Quell' unico amore al femminile che non riesco a dimenticare- prima parte
di
Serena Rossi
genere
saffico
Fino all'età di 34 anni non avevo mai nemmeno pensato di essere bisessuale, ero una moglie soddisfatta e appagata e madre di uno splendido bambino di 4 anni.
Poi un giorno la direzione della mia azienda ci presentò la nostra nuova responsabile, Matilde. Una donna oggettivamente bellissima, di pochi anni più grande che di primo acchito risultava algida ed austera.
Volle da subito prendere conoscenza con i propri collaboratori organizzando una riunione in cui chiese ad ognuno di noi di presentarsi e successivamente ci mise al corrente che quale era la mission che l'azienda le aveva affidato e che sarebbe stata molto esigente nel raggiungimento dei nostri risultati.
Sin dal principio della collaborazione io sentii un forte condizionamento psicologico nei suoi confronti, mi sentivo perennemente a disagio. Quando mi convocava nel suo ufficio per aggiornamenti sul mio lavoro non riuscivo a sostenere il suo sguardo che invece sembrava analizzare oltre che quanto da me fatto indagava anche in modo incredibile il mio modo di pormi, di parlare, mi sembrava di essere posta ad una immensa lente di ingrandimento anche a livello fisico. Nemmeno con un uomo mi ero mai sentita così analizzata e verificata. Cominciai a pensarla sempre più spesso, anche e soprattutto al di fuori del lavoro.
In ditta cominciavano a circolare voci su quale fosse la sua vita privata, alcuni uomini (i più spavaldi da sempre), forse per il fatto che non fossero mai riusciti ad "avvicinarla" cominciarono a dire che fosse lesbica.
Un paio di mesi dopo ci trovammo tutti per la classica cena aziendale, grazie ai freni inibitori più sciolti dovuto al vino che non veniva lesinato questo chiacchericcio riprese a girare per i tavoli, arrivando inevitabilmente anche alle orecchie di Matilde che con un fare deciso e severo richiamò l'attenzione di tutti i commensali e alzando la voce disse senza mezzi termini di essere omosessuale e se a qualcuno tutto questo desse fastidio! Calò improvvisamente un silenzio glaciale che porto frettolosamente alla conclusione prematura della serata.
Passato qualche giorno di chiusura aziendale per le feste, era programmato per l'inizio dell'anno una trasferta di lavoro di tre giorni in cui dovetti accompagnare Matilde.
Durante il viaggio in macchina le chiesi se le dispiacesse affrontare quanto successo durante la cena di fine anno, lei con grande tranquillità si rese disponibile a darmi delle spiegazioni, anzi con grande franchezza si mise a nudo dicendomi che da sempre si sentiva attratta solo dalle donne e che da circa un anno aveva interrotto una storia molto importante.
Giunte al nostro albergo prendemmo possesso delle nostre rispettive stanze dandoci appuntamento al ristorante per le venti.
Durante la cena cominciai a sentire crescere una tensione a cui non riuscii dare una risposta, mangiai pochissimo sentendo un nodo allo stomaco, feci anche fatica a colloquiare il minimo sindacale, per cui decisi di ritirarmi subito in camera pensando di essere molto stanca. Chiamai subito casa per un saluto a mio marito e al mio cucciolo.
Cercai poi di guardare un pò di Tv ma ogni programma mi annoiava a morte, allora decisi di abbondonarmi alla lettura ma dopo poche righe dovevo tornare su quanto letto perchè totalmente incapace di concentrarmi anche solo per un paio di secondi.
Stizzita decisi allora di fare due passi fuori dall'albergo sperando che l'aria fredda di gennaio mi avrebbe fatto sicuramente bene.
Dopo nemmeno 5 minuti di camminata l'ansia, il senso di soffocamento provato per tutta la serata mi investì più forte di prima, ero completamente priva di qualsiasi capacità di trovare pace. Credo di averci pensato meno di un minuto, presi il telefono ed inviai un messaggio a Matilde per chiederle se stesse dormendo e se nel caso potessi passare un attimo dalla sua stanza. La sua risposta fu affermativa, sicuramente pensava volessi chiederle qualcosa di lavoro. Quando bussai alla sua stanza lei venne ad aprimi con una vestaglia aperta, sotto aveva una camicia da notte in seta trasparente da cui si vedeva una brasiliana nera e i suoi seni scoperti in cui le areole e i capezzoli scuri sembravano un'opera d'arte. Rimasi per qualche secondo a fissarla e quando lei mi disse dimmi, io scoppiai a piangere a dirotto con veri e propri singulti. Lei sulle prime un pò basita mi prese poi fra le sue braccia ed essendo un pochino più alta di me mi fece appoggiare il mio viso fra i suoi seni facendomi sciogliere da subito la tensione accumulata ed infilandomi in un alveo di protezione assoluta!!
Mi prese poi il viso e avvicinandomi la sua bocca inizio con un fare dolcissimo a baciarmi. Dopo pochi secondi io feci per ritrarmi, volevo dirle io non sono.....
Lei mi accarezzò il viso dicendomi che non avremmo fatto nulla che io non volessi. Mi chiese se volessi andare via, ma io con gli occhi pieni di lacrime le chiesi per favore se fossi potuta restare con lei. Quella notte dormii come non mi succedeva da una infinità di tempo, rimanemmo sempre abbracciate, io quasi sempre appoggiata sul suo splendido seno e lei a darmi una infinità di carezze e baci nel viso, sulle palpebre, sulle orecchie, sul collo... fino a quando non ci addormentammo.
