Pausa caffè con il capo
di
marynella
genere
etero
Oggi la giornata al lavoro è trascorsa lentamente e in modo noioso, peccato perché la giornata è iniziata splendidamente, con un bellicoso approccio sessuale da parte del mio focoso compagno. Appena sveglio mi ha preso per i capelli e mi ha tirato giù tra le sue muscolose cosce e mi ha costretto ad un succulento pompino coniugale, poi mi ha messo a quattro zampe, ancora assonnata, e mi ha letteralmente montata da dietro come un toro, sborrandomi nella passerina sfatta da una serie di colpi profondi e violenti. Mio dio che risveglio! Quello che ogni donna vorrebbe, tutti i giorni…
Comunque, in mattinata ripensando a quel momento, mi sono bagnata oltremisura e ardevo dal desiderio di masturbarmi.
Il corridoio era un continuo via vai di impiegati, ho chiuso la porta, mi sono rimessa alla scrivania e ho infilato la mano sinistra tra le cosce, dentro le mutandine umide, e ho iniziato a sgrillettarmi la clitoride in modo lento poi sempre più nervoso e veloce. Mi sentivo avvampare, le gambe mi tremavano e facevo finta di lavorare muovendo il mouse…non ho resistito, il dito dalla clitoride è entrato nella passerina, l’ho affondato dentro come un coltello caldo nel burro, ho aperto le labbra divaricando leggermente le gambe, mi sono masturbata così fino all’orgasmo, che è arrivato travolgente e irrefrenabile! Ho sudato, vibrato, mugolato in silenzio…se solo fosse entrato qualcuno…ero stravolta dal piacere.
Ma non finiva qui. Dopo circa un’ora mi risaliva l’eccitazione…ho pensato al vibratore che ho nel cassetto, un bel cazzo in silicone da 15 cm. Lo porto sempre in viaggio o lo uso in bagno nei momenti come questi. Ma stavolta ero troppo eccitata, volevo un cazzo di un maschio reale e vero. Il mio capo, l’amministratore delegato!
Lo chiamo con la scusa della pausa caffè, dalla voce capisce le mie intenzioni, mi convoca perentorio da Lui. Entro nel suo mega ufficio con due bicchierini di caffè in mano, chiudo la porta alle mie spalle, mi avvicino felina e minacciosa, ma Lui sa come prendermi. Appena arrivo accanto a Lui poggio i caffè sulla scrivania, mi da uno schiaffo violento e sonoro, a mano aperta “sei una troia, in ufficio devi pensare a lavorare, non a scopare…stronza!” il viso mi brucia, l’ego ancora di più, quando vuole sa essere meravigliosamente brutale!
Mi afferra per i capelli e mi getta in ginocchio e con l’altra mano si sfila fuori dai pantaloni il suo meraviglioso uccello…senza farmi reagire, me lo infila in bocca e inizia a scoparmi oralmente. Il suo pisellone è buono, pulito, enorme pure da moscio, mi si ingrossa subito tra le labbra facendomi inorgoglire delle mie capacità di femmina…Lui mi guarda con il solito disprezzo, dall’alto in basso, come una troia da strada e non una delle sue migliori project-manager. Mi infila e sfila il cazzo dalla bocca con colpi di bacino sapienti, io lo succhio e lo lecco da brava schiava, diventa sempre più duro, nodoso, caldo.
