Modalità spiaggia e neve
di
Yuko
genere
etero
Fare scialpinismo il 2 aprile in dolomiti è un'evenienza estremamente rara ed improbabile, ma quest'anno va così, e per un'escursione facile riesco a trascinarmi dietro anche l'olandese.
Difficile poter partire presto al mattino, con Jos, più difficile che fare scialpinismo in dolomiti in aprile.
E quando finalmente partiamo dall'auto, la neve comincia già a smollare.
Caldo boia.
Lo scialp primaverile consente salite in maniche corte a costo di discese nelle granite alle mandorle, o nel purè, a seconda della consistenza.
Salita molto panoramica, ma presto il sole inizia a cuocermi e a friggere sulla pelle.
Decidiamo di salire senza maglietta. Lui non ha problemi, io ho un reggiseno blu scuro che sembra un costume.
Il sole è abbagliante e la salita interessante, clima mite e panorami.
Discesa tipo sci-nautico, con ondate di neve zuppa di acqua fra i sassi che minacciosi cominciano a spuntare nella neve.
Già faticoso stare in piedi, facciamo miracoli a volte per non cadere rischiando tuffi nella neve fradicia.
Un bagno di sole, come nella modalità delle fotocamere per spiaggia e neve.
Presto siamo in baita a stendere le pelli di foca sul balcone. Magliette e calzoni umidi di neve e sudore si dispongono sulla balaustra e giriamo in mutande per asciugarci per bene.
Il sole è ancora forte e il balcone si apre direttamente sulla montagna.
Sistemo la micro sdraietta da sole davanti alla porta finestra, mi tolgo il reggiseno, anche lui da asciugare, e mi spalmo un po' di latte solare sul petto. Solo una settimana fa, senza accorgermene mi sono presa un inizio di scottatura sulle tette, e vorrei evitare.
Il sole è alto e i pendii di neve di fronte esaltano l'irraggiamento.
Relax dopo lo sforzo, mi consegno immolandomi al dio Sole.
Modalità spiaggia e neve. Sole totale.
La sdraietta rasoterra, giusto per appoggiare il sedere e sollevare appena la schiena e già sento il calore del sole sulla pelle.
Relax totale, con musichetta e un Muller Thurgau di fianco a me, a portata di mano.
Poi mi chiedo perchè debba tenermi le mutandine e senza troppo pensarci me le sfilo. Tanto qui non mi vede nessuno. Allargo le cosce e riprendo il bagno di sole.
Ma Jos continua a trafficare e a scivolarmi addosso.
Forse avrei dovuto tenermi le mutande....
All'improvviso sento freddo e mi trovo in ombra. Una nuvola?
Apro gli occhi e controluce vedo l'olandese di fronte a me, avvolto dall'aura luminosa che il sole disegna sul suo profilo, sulla sua pelle sudaticcia.
“Jos, sei nudo?”
“Beh, anche tu.”
“Sì, ma tu sei... sì, sei... sei in evidente stato di eccitazione”
“Eh, cosa di aspettavi? Tu, tutta nuda, qui, sdraiata ai miei piedi, calda e disponibile!”
“Non sei abbastanza stanco della sciata?” sorrido, e intanto mi giro a prendere il bicchiere del vino.
Ma non faccio in tempo a gustare le uve di Riesling miscelate nel “Muller”, che il tulipano si abbatte in ginocchio sopra di me.
È lì, si staglia luminescente e muscoloso, proprio sopra il mio corpo.
Il nerchione appoggiato alle tette, scusate la perifrasi.
Inutile proferire la minima frase di disappunto.
'Pensavo' di prendere il sole, ma con quel dirigibile a 45°, che mi punta dritto sul mento, come un avvocato dell'accusa punterebbe il dito contro un imputato, cosa si può fare?
Invoco ispirazione dalla bionda bevanda, mentre l'asta, scossa da piccole vibrazioni al pulsare del sangue arterioso nei corpi cavernosi, mi punta una carotide come il coltello di Jack lo squartatore.
