Nelle mani di mio genero - 16 (Capitolo Finale)

di
genere
dominazione

Era trascorso quasi un anno da quando ero diventata la schiava e l’oggetto sessuale di mio genero Paolo, ma le cose si stavano ribaltando grazie al mio nuovo amante e padrone Juan. Nelle settimane successive a quanto era stato pianificato, Juan in collaborazione con alcuni suoi amici hacker riuscì ad accedere a tutte le informazioni criptate contenute nel PC di Paolo. Inoltre, attraverso i filmati della telecamera piazzata in prossimità della cassaforte, recuperò anche la combinazione della stessa: all’interno c’erano documenti e registrazioni molto compromettenti.
Bisognava procedere prudentemente valutando modalità di azione e relative tempistiche per valutare bene tutte le possibili conseguenze. L’occasione si presentò quando Clara prenotò un appuntamento presso il centro per tatuaggi, dove mi avrebbero tatuato la lettera stilizzata “P” sulla natica destra; la lettera era ovviamente l’iniziale del nome del mio padrone e la dimensione era quella di un palmo di mano. Dovevo fare in modo che quel giorno fossi accompagnata da Clara…e ci riuscii!
Ferdinando ci stava accompagnando presso il centro tatuaggi. Conoscendo le abitudini di Clara, sapevamo che in auto avrebbe preso un drink dal frigobar e infatti è quello che fece dopo la partenza: il drink era stato precedentemente narcotizzato e Clara perse i sensi circa mezzora dopo, ossia quando già eravamo all’interno del locale. Il tatuatore aveva ricevuto ordini precisi ed era stato pagato lautamente per l’esecuzione dei tatuaggi: il mio tatuaggio era stato trasformato in una “J” stilizzata sul retro della spalla sinistra. Quello di Clara era incredibilmente osceno e allo stesso tempo ben visibile, soprattutto quando avesse indossato abiti succinti; ricopriva parte della coscia posteriore destra e tutta la natica destra: sul sedere c’era disegnato un tavolo da biliardo, sopra il cui tappeto verde era distesa una donna formosa con le cosce aperte e la fica completamente spalancata, che sostituiva una delle buche del biliardo. Lungo tutta la coscia era disegnato il giocatore di biliardo che imbracciava una stecca a forma di pene puntata verso la “buca speciale”. Per la realizzazione del tatuaggio lavorarono contemporaneamente due distinti tatuatori per diverse ore di fila, durante le quali Clara dormiva profondamente.
Intanto, a causa della contemporanea assenza di Paolo, la villa era rimasta incustodita e Juan e i suoi amici fecero il resto del lavoro: i conti correnti di Paolo e Clara furono prosciugati e i soldi furono trasferiti su altri conti correnti intestati a Juan. Vennero inoltre azzerati alcuni conti correnti relativi a società di cui Paolo era uno dei soci proprietari e anche amministratore. Dalla cassaforte, Juan recuperò pure il contratto che avevo firmato e soprattutto importanti documenti con cui poteva essere ricattato.
Clara fu riportata a casa nel tardo pomeriggio quando ancora dormiva, mentre Paolo fece rientro verso sera.
Inutile dire quanto ci sbellicammo dalle risate, quando dai monitor collegati in remoto al circuito di telecamere interne alla villa, osservammo tutte le reazioni che man mano si manifestarono nelle facce di Clara e di Paolo: Clara piangeva disperata quando realizzò che quel tatuaggio la bollava definitivamente come una troia esibizionista che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Mentre Paolo correva dal computer alla cassaforte cercando di capire che cosa fosse successo e dove fossero finiti tutti i documenti, ossia chi li avesse rubati.
Qualsiasi loro azione fu neutralizzata: telefoni, smartphone, tablet, computer ma anche automobili erano stati resi inservibili; Paolo e Clara erano bloccati in villa disperati e impotenti.
Il mattino successivo dopo una notte insonne ricevettero la visita di due uomini che spiegarono la loro attuale situazione: non possedevano più un centesimo e avevano contratto debiti per centinaia di migliaia di euro. Tutti i debiti erano stati cancellati grazie all’intervento di un benefattore: Serse! In realtà, Serse non aveva pagato nemmeno un euro, tutto il patrimonio personale di Paolo era stato incassato da Juan, che aveva estromesso Paolo da tutte le società che lo vedevano socio. Quindi Juan aveva fornito a Serse i documenti compromettenti con cui poteva disporre delle vite di Paolo e di Clara chiedendo che gli stessi diventassero i suoi zerbini personali.
