Argo, il mastino del guardiacaccia (parte prima: la monta).
di
beast
genere
zoofilia
Ciao, non so se avete letto la prima parte del mio racconto.
La storia era finita in malo modo, o meglio, io ed Argo eravamo stati interrotti bruscamente dal rumore di una macchina che passava vicino alla baracca di caccia.
Mi ero presa una paura fottuta che mio padre con i due amici e il guardiacaccia stessero tornando prima del previsto per qualche strano motivo.
Mi avessero beccata mezza nuda con il cazzo di un cane tra le chiappe sarei potuta morire...
Ma per fortuna era solo una macchina che passava li vicino, ero salva!
Aspettai qualche minuto per essere certa che non arrivasse veramente nessuno, ma anche per dare modo al mio cuore di riprendere a battere in modo meno forsennato, poi, visto che la voglia di essere scopata da Argo non era passata per niente, mi tolsi nuovamente pantaloni e mutandine e feci cenno al cane di venire da me.
Questa volta però il grosso mastino non fece una piega e se ne restò accucciato sul tappeto davanti al caminetto acceso, guardandomi con i suoi occhi acquosi.
Certo che i cani sono strani pensai, ma da figlia di cacciatore ero abituata ai loro modi di comportarsi, per cui non mi offesi ne preoccupai più di tanto.
Anzi decisi di essere io a prendere in mano la situazione, e magari non solo quella...
In effetti quando Argo era smontato dalla mia groppa e si era allontanato leccandosi il pene avevo notato con piacere che la natura lo aveva dotato di un arnese niente male.
Pensai che potevo giocarci un po' prima di farmelo mettere dentro.
Oltretutto ero ben consapevole che l'eventuale scopata sarebbe durata poche decine di secondi, se escludiamo i minuti in cui saremmo stati legati dal grosso nodo che si sarebbe gonfiato dentro la mia vagina, impedendoci di staccarci per un bel po'.
Così fui io, che a quattro zampe mi avvicinai a lui.
Gli feci un po' di coccole sul grosso testone e poi con le mani gli accarezzai il fianco e il petto, come avevo immaginato non ci volle molto perché si girasse a pancia in su in modo da farsi accarezzare l'addome.
Proprio quello che volevo, il suo enorme astuccio penico era in bella mostra e così i testicoli, grossi come arance, gonfi ma morbidi.
Cominciai proprio da quelli, li presi in mano e li strinsi dolcemente.
Mmmmmmm erano morbidi ma belli pieni, li massaggiai un po' e poi avvicinai la bocca, dischiusi le labbra in un primo bacio di benvenuto, li morsi delicatamente e lo sentii muoversi.
La cosa gli piaceva ma era un po' agitato perché probabilmente non era abituato a simili attenzioni.
Lo calmai con qualche altra coccola innocente e con dolci parole sussurrate alle sue orecchie ma presto ripresi a baciargli, mordicchiargli e leccargli le grosse palle.
In prossimità dell'ano non erano coperte di pelo, probabilmente a causa del continuo sfregamento con la tozza coda, ed erano incredibilmente lisce e morbide, era una vera delizia leccarle in quel punto.
Il cane dovette decidere che la situazione era piacevole e non rappresentavo un problema, perché abbassò languidamente la testa sul tappeto, abbandonandosi ai miei baci.
Proseguii per qualche minuto, deliziandomi con la consistenza gommosa dei suoi testicoli.
Argo, stimolato dalle mie attenzioni, ogni tanto tirava su la testa e accennava a qualche umida leccata, alla mia faccia, alle sue palle, e al suo pisello, che ad ogni passata di lingua, faceva capolino dalla pelliccia.
Decisi di cambiare l'oggetto dei miei baci e spostai le labbra dalle palle verso la punta del suo astuccio penico.
Il suo uccello era momentaneamente rientrato, così baciai e leccai la pelle scura, morbida e umida con cui terminava l'astuccio, nel frattempo con una mano glielo frizionavo rudemente e presto il cazzo ricominciò ad indurirsi e spuntare all'esterno.
Ne toccai la punta con la lingua e un primo schizzo mi colpì le labbra.
Era caldo e di sapore un po' acido, un po' salato.
Mi passai la lingua sulle labbra per assaporarlo meglio, non era male dopo tutto, così proseguii con il lavoro della mano per ottenere altri schizzi.