Jos crolla su di me come il verdetto di una giuria su un innocente condannato a morte.
L'uccello trova mirabilmente posto tra le tette, come un pulcino sotto le ali della chioccia.
“E ora?” Chiedo, facendo la finta ingenua.
Jos comincia a passarmi l'uccello tra le tette, affondando bene tra le morbide masse, come un filo interdentario trova la sua collocazione tra due molari.
La stimolazione è piacevole e i capezzoli la rendono manifesta.
Appoggio sconfitta il bicchiere del vino, abbastanza lontano, prevedendo un'escalation dei nostri movimenti nel futuro prossimo.
“Niente male questa sdraietta, non trovi?” dice Jos, spandendo entusiasmo e androgeni da tutti i pori, mentre continua a muovermi il pistone nei cilindri.
Mi concentro sull'orizzonte degli eventi, qui a una spanna dalla mia faccia.
Sta facendo tutto lui, io praticamente devo solo assistere.
Ad ogni scivolata una genziana fa capolino tra le tette.
Un lucido fungo viola spunta, felice della vita e poi si ritira, come nascondendosi.
“Bau cetti!” gli dico ogni volta che spunta, truffaldino, e lo tocco con la punta del ditino.
Lui, il salame, sembra apprezzare, Jos se la ride, ma incalza le spinte, mi stringe le tette per aumentare l'attrito, se va avanti così accenderemo il fuoco alla maniera degli uomini primitivi. A proposito, penso, chissà...
La situazione si fa eccitante. Le tette manipolate e strette sul via vai, i capezzoli schiacciati e questa testata nucleare color mirtillo che avanza e retrocede, sempre più convinta e minacciosa.
Presto mi sostituisco a Jos nel compito di stringermi le poppe sul wurstel, in modo da lasciare al tulipano le mani libere, sai mai, se me la volesse toccare... è proprio dietro di lui, ma per me quasi inaccessibile. Potrei così unire l'utile al dilettevole.
Ma l'olandese vuole un po' di senape sull'hot dog. Sta constatando che nella spagnola manca un ingrediente fondamentale.
Io stringo le tette, di sotto mi sto anche bagnando, ma a parte un minimo velo di sudore, qui la questione è abbastanza secca. Il morbido sarebbe più che sufficiente, e la situazione è coinvolgente, ma intuisco che il tulip sta pensando qualcosa.
“Bubù settete!” dico ora quando il pulcino fa capolino dal morbido nido. Non ce la faccio a rimanere seria, la spagnola mi fa sempre questo effetto.
Per fortuna almeno lui se la sta godendo, e ringrazio mamma per avermi fatto queste belle pere tra le quali ora l'orange sta spingendo con crescente soddisfazione.
Ma lui si gira, afferra la prima cosa che trova, un tubetto arancione, e lo svuota tra le tette.
“Cazzo, Jos, la crema solare!”
“Adesso ti riempio io di crema solare”
“Eh sì, così domani per andare sulla neve mi cospargo il viso di sperma! Chissà se funziona?”
Ma lui non mi dà retta. L'effetto della crema è dirompente.
Io stringo le tette con le mani e lui avanti e indietro, spunta azzurrino di crema e scompare, il ritmo aumenta e il tulipano sembra prossimo al getto di spumante.
Distende il busto e allunga un braccio tra le cosce.
Vocalizza il suo compiacimento e affonda la mano nel mio pozzo caldo e abbondantemente bagnato.
Mi affonda le dita sotto il pelo e l'uccello tra le tette.
Attriti ben bilanciati e movimenti ripetitivi. Con l'altra mano si imbratta della crema che mi cola sul petto e me la passa sulle tette.
Appena mi rimetterò a prendere il sole, sono sicura, non mi scotterò i capezzoli.
Non ci concediamo spesso questa variante del sesso; forse è un peccato vista la dotazione a disposizione, e infatti presto una fontana calda mi irrora la gola.
Jos mi scivola con le chiappe sul ventre e la generosa verga tra i meloni che continuo a stringere, eccitata dalla fontana di vischio, che, lattescente, si mescola alla crema protezione 30.
