Lettera per una affine sconosciuta
di
thomas andersen
genere
etero
Deriva,
non mi sovviene altra parola per descrivere il mio status degli ultimi tempi.
No, non son depresso tranquilli.
Quindi usiamo il termine “deriva sessuale” per tentare di etichettare questa mia condizione della quale non interesserà sicuramente a nessuno.
Scrivo questo pseudo racconto seduto sulla classica panchina di una festa di paese. Noto che quasi nessuno balla più la mazurca o i valzer. Ma in realtà non è la nostalgia che mi attanaglia, ciò che mi manca sei tu.
Tu chi?
Nemmeno so chi sei.
So solo che avverto che tu esista, come nel film Matrix, quando il protagonista, che guarda caso nella pellicola si chiama thomas anderson, si accorge dell’esistenza di Matrix senza avere tangibili prove.
Ma torniamo a noi, mi piace pensare che mi leggerai, e poterti segretamente lanciare in mare questo message in a bottle, per dirti che ho voglia di sprofondare in ogni limbo dell’inferno e dell’Eden solo se l’inabissarsi sarà insieme a te.
Vorrei soffrire in una stazione, congedandoci dopo sciupanti amplessi inauditi, confidandoci con lo sguardo che aspetteremo solo di ricongiungere le nostre invereconde esigenze di appartenenza sconfinata.
Vorrei che immaginassi ora di inginocchiarti sul mio viso, lasciando che le mie mani afferrino il tuo fondoschiena per attendere che tu, mia anfora, mi possa dissetare, rilassando i muscoli del tuo pube e dimenticando ogni imbarazzo pur di irrorare la nostra indissolubile immersione.
Se sei quella che spero, comprenderai il significato di questo mio disperato assetato lamento. Risveglia la mia dannazione, rianima la mia erezione. Perché c’è erezione ed erezione, e quella di cui parlo è quella che solo tu potresti scatenare, quella irreversibile, tremenda, mostruosa, da indurre un accenno di fuga, però surclassato dal tuo richiamo irresistibile di venirne trafitta fino al lasciarti lacerare l’esistenza, fino allo sfondarti il pudore.
pulsazioni di cui non potrai e non vorrai esimerti dal fartene assoluto carico Tu ed io, insospettabili belve che si grideranno a vicenda in gola. E se non sarai sola, faremo in modo che il mio seme impregni la federa del cuscino del letto che condividi con lui. Faremo schifo al punto da tremare per l’eccitazione mista alla paura della condanna. Quanti schiaffi suggelleranno la nostra carnalità? Quanto delicato pregno sudore ci leccheremo via a vicenda? Quante lacrime di commozione e legame goccioleranno sui nostri sessi? Quante musiche di paesi stranieri balleremo prima di fotterci per tutta la notte? Quanta ubriachezza trasuderemo amandoci sprotetti? Quanto le nostre dita si intrecceranno? Nessuna gelosia potrà interporsi fra le nostre carezze di sperma, tra le nostre apnee labiali. Sei predisposta alla dedizione, lo sento, per questo sono pronto a metterci tutta quella Posta In Gioco che ben conosci. Se ti capita questa lettera tra le mani, e il tuo respiro si fermerà per un secondo, coglierai che è proprio per te. Sono in astinenza di te da sempre, per questo vorrei allagarti con le mie parole, con le mie fantasie, con tutto me
non mi sovviene altra parola per descrivere il mio status degli ultimi tempi.
No, non son depresso tranquilli.
Quindi usiamo il termine “deriva sessuale” per tentare di etichettare questa mia condizione della quale non interesserà sicuramente a nessuno.
Scrivo questo pseudo racconto seduto sulla classica panchina di una festa di paese. Noto che quasi nessuno balla più la mazurca o i valzer. Ma in realtà non è la nostalgia che mi attanaglia, ciò che mi manca sei tu.
Tu chi?
Nemmeno so chi sei.
So solo che avverto che tu esista, come nel film Matrix, quando il protagonista, che guarda caso nella pellicola si chiama thomas anderson, si accorge dell’esistenza di Matrix senza avere tangibili prove.
Ma torniamo a noi, mi piace pensare che mi leggerai, e poterti segretamente lanciare in mare questo message in a bottle, per dirti che ho voglia di sprofondare in ogni limbo dell’inferno e dell’Eden solo se l’inabissarsi sarà insieme a te.
Vorrei soffrire in una stazione, congedandoci dopo sciupanti amplessi inauditi, confidandoci con lo sguardo che aspetteremo solo di ricongiungere le nostre invereconde esigenze di appartenenza sconfinata.
Vorrei che immaginassi ora di inginocchiarti sul mio viso, lasciando che le mie mani afferrino il tuo fondoschiena per attendere che tu, mia anfora, mi possa dissetare, rilassando i muscoli del tuo pube e dimenticando ogni imbarazzo pur di irrorare la nostra indissolubile immersione.
Se sei quella che spero, comprenderai il significato di questo mio disperato assetato lamento. Risveglia la mia dannazione, rianima la mia erezione. Perché c’è erezione ed erezione, e quella di cui parlo è quella che solo tu potresti scatenare, quella irreversibile, tremenda, mostruosa, da indurre un accenno di fuga, però surclassato dal tuo richiamo irresistibile di venirne trafitta fino al lasciarti lacerare l’esistenza, fino allo sfondarti il pudore.
pulsazioni di cui non potrai e non vorrai esimerti dal fartene assoluto carico Tu ed io, insospettabili belve che si grideranno a vicenda in gola. E se non sarai sola, faremo in modo che il mio seme impregni la federa del cuscino del letto che condividi con lui. Faremo schifo al punto da tremare per l’eccitazione mista alla paura della condanna. Quanti schiaffi suggelleranno la nostra carnalità? Quanto delicato pregno sudore ci leccheremo via a vicenda? Quante lacrime di commozione e legame goccioleranno sui nostri sessi? Quante musiche di paesi stranieri balleremo prima di fotterci per tutta la notte? Quanta ubriachezza trasuderemo amandoci sprotetti? Quanto le nostre dita si intrecceranno? Nessuna gelosia potrà interporsi fra le nostre carezze di sperma, tra le nostre apnee labiali. Sei predisposta alla dedizione, lo sento, per questo sono pronto a metterci tutta quella Posta In Gioco che ben conosci. Se ti capita questa lettera tra le mani, e il tuo respiro si fermerà per un secondo, coglierai che è proprio per te. Sono in astinenza di te da sempre, per questo vorrei allagarti con le mie parole, con le mie fantasie, con tutto me
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