Giochiamo alla bottiglia?

di
genere
prime esperienze

Eravamo in quattro quel pomeriggio a casa mia, io, il Picchio, Sfrengio e lei, l’unica ragazza, Claudia.
Io ero timido, imbranato, occhialuto, dotato di un gran naso (e in effetti anche di un gran batacchio tra le gambe), insomma il classico nerd, esperto di videogiochi, e di niente altro.
Il Picchio lo chiamavamo così perché era alto e magro, un ridicolo ciuffo di capelli rossi, con un gran becco, pardon, naso, che dominava completamente la sua faccia stretta e lunga. Non era certo una bellezza poraccio.
Sfrengio , va a sapere da cosa nacque ‘sto improbabile soprannome, era la mascotte della classe, piccolo e Bruno, una specie di Calimero, in classe non se lo filava nessuno, tanto meno le nostre compagne, ma era il mio migliore amico da sempre.
E poi c’era lei, Claudia, cosa ci facesse quel pomeriggio con noi tre rimarrà per sempre un mistero.
Claudia era decisamente la ragazza più bella della quarta C, forse di tutto il liceo.
Bruna, capelli lisci, lunghi fino a metà schiena, folte sopracciglia nere che incorniciavano lucenti occhi marroni, naso piccolo su labbra formose, vagamente disegnate a cuore.
Un corpo così perfetto che non avevo mai nemmeno osato guardarlo se non di sfuggita.
Ben al di là di ogni mia possibilità.
Non vestiva ne si truccava mai da zoccoletta, al contrario di certe compagne di classe, non ne aveva nessun bisogno, le bastava un filo di trucco e una gonnellina di cotone leggero per risultare tremendamente sexy.
Bon, veniamo a punto, eravamo seduti per terra in camera mia, il sedere appoggiato su vecchi cuscini, ci stavamo interrogando su cosa fare in questa ultima parte di pomeriggio, quando io, non so cosa mi prese, sparai la cazzata del secolo: “giochiamo alla bottiglia!”
Lo Sfrengio si ribaltò dal ridere, il Picchio nascose la faccia tra le mani e Claudia, Claudia ci spiazzò tutti e tre, perché rispose candidamente “dai, perché no!”
Un silenzio di tomba calò nella stanza, io sbarrai gli occhi incredulo ma il Picchio non perse un secondo, si fiondò in cucina, svuotò una bottiglia nel lavandino e ritornò come un lampo, ora si trattava di stabilire le regole del gioco.
Noi tre amici eravamo vagamente agitati, mentre Claudia sembrava assolutamente tranquilla e rilassata.
Picchio decise che doveva essere assolutamente lui a far girare per primo la bottiglia, perché era stato lui ad andare a prenderla, ma Claudia invece decretò che fossi io ad avere quel diritto, perché avevo lanciato la proposta, e ovviamente era lei ad avere le leve del comando in mano.
Mi guardò intensamente negli occhi e mi disse: “coraggio!”
Così presi la bottiglia e le feci fare il primo giro... ovviamente si fermò indicando Sfrengio! Merda! Che cazzo di idea... Claudia e Picchio si ribaltarono dal ridere mentre io avvicinavo disgustato la bocca alla guancia brufolosa di quel coglione e gli davo un rapidissimo bacio.
Quando quei due stronzi finirono di sghignazzare, tenendosi la pancia per le crasse risate toccò a lui, e naturalmente quando la bottiglia si fermò puntava inequivocabilmente su Claudia.
Sfrengio si avvicinò a lei un po’ titubante pensando di baciarla sulla guancia, ma lei gli mise una mano sulla spalla, lo attirò a se e guardandomi intensamente e gli stampò un bacio sulla bocca.
Non so dire se il più sconvolto fu lui per il bacio appena ricevuto o io per quello sguardo metà di sfida e metà di promessa che mi aveva trafitto come una coltellata.
Ora ovviamente era il turno di Claudia di far ruotare la bottiglia, le diede una bella girata e noi tre maschi la guardammo girare e girare trattenendo il fiato, il collo si fermò puntando (fanculo) di nuovo Sfrengio, poi tornò leggermente indietro fermandosi esattamente a metà tra i due bastardi, loro si guardarono e cominciarono a insultarsi per decidere a chi toccasse, io li guardavo in cagnesco, con le braccia incrociate, stavo per intervenire suggerendo loro che si facessero furbi, ma Claudia mi mise una mano sul braccio fermandomi e si avvicinò a loro interrompendo la loro stupida querelle, fece mettere le loro teste vicine e li baciò entrambi contemporaneamente, passando da una bocca all’altra praticamente senza staccare le labbra.
I due scemi la guardarono attoniti, mentre lei gli diceva divertita che la prossima volta avrebbero dovuto aprire la bocca se avessero voluto limonare...
Oi tre stupidi maschi eravamo come intontiti, ma lei continuò:”Aumentiamo la posta” fece ruotare la bottiglia che finalmente si fermò nella mia direzione.
Questa volta però invece di baciarmi, Si avvicinò con fare languido, mi slacciò il bottone dei jeans, tirò giù là zip, allargò i lembi dei pantaloni in modo da poter accedere al mio pacco, già in fibrillazione e mi diede un bacio sul pisello, ovviamente attraverso le mutande.
