Insieme
di
Y
genere
sentimentali
Quanto mi piacciono queste scopate, direi, coniugali.
Prima lui mi lecca per bene, poi glielo prendo in bocca per un po’, infine gli monto sopra e lo cavalco.
“Così vengo”, annuncia W.
“Anche io. Vienimi dentro” aggiungo io.
E godiamo insieme.
Con la vagina ripiena di sperma, mi accoccolo a lui.
“Ho voglia di fare una cosa, K”.
W mi dà un bacio lieve sulle labbra e poi scende di nuovo.
“Ma che fai?”
“Voglio sentire che sapore hai dopo che ti sono venuto dentro”
Questo è amore. Per me è amore.
Dopo qualche lappata, che se avesse continuato forse sarei venuta di nuovo, torna a baciarmi.
“Non ti fa schifo niente, eh?” ridacchio compiaciuta.
“Di te niente”
Dopotutto mi ha infilato la lingua nell’ano, quindi di cosa dovrei stupirmi?
Certo, lo ha fatto anche ad Y (però ancora non ci conoscevamo) ma non mi importa.
“Stavo pensando ad Y” cambio argomento.
“Non l’hai più sentita dopo la spiaggia?”
“Certo che l’ho sentita”
“Ed era turbata?”
W non ha capito niente di Y. Y è una dominatrice. In tutti i sensi. E’ una maniaca del controllo. E’ lei che ha deciso di mettermi un dito nel culo, è lei che ancora prima ha organizzato il nostro threesome, so anche di quello con la sua amica lesbica Z.
Y è disorientata perché si aspettava che X soddisfacesse tutti i suoi pruriti, e invece ha trovato un muro tale che la ha pure lasciata.
“Era triste”
Y è una dominatrice, dicevo, ma è anche molto sensibile. Lei di X è pazza d’amore, ma la bestia sessuale interiore la spinge a voler realizzare qualsiasi cosa le passi per la testa.
“E tu cosa le hai detto?”
“Di cercarlo e parlargli”
Non le ho detto soltanto di cercarlo e parlargli, W.
Non voglio raccontarti tutto, ci sono cose che voglio che restino solo tra me e la mia amica.
Le ho suggerito di smettere per una volta i panni della dominatrix e, magari, vestire quelli della gattina sottomessa.
X ha bisogno di sentirsi maschio, forse.
Ha bisogno di decidere come e dove e quando e perché.
“Ora voglio provare una cosa io” taglio corto mentre scendo verso il suo pene. Pure io voglio assaggiare i nostri due sapori mischiati.
Mentre lo faccio, penso a Y.
Prima lui mi lecca per bene, poi glielo prendo in bocca per un po’, infine gli monto sopra e lo cavalco.
“Così vengo”, annuncia W.
“Anche io. Vienimi dentro” aggiungo io.
E godiamo insieme.
Con la vagina ripiena di sperma, mi accoccolo a lui.
“Ho voglia di fare una cosa, K”.
W mi dà un bacio lieve sulle labbra e poi scende di nuovo.
“Ma che fai?”
“Voglio sentire che sapore hai dopo che ti sono venuto dentro”
Questo è amore. Per me è amore.
Dopo qualche lappata, che se avesse continuato forse sarei venuta di nuovo, torna a baciarmi.
“Non ti fa schifo niente, eh?” ridacchio compiaciuta.
“Di te niente”
Dopotutto mi ha infilato la lingua nell’ano, quindi di cosa dovrei stupirmi?
Certo, lo ha fatto anche ad Y (però ancora non ci conoscevamo) ma non mi importa.
“Stavo pensando ad Y” cambio argomento.
“Non l’hai più sentita dopo la spiaggia?”
“Certo che l’ho sentita”
“Ed era turbata?”
W non ha capito niente di Y. Y è una dominatrice. In tutti i sensi. E’ una maniaca del controllo. E’ lei che ha deciso di mettermi un dito nel culo, è lei che ancora prima ha organizzato il nostro threesome, so anche di quello con la sua amica lesbica Z.
Y è disorientata perché si aspettava che X soddisfacesse tutti i suoi pruriti, e invece ha trovato un muro tale che la ha pure lasciata.
“Era triste”
Y è una dominatrice, dicevo, ma è anche molto sensibile. Lei di X è pazza d’amore, ma la bestia sessuale interiore la spinge a voler realizzare qualsiasi cosa le passi per la testa.
“E tu cosa le hai detto?”
“Di cercarlo e parlargli”
Non le ho detto soltanto di cercarlo e parlargli, W.
Non voglio raccontarti tutto, ci sono cose che voglio che restino solo tra me e la mia amica.
Le ho suggerito di smettere per una volta i panni della dominatrix e, magari, vestire quelli della gattina sottomessa.
X ha bisogno di sentirsi maschio, forse.
Ha bisogno di decidere come e dove e quando e perché.
“Ora voglio provare una cosa io” taglio corto mentre scendo verso il suo pene. Pure io voglio assaggiare i nostri due sapori mischiati.
Mentre lo faccio, penso a Y.
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