Irreversibile ingoio
di
thomas andersen
genere
etero
Gabriel aveva un problema, i suoi desideri diventavano ogni giorno più specifici, focalizzati e indirizzati verso un bisogno dai contorni sempre più delineati.
Scremava come il più esigente dei setacci, voleva una donna che lo soddisfacesse a 360 gradi e anche più. L
Non era più il ragazzo che accumulava figurine vaginali, pretendeva quella sensazione di privazione del respiro per potersi lasciare andare.
Bastava poco per rendere inadeguata anche la signora apparentemente più focosa. E non voleva davvero “guarire”, ma perseverare nella ricerca a qualsiasi costo. Notava come tante dolci, e meno dolci, creature coetanee volessero trovare principalmente riparo in lui e questo lo rattristiva.
Qualche viziosa benestante lo reclama premettendo laute ricompense ma la sua turbata anima non era in vendita.
Gabriel poteva venir rianimato solo da un feeling scabroso, indicibile. Sognava che una devota partner pronta a tutto, come lui, dedicasse ciò che di più prezioso aveva, cioè la goccia più intima di pudicizia di questa esistenza terrena, pur di condividere un ansimo a due.
Qui molti/e lettore non capiranno cosa intendo, ma non importa.
Voleva contagiarsi della malattia a due.
La parola giusta non è malattia ma sfido qualunque libro o testo a trovare parola adeguata. Con rispetto per le vere malattie.
Per farvi capire, siamo tutti ormai assuefatti dagli ingoi, patetici. Porno pieni di ingoi, vostri racconti colmi di ingoi, ormai è più difficile trovare donne che deglutiscano finissimo scotch whisky (macallan) piuttosto che sperma.
Ormai l’ingoio eccita solo chi non lo elargisce.
Basta leggere i commenti a racconti, qui, nei quali si definisce porco chi descrive atti di uso comune spacciandoli come trasgressivi.
La Bibbia ormai è più trasgressiva.
Il minimo che Gabriel si aspetterebbe dalla propria donna è che questa trattenga lo sperma in bocca e pretenda l’aggiunta di fiotti di saliva contornati da carezze al viso e sguardi di infinito, prima di lasciar scendere per sempre l’essenza della simbiosi.
So cosa pensate, sto invecchiando, è vero, ma questo cazzoso racconto riecheggerà nelle menti di molti di voi. Gabriel è un depravato romantico, un ingordo dolcemente perverso, un vagabondo delle stelle, uno che non può venire dentro a nessuna tranne lei. Lei chi? Quella che lo seguirà a qualsiasi costo, che accetterà di recarsi nel luogo più anomalo e stimolante, a km dalla realtà, che rischi di tuffarsi nell’ignoto, che brindi con vini mai assaporati e assaggi pietanze dai sapori inesplorati. L’eccitazione di gabriel è condivisione e immersione a due.
La notte scenderà e lo sperma come rugiada ricoprirà le coltivazioni dei due combacianti.
schiaffi in viso, incensi, oli, maschere veneziane, piedi in bocca, gocce di sangue.
Gabriel voleva solo fuggire da alcune prassi, come quella che non si possa rompere e devastare il culo alla propria donna ufficiale o che non sia buona cosa annegarla d’orgasmo fino al soffocarle la pudicizia.
Le avrebbe regalato un camper. Non per ingabbiarla ma per offrirle la porta dimensionale per l’evasione indomita.
Era così spaesato, da ruzzolare in un sito di racconti erotici.
Una sera bevve vino e inviò
E Lei, leggendo, lo deglutì
Scremava come il più esigente dei setacci, voleva una donna che lo soddisfacesse a 360 gradi e anche più. L
Non era più il ragazzo che accumulava figurine vaginali, pretendeva quella sensazione di privazione del respiro per potersi lasciare andare.
Bastava poco per rendere inadeguata anche la signora apparentemente più focosa. E non voleva davvero “guarire”, ma perseverare nella ricerca a qualsiasi costo. Notava come tante dolci, e meno dolci, creature coetanee volessero trovare principalmente riparo in lui e questo lo rattristiva.
Qualche viziosa benestante lo reclama premettendo laute ricompense ma la sua turbata anima non era in vendita.
Gabriel poteva venir rianimato solo da un feeling scabroso, indicibile. Sognava che una devota partner pronta a tutto, come lui, dedicasse ciò che di più prezioso aveva, cioè la goccia più intima di pudicizia di questa esistenza terrena, pur di condividere un ansimo a due.
Qui molti/e lettore non capiranno cosa intendo, ma non importa.
Voleva contagiarsi della malattia a due.
La parola giusta non è malattia ma sfido qualunque libro o testo a trovare parola adeguata. Con rispetto per le vere malattie.
Per farvi capire, siamo tutti ormai assuefatti dagli ingoi, patetici. Porno pieni di ingoi, vostri racconti colmi di ingoi, ormai è più difficile trovare donne che deglutiscano finissimo scotch whisky (macallan) piuttosto che sperma.
Ormai l’ingoio eccita solo chi non lo elargisce.
Basta leggere i commenti a racconti, qui, nei quali si definisce porco chi descrive atti di uso comune spacciandoli come trasgressivi.
La Bibbia ormai è più trasgressiva.
Il minimo che Gabriel si aspetterebbe dalla propria donna è che questa trattenga lo sperma in bocca e pretenda l’aggiunta di fiotti di saliva contornati da carezze al viso e sguardi di infinito, prima di lasciar scendere per sempre l’essenza della simbiosi.
So cosa pensate, sto invecchiando, è vero, ma questo cazzoso racconto riecheggerà nelle menti di molti di voi. Gabriel è un depravato romantico, un ingordo dolcemente perverso, un vagabondo delle stelle, uno che non può venire dentro a nessuna tranne lei. Lei chi? Quella che lo seguirà a qualsiasi costo, che accetterà di recarsi nel luogo più anomalo e stimolante, a km dalla realtà, che rischi di tuffarsi nell’ignoto, che brindi con vini mai assaporati e assaggi pietanze dai sapori inesplorati. L’eccitazione di gabriel è condivisione e immersione a due.
La notte scenderà e lo sperma come rugiada ricoprirà le coltivazioni dei due combacianti.
schiaffi in viso, incensi, oli, maschere veneziane, piedi in bocca, gocce di sangue.
Gabriel voleva solo fuggire da alcune prassi, come quella che non si possa rompere e devastare il culo alla propria donna ufficiale o che non sia buona cosa annegarla d’orgasmo fino al soffocarle la pudicizia.
Le avrebbe regalato un camper. Non per ingabbiarla ma per offrirle la porta dimensionale per l’evasione indomita.
Era così spaesato, da ruzzolare in un sito di racconti erotici.
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