Mi alza, si distende sulla sua mega poltrona dirigenziale in pelle, tenendo dritto il suo membro “dai troia, ora montami sopra e scopati…impalati su di me, puttana!” obbedisco ciecamente, mi alzo la gonna e sposto le mutandine, mi metto a cavalcioni sulle sue gambe e mi impalo lentamente ma con decisione. Il suo cazzo mi dilata la vagina, è dentro di me imperioso, grosso, mi sento gonfia…raggiunge ogni parte nervosa della mia figa…comincio a muovermi in modo lento, roteo il bacino, lo voglio sentire tutto…ogni centimetro…è bollente. Guardo il mio capo, è impassibile, è uno scopatore professionista…il solito sguardo sprezzante che fa morire tutte le donne…me lo scopo ormai da anni e mi eccita sempre di più! Gli slaccio la cravatta, gli apro un po’ la camicia per leccargli i capezzoli ma Lui mi blocca le mani “che fai mignotta?!se entra qualcuno mi trova in disordine…scopa e basta…usa la fica come sai fare bene, ti dico io quello che mi va!” è crudele, ma eseguo, lo lascio stare, ma lo bacio. La mia lingua rotea contro la sua, il suo cazzo vibra, gli piace…i miei capezzoli stanno bucando la camicetta…Lui se ne accorge, la apre e me li succhia, li morde, mi da dei colpi di cazzo nello stesso momento…impazzisco, un orgasmo mi pervade l’anima…tremo di piacere. Mi avvinghia con le braccia, le sue mani mi raggiungono il culo e mi infila un dito nell’ano, provocandomi un’ondata di godimento…secondo orgasmo dopo pochi minuti di questo trattamento.
Non so più che fare, mi sciolgo i capelli, mi agito scomposta su quel palo di carne durissimo…Lui nel frattempo ha la freddezza di rispondere a una telefonata…pochi secondi e liquida l’interlocutore senza dare cenni di nulla…mi riprende i capelli e me li tira indietro, con violenza mormorando “dai Marinella, dai scopa scopa…sei proprio una gran zoccola…e tuo marito un gran cornuto che ancora ti sopporta…dai che ti sborro dentro, scopa!!” la sua cattiveria mi eccita ancora di più, ancheggio sul suo cazzo come una puttana, faccio su e giù su quella pertica come la giostra dei cavalli, lo fisso negli occhi e gli dico “dai, tesoro dai…vienimi dentro…riempimi tutta…allagami la figa stronzo!” Lui accetta la sfida, mi guarda impietoso, mi tiene per i capelli e mi da delle tremende botte di cazzo dal basso in alto, diventa rosso, eccolo, sta arrivando…un gemito cavernoso come suo solito e una vampata mi riempie la pancia…Lui trema, il suo membro mi vibra dentro ad ogni schizzata di sperma che sta profondendo dentro di me…per fortuna prendo la pillola…continua con dei colpi secchi e profondi…finisce…io mi sfilo dal palo, appena mi muovo un po’ la passerina gronda sperma e umori…mi ha farcito come una pastarella, il bastardo!
Ma devo fare il mio dovere di dipendente fino in fondo, quindi mi accoscio tra le sue gambe, lo masturbo e gli massaggio leggermente il suo membro, leccando via lo sperma ancora rimasto. E’ buono, saporito, caldo…vorrei scoparlo ancora, ma è tardi. Il capo si rinfila il cazzo nei pantaloni, mi guarda sprezzante ma compiaciuto e si rimette al lavoro dandomi prima un caldo bacio sulle labbra, quasi a pagamento della mia prestazione.
Mi ricompongo, allaccio il reggiseno, chiudo la camicetta e mi sistemo le mutandine e la gonna. Nel suo bagno privato mi lavo via lo sperma dal viso e dalle cosce, lo lascio lavorare con un tiepido saluto e torno nella mia stanza attraversando l’ufficio. Le segretarie e le colleghe mi osservano acide e invidiose, sanno bene che ho scopato con Lui, da donne riconoscono l’espressione e la camminata…sono invidiose, Lui se l’è scopatequasi tutte ma solo per una volta, io lo posso scopare quando voglio, da anni! Gli uomini, invece, mi guardano vogliosi e sanno che solo Lui ha questo privilegio e mi dedicano ore e ore di masturbazione a questo pensiero, come mi hanno detto loro stessi…è un onore per me!