Eccitato dalla mia sega il grosso cazzo rosa era ormai uscito completamente e stava ingrossandosi velocemente. Anche il grosso nodo si stava formando, lo presi con una mano, lo strinsi e lo tenni con forza in modo che non potesse rientrare.
Gli schizzi di liquido erano sempre più frequenti e copiosi, ormai la mia faccia era tutta bagnata e il liquido trasparente ma vischioso mi colava lungo il collo, arrivando a bagnarmi, attraverso il tessuto della maglietta le piccole tettine.
Ora tenendogli saldamente il cazzo dietro il nodo gli stavo facendo un vero e proprio pompino.
Il cazzo del mastino era veramente grosso, e ovviamente non riuscivo a prenderne in bocca che una piccola parte, ma mi accontentavo di succhiargli per bene la punta e di lavorare sul resto della nerchia usando la lingua.
Ogni tanto dovevo schiudere le labbra per far uscire parte degli schizzi che il suo cazzo continuava a riversarmi in bocca.
Non riuscii a farlo sborrare, non me ne diede il tempo, perché ad un certo punto si divincolò dalla mia presa e si alzò sulla quattro zampe, mi leccò tutto il viso eccitato dagli odori che sentiva, poi mi girò intorno in modo da potermi annusare per bene il deretano e la figa.
L'odore densi di eccitazione dei miei umori gli piacque assai e dopo avermi leccato e stimolato a dovere mi saltò sulla schiena.
Era pesantissimo e forte come un toro, le zampe anteriori si serrarono sui miei fianchi in una morsa d'acciaio che non mi lasciarono altra possibilità se non quella di abbandonarmi alla sua monta.
E così feci, cercai di rilassarmi il più possibile mentre lui dava dei colpi di reni e la punta del suo cazzo mi colpiva l'esterno della vagina senza riuscire a trovarne l'ingresso.
Stavo pensando di rinunciare quando con un colpo più fortunato dei precedenti, la punta entrò nella mia figa di qualche centimetro, Ahhh che bello.
Sentendo il calore umido della mia fica lubrificata a dovere Argo capì di essere sulla strada giusta, mi strinse ancora più forte e aumentò le spinte di velocità e intensità.
In quattro rapidissimi colpi il cazzo del cane era entrato completamente e ora si stava gonfiando velocemente dentro la mia vagina.
Ero così eccitata e bagnata che non feci quasi a tempo ad accorgermene che anche il grosso nodo si era fatto strada dentro di me ed ora impediva ad Argo di muoversi esageratamente.
Ora il suo enorme cazzo non si muoveva quasi, ma pulsava, pulsava intensamente finché non si contrasse in uno spasmo particolarmente violento e non cominciò a sborrarmi nella pancia.
Ad ogni spasmo, le zampe mi tiravano e serravano a lui, il cazzo gonfiava e si tendeva e un fiotto di sperma bollente mi colpiva il collo dell'utero.
Durò qualche decina di secondi ancora, il grosso cazzo continuò a riempirmi bene bene di seme e poi si calmò, pulsava sempre ma aveva smesso di eiaculare.
Le sue zampe anteriori lasciarono la presa dei miei fianchi, lo sentii scendere dalla mia groppa e girarsi in modo che rimanessimo nella posizione culo a culo, come avevo visto tante volte fare ai cani a caccia di mio padre, quando gli faceva montare le cagne in calore.
Bloccata in quella posizione, senza la possibilità di staccarmi, a causa del grosso nodo di carne che mi tappava la vagina potei pensare alla scena appena trascorsa.
Era stata così veloce e intensa che non ero riuscita a godere come speravo, ma ora sentire il suo enorme cazzo pulsare dentro di me, immaginare l'interno della mia vagina piena di sperma canino mi eccitò moltissimo.
Mi spostai lentamente, portandomi dietro il cane e il suo cazzo fino a raggiungere la poltrona, mi ci appoggiai col petto in modo da poter liberare almeno una mano senza paura di crollare a terra.
Portai la mano libera alla mia figa e cominciai a masturbarmi.
Muovevo indice e medio sul mio clitoride infiammato allo stesso ritmo delle vene che sentivo pulsare contro le pareti della mia vagina e intanto rivivevo la scena che avevo appena vissuto. Era eccitante da morire e in breve raggiunsi l'orgasmo.
Inarcai la schiena e venni, scossa da tremiti e da singhiozzi di puro piacere venni nella consapevolezza di aver appena fatto l'amore con un cane.
