L'assoluto piacere di un invito a giocare.
di
Lucrezia
genere
voyeur
Angela stava baciando Carmela da almeno dieci minuti. Oddio non che il tempo contasse qualcosa, si sa che in quei momenti, non vedi altro se non chi hai di fronte, non pensi a nulla, ti godi le sensazioni che il contatto ti dà, ti ecciti, ascolti il tuo corpo, espandi tutti i sensi ed esplori le labbra dell'amata o dell'amato, col solo contatto delle labbra e della lingua.
Ma di sicuro non guardi l'orologio.
Ed anch'io non stavo guardando l'ora, tutt'altro, no io guardavo loro due.
L'accordo era che mi avrebbero fatto eccitare con i loro sudici giochi, e se riuscivano a farmi eccitare avrebbero vinta la scommessa. Ci stavano riuscendo benissimo essendo io molto sensibile alle porcate.
Le due porcelline, sono poco più che ventenni, ci davano dentro; vedevo le loro lingue saettare da una bocca all'altra, succhiare una lingua dell'altra, leccare dal mento la saliva per poi assaporarla nella propria bocca come fosse un prezioso nettare, per poi ripassarla da una bocca all'altra.
Ecco questo particolare, questa incredibile capacità di annullarsi una nell'altra assaporando il piacere, mi stava facendo crescere una incontrollabile voglia di sesso.
Non era solo ciò che vedevo, pura pornografia, no era la naturalezza con cui compivano l'atto, non c'era finzione, ma assoluto piacere nel compierlo.
Vedevo dalla mia postazione la saliva uscire dalle loro bocche mentre si esploravano, filamenti che colavano sui loro corpi, che si univano e poi si distaccavano finendo sui vestiti, lingue e mani che li raccoglievano per poi depositarli su altre lingue anelanti nettare, uscite da bocche colanti altro nettare, e il gioco si ripeteva infinito.
Io da parte mia guardavo rapita quell'amplesso e godevo della vista.
Non potevo resistere a quel gioco erotico, al sentire il risucchio e allo schioccare dei loro baci; mi reclinai sulla sedia, alzai le gambe e le mie mani finirono sotto la gonna.
Fu a quel momento che si fermarono e si girarono verso di me soddisfatte, avevano vinto. Io vidi i loro volti stravolti, i capelli scarmigliati, gli abiti lordi di saliva così come i loro volti.
"Dai Roberta lascia stare, unisciti a noi".
Si può rinunciare ad un'offerta così? Io direi di no.
Ma di sicuro non guardi l'orologio.
Ed anch'io non stavo guardando l'ora, tutt'altro, no io guardavo loro due.
L'accordo era che mi avrebbero fatto eccitare con i loro sudici giochi, e se riuscivano a farmi eccitare avrebbero vinta la scommessa. Ci stavano riuscendo benissimo essendo io molto sensibile alle porcate.
Le due porcelline, sono poco più che ventenni, ci davano dentro; vedevo le loro lingue saettare da una bocca all'altra, succhiare una lingua dell'altra, leccare dal mento la saliva per poi assaporarla nella propria bocca come fosse un prezioso nettare, per poi ripassarla da una bocca all'altra.
Ecco questo particolare, questa incredibile capacità di annullarsi una nell'altra assaporando il piacere, mi stava facendo crescere una incontrollabile voglia di sesso.
Non era solo ciò che vedevo, pura pornografia, no era la naturalezza con cui compivano l'atto, non c'era finzione, ma assoluto piacere nel compierlo.
Vedevo dalla mia postazione la saliva uscire dalle loro bocche mentre si esploravano, filamenti che colavano sui loro corpi, che si univano e poi si distaccavano finendo sui vestiti, lingue e mani che li raccoglievano per poi depositarli su altre lingue anelanti nettare, uscite da bocche colanti altro nettare, e il gioco si ripeteva infinito.
Io da parte mia guardavo rapita quell'amplesso e godevo della vista.
Non potevo resistere a quel gioco erotico, al sentire il risucchio e allo schioccare dei loro baci; mi reclinai sulla sedia, alzai le gambe e le mie mani finirono sotto la gonna.
Fu a quel momento che si fermarono e si girarono verso di me soddisfatte, avevano vinto. Io vidi i loro volti stravolti, i capelli scarmigliati, gli abiti lordi di saliva così come i loro volti.
"Dai Roberta lascia stare, unisciti a noi".
Si può rinunciare ad un'offerta così? Io direi di no.
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