Decisamente soddisfatto mi affonda tutta una mano tra le mucose genitali, in un ultimo impeto eiaculatorio che mi sgorga tra i seni, ormai di tutti i colori.
“Niente male queste sdraiette!” riprendo io il discorso, mentre lui si lascia andare in un respiro profondo, continuando a scivolarmi tra i seni con quella bella baguette azzurrina di crema solare.
“Dovrebbero scrivere sul depliant che sono perfette per una spagnola!”
“Sì...” si risveglia lui dall'estasi. Ben tornato uomo dei paesi bassi!
“... e ci mettiamo su la nostra foto, che ne dici?”
“Beh, se ci pagano... basta non mettere la mia faccia, e magari, invece della crema solare azzurrina...”
Sole, spiaggia e neve. Modalità vincente.
Lui finalmente si rialza mentre io contemplo il campo di battaglia dopo la disfatta.
Sperma, sudore, crema solare, non so dove mettere le mani.
“Aspetta” mi viene in soccorso lui. Ma prima mi contempla dall'alto.
Completamente nuda sulla sdraietta verde cavalletta.
Cosce aperte, pelo al vento e sulle tette una torta nuziale con addobbi di panna montata e creme colorate. Lo sperma sul collo e la colata da sotto il seno.
Spettacolo.
Lui inizia a ripulirmi con uno scottex, mentre io non posso mettere le mani da nessuna parte. Anzi, mi riprendo il calice di vino e mentre lui lavora mi lascio rapire dalle miscele di vitigni del sudtirol.
Da come mi sta ripulendo il petto, prevedo che la partita Olanda Giappone, dopo l'andata in terra di Spagna, possa concedersi il ritorno.
Mi ridistendo al sole accomodandomi sulla sdraietta, ma allargo le gambe. L'esca è gettata, vediamo se abbocca un bel salmone arancione.
Non lo vedo, ma sento lo sguardo che mi scorre sul corpo.
Il sole mi scalda le cosce ed il petto, ed ecco! Segnali di interesse.
Una fine carezza mi lambisce i peli. Il tulipano mi si adagia pesantemente al fianco ed io mi sento una principessa egiziana, con un fior di stallone davanti al ventre in attesa.
Una brezza sottile mi sfiora ed inizia ad percorrermi la superficie interna delle cosce. Jos conosce i preliminari.
Sono ancora tutta bagnata da prima e le dita mi scivolano dentro.
La mano tocca l'acqua della piscina, quella superficie immota, e le prime onde si allontanano in cerchi concentrici. Mi accomodo nella sdraio ed allargo le cosce.
Chiaro invito. Avrà capito?
Due dita si affacciano all'ingresso. È permesso?
Un paio di affondi e poi, belle bagnate, si concentrano sulla primula.
Mi risalgono sulle labbra, le allargano. Un piccolo fiore di crocus spunta alla luce del sole, come i suoi fratelli, dai petali candidi e carnosi, finemente variegati di viola, che iniziano a spuntare sui prati in fondovalle.
Carezze bagnate.
Un braccio fresco mi passa dietro al collo e comincio a ricevere baci sul seno; e quelle dita mi tempestano.
Pescano nettare fra i petali e si riportano sul pistillo. Sfregano veloci, poi ruotano, poi sfregano di nuovo ed ogni volta mi strappano gemiti.
Queste frizioni hanno effetti devastanti ed io sono già parecchio eccitata dopo il giochino di prima.
L'ombra del volto di Jos mi eclissa il sole dagli occhi. Apro la bocca e mi abbandono ai suoi baci, mentre più sotto sono già aperta ed abbandonata alle sue dita.
Mani abili mi conducono all'estasi, il respiro si blocca e riverso i miei mugugni direttamente nei polmoni dell'olandese e una convincente squirtata sul palmo della mano. Le dita ora lentamente si assestano dentro di me a cercarmi il punto G, con delicate stimolazioni finchè il respiro mi torna normale.