(che dite continua?)
La storia era finita in malo modo, o meglio, io ed Argo eravamo stati interrotti bruscamente dal rumore di una macchina che passava vicino alla baracca di caccia.
Mi ero presa una paura fottuta che mio padre con i due amici e il guardiacaccia stessero tornando prima del previsto per qualche strano motivo.
Mi avessero beccata mezza nuda con il cazzo di un cane tra le chiappe sarei potuta morire...
Ma per fortuna era solo una macchina che passava li vicino, ero salva!
Aspettai qualche minuto per essere certa che non arrivasse veramente nessuno, ma anche per dare modo al mio cuore di riprendere a battere in modo meno forsennato, poi, visto che la voglia di essere scopata da Argo non era passata per niente, mi tolsi nuovamente pantaloni e mutandine e feci cenno al cane di venire da me.
Questa volta però il grosso mastino non fece una piega e se ne restò accucciato sul tappeto davanti al caminetto acceso, guardandomi con i suoi occhi acquosi.
Certo che i cani sono strani pensai, ma da figlia di cacciatore ero abituata ai loro modi di comportarsi, per cui non mi offesi ne preoccupai più di tanto.
Anzi decisi di essere io a prendere in mano la situazione, e magari non solo quella...
In effetti quando Argo era smontato dalla mia groppa e si era allontanato leccandosi il pene avevo notato con piacere che la natura lo aveva dotato di un arnese niente male.
Pensai che potevo giocarci un po' prima di farmelo mettere dentro.
Oltretutto ero ben consapevole che l'eventuale scopata sarebbe durata poche decine di secondi, se escludiamo i minuti in cui saremmo stati legati dal grosso nodo che si sarebbe gonfiato dentro la mia vagina, impedendoci di staccarci per un bel po'.
Così fui io, che a quattro zampe mi avvicinai a lui.
Gli feci un po' di coccole sul grosso testone e poi con le mani gli accarezzai il fianco e il petto, come avevo immaginato non ci volle molto perché si girasse a pancia in su in modo da farsi accarezzare l'addome.
Proprio quello che volevo, il suo enorme astuccio penico era in bella mostra e così i testicoli, grossi come arance, gonfi ma morbidi.
Cominciai proprio da quelli, li presi in mano e li strinsi dolcemente.
Mmmmmmm erano morbidi ma belli pieni, li massaggiai un po' e poi avvicinai la bocca, dischiusi le labbra in un primo bacio di benvenuto, li morsi delicatamente e lo sentii muoversi.
La cosa gli piaceva ma era un po' agitato perché probabilmente non era abituato a simili attenzioni.
Lo calmai con qualche altra coccola innocente e con dolci parole sussurrate alle sue orecchie ma presto ripresi a baciargli, mordicchiargli e leccargli le grosse palle.
In prossimità dell'ano non erano coperte di pelo, probabilmente a causa del continuo sfregamento con la tozza coda, ed erano incredibilmente lisce e morbide, era una vera delizia leccarle in quel punto.
Il cane dovette decidere che la situazione era piacevole e non rappresentavo un problema, perché abbassò languidamente la testa sul tappeto, abbandonandosi ai miei baci.
Proseguii per qualche minuto, deliziandomi con la consistenza gommosa dei suoi testicoli.
Argo, stimolato dalle mie attenzioni, ogni tanto tirava su la testa e accennava a qualche umida leccata, alla mia faccia, alle sue palle, e al suo pisello, che ad ogni passata di lingua, faceva capolino dalla pelliccia.
Decisi di cambiare l'oggetto dei miei baci e spostai le labbra dalle palle verso la punta del suo astuccio penico.
Il suo uccello era momentaneamente rientrato, così baciai e leccai la pelle scura, morbida e umida con cui terminava l'astuccio, nel frattempo con una mano glielo frizionavo rudemente e presto il cazzo ricominciò ad indurirsi e spuntare all'esterno.
Ne toccai la punta con la lingua e un primo schizzo mi colpì le labbra.
Era caldo e di sapore un po' acido, un po' salato.
Mi passai la lingua sulle labbra per assaporarlo meglio, non era male dopo tutto, così proseguii con il lavoro della mano per ottenere altri schizzi.