Mi rimetto pesantemente al lavoro, al pensiero ossessivo di quell’uccello enorme che mi ha posseduto, alla scopata di mio marito stamattina…la mia ninfomania comincia a preoccuparmi…ma aspetterò stasera per rifarmi con il mio uomo.
Intanto, c’è il vibratore nel cassetto per le emergenze…
Vabbè, torniamo al lavoro…
Comunque, in mattinata ripensando a quel momento, mi sono bagnata oltremisura e ardevo dal desiderio di masturbarmi.
Il corridoio era un continuo via vai di impiegati, ho chiuso la porta, mi sono rimessa alla scrivania e ho infilato la mano sinistra tra le cosce, dentro le mutandine umide, e ho iniziato a sgrillettarmi la clitoride in modo lento poi sempre più nervoso e veloce. Mi sentivo avvampare, le gambe mi tremavano e facevo finta di lavorare muovendo il mouse…non ho resistito, il dito dalla clitoride è entrato nella passerina, l’ho affondato dentro come un coltello caldo nel burro, ho aperto le labbra divaricando leggermente le gambe, mi sono masturbata così fino all’orgasmo, che è arrivato travolgente e irrefrenabile! Ho sudato, vibrato, mugolato in silenzio…se solo fosse entrato qualcuno…ero stravolta dal piacere.
Ma non finiva qui. Dopo circa un’ora mi risaliva l’eccitazione…ho pensato al vibratore che ho nel cassetto, un bel cazzo in silicone da 15 cm. Lo porto sempre in viaggio o lo uso in bagno nei momenti come questi. Ma stavolta ero troppo eccitata, volevo un cazzo di un maschio reale e vero. Il mio capo, l’amministratore delegato!
Lo chiamo con la scusa della pausa caffè, dalla voce capisce le mie intenzioni, mi convoca perentorio da Lui. Entro nel suo mega ufficio con due bicchierini di caffè in mano, chiudo la porta alle mie spalle, mi avvicino felina e minacciosa, ma Lui sa come prendermi. Appena arrivo accanto a Lui poggio i caffè sulla scrivania, mi da uno schiaffo violento e sonoro, a mano aperta “sei una troia, in ufficio devi pensare a lavorare, non a scopare…stronza!” il viso mi brucia, l’ego ancora di più, quando vuole sa essere meravigliosamente brutale!
Mi afferra per i capelli e mi getta in ginocchio e con l’altra mano si sfila fuori dai pantaloni il suo meraviglioso uccello…senza farmi reagire, me lo infila in bocca e inizia a scoparmi oralmente. Il suo pisellone è buono, pulito, enorme pure da moscio, mi si ingrossa subito tra le labbra facendomi inorgoglire delle mie capacità di femmina…Lui mi guarda con il solito disprezzo, dall’alto in basso, come una troia da strada e non una delle sue migliori project-manager. Mi infila e sfila il cazzo dalla bocca con colpi di bacino sapienti, io lo succhio e lo lecco da brava schiava, diventa sempre più duro, nodoso, caldo.
Mi alza, si distende sulla sua mega poltrona dirigenziale in pelle, tenendo dritto il suo membro “dai troia, ora montami sopra e scopati…impalati su di me, puttana!” obbedisco ciecamente, mi alzo la gonna e sposto le mutandine, mi metto a cavalcioni sulle sue gambe e mi impalo lentamente ma con decisione. Il suo cazzo mi dilata la vagina, è dentro di me imperioso, grosso, mi sento gonfia…raggiunge ogni parte nervosa della mia figa…comincio a muovermi in modo lento, roteo il bacino, lo voglio sentire tutto…ogni centimetro…è bollente. Guardo il mio capo, è impassibile, è uno scopatore professionista…il solito sguardo sprezzante che fa morire tutte le donne…me lo scopo ormai da anni e mi eccita sempre di più! Gli slaccio la cravatta, gli apro un po’ la camicia per leccargli i capezzoli ma Lui mi blocca le mani “che fai mignotta?!se entra qualcuno mi trova in disordine…scopa e basta…usa la fica come sai fare bene, ti dico io quello che mi va!” è crudele, ma eseguo, lo lascio stare, ma lo bacio. La mia lingua rotea contro la sua, il suo cazzo vibra, gli piace…i miei capezzoli stanno bucando la camicetta…Lui se ne accorge, la apre e me li succhia, li morde, mi da dei colpi di cazzo nello stesso momento…impazzisco, un orgasmo mi pervade l’anima…tremo di piacere. Mi avvinghia con le braccia, le sue mani mi raggiungono il culo e mi infila un dito nell’ano, provocandomi un’ondata di godimento…secondo orgasmo dopo pochi minuti di questo trattamento.
