Tre finale
di
Y
genere
trio
Il ripieno di un toast.
Ecco come mi sento ora.
Una fetta di prosciutto e una di formaggio tra due
pezzi di pane.
I due pezzi di pane sono X e Z.
X sta sotto, e io lo cavalco cercando coordinare i
miei movimenti con quelli di Z, che invece è
dietro di me, e mi sta sodomizzando con il suo
strap-on.
La procedura per arrivare a questo punto è stata
un po’ complessa, Z ha cosparso il suo strumento,
dopo averlo indossato, con del lubrificante, e
inserirlo nel mio ano è stato più difficile di
quanto lo sia mai stato con X.
Sarà la dimensione.
Anche trovare il ritmo giusto ha avuto necessità
di qualche aggiustamento.
Sento un caldo boia, ma non sono mai stata così
bagnata.
Una volta che Z è riuscita ad entrare le ho
chiesto cosa sentisse, e come risposta ho ricevuto
che il movimento dello strap-on le provocava
comunque piacere, perché allacciato in
corrispondenza con il suo clitoride.
Non so se è la prima volta che fa una cosa del
genere, ma quello che è sicuro è che l’immagine
della ragazza dolce e discreta con i peli della
fica dorati è sparita.
X dal canto suo sta facendo di tutto per
resistere, lo sento, mentre d’imperio gli infilo
una tetta in bocca.
Che sensazione strana. Nella vagina sento il
calore del pene di X, nell’ano la plastica
scivolosa del sex toy.
I movimenti tra me e la bionda ora sono perfetti,
ogni colpo di bacino che do per prendere X, è
seguito da uno di Z nel mio culo.
E’ una coreografia lasciva, un meccanismo
perfetto.
E mi sta portando al primo vero orgasmo simultaneo
della mia vita, solo che l’altro non è X bensì Z.
“Sto venendo” urlo, e con una serie di
penetrazioni profonde e spietate, Z annuncia “pure
io”.
A entrambe non importa di X, la mia vagina si
contrae attorno al suo cazzo mentre Z affonda
tutta dentro di me.
Gemiti, singhiozzi, quasi lacrime.
Credo di aver alzato l’asticella delle mie
esperienze oltre un punto che sarà difficile
eguagliare e, ancor peggio, superare.
Z si accascia su di me, mentre è ancora dentro, e
sento i suoi capezzoli turgidi sulla mia schiena.
Provo anche un po’ di dolore, a dire la verità.
“Z, ti prego, esci. Un po’ brucia”.
Accoglie la mia richiesta scusandosi.
“E tu?” chiedo a X, che ha un’espressione
veramente estasiata.
“Io ancora niente”, risponde gagliardo.
“Poverino” ridacchia Z mentre slaccia lo strap-on.
“Devo premiare questo bravo ragazzo” ghigno pure
io mentre scendo dalla posizione nella quale sono
stata per almeno venti minuti.
Il suo pene è ancora duro come quando abbiamo
cominciato, e lucido dei miei umori.
Rivolgo lo sguardo a Z, che nel mentre si è
sdraiata accanto a X e le chiedo “come vuoi che lo
faccia venire? Dai decidi tu”.
“A te di solito dove piace che schizzi?”
controbatte.
“Sul seno”.
“Oh, quando andavo con i ragazzi piaceva anche a
me. Poi però ho cambiato genere di musica ma…” c’è
un attimo di esitazione “forse oggi un po’ di
revival potrebbe non farmi male”.
“Guarda che lo voglio io lo sperma” le dico
stizzita.
“Stai serena, sarà tutto tuo. Fidati di me e
sdraiati. Tu invece alzati e mettiti a cavalcioni
sulla pancia di Y” comanda a X.
Entrambi ubbidiamo.
“E’ da tanto che non lo faccio” dichiara mentre
afferra il cazzo del mio fidanzato.
Devo ammetterlo, è maldestra. Si capisce che è un
campo nel quale non è più abituata a giocare.
Nonostante questo, sarà per il parossistico stato
di eccitazione nel quale versa X, non ci vuole
tanto a farlo spruzzare la solita e copiosa
quantità di sperma sul mio seno. Anzi, stavolta è
più del solito, perché uno schizzo mi arriva fino
al mento.
Bene, con questo credo che abbiamo finito.
Io non sento più niente, se non bruciore e postumi
del piacere in tutti i miei buchi dall’ombelico in
giù.
X è contento, ha realizzato il suo sogno.
Z pure, sembra che le si sia sbloccato qualcosa.
Le chiederò.
Io invece, mentre spalmo per bene la sborra del
mio fidanzato sul mio ventre e sulle mie tette, ho
paura.
Fatto questo, ad appena 19 anni, cosa potrò provare
per sentire di nuovo emozioni così forti?
