Stanca morta
di
Lucrezia
genere
interviste
Racconto senza rapporti sessuali, oggi sono muerta, accontentatevi.
Oggi sveglia più tardi del solito, in ufficio alle otto, oggi niente supermercato, oggi si va col capo, oggi la A4 è tutta mia, e non solo quella come scoprirò tra poco.
Per fortuna il capo dopo l'incidente di quattro anni fa, ha comprato nuovamente una Volvo XC90; che figata di macchina che ovviamente non potrò mai permettermi, ma se potessi sarebbe quella che vorrei.
Il capo, un signore simpatico sui 60 e plus, come ama dire lui, mi offre la colazione, apprezza la mia mise semi estiva, anche se già fa un caldo boia, e se ne esce con una delle sue frasi in friulano "cun cheste canicule no si pues lavorâ", prendendomi così in giro, perché lui è triestino ed io non conosco la marilenghe.
Però questa la capisco e gli ripeto che se non vuole lavorare per il gran caldo, per me va bene, mi risponde subito tirandomi le chiavi dell'auto e dicendomi "namo va" suscitando la mia ilarità.
Si parte per Trieste, A23, A4 uscita Lisert, poi via per la costier... ah no, oggi no, giù fino a Sgonico, poi provinciale 35, si gira alla rotonda di Opicina ma si va verso l'obelisco, poi giù fino all'università, lì fa entrare un tipo e si mettono a parlare di lavoro in triestino stretto ed io che vado a memoria fino al Famila, santo navigatore, poi scendono senza degnarmi di nulla, bravissima persona eh, ma quando lavora si dimentica di tutti.
E quindi io aspetto... aspetto... aspetto... sono le 11 della mattina, chiamo la Gió che starà iniziando a prepararsi, chiacchiero tranquilla e zack! si apre lo sportello; e no, non ti avvisa nemmeno quando rientrano, saluto veloce poi via, destinazione Slovenia.
"Andiamo a Capodistria, passa da Muggia però che non voglio pagare le vignette a quegli stronzi, e visto che ci sei si fa gasolio al confine".
Ok, anzi no. "Si buana" lo penso solamente però eh.
Quindi metto in moto e riparto, Muggia è carinissima, il confine no, cioè non vi aspettate chissà che, se non ci fossero i cartelli nemmeno vi accorgereste di nulla, in mezzo a fare da spartitraffico il benzinaio.
Il gasolio sta a 1.22 nemmeno poco, finiti i bei tempi di sotto l'euro, anche lì la crisi e il prezzo del petrolio si fanno sentire, comunque mi frega il giusto, non pago mica io. 100 euro, sì davvero una bella macchina, comoda, fresca, tienitela, la mia il pieno mi costa la metà e ci faccio 700km.
Ancarano è carina, Capodistria di più, ma il centro storico, che prima ci sono: parcheggi sterminati di auto nuove, container, palazzi di uffici, magazzini, le portacontainer nel porto, se riesci a trovare la città hai vinto. Io so la strada.
Ma è inutile perché ci fermiamo prima in uno di quei palazzoni periferici del porto. Lì mi lasciano di nuovo sola senza neppure un cenno. E io aspetto, tranquilli non vi lascio mica.
Alle 13 richiamo la Gió, so che ha appena timbrato il cartellino; Din Don, scema mi fa, amore come va. Ma dove sei in slovo che il cellulare mi segna 0386? Eh sì amore e non posso dirti altro, sono in missione per conto del conte, e rido.
C'è poco da ridere, ho fame e non so quando si degnerà di tornare il capo... Clack! la portiera, ci risiamo. È solo, sale davanti, mi sorride e mi chiede se mi piace il pesce, e sì se lo state pensando è una battuta a doppio senso, ma nel senso che parla di pesci veri e quindi so che mi offrirà il pranzo, ma dove?
"Dai tosa metti in moto e torna a Muggia!", allora "tosa" lo dici a tua sorella intanto e poi dove cazzo mi porti? Ovvio lo penso ma non lo dico, comunque strada inversa, Ancarano, poi Muggia centro, giro intorno alla piazza e mi fa entrare nel parcheggio sotterraneo, dove questo catafalco di vettura sembra un TIR, tanto che per parcheggiare deve scendere, e non è che pure io riesca bene a uscire dall'auto. Mortacci vostri!