Non so più che fare, mi sciolgo i capelli, mi agito scomposta su quel palo di carne durissimo…Lui nel frattempo ha la freddezza di rispondere a una telefonata…pochi secondi e liquida l’interlocutore senza dare cenni di nulla…mi riprende i capelli e me li tira indietro, con violenza mormorando “dai Marinella, dai scopa scopa…sei proprio una gran zoccola…e tuo marito un gran cornuto che ancora ti sopporta…dai che ti sborro dentro, scopa!!” la sua cattiveria mi eccita ancora di più, ancheggio sul suo cazzo come una puttana, faccio su e giù su quella pertica come la giostra dei cavalli, lo fisso negli occhi e gli dico “dai, tesoro dai…vienimi dentro…riempimi tutta…allagami la figa stronzo!” Lui accetta la sfida, mi guarda impietoso, mi tiene per i capelli e mi da delle tremende botte di cazzo dal basso in alto, diventa rosso, eccolo, sta arrivando…un gemito cavernoso come suo solito e una vampata mi riempie la pancia…Lui trema, il suo membro mi vibra dentro ad ogni schizzata di sperma che sta profondendo dentro di me…per fortuna prendo la pillola…continua con dei colpi secchi e profondi…finisce…io mi sfilo dal palo, appena mi muovo un po’ la passerina gronda sperma e umori…mi ha farcito come una pastarella, il bastardo!
Ma devo fare il mio dovere di dipendente fino in fondo, quindi mi accoscio tra le sue gambe, lo masturbo e gli massaggio leggermente il suo membro, leccando via lo sperma ancora rimasto. E’ buono, saporito, caldo…vorrei scoparlo ancora, ma è tardi. Il capo si rinfila il cazzo nei pantaloni, mi guarda sprezzante ma compiaciuto e si rimette al lavoro dandomi prima un caldo bacio sulle labbra, quasi a pagamento della mia prestazione.
Mi ricompongo, allaccio il reggiseno, chiudo la camicetta e mi sistemo le mutandine e la gonna. Nel suo bagno privato mi lavo via lo sperma dal viso e dalle cosce, lo lascio lavorare con un tiepido saluto e torno nella mia stanza attraversando l’ufficio. Le segretarie e le colleghe mi osservano acide e invidiose, sanno bene che ho scopato con Lui, da donne riconoscono l’espressione e la camminata…sono invidiose, Lui se l’è scopatequasi tutte ma solo per una volta, io lo posso scopare quando voglio, da anni! Gli uomini, invece, mi guardano vogliosi e sanno che solo Lui ha questo privilegio e mi dedicano ore e ore di masturbazione a questo pensiero, come mi hanno detto loro stessi…è un onore per me!
Mi rimetto pesantemente al lavoro, al pensiero ossessivo di quell’uccello enorme che mi ha posseduto, alla scopata di mio marito stamattina…la mia ninfomania comincia a preoccuparmi…ma aspetterò stasera per rifarmi con il mio uomo.
Intanto, c’è il vibratore nel cassetto per le emergenze…
Vabbè, torniamo al lavoro…
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Pamela, Andrea e ioracconto sucessivo
Il compleanno di mio marito
Commenti dei lettori al racconto erotico