Una gita "speciale" - parte 4

di
genere
etero

Si spostano in camera.
Nel corridoio Chiara si toglie la felpa e i jens lasciandoli a terra e rimanendo solo in intimo, cammina sculettando cercando di farsi notare il più possibile dal prof. Sulle mutandine bianche di CK si era formata una chiazza opaca, se all’inizio la proposta del prof, di farlo con un vecchietto l’aveva schifata, ora l’istinto animale intrinseco nell’essere umano stava prendendo il sopravvento: lei era fatta per scopare e le mancava troppo quella sensazione del cazzo che la faccia sentire donna!

In camera, istintivamente si inginocchia a terra, con occhietti da ragazzina innocente guarda il prof e le dice con voce graziosa: “Sono stata una studentessa disubbidiente, sono pronta per subire la mia punizione: posso estrarre il suo strumento di tortura?”
Il gonfiore tra le sue gambe stava aumentando ulteriormente, vederla così infoiata e troia lo eccitava come non mai: “Capisco perchè Mario abbia provato a stuprarti, sei veramente bona fisicamente, questo non c’era da stupirsene, ma soprattutto sei proprio troia, tiramelo fuori e fammi vedere che sai fare!”
Lei con passione abbassa la zip dei pantaloni, gli toglie le mutande e un grosso palo venoso con la cappella esposta la punta, Chiara, non trattiene una esclamazione di piacere “Wow”
Lui si abbassa, con una mano la prende per il mento e si guardano negli occhi: “Ti piace?”
“Tantissimo prof, è proprio bello grosso, è perfetto per togliere le ragnatele tra le mie gambe” dice ridendo.
Lui le sputa in bocca e le dice: “Sei una lurida zoccolina, fammi vedere che sai fare!”
Non si aspettava quel trattamento, ma la fece eccitare ancora di più e si lasciò andare. Un bel bacio alla sua cappella e poi dentro in bocca, il più possibile. Aveva un buon sapore quel cazzo, bello depilato, grosso che le stava appena in bocca e lungo. Solitamente a Chiara non piaceva sbocchinare, ma voleva sia fare bella figura che l’eccitazione la rendevano propositiva. Voleva superarsi, non l’aveva mai fatto, ma provò: con la lingua percorre tutta l’asta fino ad arrivare alle sue palle e, una alla volta, le prende in bocca mentre con la mano lo sega lentamente.

Lo sente irrigidirsi e gonfiarsi, segno che si stava muovendo bene, ma soprattutto che lui era al limite. “Dove vuoi venirmi?” e prima di sentire una risposta ricomincia a succhiarlo.
“Sulle tette!” e nel dirlo mettendole le mani dietro la schiena le slaccia il reggiseno. Lei lo sente ingrossarsi ulteriormente, è al limine, lo sega lentamente e lo indirizza sulle sue tette finchè non esplode in 5 schizzi grossi e pieni di sperma. Lui riprendendola per il collo la fa alzare.
Con la lingua da una bella leccata ad una tetta raccogliendo uno schizzo di sborra e poi sputandoglielo in bocca: “Ingoia troia!” non lo immaginava così porco e presa dalla foga del momento lo ingoia. Era eccitatissima, sentiva la fighetta umidissima, quasi che pulsa: “Sei proprio un porco! - e intanto il secondo schizzo le viene sputato in bocca - la tua sborra è proprio bona!”

“Stai dando del porco a me - e la prende e la fa sdraiare sul letto e lei istintivamente apre le gambe - ma tu quanto troia sei? Non ho mai visto nessuno con le mutandine così zuppe dopo un bocchino”
“Non ho mai scopato con un maturo e tu mi ecciti alla follia” e nel dirlo lui le aveva già tolto le mutandine e iniziato a leccarla.


Lui con movimenti precisi della lingua le leccava la fighetta concentrandosi sulla sommità, là dove ha il clitoride. Ad ogni leccata si inumidisce di più e può sentire il sapore dei suoi umori. Chiara era in estasi, nessuno l'aveva mai leccata in quel modo: "Sii continua così.... sei un porco... ti piace la fighetta giovane? ahhh... ti piace punirmi così... prof, sto per venire!!" e con un urlo accompagnato da un tremore viene.
"Sei già venuta? Mi piace la fighetta giovane delle mie studentesse, soprattutto se è così calda e dolce!" e nel dirlo con un dito raccoglie parte dei suoi umori e glieli fa assaggiare.
"Mmm prof! Ora ho voglia di essere scopata!"
"Non ancora" dice mettendole due dita dentro e muovendole, un po' incurvate, per farla godere di più. Sapeva che non avrebbe resistito molto, e così è stato. In un altro grido viene.
Era la prima volta che la facevano venire così facilmente, anche se per lui sembrava una cosa naturale. Ma ora toccava il gran finale. Vede il cazzo duro come non mai. Con una mano il prof tiene la sua mazza e la avvicina alla sua fighetta.

Lei lo guarda avvicinarsi con eccitazione sempre crescente. Ogni millimetro di distanza in meno la facevano fremere… il tempo sembrava interminabile e poi dopo un’attesa immane che in verità erano pochi secondi la sua cappella le bacia le sue labbra. “Prof sono pronta per essere punita!”
Lui le tira uno schiaffetto sulle tette: “Vuoi che ti scopi? - lei fa un cenno con la testa - sei proprio una troia!”
“E lei prof un vero porco ahhhhh” In quel momento il suo cazzo inizia ad entrarle dentro lentamente, ma senza fermarsi finché non sente le palle sbattere sul suo corpo. Lei geme per tutto il tempo, entra senza troppa dificoltà anche se è veramente grosso: lei era umidissima, ma sente la fighetta allargarsi per fare entrare tutto il suo piacere “Prof è veramente grosso!”
“E tu sei tanto stretta, ma ti piace, vero?”
“Sììì ma ora non parliamo, divertiamoci: sono la sua troia!”
Lui inizia a scoparla forte, la scopa in più posizioni finché stremati lui le viene sul culetto. Entrambi si stendono sul letto, ancora ansimanti per l’attività fisica intensa. Lei si ripulisce e si sistema. Prima di andare: “Non so se serve che glielo dica: quando vuole per farmi punire da lei!”
Con un sorriso beffardo: “Per farti imparare dovrò punirti spesso, ma una troia come te, penso, ne sarà solo felice” e poi la accompagna a casa.
scritto il
2025-04-23
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