Ecco come mi sento ora.
Una fetta di prosciutto e una di formaggio tra due
pezzi di pane.
I due pezzi di pane sono X e Z.
X sta sotto, e io lo cavalco cercando coordinare i
miei movimenti con quelli di Z, che invece è
dietro di me, e mi sta sodomizzando con il suo
strap-on.
La procedura per arrivare a questo punto è stata
un po’ complessa, Z ha cosparso il suo strumento,
dopo averlo indossato, con del lubrificante, e
inserirlo nel mio ano è stato più difficile di
quanto lo sia mai stato con X.
Sarà la dimensione.
Anche trovare il ritmo giusto ha avuto necessità
di qualche aggiustamento.
Sento un caldo boia, ma non sono mai stata così
bagnata.
Una volta che Z è riuscita ad entrare le ho
chiesto cosa sentisse, e come risposta ho ricevuto
che il movimento dello strap-on le provocava
comunque piacere, perché allacciato in
corrispondenza con il suo clitoride.
Non so se è la prima volta che fa una cosa del
genere, ma quello che è sicuro è che l’immagine
della ragazza dolce e discreta con i peli della
fica dorati è sparita.
X dal canto suo sta facendo di tutto per
resistere, lo sento, mentre d’imperio gli infilo
una tetta in bocca.
Che sensazione strana. Nella vagina sento il
calore del pene di X, nell’ano la plastica
scivolosa del sex toy.
I movimenti tra me e la bionda ora sono perfetti,
ogni colpo di bacino che do per prendere X, è
seguito da uno di Z nel mio culo.
E’ una coreografia lasciva, un meccanismo
perfetto.
E mi sta portando al primo vero orgasmo simultaneo
della mia vita, solo che l’altro non è X bensì Z.
“Sto venendo” urlo, e con una serie di
penetrazioni profonde e spietate, Z annuncia “pure
io”.
A entrambe non importa di X, la mia vagina si
contrae attorno al suo cazzo mentre Z affonda
tutta dentro di me.
Gemiti, singhiozzi, quasi lacrime.
Credo di aver alzato l’asticella delle mie
esperienze oltre un punto che sarà difficile
eguagliare e, ancor peggio, superare.
Z si accascia su di me, mentre è ancora dentro, e
sento i suoi capezzoli turgidi sulla mia schiena.
Provo anche un po’ di dolore, a dire la verità.
“Z, ti prego, esci. Un po’ brucia”.
Accoglie la mia richiesta scusandosi.
“E tu?” chiedo a X, che ha un’espressione
veramente estasiata.
“Io ancora niente”, risponde gagliardo.
“Poverino” ridacchia Z mentre slaccia lo strap-on.
“Devo premiare questo bravo ragazzo” ghigno pure
io mentre scendo dalla posizione nella quale sono
stata per almeno venti minuti.
Il suo pene è ancora duro come quando abbiamo
cominciato, e lucido dei miei umori.
Rivolgo lo sguardo a Z, che nel mentre si è
sdraiata accanto a X e le chiedo “come vuoi che lo
faccia venire? Dai decidi tu”.
“A te di solito dove piace che schizzi?”
controbatte.
“Sul seno”.
“Oh, quando andavo con i ragazzi piaceva anche a
me. Poi però ho cambiato genere di musica ma…” c’è
un attimo di esitazione “forse oggi un po’ di
revival potrebbe non farmi male”.
“Guarda che lo voglio io lo sperma” le dico
stizzita.
“Stai serena, sarà tutto tuo. Fidati di me e
sdraiati. Tu invece alzati e mettiti a cavalcioni
sulla pancia di Y” comanda a X.
Entrambi ubbidiamo.
“E’ da tanto che non lo faccio” dichiara mentre
afferra il cazzo del mio fidanzato.
Devo ammetterlo, è maldestra. Si capisce che è un
campo nel quale non è più abituata a giocare.
Nonostante questo, sarà per il parossistico stato
di eccitazione nel quale versa X, non ci vuole
tanto a farlo spruzzare la solita e copiosa
quantità di sperma sul mio seno. Anzi, stavolta è
più del solito, perché uno schizzo mi arriva fino
al mento.
Bene, con questo credo che abbiamo finito.
Io non sento più niente, se non bruciore e postumi
del piacere in tutti i miei buchi dall’ombelico in
giù.
X è contento, ha realizzato il suo sogno.
Z pure, sembra che le si sia sbloccato qualcosa.
Le chiederò.
Io invece, mentre spalmo per bene la sborra del
mio fidanzato sul mio ventre e sulle mie tette, ho
paura.
Fatto questo, ad appena 19 anni, cosa potrò provare
per sentire di nuovo emozioni così forti?
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