E così fu! Paolo e Clara vennero denudati completamente, caricati in un camioncino per il trasporto di maiali e portati presso il casale di Serse.
Lo stesso giorno io e Juan facemmo ritorno a casa dove scopammo fino a tarda sera: finalmente, dopo tanto anale, ebbi dei grandiosi orgasmi vaginali, che definirei “liberatori”, caratterizzati da sensazioni più avvolgenti e prolungate. Come fossimo due novelli sposi partimmo per una crociera, rimanemmo fuori per due settimane e per tutto quel tempo mi disinteressai completamente di quello che stava accadendo ai miei due ex aguzzini, almeno fino al mio ritorno a casa.
Una volta rientrata in villa mi rifeci il guardaroba, rigorosamente con abbigliamento sexy e assunsi del personale che si occupasse della casa. Inoltre decisi di continuare i miei esercizi fisici per preservare la linea e tenere Juan sempre eccitato come un toro.
Il mio rapporto con Juan rimaneva lo stesso, mi consideravo una sua proprietà, mi piaceva essere trattata da zoccola ed essere punita quando necessario: Juan mi batteva bene le natiche a mani nude e mi bagnavo incredibilmente mentre lo schiocco sulla pelle riempiva tutta la casa.
Trascorsero due mesi dalla svolta, quando mi decisi a fare una visita presso il casale di Serse.
“Debby!!! È un piacere rivederti anche se in altra veste…vieni ti faccio vedere subito come ho ridotto quella merda di Paolo”
Camminammo lungo un sentiero che costeggiava una recinzione, all’interno della quale c’era un vasto campo e in mezzo, completamente nudo con solo addosso una cintura di castità, si trovava Paolo che zappava la terra sotto il sole, era nero dalle scottature e lucido dal sudore prodotto dalla fatica.
“Eccolo lì! Devi sapere inoltre che ha un bel cazzo nel culo e se smette di zappare intervengono i fattori per frustarlo a dovere. Inizia alle 07.00 del mattino e finisce alle 07.00 di sera. Nel tempo libero il sabato e la domenica, lo costringiamo a guardare fiche e culi di milf arrapanti, che vengono scopate di fronte ai suoi occhi senza che si possa masturbare. Ma adesso ti faccio vedere quella troia di Clara, …cazzo se me la sono inculata!!! Era tanto tempo che volevo abusare di lei e fargli qualsiasi cosa, e ora sto proprio realizzando quanto desiderato! l’ho già fatta ululare per diverse notti per poi lasciarla ai miei inservienti. Pensa che uno dei divertimenti principali è stato quello di svegliarla più volte nella notte ad intervalli irregolari di mezzora o un’ora e incularla solo per 5 o 10 minuti”.
Clara era una bella ragazza, poco più bassa di me, formosa ma fisicamente ben proporzionata. Ha sempre avuto un sacco di pretendenti, probabilmente da quando ha perso la verginità non si è mai fatta mancare l’uccello, e sicuramente qui da Serse ne avrebbe fatto indigestione.
Ci recammo nella stessa stanza in cui ero stata ospite un po’ di tempo prima, man mano che ci avvicinammo i gemiti che provenivano dalla camera erano sempre più forti e le sculacciate rimbombavano in tutto il corridoio. Clara era bendata e legata ad un cavalletto, mani e piedi, il viso gonfio di schiaffi e tutto il resto del corpo rosso dai colpi ricevuti, il sedere era viola, il buco del culo era una voragine e aveva un dilatatore che lo teneva aperto. Sui capezzoli c’erano delle pinze con agganciati degli enormi pesi che stiravano terribilmente la carne verso il basso. Il tatuaggio, perfettamente riuscito, sembrava un capolavoro d’arte in bella evidenza. Inoltre su tutto il corpo comparivano una miriade di piercing, molti di più dei miei: ce n’erano nelle sopracciglia, nel naso, nel mento, e Serse mi rivelò che ne aveva uno anche sul clitoride.
Preferii non farmi sentire da Clara, almeno per il momento, per cui rimasi a contemplarla in silenzio, mentre Serse la insultava pesantemente dandole forti manate sulle natiche già notevolmente infuocate.
“Ora purtroppo ho degli impegni di lavoro e devo scappare…Domani pomeriggio, vieni domani pomeriggio ho una sorpresa per te, qualcosa di nuovo che ho sperimentato con Clara…”
Poi a voce bassa e uscendo dalla camera mi disse: “Se preferisci non farti vedere da lei la terrò bendata…”
“No! voglio che mi veda e voglio parlarle, per farle capire come ci si sente ad essere umiliate e torturate benché sappia bene che a lei piace godere anche soffrendo”.
