Regina di cuori, regina di fiori, due jack - pomeriggio
di
VicentinoGrey
genere
dominazione
Emma era seduta sulla poltrona di tessuto beige con le gambe accavallate. Era completamente nuda, come i due uomini e la giovane donna che stavano inginocchiati sul tappeto davanti a lei.
Sergio era alla sua sinistra, Rosa al centro e Andrea a destra. Tutti tenevano gli occhi bassi e le mani appoggiate sulle cosce. Le loro gambe erano divaricate, in modo da poter mostrare i sessi alla loro padrona.
La porta finestra alla sua sinistra era aperta e l’aria tiepida del mare entrava nella stanza, portando con sé il rilassante sciabordio delle onde sugli scogli piatti, dieci metri più in basso.
La casa di Camogli era diventata un luogo di piacere per lei, matura dominatrice, e per i suoi schiavi, aventi tutti un’età compresa tra i trenta e i trentotto anni. Quel clima di inizio estate, ispirava la liberazione dei vestiti, come pure dei moralismi.
Sergio, il trentottenne, si era separato da una moglie asfissiante e forse per questa brutta parentesi della sua vita, decise di ammettere solo amicizie maschili. Andrea, di tre anni più giovane, era gay dall’adolescenza e stravedeva per il compagno, al punto di accompagnarlo nelle sessioni in cui il suo partner amava obbedire a Emma.
La giovane Rosa si era incuriosita del mondo del saffismo e, per mettere a tacere gli scrupoli di coscienza, si avvicinò ai rapporti omosessuali per la via più corta: trovare una donna carismatica che la costringesse a esaudire i suoi capricci.
Emma si sentiva un enorme potere in mano e quel sabato voleva godersi appieno le umiliazioni inflitte al bellissimo Andrea, innamorato di Sergio e misogino convinto.
- Andrea: stenditi qui a terra, di fronte a me. Tu, Rosa, mettiti con il sesso sopra la sua bocca e fattelo leccare, mentre Sergio ti offrirà il suo uccello da succhiare.
Il giovane ubbidì e la ragazza sorrise impercettibilmente, conoscendo la ritrosia di Andrea nell’entrare in contatto con il mondo femminile, soprattutto con quello sessuale.
Emma vide per pochi secondi l’espressione di disgusto di Andrea perché poi le cosce della giovane donna nascosero la visuale alla mistress. Sergio intanto si posizionò di fronte a Rosa e gli offrì il membro.
La ragazza iniziò la fellatio con maestria e passione, evidentemente stimolata anche dalla lingua di Andrea che le lambiva le labbra e il clitoride.
Lo schiavo più maturo chiuse gli occhi e alzò il viso verso il soffitto, invaso dal piacere che stava ricevendo dalle labbra carnose e dalla lingua guizzante di Rosa.
Emma sentì sciogliersi di fronte alla lascivia di quella scena di cui era la regista.
- Andrea, non vorresti essere tu al posto di Rosa? – lo canzonò – per stavolta ti ho riservato la patata e invece a Rosa ho dato un pisello. Dai, in fin dei conti stiamo sempre parlando di vegetali, no?
La risatina ironica che ne seguì, si trascinò fino al momento in cui Emma, alzandosi, si pose di tre quarti rispetto alla giovane donna e, accucciandosi, le strinse i capezzoli.
- Quanto mi piace sentire la carne fresca e turgida di una donna eccitata! – confessò ai suoi schiavi, facendo gemere la ragazza.
Poi appoggiò il proprio pube umido sulla coscia del giovane gay, stuzzicando ancor più la sua repulsione verso il sesso femminile.
- Oh, Andrea. Quali sensazioni mi stai regalando con le tue cosce lisce e tornite! Che piacere sentire la tua pelle che massaggia soavemente la mia femminilità.
Il tono volutamente canzonatorio indispettì moltissimo lo schiavo che però non si sottrasse al compito assegnato.
- Bravo! Continua a rendere felice la mia Rosa…saprò ricompensarti come speri. Ora però voglio rimettermi comoda.
Si risedette sulla poltrona, appoggiando la coscia sinistra sul bracciolo, rivelando la sua vulva glabra e luccicante.
