Tina, l'amica di mia madre 3°
di
AASD43
genere
prime esperienze
Suonai il campanello di Tina. Come detto nei precedenti racconti, abitavamo sullo stesso pianerottolo e quasi tutti i giorni, dopo pranzo, andavo da lei con mia madre a bere un caffè. Questa volta mia madre non c'era perchè era andata a fare commissioni.
Tina venne ad aprire e subito mi chiese: "Sei solo oggi?" "Come vedi sì. Mia madre è a fare commissioni". "Tornerà tardi, immagino". Mi ripose "Ottimo, così possiamo tranquillamente chiavare". "Magari - le dissi - ma prima vorrei proporti un gioco con le carte" le dissi entrando in casa. "Che gioco é? " - chiese - "Si chiama Strip Poker". E Tina ribadì: "Non lo conosco, di che cosa si tratta?". "E' un poker a 5 carte dove chi perde la mano deve fare una penitenza decisa dall'altro giocatore che consiste nel togliersi un indumento e, quando si resta nudi, si fa l'ultima penitenza decisa e scelta dal vincitore. Hai capito bel figone mio? Ti va di giocare? Annuì. Prima di sederci al tavolo, con la mano le diedi una gran palpata di culo. "Per avere fortuna!" le dissi. Iniziammo a giocare e la prima mano la vinsi io. Le chiesi di togliersi il reggiseno e le sue tette 5a misura apparvero d'incanto. Lei mi mise una mano sul cazzo e mi disse che era contenta che mi piacessero perchè lo sentiva già duro. Continuammo il gioco e vinsi anche la seconda mano. "Togliti le mutande" le ordinai. Si aprì lentamente la vestaglia e fece scivolare a terra gli slip. La terza mano la vinse lei e mi fece togliere i pantaloni. Mi alzai dalla sedia, andai dietro di lei, le appoggiai il cazzo sulla sua schiena e lo sfregai ripetutamente sulle sue scapole. Lei si girò, lo prese in mano, se lo ficcò in bocca e me lo succhiò mentre con la lingua girava tutt'attorno alla cappella. "Sai che sei una gran troia? - le dissi - "Se facessi la puttana saresti la più ricercata della zona". "Non ce ne sono tante di troie abili con i cazzi come sei tu". "Perchè non mi racconti di qualche tua avventura?". Si fece improvvisamente seria e mi rispose: "Ascoltami bene. Se vuoi che le cose rimangano così come sono fra noi, non farmi più domande di questo genere. Non ho nessuna voglia di raccontare a te o a qualcun altro cose del mio passato. Quindi lascia perdere. Insieme stiamo bene, no? Quindi chiaviamo e basta.
Tina venne ad aprire e subito mi chiese: "Sei solo oggi?" "Come vedi sì. Mia madre è a fare commissioni". "Tornerà tardi, immagino". Mi ripose "Ottimo, così possiamo tranquillamente chiavare". "Magari - le dissi - ma prima vorrei proporti un gioco con le carte" le dissi entrando in casa. "Che gioco é? " - chiese - "Si chiama Strip Poker". E Tina ribadì: "Non lo conosco, di che cosa si tratta?". "E' un poker a 5 carte dove chi perde la mano deve fare una penitenza decisa dall'altro giocatore che consiste nel togliersi un indumento e, quando si resta nudi, si fa l'ultima penitenza decisa e scelta dal vincitore. Hai capito bel figone mio? Ti va di giocare? Annuì. Prima di sederci al tavolo, con la mano le diedi una gran palpata di culo. "Per avere fortuna!" le dissi. Iniziammo a giocare e la prima mano la vinsi io. Le chiesi di togliersi il reggiseno e le sue tette 5a misura apparvero d'incanto. Lei mi mise una mano sul cazzo e mi disse che era contenta che mi piacessero perchè lo sentiva già duro. Continuammo il gioco e vinsi anche la seconda mano. "Togliti le mutande" le ordinai. Si aprì lentamente la vestaglia e fece scivolare a terra gli slip. La terza mano la vinse lei e mi fece togliere i pantaloni. Mi alzai dalla sedia, andai dietro di lei, le appoggiai il cazzo sulla sua schiena e lo sfregai ripetutamente sulle sue scapole. Lei si girò, lo prese in mano, se lo ficcò in bocca e me lo succhiò mentre con la lingua girava tutt'attorno alla cappella. "Sai che sei una gran troia? - le dissi - "Se facessi la puttana saresti la più ricercata della zona". "Non ce ne sono tante di troie abili con i cazzi come sei tu". "Perchè non mi racconti di qualche tua avventura?". Si fece improvvisamente seria e mi rispose: "Ascoltami bene. Se vuoi che le cose rimangano così come sono fra noi, non farmi più domande di questo genere. Non ho nessuna voglia di raccontare a te o a qualcun altro cose del mio passato. Quindi lascia perdere. Insieme stiamo bene, no? Quindi chiaviamo e basta.
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