Serse si mise a ridere: “…si! è vero, è una cagna a cui piace essere punita, solo che qui le faremo patire le pene dell’inferno!”
Certo che Serse era proprio un sadico bastardo! Mi sarei anche potuta pentire di avere messo Clara nelle sue mani. Tuttavia anche Serse si sarebbe stancato prima o poi di Clara e avrebbe preteso …carne più fresca.
Il pomeriggio del giorno successivo Serse venne a prendermi in auto, quando entrai nell’ampio abitacolo trovai la sorpresa: Clara. Era bendata e aveva delle cuffie che la tenevano completamente isolata dall’ambiente circostante. Era in ginocchio di fronte a Serse, completamente nuda e aveva in bocca il cazzo di Serse fino alla radice; ogni tanto dava qualche colpo di tosse a confermare che il grosso membro le arrivava in gola… una situazione già vissuta in prima persona! Nonostante il sedere fosse già abbastanza rosso dai colpi subiti, Serse mi porse un paddle in pelle nera, un secondo identico lo aveva lui. Battemmo ritmicamente ora l’una ora l’altra natica; Clara gemeva sempre più forte non staccando mai la bocca dall’asta. La crudeltà di Serse non aveva limiti: chissà che tipo di minaccia o che sorta di punizione le aveva già inflitto per averla resa così mansueta e perfettamente ubbidiente. Ad un certo punto del viaggio non avevo più forza nelle braccia e mi fermai: il sedere di Clara era incandescente. Si fermò anche Serse, ma mi diede la solita spugna abrasiva per continuare il supplizio di Clara che piangeva sempre più forte ed era sfiancata dalla sofferenza.
Arrivati alla villa mi fece accomodare nel soggiorno e si portò via Clara per preparare la sorpresa, quando fu tutto pronto, mi fece condurre dai suoi inservienti in camera da letto. Serse stava scopando Clara, lei era distesa in posizione supina e lui sopra nella classica posizione del missionario. Clara godeva ma urlava ogni volta che lui si ritraeva sfilando il suo cazzo per poi affondarlo di nuovo dentro. Inizialmente non capii…fino a che mi avvicinai per osservare meglio quanto accadeva: una sorta di cinghia elastica nera passava trasversalmente lungo la schiena di Serse e le estremità della cinghia erano allacciate ai piercing-anello presenti sulle grandi labbra di Clara. La cinghia era in tensione e ogni volta che Serse si muoveva, staccandosi e quindi allontanandosi da lei, tirava ulteriormente l’elastico che slabbrava le grandi labbra provocando un dolore ritmico a Clara. Diabolico!!! Ogni volta mi chiedevo quale cazzo di mente perversa poteva generare fantasie così crudeli e sofisticate. Nel momento in cui mi avvicinai Clara ebbe la forza di parlare:
“Mammaaa?!!! …lo sapevo che dietro tutto questo c’eri tu…uuhh…ti sei presa la rivincita! Emhh…ohhh comunque rimani sempre una PUTTANA!!!”
Nonostante tutto riuscì nuovamente a insultarmi.
“Eh si cara figlia troia, mi sto prendendo qualche soddisfazione…dopo tutte le umiliazioni e le punizioni che mi avete inflitto senza pietà. Quando ho conosciuto Juan e ho deciso di reagire alla situazione di degrado in cui mi avevate gettato, sono diventata la sua amante e ora la sua schiava; ho una nuova vita, migliore di quella piatta in cui ho sempre vissuto e molto più libera rispetto a quella merdosa offerta da te e da Paolo.”
“Puttana bastarda! Uuuhh…io l’ho fatto per te per liberarti dal tuo berbenism…oohh”
“Non dire cazzate, questa è solo una scusa, tu e Paolo lo facevate solo per il vostro divertimento, dominati dal vostro egoismo e dalla vostra perversione. Ma adesso abbiamo cambiato registro! Ho scelto Serse perché il tuo essere zoccola ti fa godere in qualsiasi circostanza e forse lui è l’unico che può torturarti e farti realmente soffrire privandoti del piacere…”
Intanto Serse aveva cambiato buco e aveva accelerato i movimenti, al punto che Clara non riusciva più a parlare e non smetteva di frignare di dolore. Dopo che scaricò il suo sperma riempendole il culo, Serse prese uno strap-on si rivolse verso di me e mi chiese:
“Allora Debby, te lo vuoi fare un giro?”
