che sfioravano la curva perfetta dei suoi fianchi, scendendo fino alle cosce. Le sue autoreggenti nere incorniciavano le gambe, e io iniziai a baciarle, partendo dai polpacci, salendo lenta-mente fino all’interno delle cosce. Il suo respiro si fece più profondo, un piccolo gemito che le sfuggì quando le mie labbra sfiorarono la pelle sensibile appena sotto il sedere. “Rilassati,” sussurrai, e lei annuì, alzando leggermente i fianchi verso di me, un invito silenzioso.
Mi chinai, la mia lingua trovò la sua rosellina, morbida e delicata, un cerchio perfetto che pulsava di vita. La sfiorai con la punta, un tocco leggero che la fece rabbrividire. “Oh,” sospirò, e io continuai, leccandola con dolcezza, bagnandola con la saliva, assaporando la sua intimità più segreta. La mia lingua danzava intorno, poi si insinuava appena dentro, un movimento lento e circolare che la faceva tremare. “È bellissimo,” mormorò, e io intensificai, succhiandola piano, esplorandola con una dedizione che trasformava ogni leccata in un atto d’amore. Il suo profumo, un misto di muschio e desiderio, mi avvolgeva, e il suo sedere si apriva sempre di più sotto la mia lingua, morbido e accogliente.
Presi un flacone di olio al gelsomino dal comodino, versandone una piccola quantità sulle dita. “Ora provo con un dito,” dissi, e lei annuì, il respiro corto. Sfiorai la sua rosellina con l’indice, caldo e scivoloso, entrando piano, solo la punta. “Sì,” gemette, e io spinsi un po’ di più, sentendo i suoi muscoli stringersi e poi rilassarsi intorno a me. “Va bene?” chiesi, e lei rispose con un “Continua,” la voce carica di eccitazione. Aggiunsi un secondo dito, muovendoli con delicatezza, aprendola lentamente mentre le accarezzavo la schiena con l’altra mano. Il suo corpo rispondeva, i gemiti si facevano più profondi, e quando inserii il terzo dito, dilatandola con pazienza, Alina si inarcò, il desiderio che cresceva in lei come un’onda. “Ti voglio,” sussurrò, “lo voglio dietro.”
Capitolo 3 - Il Desiderio Crescente
La girai sulla schiena, i suoi occhi scuri che brillavano di una fame nuova. “Ti prego,” disse, la voce che tremava di eccitazione, “mettimelo dietro.” Ogni volta che lo ripeteva, il suo tono si faceva più urgente, più disperato, quasi un urlo soffocato: “Ti prego, mettimelo dietro!” Il suo desiderio mi travolse, e io mi spogliai, il mio pene duro e pulsante, pronto per lei. Le sollevai il sedere e lo sorressi con le mani.
Versai altro olio sulla mia mano, massaggiando il mio sesso e poi la sua rosellina, preparandola ancora. “Fallo,” implorò, e io appoggiai la punta contro di lei, entrando piano, solo un centimetro. “Oh, Dio,” ansimò, il corpo teso ma aperto, e io spinsi lentamente, lasciandola abituare. “Sei perfetta,” sussurrai, e lei annuì, i suoi muscoli che si rilassavano mentre scivolavo dentro, centimetro dopo centimetro, fino a essere completamente dentro di lei. Il calore del suo sedere, la strettezza che mi avvolgeva, erano un piacere intenso, e io continuai a leccarle i piedi, infilandomeli in bocca uno dopo l’altro, succhiandoli con passione mentre la penetravo.
Capitolo 4 - L’Apice Selvaggio
Cominciai a muovermi, un ritmo dolce ma profondo, ogni affondo che la faceva gemere più forte. “Sì, così,” gridava, e io accelerai, sentendo il suo corpo rispondere, il suo desiderio che si trasformava in urgenza. “Toccati,” le dissi, e lei portò una mano al clitoride, sfregandolo con movimenti rapidi, gli occhi chiusi, il viso contratto dal piacere. “Sto per venire,” urlò, e io spinsi più forte, il mio pene che affondava nel suo sedere, i suoi piedi che premevano contro la mia bocca mentre li leccavo avidamente.
Poi esplose: un orgasmo violento, il suo corpo che si contorceva sotto di me, le dita che danzavano sul clitoride finché un fiotto caldo schizzò dalla sua vagina, bagnando il letto, un liquido dolce e abbondante che mi mandò oltre il limite. Venni con lei, inondandole il sedere di sperma caldo, schizzi potenti che la riempivano mentre i suoi muscoli si stringevano intorno a me, amplificando il piacere. “Sì, sì!” gridava, il suo squirting che continuava a colarmi addosso, un’unione selvaggia di corpi e fluidi.
Epilogo
Ci accasciammo sul letto, esausti, il suo corpo tremava ancora contro il mio. Alina mi guardò, un sorriso stanco ma soddisfatto sulle labbra. “Non immaginavo fosse così intenso,” sussurrò, accarezzandomi il viso. Le baciai e leccai i piedi mettendoli tutti in bocca, il loro sapore sulla mia lingua, e la tirai a me, avvolgendola nelle lenzuola. Quella prima volta aveva aperto un mondo nuovo per noi, un confine superato con delicatezza e passione, un ricordo che avrebbe sempre brillato nella nostra storia.

scritto il
2025-03-06
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