Eccitato dalla mia sega il grosso cazzo rosa era ormai uscito completamente e stava ingrossandosi velocemente. Anche il grosso nodo si stava formando, lo presi con una mano, lo strinsi e lo tenni con forza in modo che non potesse rientrare.
Gli schizzi di liquido erano sempre più frequenti e copiosi, ormai la mia faccia era tutta bagnata e il liquido trasparente ma vischioso mi colava lungo il collo, arrivando a bagnarmi, attraverso il tessuto della maglietta le piccole tettine.
Ora tenendogli saldamente il cazzo dietro il nodo gli stavo facendo un vero e proprio pompino.
Il cazzo del mastino era veramente grosso, e ovviamente non riuscivo a prenderne in bocca che una piccola parte, ma mi accontentavo di succhiargli per bene la punta e di lavorare sul resto della nerchia usando la lingua.
Ogni tanto dovevo schiudere le labbra per far uscire parte degli schizzi che il suo cazzo continuava a riversarmi in bocca.
Non riuscii a farlo sborrare, non me ne diede il tempo, perché ad un certo punto si divincolò dalla mia presa e si alzò sulla quattro zampe, mi leccò tutto il viso eccitato dagli odori che sentiva, poi mi girò intorno in modo da potermi annusare per bene il deretano e la figa.
L'odore densi di eccitazione dei miei umori gli piacque assai e dopo avermi leccato e stimolato a dovere mi saltò sulla schiena.
Era pesantissimo e forte come un toro, le zampe anteriori si serrarono sui miei fianchi in una morsa d'acciaio che non mi lasciarono altra possibilità se non quella di abbandonarmi alla sua monta.
E così feci, cercai di rilassarmi il più possibile mentre lui dava dei colpi di reni e la punta del suo cazzo mi colpiva l'esterno della vagina senza riuscire a trovarne l'ingresso.
Stavo pensando di rinunciare quando con un colpo più fortunato dei precedenti, la punta entrò nella mia figa di qualche centimetro, Ahhh che bello.
Sentendo il calore umido della mia fica lubrificata a dovere Argo capì di essere sulla strada giusta, mi strinse ancora più forte e aumentò le spinte di velocità e intensità.
In quattro rapidissimi colpi il cazzo del cane era entrato completamente e ora si stava gonfiando velocemente dentro la mia vagina.
Ero così eccitata e bagnata che non feci quasi a tempo ad accorgermene che anche il grosso nodo si era fatto strada dentro di me ed ora impediva ad Argo di muoversi esageratamente.
Ora il suo enorme cazzo non si muoveva quasi, ma pulsava, pulsava intensamente finché non si contrasse in uno spasmo particolarmente violento e non cominciò a sborrarmi nella pancia.
Ad ogni spasmo, le zampe mi tiravano e serravano a lui, il cazzo gonfiava e si tendeva e un fiotto di sperma bollente mi colpiva il collo dell'utero.
Durò qualche decina di secondi ancora, il grosso cazzo continuò a riempirmi bene bene di seme e poi si calmò, pulsava sempre ma aveva smesso di eiaculare.
Le sue zampe anteriori lasciarono la presa dei miei fianchi, lo sentii scendere dalla mia groppa e girarsi in modo che rimanessimo nella posizione culo a culo, come avevo visto tante volte fare ai cani a caccia di mio padre, quando gli faceva montare le cagne in calore.
Bloccata in quella posizione, senza la possibilità di staccarmi, a causa del grosso nodo di carne che mi tappava la vagina potei pensare alla scena appena trascorsa.
Era stata così veloce e intensa che non ero riuscita a godere come speravo, ma ora sentire il suo enorme cazzo pulsare dentro di me, immaginare l'interno della mia vagina piena di sperma canino mi eccitò moltissimo.
Mi spostai lentamente, portandomi dietro il cane e il suo cazzo fino a raggiungere la poltrona, mi ci appoggiai col petto in modo da poter liberare almeno una mano senza paura di crollare a terra.
Portai la mano libera alla mia figa e cominciai a masturbarmi.
Muovevo indice e medio sul mio clitoride infiammato allo stesso ritmo delle vene che sentivo pulsare contro le pareti della mia vagina e intanto rivivevo la scena che avevo appena vissuto. Era eccitante da morire e in breve raggiunsi l'orgasmo.
Inarcai la schiena e venni, scossa da tremiti e da singhiozzi di puro piacere venni nella consapevolezza di aver appena fatto l'amore con un cane.
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