Non ci pensai un attimo e risposi di si, ero fortemente eccitata, avevo iniziato a bagnarmi già durante il tragitto in auto, poi quando vidi Serse scopare Clara, cominciai a colare oscenamente.
“Si! Ho bisogno di scaricarmi, se permetti vorrei scoparla in fica ma voglio vedere se riesco a farla schizzare usando contemporaneamente la cinghia stira-labbra.”
La montai con vigore per una decina di minuti, quanto bastarono per farla venire come una fontana, per tutto il tempo che la pompavo mi godevo le sue espressioni di goduria e di dolore ripensando a tutte le volte che godeva nel sottomettermi umiliandomi nel profondo.
Non appena mi slacciai da Clara, Serse chiamò due inservienti chiedendo loro di masturbarla per un'altra ora e poi applicargli gli elastici…Trascorsa un’ora, dopo aver sorseggiato un te in compagnia di Serse, si presentò Clara con una scopa e uno straccio intenta a pulire il pavimento. Frignava ad ogni movimento e ad ogni passo che faceva, era il gioco dell’elastico! similmente a quanto aveva subito durante la precedente scopata, gli elastici questa volta erano due, ognuno sempre in tensione collegava l’alluce del piede destro agli anelli piercing posizionati sulle grandi labbra nella stessa parte destra, e analogamente a sinistra, stirando la carne verso il basso e aprendogli oscenamente la vagina. Aveva il viso rigato di lacrime e, forse per vergogna, non osava sollevare lo sguardo.
“Stiamo organizzando una gita in pullman, dovrebbe essere tutto pronto tra circa quindici giorni. Diciamo che si tratta di un viaggio di piacere alla scoperta delle bellezze della regione, per cui non prendete impegni perché tu e Juan sarete i miei ospiti d’onore!!”
Accettai con riserva, considerando che dovevo ancora parlarne con Juan. Tuttavia, la proposta mi lasciò un po’ perplessa: forse l’ultima gita in bus la feci da studentessa con i compagni di scuola…”
Juan accettò, incuriosito dalla proposta e trascorse due settimane ci recammo presso il casale di Serse.
Giunti alla villa Juan, orgoglioso della sua proprietà, volle mostrare a Serse la “J” tatuata nel mio sedere; mi percosse le natiche con qualche forte sculacciata rendendole belle rosse. Dieci minuti dopo arrivò Clara, a 4 zampe, al guinzaglio di 2 inservienti che mostravano gli uccelli in erezione: i seni di Clara erano due palloni! La taglia doveva corrispondere a non meno di una decima misura di reggiseno. In quel momento mi ricordai quanto mi disse il dottor Rami al nostro ultimo incontro, dopo avermi applicato i piercing “…ci rivedremo tra poco più di un mese per gonfiare le sue mammelle come due palloni da calcio…diventerà proprio un bel fenomeno da baraccone!...”; la previsione era giusta ma sulla persona sbagliata: avevo cambiato il corso del destino.
Clara aveva una ball gag che le impediva di parlare, ma aveva un’aria tutt’altro che stanca, sembrava particolarmente eccitata; probabilmente i due inservienti l’avevano lavorata per bene prima della sua comparsa. Serse le andò incontro, la fece mettere in piedi, facendole fare uno squat per aprire bene le gambe: le labbra vaginali erano stirate molto di più rispetto l’ultima volta e agli anelli erano agganciati due pesi da circa 100 grammi per tenerle ben tese. La vagina di Clara si presentava esageratamente gonfia e quindi più esposta, Serse la prese e la strinse in una mano come fosse un hamburger:
“Guardate qua, oltre alle iniezioni del dottore, le ho fatto applicare il vuoto e questo è il risultato! Cazzo che troia, è da infarto!!!”
Clara, con il viso rigato dalle lacrime, emise un sordo grido di dolore mentre Serse sorrideva sadicamente. Quindi chiamò i due inservienti chiedendo loro di masturbarla ininterrottamente fino all’arrivo del bus. In quel momento Clara mi guardò con le lacrime agli occhi come per chiedere pietà. Ma era troppo tardi, era giusto che soffrisse anche lei e che fosse umiliata come lo ero stata io.
“Voglio vedere formarsi un laghetto, per cui cerca di schizzare puttana!”