In attesa di scoprire cosa ne sarebbe stato di noi, e soprattutto di me dalla mattina successiva.
Continua....
Poi un giorno la direzione della mia azienda ci presentò la nostra nuova responsabile, Matilde. Una donna oggettivamente bellissima, di pochi anni più grande che di primo acchito risultava algida ed austera.
Volle da subito prendere conoscenza con i propri collaboratori organizzando una riunione in cui chiese ad ognuno di noi di presentarsi e successivamente ci mise al corrente che quale era la mission che l'azienda le aveva affidato e che sarebbe stata molto esigente nel raggiungimento dei nostri risultati.
Sin dal principio della collaborazione io sentii un forte condizionamento psicologico nei suoi confronti, mi sentivo perennemente a disagio. Quando mi convocava nel suo ufficio per aggiornamenti sul mio lavoro non riuscivo a sostenere il suo sguardo che invece sembrava analizzare oltre che quanto da me fatto indagava anche in modo incredibile il mio modo di pormi, di parlare, mi sembrava di essere posta ad una immensa lente di ingrandimento anche a livello fisico. Nemmeno con un uomo mi ero mai sentita così analizzata e verificata. Cominciai a pensarla sempre più spesso, anche e soprattutto al di fuori del lavoro.
In ditta cominciavano a circolare voci su quale fosse la sua vita privata, alcuni uomini (i più spavaldi da sempre), forse per il fatto che non fossero mai riusciti ad "avvicinarla" cominciarono a dire che fosse lesbica.
Un paio di mesi dopo ci trovammo tutti per la classica cena aziendale, grazie ai freni inibitori più sciolti dovuto al vino che non veniva lesinato questo chiacchericcio riprese a girare per i tavoli, arrivando inevitabilmente anche alle orecchie di Matilde che con un fare deciso e severo richiamò l'attenzione di tutti i commensali e alzando la voce disse senza mezzi termini di essere omosessuale e se a qualcuno tutto questo desse fastidio! Calò improvvisamente un silenzio glaciale che porto frettolosamente alla conclusione prematura della serata.
Passato qualche giorno di chiusura aziendale per le feste, era programmato per l'inizio dell'anno una trasferta di lavoro di tre giorni in cui dovetti accompagnare Matilde.
Durante il viaggio in macchina le chiesi se le dispiacesse affrontare quanto successo durante la cena di fine anno, lei con grande tranquillità si rese disponibile a darmi delle spiegazioni, anzi con grande franchezza si mise a nudo dicendomi che da sempre si sentiva attratta solo dalle donne e che da circa un anno aveva interrotto una storia molto importante.
Giunte al nostro albergo prendemmo possesso delle nostre rispettive stanze dandoci appuntamento al ristorante per le venti.
Durante la cena cominciai a sentire crescere una tensione a cui non riuscii dare una risposta, mangiai pochissimo sentendo un nodo allo stomaco, feci anche fatica a colloquiare il minimo sindacale, per cui decisi di ritirarmi subito in camera pensando di essere molto stanca. Chiamai subito casa per un saluto a mio marito e al mio cucciolo.
Cercai poi di guardare un pò di Tv ma ogni programma mi annoiava a morte, allora decisi di abbondonarmi alla lettura ma dopo poche righe dovevo tornare su quanto letto perchè totalmente incapace di concentrarmi anche solo per un paio di secondi.
Stizzita decisi allora di fare due passi fuori dall'albergo sperando che l'aria fredda di gennaio mi avrebbe fatto sicuramente bene.
Dopo nemmeno 5 minuti di camminata l'ansia, il senso di soffocamento provato per tutta la serata mi investì più forte di prima, ero completamente priva di qualsiasi capacità di trovare pace. Credo di averci pensato meno di un minuto, presi il telefono ed inviai un messaggio a Matilde per chiederle se stesse dormendo e se nel caso potessi passare un attimo dalla sua stanza. La sua risposta fu affermativa, sicuramente pensava volessi chiederle qualcosa di lavoro. Quando bussai alla sua stanza lei venne ad aprimi con una vestaglia aperta, sotto aveva una camicia da notte in seta trasparente da cui si vedeva una brasiliana nera e i suoi seni scoperti in cui le areole e i capezzoli scuri sembravano un'opera d'arte. Rimasi per qualche secondo a fissarla e quando lei mi disse dimmi, io scoppiai a piangere a dirotto con veri e propri singulti. Lei sulle prime un pò basita mi prese poi fra le sue braccia ed essendo un pochino più alta di me mi fece appoggiare il mio viso fra i suoi seni facendomi sciogliere da subito la tensione accumulata ed infilandomi in un alveo di protezione assoluta!!
Mi prese poi il viso e avvicinandomi la sua bocca inizio con un fare dolcissimo a baciarmi. Dopo pochi secondi io feci per ritrarmi, volevo dirle io non sono.....
Lei mi accarezzò il viso dicendomi che non avremmo fatto nulla che io non volessi. Mi chiese se volessi andare via, ma io con gli occhi pieni di lacrime le chiesi per favore se fossi potuta restare con lei. Quella notte dormii come non mi succedeva da una infinità di tempo, rimanemmo sempre abbracciate, io quasi sempre appoggiata sul suo splendido seno e lei a darmi una infinità di carezze e baci nel viso, sulle palpebre, sulle orecchie, sul collo... fino a quando non ci addormentammo.
In attesa di scoprire cosa ne sarebbe stato di noi, e soprattutto di me dalla mattina successiva.
Continua....
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