- Voglio le vostre lingue su di me! Sergio e Rosa ai lati del mio corpo, Andrea invece si occuperà delle mie gambe – declamò, alzando le braccia e incrociando le mani sopra la testa.
Sergio iniziò a suggere il capezzolo sinistro, mentre la giovane leccò quello destro. Entrambi poi risalirono molto lentamente lungo il seno, sulla spalla e poi stuzzicarono la zona interna delle braccia, scatenando i sospiri della dominatrice.
Il giovane gay si dedicò a leccare il polpaccio sinistro, il retro del ginocchio, la coscia e infine chiuse il percorso sulle labbra muschiate di Emma.
- Fotti la tua padrona con la lingua – gli disse in tono perentorio – fammi godere.
Andrea la penetrò con la massima estensione del suo muscolo guizzante. Sergio cercò di mettere a frutto tutta la sua tecnica per stimolare la pelle di Emma e ridurre così i tempi necessari per far raggiungere il paradiso a Emma. Con un movimento degli occhi fece capire a Rosa di allungare la mano affinché il suo dito medio sfiorasse il clitoride della donna matura.
Emma accolse con un mugolio sonoro il tocco del polpastrello femminile sul suo organo più sensibile. La soavità del movimento rotatorio e la pressione misurata sul clitoride scatenarono dei moti inconsulti del bacino che Andrea cercò di assecondare con il suon cunnilingus.
- Sergio, incula il tuo compagno. Subito!
Il giovane sorrise: amava essere posseduto dal suo uomo, soprattutto in quelle situazioni. Per Sergio, la dominazione era un enzima che scatenava una reazione distruttiva verso l’amico. La sua mente aveva un interruttore interno che lo rendeva un dolce schiavo, quando Emma gli dava ordini che riguardava sé stessa, e un crudele esecutore di compiti quando doveva umiliare o violentare i suoi simili.
Si inginocchiò quindi dietro le natiche di Andrea e appoggiò il grosso glande all’ano dell’amico. Sputò sulla mano destra e inumidì completamente il fallo. Poi spinse con decisione, tenendo tra le mani i fianchi dell’amico.
Il giovane strillò in falsetto per l’improvvisa intrusione del bastone di carne, ma dalla sua bocca uscirono subito dopo suoni di soddisfazione.
- Sei felice, ora? – domandò Emma - fra poco Rosa verrà a mungere il tuo inutile gingillo.
Quella donna era insopportabile: i rari momenti di piacere erano sempre racchiusi da lunghe parentesi di sofferenza e umiliazione.
Intanto la giovane si inginocchiò a fianco dei due maschi accoppiati e prese in mano il membro di Andrea. Lo masturbò dapprima dolcemente e poi con un ritmo sempre più rapido e una stretta crescente.
Emma stava per godere, come pure i suoi schiavi maschi.
- Venite a spruzzare sulle mie tette, voi due. E tu, Rosa, leccami e toccati per bene. Cerca di venire, quando vedrai schizzare lo sperma su di me.
Sergio e Andrea si posero ai lati dei Emma e iniziarono a masturbarsi furiosamente. Rosa mulinava la sua lingua attorno alle labbra e al turgido bocciolo della sua padrona. Quando udì i grugniti dei due uomini, si abbandonò al piacere solitario che saliva come un’onda dal suo ventre. Vide i seni di Emma riempirsi di grosse chiazze bianche che si allungavano in rivoli gocciolanti sul ventre e gemette di piacere.
Anche Emma godette. Riprese però il controllo in meno di un minuto.
- Pulitemi a fondo, sozzoni!
I due schiavi iniziarono a lambire i seni e il ventre della donna, asportando e ingoiando le loro tracce organiche.
- Siete proprio bravi! Vi permetto di fare una doccia e poi mi accompagnerete fuori. Stasera non ho voglia di preparare la cena né di mangiare a casa.
Quando si furono lavati e rivestiti, il quartetto uscì di casa.
Rosa, baciò Emma sulla punta delle labbra, sussurrò un “grazie” e, infilato il casco, salì sul proprio scooter.
