Pompini
di
Lucrezia
genere
etero
Assaporarti.
Ecco la parola che cercavo mentre guardavo i tuoi slip tesi dalla carne in piena erezione.
Mi avvicino e ti guardo negli occhi, poi mi accuccio davanti a te e guardo quel ben di Dio che la natura benigna ti ha dato.
Abbasso gli slip non senza difficoltà, è grande, è teso, è duro ed è mio.
Soppeso le palle, liscio l'asta con la mano, lo scappello e tu sussulti, la cappella perfetta e rosea, l'angolo che forma il tuo cazzo in erezione è ben pronunciato, e svetta verso l'alto; mi immagino come sarebbe averlo dentro, sentirlo entrare, immaginare di essere lacerata da un simile attrezzo e sento una contrazione al basso ventre.
Lecco le palle. Un altro sussulto da parte tua, ti piace quindi.
Ne prendo una in bocca, ho l'acquolina come avessi davanti una pietanza ed io affamata non vedo l'ora di assaggiarla; ecco sì ora la sto assaggiando, ho provato a introdurre in bocca tutte e due le tue palle ma non ci sono riuscita, allora le lecco.
Percorro con la lingua lo scroto teso al massimo, il cazzo si muove in modo ritmico, ti piace quindi, fa piccoli scatti, mi diverto e insisto con la lingua.
Ti guardo da laggiù, addominali tesi non un filo di pancia, poco pelo e davanti mi si staglia il profilo del tuo cazzo.
Lo addento, lo mordo, poi passo alla cappella, l'ho lasciata per ultima; la infilo in bocca, gioco con essa passandoci la lingua tutto intorno, sai di buono e lo sapevo già, quando hai abbassato i pantaloni non odoravi di pipì, bene, mi piacciono le persone pulite.
Io invece sono sporca, lo sono nell'animo, lo sono ora che la bava cola dalla bocca affamata, ti irrora l'asta del mio desiderio, sono una porca, una puttana, lo desidero con tutta me stessa.
Ti masturbo con le mani e con la bocca, la tensione del tuo cazzo non diminuisce, è incredibile, ti abbranco le chiappe con le mani, chiappe toste non flosce, è un piacere stringerle, e tirando dalle braccia mi impalo la bocca con il tuo cazzo.
È lungo, sono abituata ma questo è davvero grosso, ho i conati di vomito ma non mollo, poi lo lascio uscire seguito da un'onda di saliva che mi cola lungo il mento, che ci unisce in un filo che va dalla mia bocca vogliosa alla tua cappella.
Ti sego, poi ti imbocco, poi ti sego e ti imbocco ancora e ancora, ti sento cedere, so che stai per venire, sono brava lo so, non per nulla mi chiamano la regina dei pompini.
Sento il tuo urlo roco e soffocato, stai per godere, lo sfilo dalla bocca, voglio vederlo schizzare e lui schizza, altroché se lo fa, mi inonda il volto, mi sporca una ciocca di capelli, ma quanta ne avevi.
Ora si sta afflosciando, lo bacio teneramente tenendolo tra le mani, poi mi rialzo, ti guardo, il mio volto è una maschera di sperma.
Ed ora come mi ripulisco, ti chiedo, ascolta, sarebbero 20€ euro ma per te faccio uno sconto, ma tu me ne lasci 50€ dicendomi che sono troppo brava, sprecata per la strada.
Cazzo, ne avessi di clienti così.
Ecco la parola che cercavo mentre guardavo i tuoi slip tesi dalla carne in piena erezione.
Mi avvicino e ti guardo negli occhi, poi mi accuccio davanti a te e guardo quel ben di Dio che la natura benigna ti ha dato.
Abbasso gli slip non senza difficoltà, è grande, è teso, è duro ed è mio.
Soppeso le palle, liscio l'asta con la mano, lo scappello e tu sussulti, la cappella perfetta e rosea, l'angolo che forma il tuo cazzo in erezione è ben pronunciato, e svetta verso l'alto; mi immagino come sarebbe averlo dentro, sentirlo entrare, immaginare di essere lacerata da un simile attrezzo e sento una contrazione al basso ventre.
Lecco le palle. Un altro sussulto da parte tua, ti piace quindi.
Ne prendo una in bocca, ho l'acquolina come avessi davanti una pietanza ed io affamata non vedo l'ora di assaggiarla; ecco sì ora la sto assaggiando, ho provato a introdurre in bocca tutte e due le tue palle ma non ci sono riuscita, allora le lecco.
Percorro con la lingua lo scroto teso al massimo, il cazzo si muove in modo ritmico, ti piace quindi, fa piccoli scatti, mi diverto e insisto con la lingua.
Ti guardo da laggiù, addominali tesi non un filo di pancia, poco pelo e davanti mi si staglia il profilo del tuo cazzo.
Lo addento, lo mordo, poi passo alla cappella, l'ho lasciata per ultima; la infilo in bocca, gioco con essa passandoci la lingua tutto intorno, sai di buono e lo sapevo già, quando hai abbassato i pantaloni non odoravi di pipì, bene, mi piacciono le persone pulite.
Io invece sono sporca, lo sono nell'animo, lo sono ora che la bava cola dalla bocca affamata, ti irrora l'asta del mio desiderio, sono una porca, una puttana, lo desidero con tutta me stessa.
Ti masturbo con le mani e con la bocca, la tensione del tuo cazzo non diminuisce, è incredibile, ti abbranco le chiappe con le mani, chiappe toste non flosce, è un piacere stringerle, e tirando dalle braccia mi impalo la bocca con il tuo cazzo.
È lungo, sono abituata ma questo è davvero grosso, ho i conati di vomito ma non mollo, poi lo lascio uscire seguito da un'onda di saliva che mi cola lungo il mento, che ci unisce in un filo che va dalla mia bocca vogliosa alla tua cappella.
Ti sego, poi ti imbocco, poi ti sego e ti imbocco ancora e ancora, ti sento cedere, so che stai per venire, sono brava lo so, non per nulla mi chiamano la regina dei pompini.
Sento il tuo urlo roco e soffocato, stai per godere, lo sfilo dalla bocca, voglio vederlo schizzare e lui schizza, altroché se lo fa, mi inonda il volto, mi sporca una ciocca di capelli, ma quanta ne avevi.
Ora si sta afflosciando, lo bacio teneramente tenendolo tra le mani, poi mi rialzo, ti guardo, il mio volto è una maschera di sperma.
Ed ora come mi ripulisco, ti chiedo, ascolta, sarebbero 20€ euro ma per te faccio uno sconto, ma tu me ne lasci 50€ dicendomi che sono troppo brava, sprecata per la strada.
Cazzo, ne avessi di clienti così.
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