Lui si alza, un'ultima carezza sul seno e mi lascia nuovamente sotto i raggi cosmici.
Modalità spiaggia e neve.
Difficile poter partire presto al mattino, con Jos, più difficile che fare scialpinismo in dolomiti in aprile.
E quando finalmente partiamo dall'auto, la neve comincia già a smollare.
Caldo boia.
Lo scialp primaverile consente salite in maniche corte a costo di discese nelle granite alle mandorle, o nel purè, a seconda della consistenza.
Salita molto panoramica, ma presto il sole inizia a cuocermi e a friggere sulla pelle.
Decidiamo di salire senza maglietta. Lui non ha problemi, io ho un reggiseno blu scuro che sembra un costume.
Il sole è abbagliante e la salita interessante, clima mite e panorami.
Discesa tipo sci-nautico, con ondate di neve zuppa di acqua fra i sassi che minacciosi cominciano a spuntare nella neve.
Già faticoso stare in piedi, facciamo miracoli a volte per non cadere rischiando tuffi nella neve fradicia.
Un bagno di sole, come nella modalità delle fotocamere per spiaggia e neve.
Presto siamo in baita a stendere le pelli di foca sul balcone. Magliette e calzoni umidi di neve e sudore si dispongono sulla balaustra e giriamo in mutande per asciugarci per bene.
Il sole è ancora forte e il balcone si apre direttamente sulla montagna.
Sistemo la micro sdraietta da sole davanti alla porta finestra, mi tolgo il reggiseno, anche lui da asciugare, e mi spalmo un po' di latte solare sul petto. Solo una settimana fa, senza accorgermene mi sono presa un inizio di scottatura sulle tette, e vorrei evitare.
Il sole è alto e i pendii di neve di fronte esaltano l'irraggiamento.
Relax dopo lo sforzo, mi consegno immolandomi al dio Sole.
Modalità spiaggia e neve. Sole totale.
La sdraietta rasoterra, giusto per appoggiare il sedere e sollevare appena la schiena e già sento il calore del sole sulla pelle.
Relax totale, con musichetta e un Muller Thurgau di fianco a me, a portata di mano.
Poi mi chiedo perchè debba tenermi le mutandine e senza troppo pensarci me le sfilo. Tanto qui non mi vede nessuno. Allargo le cosce e riprendo il bagno di sole.
Ma Jos continua a trafficare e a scivolarmi addosso.
Forse avrei dovuto tenermi le mutande....
All'improvviso sento freddo e mi trovo in ombra. Una nuvola?
Apro gli occhi e controluce vedo l'olandese di fronte a me, avvolto dall'aura luminosa che il sole disegna sul suo profilo, sulla sua pelle sudaticcia.
“Jos, sei nudo?”
“Beh, anche tu.”
“Sì, ma tu sei... sì, sei... sei in evidente stato di eccitazione”
“Eh, cosa di aspettavi? Tu, tutta nuda, qui, sdraiata ai miei piedi, calda e disponibile!”
“Non sei abbastanza stanco della sciata?” sorrido, e intanto mi giro a prendere il bicchiere del vino.
Ma non faccio in tempo a gustare le uve di Riesling miscelate nel “Muller”, che il tulipano si abbatte in ginocchio sopra di me.
È lì, si staglia luminescente e muscoloso, proprio sopra il mio corpo.
Il nerchione appoggiato alle tette, scusate la perifrasi.
Inutile proferire la minima frase di disappunto.
'Pensavo' di prendere il sole, ma con quel dirigibile a 45°, che mi punta dritto sul mento, come un avvocato dell'accusa punterebbe il dito contro un imputato, cosa si può fare?
Invoco ispirazione dalla bionda bevanda, mentre l'asta, scossa da piccole vibrazioni al pulsare del sangue arterioso nei corpi cavernosi, mi punta una carotide come il coltello di Jack lo squartatore.
Jos crolla su di me come il verdetto di una giuria su un innocente condannato a morte.