Sergio invece aprì la portiera del passeggero e fece salire Emma, mentre Andrea si accomodò sul sedile posteriore.
(continua)
Sergio era alla sua sinistra, Rosa al centro e Andrea a destra. Tutti tenevano gli occhi bassi e le mani appoggiate sulle cosce. Le loro gambe erano divaricate, in modo da poter mostrare i sessi alla loro padrona.
La porta finestra alla sua sinistra era aperta e l’aria tiepida del mare entrava nella stanza, portando con sé il rilassante sciabordio delle onde sugli scogli piatti, dieci metri più in basso.
La casa di Camogli era diventata un luogo di piacere per lei, matura dominatrice, e per i suoi schiavi, aventi tutti un’età compresa tra i trenta e i trentotto anni. Quel clima di inizio estate, ispirava la liberazione dei vestiti, come pure dei moralismi.
Sergio, il trentottenne, si era separato da una moglie asfissiante e forse per questa brutta parentesi della sua vita, decise di ammettere solo amicizie maschili. Andrea, di tre anni più giovane, era gay dall’adolescenza e stravedeva per il compagno, al punto di accompagnarlo nelle sessioni in cui il suo partner amava obbedire a Emma.
La giovane Rosa si era incuriosita del mondo del saffismo e, per mettere a tacere gli scrupoli di coscienza, si avvicinò ai rapporti omosessuali per la via più corta: trovare una donna carismatica che la costringesse a esaudire i suoi capricci.
Emma si sentiva un enorme potere in mano e quel sabato voleva godersi appieno le umiliazioni inflitte al bellissimo Andrea, innamorato di Sergio e misogino convinto.
- Andrea: stenditi qui a terra, di fronte a me. Tu, Rosa, mettiti con il sesso sopra la sua bocca e fattelo leccare, mentre Sergio ti offrirà il suo uccello da succhiare.
Il giovane ubbidì e la ragazza sorrise impercettibilmente, conoscendo la ritrosia di Andrea nell’entrare in contatto con il mondo femminile, soprattutto con quello sessuale.
Emma vide per pochi secondi l’espressione di disgusto di Andrea perché poi le cosce della giovane donna nascosero la visuale alla mistress. Sergio intanto si posizionò di fronte a Rosa e gli offrì il membro.
La ragazza iniziò la fellatio con maestria e passione, evidentemente stimolata anche dalla lingua di Andrea che le lambiva le labbra e il clitoride.
Lo schiavo più maturo chiuse gli occhi e alzò il viso verso il soffitto, invaso dal piacere che stava ricevendo dalle labbra carnose e dalla lingua guizzante di Rosa.
Emma sentì sciogliersi di fronte alla lascivia di quella scena di cui era la regista.
- Andrea, non vorresti essere tu al posto di Rosa? – lo canzonò – per stavolta ti ho riservato la patata e invece a Rosa ho dato un pisello. Dai, in fin dei conti stiamo sempre parlando di vegetali, no?
La risatina ironica che ne seguì, si trascinò fino al momento in cui Emma, alzandosi, si pose di tre quarti rispetto alla giovane donna e, accucciandosi, le strinse i capezzoli.
- Quanto mi piace sentire la carne fresca e turgida di una donna eccitata! – confessò ai suoi schiavi, facendo gemere la ragazza.
Poi appoggiò il proprio pube umido sulla coscia del giovane gay, stuzzicando ancor più la sua repulsione verso il sesso femminile.
- Oh, Andrea. Quali sensazioni mi stai regalando con le tue cosce lisce e tornite! Che piacere sentire la tua pelle che massaggia soavemente la mia femminilità.
Il tono volutamente canzonatorio indispettì moltissimo lo schiavo che però non si sottrasse al compito assegnato.
- Bravo! Continua a rendere felice la mia Rosa…saprò ricompensarti come speri. Ora però voglio rimettermi comoda.
Si risedette sulla poltrona, appoggiando la coscia sinistra sul bracciolo, rivelando la sua vulva glabra e luccicante.
