La fattoria - 2 - (continua)
di
LanA
genere
saffico
Tornata in soggiorno, accende la televisione, fa passare due o tre programmi e la spegne.
È stufa di stare in casa.
Esco! Mi ritrovo un angolino all'ombra, al fresco...
Indossa i pantaloncini, quelli che ha tagliato all’altezza dell’inguine.
Sono i suoi jeans preferiti, che enfatizzano la soda rotondità dei suoi glutei.
Una camicetta bianca, che non abbottona e allaccia appena sotto il seno.
Solleva i suoi lunghi capelli biondi in una crocchia sciolta.
E’ bellissima e deliziosamente sexy!
Scende le scale, spinge la porta d'ingresso.
Il calore del forno opprimente esterno la colpisce in faccia.
L'aria è pesante, densa come lo sciroppo.
Attraversa, quasi di corsa, i pochi metri che la separano dalla macchina, si siede sul tessuto in fiamme del sedile, con un'esclamazione sorpresa.
Si tratta del forno surriscaldato della piccola Fiat, parcheggiata al sole.
Contatto. Pulsante aria condizionata al massimo. Ecco qui!
I finestrini aperti le danno l'impressione che in abitacolo sia un po' più fresco, ma gocciola di sudore, che le appiccica i capelli alle tempie.
Le strade sono deserte. La città sonnecchia, schiacciata dal caldo.
E la macchinina parte, in questo scenario impressionante, sull'asfalto bollente, un minuscolo insetto che scappa dalla fornace.
L'aria condizionata inizia a pompare la sua aria fresca nella cabina, ed Elisabeth può alzare i finestrini.
Si respira un po' meglio. Una vera gioia!
Nel suo piccolo bozzolo di freschezza, ora può pensare liberamente al traguardo che darà alla sua scappatella...
Lago Verde? Troppe persone!
La foce del fiume? forse...
Sì, ci vuole provare, dicendosi che costeggiando un po' gli argini, si può trovare un posto tranquillo...
L'acqua è così fresca! Lo ricorda per essere caduta lì qualche anno prima, quando stava scendendo in canoa con un gruppo di amici.
E ride, ripensando alla sua paura e al suo shock al contatto con l'acqua.
È stufa di stare in casa.
Esco! Mi ritrovo un angolino all'ombra, al fresco...
Indossa i pantaloncini, quelli che ha tagliato all’altezza dell’inguine.
Sono i suoi jeans preferiti, che enfatizzano la soda rotondità dei suoi glutei.
Una camicetta bianca, che non abbottona e allaccia appena sotto il seno.
Solleva i suoi lunghi capelli biondi in una crocchia sciolta.
E’ bellissima e deliziosamente sexy!
Scende le scale, spinge la porta d'ingresso.
Il calore del forno opprimente esterno la colpisce in faccia.
L'aria è pesante, densa come lo sciroppo.
Attraversa, quasi di corsa, i pochi metri che la separano dalla macchina, si siede sul tessuto in fiamme del sedile, con un'esclamazione sorpresa.
Si tratta del forno surriscaldato della piccola Fiat, parcheggiata al sole.
Contatto. Pulsante aria condizionata al massimo. Ecco qui!
I finestrini aperti le danno l'impressione che in abitacolo sia un po' più fresco, ma gocciola di sudore, che le appiccica i capelli alle tempie.
Le strade sono deserte. La città sonnecchia, schiacciata dal caldo.
E la macchinina parte, in questo scenario impressionante, sull'asfalto bollente, un minuscolo insetto che scappa dalla fornace.
L'aria condizionata inizia a pompare la sua aria fresca nella cabina, ed Elisabeth può alzare i finestrini.
Si respira un po' meglio. Una vera gioia!
Nel suo piccolo bozzolo di freschezza, ora può pensare liberamente al traguardo che darà alla sua scappatella...
Lago Verde? Troppe persone!
La foce del fiume? forse...
Sì, ci vuole provare, dicendosi che costeggiando un po' gli argini, si può trovare un posto tranquillo...
L'acqua è così fresca! Lo ricorda per essere caduta lì qualche anno prima, quando stava scendendo in canoa con un gruppo di amici.
E ride, ripensando alla sua paura e al suo shock al contatto con l'acqua.
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