Ommioddio! Il cuore mi balzò in gola, guardai prima gli altri due scemi, poi lei, che mi sorrise ammiccante, “Ora tocca a te, e devi fare lo stesso, a chiunque di noi venga indicato dalla bottiglia ” disse.
Noi maschi ci guardammo con la bocca aperta, poi Picchio prese il suo giubbotto, e lasciando la stanza molto, molto velocemente ci salutò dicendo che doveva ancora fare i compiti e se la squagliò, codardo di merda!
Non lo dicemmo a Claudia ovviamente, ma io e Sfre ci eravamo già segati insieme, guardando dei porno sul mio pc, ognuno si masturbava per conto suo ovviamente.
Certo qualche rapida occhiata al pisello dell’altro l’avevamo gettata, ma più per curiosità scientifica che per altro, non ci piacevano mica i maschi!!!
“Ok” dissi e diedi una botta alla bottiglia che, indovinate un po’? Ovviamente si fermò davanti a quel minchione di Sfrengio!
Lui non fece una piega e ridacchiando si tirò giù le braghe rimanendo in mutande, mettendo in mostra il suo pacco già vagamente in tiro, avvicinai la faccia al suo inguine ma proprio non me la sentivo di baciargli l’uccello...
Claudia allora mi disse: “Fai come me” e mentre avvicinava la sua bocca al suo.......
Mi mise una mano sul coppino invitandomi a fare altrettanto.
Così entrambi baciammo il pacco di Sfrengio, beh non fu nulla di disgustoso, anzi, il fatto di baciarglielo guancia a guancia con Claudia lo rese particolarmente eccitante.
Lo baciammo una prima volta, poi lei mi guardò e disse “dai, diamogliene ancora e lo baciammo di nuovo, il suo cazzo ebbe un fremito e si mosse sotto il tessuto, lei tirò fuori la lingua e la passò lungo la linea dei piccoli bottoncini che chiudevano la patta dei boxer, Sfrengio tirò un gran sospiro e anche a me si rizzò l’arnese.
Vidi le delicate dita di Claudia slacciare uno ad uno i bottoni, allargare la patta dei boxer e il cazzo del mio amico si erse prepotente davanti ai nostri volti, come un cobra dal collare che si rizza stimolato dal flauto dell’incantatore.
Claudia mi lanciò un’occhiata provocante, tirò fuori la lingua e diede una lunga leccata esplorativa alla nerchia del mio amico, mi guardò di nuovo e mi disse : “Tocca a te ora”
Ormai avevo perduto ogni ritegno e la imitai dando una leccata a quella spranga di carne.
Di cosa sapeva il cazzo? Un po’ di pesce, un po’ di piscio, non mi sembrava un gran che, ma a lui le nostre attenzioni non dispiacquero affatto, visto che ebbe un fremito e dalla sua cappella fuoriuscì una goccia densa e appiccicosa, preferii non sapere di che si trattasse, ma la nostra comune amica non si stupì affatto, la raccolse sulla punta di un dito e se la portò alla bocca, gustandosela con la lingua.
Ci risistemammo sui cuscini e fu il turno del mio amico di far ruotare la bottiglia.
Il collo si fermò indicando chiaramente Claudia, che sorrise, si sfilò le mutandine e allargò le belle gambe.
Noi due strabuzzammo gli occhi, mai avevamo visto la passera di una ragazza, dal vero almeno, ma ormai non ci stupivamo di nulla, completamente presi in quel giuoco sessuale che mai avremmo sperato di poter giocare, tantomeno con una ragazza così figa!
Giustamente fu lui a darle il primo bacio sulla passerina, era il suo turno, Claudia chiuse gli occhi e gettò la testa indietro lasciando andare un lungo sospiro umido di piacere mentre la sua figa veniva leccata timidamente da Sfrengio.
Poi li riaprì, mi guardò e mi fece cenno di avvicinarmi.
Io ubbidii come in trance, lei mi fece mettere a cavalcioni sopra di lei, con le gambe leggermente piegate, mi abbassò le mutande, mi prese in bocca il cazzo, tenendolo con una mano e cominciò a succhiarmelo.
Omiodddddddiooooo, ero in paradiso, o forse all’inferno, la ragazza più bella della scuola stava facendomi un pompino mentre in contemporanea il mio migliore amico le slinguava la fregna!
Chi ci avrebbe mai potuto credere.
Le presi la testa con entrambe le mani per fare come avevo visto fare nei film porno, quando sentimmo la porta di casa che veniva aperta.
Cazzo, cazzo, cazzo, i miei stavano rientrando, era quasi ora di cena e non ce ne eravamo accorti!
Presi dal panico ci rivestimmo in tutta furia e cercammo di assumere un atteggiamento normale, mia madre urlò dall’ingresso:”ciao tesoro, sono a casa!” E per fortuna se ne andò direttamente in camera sua a cambiarsi.
Accompagnai velocemente i due amici alla porta e li salutai, Claudia mi diede un bacio umido e mi disse “Domani andiamo avanti, ma solo noi due vero?...”
La guardai scendere per le scale come stessi guardando un film, ancora non ero sicuro che fosse successo tutto realmente, rientrai in casa mi fiondai in bagno e mi feci la sega più memorabile della mia vita, sborrai almeno a un metro e mezzo di distanza, imbrattando tutto il tappeto del cesso.
Poi tornai in camera grattandomi la pera perplesso, temevo di risvegliarmi e scoprire che era stato tutto un sogno...
di
scritto il
2018-06-17
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