Muggia è davvero carina e dovete andarci, noi si va a mangiare al porto, al Sal de Mar, andateci ma prenotate per tempo.
Al tavolo sembriamo padre e figlia e lui si pavoneggia di questa cosa, comunque è persona piacevole con cui conversare e la spigola con le patate è ottima, solo che gustarla con l'acqua non è il massimo, ma sono in servizio, sicché.
Bene sono le 14 e mezza, giornata finita, si rientra e ci vediamo domani, ma de che. Torna dall'aver pagato col telefono all'orecchio, gran brutto segno, io sorseggio il caffè, lui mi fa "Dai che ho un problema a Treviso, andiamo.".
Merda! Ma al solito lo penso soltanto.
Quindi, Muggia e poi raccordo per la A4 e via, fino ad arrivare là dove la Lù è arrivata più volte e sì purtroppo.
Sono le 16 e qualcosa, si aspetto certo e no, non c'è bisogno che mi dici se tornerai, io aspetto, ma questa volta scendo dall'auto, davanti c'è un bar, ordino un succo Ace, mi portano alla pesca ma va bene lo stesso, mando messaggi alla Gió, le dico dove sono ora e che forse per tornare a casa dovrà arrangiarsi, e sì l'auto è al solito posto semmai quando arrivo ti chiamo e mi vieni a prendere, dai si mangia qualcosa fuori, forse.
Per non tirarla troppo per le lunghe, arrivo a Udine giusto per le 18 e 50, recupero prima la Gió che stacca alle 19 e poi casa per una veloce doccia e dopo si vedrà.
Leggo un po' di racconti, anche quello di Eva, simpatica lei, io non potevo e quindi niente, ma decido di scrivere questa menata, non so quando la leggerete, ma ora vado di là in terrazza, sono pronte le uova strapazzate.
Innamoratevi e poi non fate gli stronzi, la vostra compagna/gno vi ripagherà.
Baci, per sempre vostra, la Lù.
Oggi sveglia più tardi del solito, in ufficio alle otto, oggi niente supermercato, oggi si va col capo, oggi la A4 è tutta mia, e non solo quella come scoprirò tra poco.
Per fortuna il capo dopo l'incidente di quattro anni fa, ha comprato nuovamente una Volvo XC90; che figata di macchina che ovviamente non potrò mai permettermi, ma se potessi sarebbe quella che vorrei.
Il capo, un signore simpatico sui 60 e plus, come ama dire lui, mi offre la colazione, apprezza la mia mise semi estiva, anche se già fa un caldo boia, e se ne esce con una delle sue frasi in friulano "cun cheste canicule no si pues lavorâ", prendendomi così in giro, perché lui è triestino ed io non conosco la marilenghe.
Però questa la capisco e gli ripeto che se non vuole lavorare per il gran caldo, per me va bene, mi risponde subito tirandomi le chiavi dell'auto e dicendomi "namo va" suscitando la mia ilarità.
Si parte per Trieste, A23, A4 uscita Lisert, poi via per la costier... ah no, oggi no, giù fino a Sgonico, poi provinciale 35, si gira alla rotonda di Opicina ma si va verso l'obelisco, poi giù fino all'università, lì fa entrare un tipo e si mettono a parlare di lavoro in triestino stretto ed io che vado a memoria fino al Famila, santo navigatore, poi scendono senza degnarmi di nulla, bravissima persona eh, ma quando lavora si dimentica di tutti.
E quindi io aspetto... aspetto... aspetto... sono le 11 della mattina, chiamo la Gió che starà iniziando a prepararsi, chiacchiero tranquilla e zack! si apre lo sportello; e no, non ti avvisa nemmeno quando rientrano, saluto veloce poi via, destinazione Slovenia.
"Andiamo a Capodistria, passa da Muggia però che non voglio pagare le vignette a quegli stronzi, e visto che ci sei si fa gasolio al confine".
Ok, anzi no. "Si buana" lo penso solamente però eh.
