Racconto S9-3: "Ombre di Seta"

di
genere
etero

Capitolo 1 - L’Arrivo
La pioggia batteva leggera contro le finestre della villa isolata quando arrivai, il cuore che pulsava di un’eccitazione mista a nervosismo. Alina mi aveva invitato con un biglietto scritto a mano, consegnato quella mattina: “Stanotte voglio darti tutto di me. Villa sul lago, ore 21. Fidati di me.” La sua calligrafia elegante mi aveva fatto tremare le mani, e ora ero lì, davanti a una porta nera lucida, pronto a scoprire cosa mi aspettava.
Lei aprì, bellissima come sempre, ma diversa. Indossava un abito di seta nera, trasparente, che aderiva al suo corpo perfetto, lasciando intravedere le autoreggenti nere e un reggiseno di pizzo che esaltava i suoi seni. I suoi occhi scuri brillavano di una vulnerabilità che non avevo mai visto. “Entra, amore,” sussurrò, la voce morbida, quasi implorante. Mi prese per mano e mi guidò dentro, il calore della sua pelle che mi accendeva già.
Capitolo 2 - La Stanza del Piacere
Mi portò in una stanza illuminata da candele, le pareti rivestite di velluto rosso scuro, un letto al centro con lenzuola di seta bianca e un baldacchino da cui pendevano corde nere sottili. Sul tavolo accanto, una benda di seta, manette rivestite di pelliccia e un flacone di olio profumato. Mi guardò, mordendosi il labbro inferiore. “Voglio che tu prenda il controllo,” disse, abbassando lo sguardo. “Voglio essere tua, completamente.”
Le accarezzai il viso, sollevandole il mento per guardarla negli occhi. “Sei sicura?” chiesi, e lei annuì, un sorriso timido sulle labbra. “Fammi vedere quanto posso arrendermi a te.” La sua voce tremava di desiderio, e io sentii il potere di quella richiesta scorrermi nelle vene. “Spogliati,” ordinai dolcemente, e lei obbedì, lasciando cadere l’abito di seta a terra, rimanendo solo con le autoreggenti e il reggiseno. La sua pelle brillava alla luce delle candele, e il suo respiro accelerava mentre si metteva nelle mie mani.
Capitolo 3 - La Dolce Sottomissione
“Girati,” dissi, la voce calma ma ferma. Alina si voltò, offrendomi la schiena, e io presi le corde di seta dal tavolo. Le legai i polsi dietro la schiena, i nodi morbidi ma saldi, accarezzandole le braccia mentre lo facevo. “Sei bellissima così,” sussurrai al suo orecchio, e lei rabbrividì, un piccolo gemito che le sfuggì dalle labbra. Presi la benda e gliela legai sugli occhi, privandola della vista. “Ora sei mia,” le dissi, e lei annuì, il corpo che si abbandonava alla mia guida.
La feci sdraiare sul letto, a pancia in giù, le gambe leggermente divaricate. Versai l’olio caldo sulle sue spalle, massaggiandola lentamente, scendendo lungo la schiena fino ai fianchi. Le sue autoreggenti nere erano fradice di desiderio, e il profumo del suo sesso mi avvolse. “Cosa vuoi che faccia?” chiesi, sfiorandole il sedere con le dita. “Tutto,” rispose, la voce spezzata. “Prendimi come vuoi.”
Presi la frusta morbida dal tavolo, una di quelle con strisce di pelle sottili, e la passai sulla sua schiena, un tocco leggero che la fece inarcare. Poi, un colpo leggero sulla coscia sinistra, seguito da un altro sulla destra. “Ahh,” gemette, ma il suono era dolce, carico di piacere. “Di più?” chiesi, e lei annuì, spingendo il bacino verso di me. Continuai, alternando colpi delicati a carezze con le mani, finché la sua pelle non divenne rosa tenue, il suo respiro un canto di desiderio.
Capitolo 4 - L’Esplorazione Intima
La slegai, ma solo per farla girare sulla schiena. Le sue mani rimasero sopra la testa, come se le corde fossero ancora lì, un segno della sua resa. Mi inginocchiai tra le sue gambe, baciandole l’interno delle cosce, assaporando la seta delle autoreggenti contro le mie labbra. “Sei perfetta,” sussurrai, e le mie dita trovarono la sua vagina, già bagnata, scivolando dentro di lei con una dolcezza che la fece tremare. “Ti prego,” mormorò, “fammi sentire tutto di te.”
Presi il flacone di olio e ne versai una generosa quantità tra le sue natiche, massaggiandola con cura, preparando il suo corpo. “Rilassati,” le dissi, e lei annuì, il respiro corto. Con un dito, iniziai a esplorarla, entrando lentamente nel suo stretto anello, accarezzandola dall’interno mentre con l’altra mano stimolavo il suo clitoride. “Oh, Dio,” gemette, il corpo che si contorceva sotto di me, vulnerabile e aperto. Aggiunsi un secondo dito, poi un terzo, dilatandola con pazienza, il suo piacere che cresceva a ogni movimento.
Capitolo 5 - L’Apice Anale
“Sono pronta,” sussurrò Alina, la voce tremante di desiderio e fiducia. Mi spogliai, il mio sesso duro e pulsante, e mi posizionai dietro di lei, sollevandole i fianchi. “Guardami,” dissi, togliendole la benda. I suoi occhi scuri brillavano di un’intensità selvaggia, e io entrai in lei, prima nella sua vagina, per bagnarmi dei suoi umori, poi, con un movimento lento e deciso, nel suo culo. “Sì,” ansimò, le mani che afferravano le lenzuola, il corpo che si apriva a me.
Cominciai a muovermi, dolce ma profondo, ogni affondo che la faceva gemere più forte. “Sei mia,” le dissi, e lei rispose, “Sì, tua, sempre.” Le mie mani trovarono i suoi capezzoli, stringendoli con forza, e lei si inarcò, il piacere che le attraversava il corpo come un’onda. Accelerai, sentendo il suo calore stringermi, il suo respiro che si spezzava. “Toccati,” ordinai, e lei portò una mano al clitoride, sfregandolo con movimenti rapidi mentre io la possedevo.
Il ritmo divenne selvaggio, i nostri corpi sincronizzati in una danza di dominio e resa. “Sto per venire,” urlò, e io spinsi più a fondo, il mio sesso che pulsava dentro di lei. Poi accadde: un’esplosione, il suo squirting che mi bagnò le cosce, un fiotto caldo e dolce che mi mandò oltre il limite. Venni con lei, riempiendola con schizzi caldi, il suo corpo che tremava sotto di me, ogni spasmo un’eco del suo piacere.
Epilogo
Ci accasciammo sulle lenzuola, esausti e appagati. Alina si girò verso di me, gli occhi ancora velati di estasi, e mi baciò dolcemente. “Non avevo mai provato nulla di simile,” sussurrò, accarezzandomi il viso. Le tirai su le coperte, avvolgendola nel mio abbraccio, il suo respiro che si calmava contro il mio petto. Fuori, la pioggia continuava a cadere, ma dentro, il nostro mondo era fatto di seta, calore e un amore che si era spinto oltre ogni confine.

scritto il
2025-03-06
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