L'uccello trova mirabilmente posto tra le tette, come un pulcino sotto le ali della chioccia.
“E ora?” Chiedo, facendo la finta ingenua.
Jos comincia a passarmi l'uccello tra le tette, affondando bene tra le morbide masse, come un filo interdentario trova la sua collocazione tra due molari.
La stimolazione è piacevole e i capezzoli la rendono manifesta.
Appoggio sconfitta il bicchiere del vino, abbastanza lontano, prevedendo un'escalation dei nostri movimenti nel futuro prossimo.
“Niente male questa sdraietta, non trovi?” dice Jos, spandendo entusiasmo e androgeni da tutti i pori, mentre continua a muovermi il pistone nei cilindri.
Mi concentro sull'orizzonte degli eventi, qui a una spanna dalla mia faccia.
Sta facendo tutto lui, io praticamente devo solo assistere.
Ad ogni scivolata una genziana fa capolino tra le tette.
Un lucido fungo viola spunta, felice della vita e poi si ritira, come nascondendosi.
“Bau cetti!” gli dico ogni volta che spunta, truffaldino, e lo tocco con la punta del ditino.
Lui, il salame, sembra apprezzare, Jos se la ride, ma incalza le spinte, mi stringe le tette per aumentare l'attrito, se va avanti così accenderemo il fuoco alla maniera degli uomini primitivi. A proposito, penso, chissà...
La situazione si fa eccitante. Le tette manipolate e strette sul via vai, i capezzoli schiacciati e questa testata nucleare color mirtillo che avanza e retrocede, sempre più convinta e minacciosa.
Presto mi sostituisco a Jos nel compito di stringermi le poppe sul wurstel, in modo da lasciare al tulipano le mani libere, sai mai, se me la volesse toccare... è proprio dietro di lui, ma per me quasi inaccessibile. Potrei così unire l'utile al dilettevole.
Ma l'olandese vuole un po' di senape sull'hot dog. Sta constatando che nella spagnola manca un ingrediente fondamentale.
Io stringo le tette, di sotto mi sto anche bagnando, ma a parte un minimo velo di sudore, qui la questione è abbastanza secca. Il morbido sarebbe più che sufficiente, e la situazione è coinvolgente, ma intuisco che il tulip sta pensando qualcosa.
“Bubù settete!” dico ora quando il pulcino fa capolino dal morbido nido. Non ce la faccio a rimanere seria, la spagnola mi fa sempre questo effetto.
Per fortuna almeno lui se la sta godendo, e ringrazio mamma per avermi fatto queste belle pere tra le quali ora l'orange sta spingendo con crescente soddisfazione.
Ma lui si gira, afferra la prima cosa che trova, un tubetto arancione, e lo svuota tra le tette.
“Cazzo, Jos, la crema solare!”
“Adesso ti riempio io di crema solare”
“Eh sì, così domani per andare sulla neve mi cospargo il viso di sperma! Chissà se funziona?”
Ma lui non mi dà retta. L'effetto della crema è dirompente.
Io stringo le tette con le mani e lui avanti e indietro, spunta azzurrino di crema e scompare, il ritmo aumenta e il tulipano sembra prossimo al getto di spumante.
Distende il busto e allunga un braccio tra le cosce.
Vocalizza il suo compiacimento e affonda la mano nel mio pozzo caldo e abbondantemente bagnato.
Mi affonda le dita sotto il pelo e l'uccello tra le tette.
Attriti ben bilanciati e movimenti ripetitivi. Con l'altra mano si imbratta della crema che mi cola sul petto e me la passa sulle tette.
Appena mi rimetterò a prendere il sole, sono sicura, non mi scotterò i capezzoli.
Non ci concediamo spesso questa variante del sesso; forse è un peccato vista la dotazione a disposizione, e infatti presto una fontana calda mi irrora la gola.
Jos mi scivola con le chiappe sul ventre e la generosa verga tra i meloni che continuo a stringere, eccitata dalla fontana di vischio, che, lattescente, si mescola alla crema protezione 30.