Quindi metto in moto e riparto, Muggia è carinissima, il confine no, cioè non vi aspettate chissà che, se non ci fossero i cartelli nemmeno vi accorgereste di nulla, in mezzo a fare da spartitraffico il benzinaio.
Il gasolio sta a 1.22 nemmeno poco, finiti i bei tempi di sotto l'euro, anche lì la crisi e il prezzo del petrolio si fanno sentire, comunque mi frega il giusto, non pago mica io. 100 euro, sì davvero una bella macchina, comoda, fresca, tienitela, la mia il pieno mi costa la metà e ci faccio 700km.
Ancarano è carina, Capodistria di più, ma il centro storico, che prima ci sono: parcheggi sterminati di auto nuove, container, palazzi di uffici, magazzini, le portacontainer nel porto, se riesci a trovare la città hai vinto. Io so la strada.
Ma è inutile perché ci fermiamo prima in uno di quei palazzoni periferici del porto. Lì mi lasciano di nuovo sola senza neppure un cenno. E io aspetto, tranquilli non vi lascio mica.
Alle 13 richiamo la Gió, so che ha appena timbrato il cartellino; Din Don, scema mi fa, amore come va. Ma dove sei in slovo che il cellulare mi segna 0386? Eh sì amore e non posso dirti altro, sono in missione per conto del conte, e rido.
C'è poco da ridere, ho fame e non so quando si degnerà di tornare il capo... Clack! la portiera, ci risiamo. È solo, sale davanti, mi sorride e mi chiede se mi piace il pesce, e sì se lo state pensando è una battuta a doppio senso, ma nel senso che parla di pesci veri e quindi so che mi offrirà il pranzo, ma dove?
"Dai tosa metti in moto e torna a Muggia!", allora "tosa" lo dici a tua sorella intanto e poi dove cazzo mi porti? Ovvio lo penso ma non lo dico, comunque strada inversa, Ancarano, poi Muggia centro, giro intorno alla piazza e mi fa entrare nel parcheggio sotterraneo, dove questo catafalco di vettura sembra un TIR, tanto che per parcheggiare deve scendere, e non è che pure io riesca bene a uscire dall'auto. Mortacci vostri!
Muggia è davvero carina e dovete andarci, noi si va a mangiare al porto, al Sal de Mar, andateci ma prenotate per tempo.
Al tavolo sembriamo padre e figlia e lui si pavoneggia di questa cosa, comunque è persona piacevole con cui conversare e la spigola con le patate è ottima, solo che gustarla con l'acqua non è il massimo, ma sono in servizio, sicché.
Bene sono le 14 e mezza, giornata finita, si rientra e ci vediamo domani, ma de che. Torna dall'aver pagato col telefono all'orecchio, gran brutto segno, io sorseggio il caffè, lui mi fa "Dai che ho un problema a Treviso, andiamo.".
Merda! Ma al solito lo penso soltanto.
Quindi, Muggia e poi raccordo per la A4 e via, fino ad arrivare là dove la Lù è arrivata più volte e sì purtroppo.
Sono le 16 e qualcosa, si aspetto certo e no, non c'è bisogno che mi dici se tornerai, io aspetto, ma questa volta scendo dall'auto, davanti c'è un bar, ordino un succo Ace, mi portano alla pesca ma va bene lo stesso, mando messaggi alla Gió, le dico dove sono ora e che forse per tornare a casa dovrà arrangiarsi, e sì l'auto è al solito posto semmai quando arrivo ti chiamo e mi vieni a prendere, dai si mangia qualcosa fuori, forse.
Per non tirarla troppo per le lunghe, arrivo a Udine giusto per le 18 e 50, recupero prima la Gió che stacca alle 19 e poi casa per una veloce doccia e dopo si vedrà.
Leggo un po' di racconti, anche quello di Eva, simpatica lei, io non potevo e quindi niente, ma decido di scrivere questa menata, non so quando la leggerete, ma ora vado di là in terrazza, sono pronte le uova strapazzate.
Innamoratevi e poi non fate gli stronzi, la vostra compagna/gno vi ripagherà.
Baci, per sempre vostra, la Lù.
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