- Voglio le vostre lingue su di me! Sergio e Rosa ai lati del mio corpo, Andrea invece si occuperà delle mie gambe – declamò, alzando le braccia e incrociando le mani sopra la testa.
Sergio iniziò a suggere il capezzolo sinistro, mentre la giovane leccò quello destro. Entrambi poi risalirono molto lentamente lungo il seno, sulla spalla e poi stuzzicarono la zona interna delle braccia, scatenando i sospiri della dominatrice.
Il giovane gay si dedicò a leccare il polpaccio sinistro, il retro del ginocchio, la coscia e infine chiuse il percorso sulle labbra muschiate di Emma.
- Fotti la tua padrona con la lingua – gli disse in tono perentorio – fammi godere.
Andrea la penetrò con la massima estensione del suo muscolo guizzante. Sergio cercò di mettere a frutto tutta la sua tecnica per stimolare la pelle di Emma e ridurre così i tempi necessari per far raggiungere il paradiso a Emma. Con un movimento degli occhi fece capire a Rosa di allungare la mano affinché il suo dito medio sfiorasse il clitoride della donna matura.
Emma accolse con un mugolio sonoro il tocco del polpastrello femminile sul suo organo più sensibile. La soavità del movimento rotatorio e la pressione misurata sul clitoride scatenarono dei moti inconsulti del bacino che Andrea cercò di assecondare con il suon cunnilingus.
- Sergio, incula il tuo compagno. Subito!
Il giovane sorrise: amava essere posseduto dal suo uomo, soprattutto in quelle situazioni. Per Sergio, la dominazione era un enzima che scatenava una reazione distruttiva verso l’amico. La sua mente aveva un interruttore interno che lo rendeva un dolce schiavo, quando Emma gli dava ordini che riguardava sé stessa, e un crudele esecutore di compiti quando doveva umiliare o violentare i suoi simili.
Si inginocchiò quindi dietro le natiche di Andrea e appoggiò il grosso glande all’ano dell’amico. Sputò sulla mano destra e inumidì completamente il fallo. Poi spinse con decisione, tenendo tra le mani i fianchi dell’amico.
Il giovane strillò in falsetto per l’improvvisa intrusione del bastone di carne, ma dalla sua bocca uscirono subito dopo suoni di soddisfazione.
- Sei felice, ora? – domandò Emma - fra poco Rosa verrà a mungere il tuo inutile gingillo.
Quella donna era insopportabile: i rari momenti di piacere erano sempre racchiusi da lunghe parentesi di sofferenza e umiliazione.
Intanto la giovane si inginocchiò a fianco dei due maschi accoppiati e prese in mano il membro di Andrea. Lo masturbò dapprima dolcemente e poi con un ritmo sempre più rapido e una stretta crescente.
Emma stava per godere, come pure i suoi schiavi maschi.
- Venite a spruzzare sulle mie tette, voi due. E tu, Rosa, leccami e toccati per bene. Cerca di venire, quando vedrai schizzare lo sperma su di me.
Sergio e Andrea si posero ai lati dei Emma e iniziarono a masturbarsi furiosamente. Rosa mulinava la sua lingua attorno alle labbra e al turgido bocciolo della sua padrona. Quando udì i grugniti dei due uomini, si abbandonò al piacere solitario che saliva come un’onda dal suo ventre. Vide i seni di Emma riempirsi di grosse chiazze bianche che si allungavano in rivoli gocciolanti sul ventre e gemette di piacere.
Anche Emma godette. Riprese però il controllo in meno di un minuto.
- Pulitemi a fondo, sozzoni!
I due schiavi iniziarono a lambire i seni e il ventre della donna, asportando e ingoiando le loro tracce organiche.
- Siete proprio bravi! Vi permetto di fare una doccia e poi mi accompagnerete fuori. Stasera non ho voglia di preparare la cena né di mangiare a casa.
Quando si furono lavati e rivestiti, il quartetto uscì di casa.
Rosa, baciò Emma sulla punta delle labbra, sussurrò un “grazie” e, infilato il casco, salì sul proprio scooter.
Sergio invece aprì la portiera del passeggero e fece salire Emma, mentre Andrea si accomodò sul sedile posteriore.
(continua)
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