Decisamente soddisfatto mi affonda tutta una mano tra le mucose genitali, in un ultimo impeto eiaculatorio che mi sgorga tra i seni, ormai di tutti i colori.
“Niente male queste sdraiette!” riprendo io il discorso, mentre lui si lascia andare in un respiro profondo, continuando a scivolarmi tra i seni con quella bella baguette azzurrina di crema solare.
“Dovrebbero scrivere sul depliant che sono perfette per una spagnola!”
“Sì...” si risveglia lui dall'estasi. Ben tornato uomo dei paesi bassi!
“... e ci mettiamo su la nostra foto, che ne dici?”
“Beh, se ci pagano... basta non mettere la mia faccia, e magari, invece della crema solare azzurrina...”
Sole, spiaggia e neve. Modalità vincente.
Lui finalmente si rialza mentre io contemplo il campo di battaglia dopo la disfatta.
Sperma, sudore, crema solare, non so dove mettere le mani.
“Aspetta” mi viene in soccorso lui. Ma prima mi contempla dall'alto.
Completamente nuda sulla sdraietta verde cavalletta.
Cosce aperte, pelo al vento e sulle tette una torta nuziale con addobbi di panna montata e creme colorate. Lo sperma sul collo e la colata da sotto il seno.
Spettacolo.
Lui inizia a ripulirmi con uno scottex, mentre io non posso mettere le mani da nessuna parte. Anzi, mi riprendo il calice di vino e mentre lui lavora mi lascio rapire dalle miscele di vitigni del sudtirol.
Da come mi sta ripulendo il petto, prevedo che la partita Olanda Giappone, dopo l'andata in terra di Spagna, possa concedersi il ritorno.
Mi ridistendo al sole accomodandomi sulla sdraietta, ma allargo le gambe. L'esca è gettata, vediamo se abbocca un bel salmone arancione.
Non lo vedo, ma sento lo sguardo che mi scorre sul corpo.
Il sole mi scalda le cosce ed il petto, ed ecco! Segnali di interesse.
Una fine carezza mi lambisce i peli. Il tulipano mi si adagia pesantemente al fianco ed io mi sento una principessa egiziana, con un fior di stallone davanti al ventre in attesa.
Una brezza sottile mi sfiora ed inizia ad percorrermi la superficie interna delle cosce. Jos conosce i preliminari.
Sono ancora tutta bagnata da prima e le dita mi scivolano dentro.
La mano tocca l'acqua della piscina, quella superficie immota, e le prime onde si allontanano in cerchi concentrici. Mi accomodo nella sdraio ed allargo le cosce.
Chiaro invito. Avrà capito?
Due dita si affacciano all'ingresso. È permesso?
Un paio di affondi e poi, belle bagnate, si concentrano sulla primula.
Mi risalgono sulle labbra, le allargano. Un piccolo fiore di crocus spunta alla luce del sole, come i suoi fratelli, dai petali candidi e carnosi, finemente variegati di viola, che iniziano a spuntare sui prati in fondovalle.
Carezze bagnate.
Un braccio fresco mi passa dietro al collo e comincio a ricevere baci sul seno; e quelle dita mi tempestano.
Pescano nettare fra i petali e si riportano sul pistillo. Sfregano veloci, poi ruotano, poi sfregano di nuovo ed ogni volta mi strappano gemiti.
Queste frizioni hanno effetti devastanti ed io sono già parecchio eccitata dopo il giochino di prima.
L'ombra del volto di Jos mi eclissa il sole dagli occhi. Apro la bocca e mi abbandono ai suoi baci, mentre più sotto sono già aperta ed abbandonata alle sue dita.
Mani abili mi conducono all'estasi, il respiro si blocca e riverso i miei mugugni direttamente nei polmoni dell'olandese e una convincente squirtata sul palmo della mano. Le dita ora lentamente si assestano dentro di me a cercarmi il punto G, con delicate stimolazioni finchè il respiro mi torna normale.
Lui si alza, un'ultima carezza sul seno e mi lascia nuovamente sotto i raggi cosmici.
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