Christine, la prof. di Francese -3- (continua)
di
LanA
genere
etero
Un pomeriggio di circa un anno dopo, sono a casa a correggere i compiti in classe, quando sento squillare il telefono.
Sono Anna, la mamma di Francesco”.
Quando sento queste parole per telefono, non posso non pensare a un anno prima quando, dietro ordine del mio padrone, avevo fatto un servizietto orale proprio a Francesco.
Ci si era limitati a quello, e in quel frangente il ragazzo aveva dimostrato una maturità insolita, ma per me rimaneva un momento decisamente borderline della mia vita.
Non sono una moglie infedele e quell’episodio mi ci aveva portato ad esserlo.
Cosa voleva ora questa donna?
Il ragazzo era poi stato promosso a settembre, segno che, al di là di ogni facile battuta, avevo fatto bene il mio lavoro.
“Buongiorno - rispondo - Come sta? E Francesco?”.
“Stiamo tutti bene, grazie. Francesco quest’anno è stato promosso, passerà un’estate più serena.
Le telefono, però, per l’altro mio figlio, Giacomo”.
“Mi dica”.
“Nulla di nuovo, solo che questa volta è stato rimandato lui. Avrei piacere di fargli fare qualche lezione, se lei nel frattempo non ha smesso”.
La tranquillizzo: non ho smesso e ho sicuramente tempo da dedicare a suo figlio.
Ci mettiamo d’accordo per la settimana dopo.
Metto giù il telefono.
Era stato decisamente un rischio quello che era capitato con Francesco.
Lui era stato veramente maturo e non aveva più provato nessun approccio con me, tranne toccarmi le tette una volta.
Gli avevo detto che non era più il caso, ed era finita lì.
Nel frattempo, a distanza di un anno, non ho più il padrone, e questo mi risparmierà il dubbio.
Non gli dirò nulla e non farò nulla.
Semplice.
Giacomo ha un anno in più di Francesco.
È più bello ma è anche più sveglio.
Durante la lezione devo impormi affinché spenga il telefonino e quando finalmente lo fa ha un atteggiamento decisamente insolente.
Dopo un’ora, decido di dargli un ultimo esercizio, poi faremo una pausa.
Gli dico cosa deve fare e sbuffa.
Mi giro per prendere una penna, e gli sento mormorare qualcosa tipo:
”Adesso devo anche prendere ordini da questa qui”.
Mi incazzo e sbatto una mano sul tavolo.
“Giacomo, guarda che tu sei qui perché me l’ha chiesto tua madre, non sono venuta io a cercarti.
E visto che hai due materie da riparare a settembre, ti conviene prendere atto che almeno questa estate dovrai studiare.
CONTINUA ...
Sono Anna, la mamma di Francesco”.
Quando sento queste parole per telefono, non posso non pensare a un anno prima quando, dietro ordine del mio padrone, avevo fatto un servizietto orale proprio a Francesco.
Ci si era limitati a quello, e in quel frangente il ragazzo aveva dimostrato una maturità insolita, ma per me rimaneva un momento decisamente borderline della mia vita.
Non sono una moglie infedele e quell’episodio mi ci aveva portato ad esserlo.
Cosa voleva ora questa donna?
Il ragazzo era poi stato promosso a settembre, segno che, al di là di ogni facile battuta, avevo fatto bene il mio lavoro.
“Buongiorno - rispondo - Come sta? E Francesco?”.
“Stiamo tutti bene, grazie. Francesco quest’anno è stato promosso, passerà un’estate più serena.
Le telefono, però, per l’altro mio figlio, Giacomo”.
“Mi dica”.
“Nulla di nuovo, solo che questa volta è stato rimandato lui. Avrei piacere di fargli fare qualche lezione, se lei nel frattempo non ha smesso”.
La tranquillizzo: non ho smesso e ho sicuramente tempo da dedicare a suo figlio.
Ci mettiamo d’accordo per la settimana dopo.
Metto giù il telefono.
Era stato decisamente un rischio quello che era capitato con Francesco.
Lui era stato veramente maturo e non aveva più provato nessun approccio con me, tranne toccarmi le tette una volta.
Gli avevo detto che non era più il caso, ed era finita lì.
Nel frattempo, a distanza di un anno, non ho più il padrone, e questo mi risparmierà il dubbio.
Non gli dirò nulla e non farò nulla.
Semplice.
Giacomo ha un anno in più di Francesco.
È più bello ma è anche più sveglio.
Durante la lezione devo impormi affinché spenga il telefonino e quando finalmente lo fa ha un atteggiamento decisamente insolente.
Dopo un’ora, decido di dargli un ultimo esercizio, poi faremo una pausa.
Gli dico cosa deve fare e sbuffa.
Mi giro per prendere una penna, e gli sento mormorare qualcosa tipo:
”Adesso devo anche prendere ordini da questa qui”.
Mi incazzo e sbatto una mano sul tavolo.
“Giacomo, guarda che tu sei qui perché me l’ha chiesto tua madre, non sono venuta io a cercarti.
E visto che hai due materie da riparare a settembre, ti conviene prendere atto che almeno questa estate dovrai studiare.
CONTINUA ...
2
voti
voti
valutazione
8.5
8.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Marinella, diario di una novella troia -1- (continua)racconto sucessivo
Giorgio e Luna 3/3
Commenti dei lettori al racconto erotico