La scena che si presentava era estrema solo per l’aspetto che aveva Clara: il seno era qualcosa di incredibile e si muoveva in modo innaturale mentre mugolava e veniva oscenamente.
Verso le 09.00 un pullman turistico fece ingresso nel podere e si fermò a una ventina di metri dalla villa. Avevo già visto uno di quei mezzi, era un bus di lusso con interni eleganti e dotato di diversi comfort. Ci avvicinammo e quando si apri la portiera anteriore ci fu la vera sorpresa, perché cominciarono ad uscire degli uomini tra i 30 e i 40 anni; sembravano non terminare più finché ne contammo 45. Porca puttana!!! Avevamo già una idea di come sarebbe stato il viaggio e anche Clara, il cui sguardo era fuori dalle orbite, aveva probabilmente capito.
Serse prese la parola per spiegare tragitto, regole e tempistiche:
“Innanzitutto grazie a tutti per essere venuti! Questa scrofa si chiama Clara ed è qui per essere scopata e inculata, quindi potrete dare sfogo a tutta la vostra perversione. Ad ognuno di voi è stato assegnato un posto a sedere ben preciso, in modo che questa troia possa essere lavorata da cazzi via via sempre più grossi. Per cui si inizierà da cazzi di media dimensione nei primi posti fino ad arrivare in piccionaia dove i signori giamaicani finiranno di aprirle per bene ogni suo buco. Sono ammesse doppie e triple penetrazioni, non fatele sconti e fatela schizzare per bene, …e mi raccomando tutti con i profilattici, non dobbiamo sprecare neanche una goccia di sborra perché poi la faremo bere. Un’altra cosa: dopo averla pompata per bene e dopo che tutti vi siete svuotati, il fisting è d’obbligo! Per cui quando i cazzi saranno mosci deve essere sfondata da mani e braccia!
A farci l’onore della loro compagnia ci sono Juan e la sua schiava Debby, il puttanone madre della scrofa. Juan deciderà se farla partecipare alla festa e in che misura…”
Fatte le presentazioni Serse tolse la ball gag a Clara, che aveva gli occhi lucidi e la faccia alquanto preoccupata, infatti si rivolse a Serse con supplica:
“Ti prego, …no! Sono troppi…mi sfonderanno...pietà!!!”
Serse la zittii immediatamente con una forte sberla sul viso, poi le diede due forti manate, una su ogni seno, lasciando il segno delle cinque dita. Clara urlò dal dolore, i seni, diventati enormi dopo il trattamento, erano estremamente sensibili e anche qualsiasi contatto più o meno forte l’avrebbe fatta strillare.
Per evitare pericolose lacerazioni furono fatti levare tutti i piercing di Clara, che venne fatta salire per prima sul pullman. Prima di fare salire gli oltre 40 uomini Serse fece le ultime richieste:
“Mi raccomando: la scrofa deve essere l’oggetto al centro della vostra attenzione e voglio che in ogni momento i suoi buchi siano sempre tappati. Ora salite sul bus e uno per uno saluterete la troia sputandole in faccia!”
Così fecero! Io, Juan e Serse salimmo per ultimi e ciò che si presentò ai nostri occhi era a dir poco rivoltante: Clara aveva una maschera di saliva colante sui seni e fin sotto la pancia. Serse ne approfittò per apostrofarla.
“Sei disgustante troia!!! Con quella saliva lubrificati bene tutti i buchi perché stai certa che ti servirà!”
Il pullman partì e si aprirono le danze; lo spazio all’interno era notevole e consentiva qualsiasi variante copulatoria tra un sedile e l’altro. Clara fu presa d’assalto da tre ragazzi, che cominciarono a masturbarla in modo aggressivo, penetrandole contemporaneamente fica e culo con quante più dita potevano; dopo pochi minuti Clara aveva già squirtato, era infoiata al massimo e stava godendo come una matta. Distesi per terra, presero a scoparla e incularla raggiungendo il target della doppia penetrazione vaginale mentre il terzo cazzo le riempiva costantemente la bocca. Per tutto il pullman si sentivano insulti di ogni tipo proferiti verso Clara che gemeva fortemente. I primi tre vennero quasi subito. Invitata da Serse e da Juan andai a recuperare i tre profilattici pieni di sperma e li infilai in una brocca di vetro. Dopo un paio di ore il pullman aveva percorso un centinaio di km, Clara era arrivata a metà bus, gemeva come una bestia e a tratti, con gli occhi persi nel vuoto, sembrava perdere coscienza; solo una ventina di uomini erano venuti e la brocca si stava riempiendo di profilattici.
