Uno schizzo nel buio
di
thomas andersen
genere
sentimentali
Un giorno, con una persona, si supera l’asticella talmente tanto che l’esistenza diverrà irreversibile. Si va fuori scala e da quel momento, nulla sarà più come prima. L’esistenza sarà vincolata a quella dell’altro. Vivrai, riderai, lavorerai, viaggerai.. ma senza l’incanto non sarà la stessa cosa. La tua mente continuerà a ricercare, ricordare, ripescare quel partner idilliaco che ormai ha conosciuto. Avrai altri uomini o altre donne, farai sesso, bacerai, stringerai, ma il tarlo sarà sempre lì, come una condanna eterna. Finché morte non ci separi non è proprio la frase pronunciata in chiesa ma la sentenza dell’amore senza ritorno. La speranza, anche solo di rivederlo, annusarlo, scorgerla incrociandola in macchina, parlarle, averlo ancora una volta, sognarla (mischio volutamente maschile e femminile) confidarsi da ubriachi che ancora ci si ama, tornare insieme il luogo del primo incontro, tutte queste ipotesi continueranno a bussare all’anticamera del nostro inquieto spirito bisognoso di quell’insostituibile appagamento eterno. Tutti noi, qui, vivremo la nostra vita, confesseremo le nostre fantasie per trovare conforto nel condividerle, cercheremo ossigeno da respiratori quando l’unica fotosintesi resterà quella nel nostro profondo. Cercheremo uno schizzo nel buio, per illuderci, per un istante, privandoci della vista, che quella scia provenga dalla nostra cometa.
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