Clara era a pezzi, con il culo infiammato dalle inculate non stop e la pesantezza dei seni che le dolevano per il trattamento medico subito e per i continui schiaffi che stava ricevendo. Di lì a poco, su richiesta di Juan, che comprese fosse il momento di allentare la pressione su Clara, Serse mi autorizzò ad entrare in gioco, benché la stronza meritasse tutto questo! ma rimanevo pur sempre sua madre e prima o poi avrei dovuto farla uscire da quell’inferno.
Nella fase iniziale il mio aiuto consisteva in pompini preparatori: mi lavoravo i cazzi prossimi all’interazione con Clara, che mi guardava disperata sperando che potessi alleggerirle il carico di lavoro. Man mano che procedeva verso la piccionaia le dimensioni dei membri crescevano sempre di più e Clara godeva stringendo i denti e urlando quando entravano in coppia nello stesso buco. Le doppie penetrazioni vaginali e anche anali non si contavano più essendo diventate routinarie. Nel frattempo Juan si avvicinò da dietro e cominciò a darmi la mia razione di uccello scopandomi e inculandomi con una alternanza che mi levava il fiato. Serse si limitava a guardare e si masturbava. Finalmente dopo quasi 4 ore di sesso Clara era arrivata in fondo dove c’erano tre ragazzi giamaicani con delle proboscidi al posto di uccelli di normali dimensioni. Con qualche difficoltà e con le grida di sottofondo la scoparono e la incularono allargando al massimo vagina e sfintere anale. Nel frattempo il pullman, che aveva girato mezza regione, si avviava verso il punto di ristoro ad un’ora dal rientro in villa. Clara era sfinita, accovacciata a terra in fondo al bus con quei seni che sembravano scoppiare.
Dopo la pausa pranzo in autogrill, dove tutti si ristorarono e Clara riuscì a recuperare un po’ di energie, facemmo rientro a casa ma non prima di effettuare la gara di fisting per stabilire il record di apertura anale di Clara: dopo ogni prova, in cui Clara urlava e squirtava come una troia dimostrando di godere del trattamento, Serse misurava la circonferenza anale con un metro da sarta. Poco prima dell’arrivo, mentre Clara veniva slabbrata, svuotavo i preservativi ad uno ad uno riempiendo la brocca di sperma a metà della sua capacità. Arrivati all’interno del casale di Serse, abbandonammo il pullman per recarci tutti presso una stalla, qui fecero bere a Clara l’intero contenuto della brocca.
“Bevi tutto troia, se ti azzardi a lasciarne anche solo una goccia o a rigettare o a farne cadere a terra, ti scortico la pelle frustandoti culo e tette fino a domattina!”
In quel momento incrociai le dita affinché Clara riuscisse ad ingoiare tutto lo sperma, cosciente del fatto che la cattiveria di Serse le avrebbe potuto causare troppo dolore e recare danni permanenti.
Ingoiò tutto, ripulì perfino le pareti interne della brocca con le dita. Che troia!
Ormai la “gita” era conclusa, ma mentre io e Juan ci accingemmo a muoverci verso l’uscita ci bloccammo perché mancava la ciliegina sulla torta: tutti gli uomini, che erano rimasti a guardare l’osceno spettacolo offerto da Clara, iniziarono ad orinarle addosso lavandola di tutti i succhi accumulati durante quell’incredibile ed intensa giornata. In quel mare di piscio riuscii a capire che Clara stava piangendo. La vendetta era stata raggiunta, l’umiliazione era totale!
Qualche settimana dopo, quando comprendemmo che Serse si era stancato di Clara, avendo abusato a ripetizione del suo corpo e avendo trovato altre schiave da far soffrire, riuscimmo a riscattare Clara portandola via da Serse. Nei mesi a seguire, dopo tanto lavoro ginnico e tanta fatica, Clara rimise in sesto il suo fisico e si ritagliò una attività da escort. Di Paolo non ne sapemmo più nulla, Serse se ne liberò vendendolo come schiavo bracciante a qualche cartello di droga colombiano.
Per quanto mi riguarda, ero diventata la schiava di Juan ma trattata come una regina; posso affermare di avere raggiunto un buon equilibrio realizzando il mio inconscio desiderio. FINE.
(Ringrazio i lettori per commenti, critiche e suggerimenti ricevuti. Arrivederci ad altre storie dukeduke1069@yahoo.com).
di
scritto il
2019-09-14
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