Io e mia madre 5°
di
AASD43
genere
incesti
Stavo conversando con mia madre e le stavo dicendo di quanto mi piacesse chiavarla e fare porcherie con lei e di come per me non esistessero altre donne che mi facevano tirare il cazzo come lei. Ed era vero perchè avevo in mente solo lei e quando la pensavo vedevo chiaramente le sue forme e il cazzo mi diventava subito duro. Le dissi che, vedendola, mi veniva voglia di farmi dei gran segoni quando non riuscivo a chiavarla e lei, sorridendomi, mi toccava l'uccello e mi appoggiava il culo sul cazzo sfregandomelo su e giù. Le dissi anche che, quando era fuori e mi veniva voglia, andavo da Tina e la scopavo, ma non era come quando chiavavo con lei. E un giorno mi venne un'idea.
"Senti, le dissi, vorrei farti delle foto un po' osé, ma non posso portare la pellicola da un fotografo per farla sviluppare e puoi immaginare il perchè". Quindi avrei pensato di usare una vecchia Polaroid che uno zio mi aveva regalato due o tre anni prima e che avevo usato pochissimo.
Mia madre mi rispose che non era una modella e che non sapeva come posare. "Non ti preoccupare - le dissi - ti dirò io cosa devi fare". E il nuovo gioco iniziò. Presi la Polaroid e cominciammo. Feci sedere nia madre su auna sedie e chiesi se avesse le mutande. Mi rispose di no e le chiesi anche se si fosse depilata la figa. Sì mi rispose: stamattina."Perfetto", le risposi. "Adesso divarica le cosce". Inquadrai in primo piano la figa e scattai la prima foto.Poi le dissi di sbottonarsi la camicetta e di toccarsi un seno. E feci un secondo scatto. E poi via via. Uno scatto dopo l'altro con il cazzo che mi tirava sempre di più e mi veniva voglia sempre più di chiavare mia madre che se ne accorse e mi disse: "Ti vuoi fermare un attimo e scoparmi?". "No - le risposi - altrinenti ti chiavo fino a domani!". "La cosa non mi dispiacerebbe" - mi rispose. E io le infilai tre dita nella figa e la lingua in bocca. Poi le accarezzai il culo e le tette e la figa. Si era già bagnata e ansimava: "Dai, dammelo per un po'. Mi hai fatto venire voglia".
"Aspetta dieci minuti che poi ti sfondo la figa, ma in questo momento ho voglia di leccarti il buco del culo e di un pompino fatto bene, come li sai fare tu". Le afferrai la gonna, feci scorrere in giù la cerniera e gliela tolsi. La feci sdraiare a pancia in giù sul divano, le misi due dita nella figa e iniziai a leccarle delicatamente il buco del culo mentre le massaggiavo il clitoride. "Una donna a letto con me deve essere troia, anzi una grandissima troia, altrimenti non mi diverto a chiavarla". Quindi vedi di esserlo perchè per me non lo sei abbastanza"."Hai capito figona mia? Mi devi dire qualche porcata mentre facciamo l'amore" e non "Ma che bel cazzo che hai, ma com'è grosso". E continuavo a leccarle il collo e a farle sentire in bocca la mia lingua. E sborrammo, sborrammo un sacco tutti e due mentre mi diceva che mentre la chiavavo le sarebbe piaciuto avere un altro cazzo in bocca.
"Senti, le dissi, vorrei farti delle foto un po' osé, ma non posso portare la pellicola da un fotografo per farla sviluppare e puoi immaginare il perchè". Quindi avrei pensato di usare una vecchia Polaroid che uno zio mi aveva regalato due o tre anni prima e che avevo usato pochissimo.
Mia madre mi rispose che non era una modella e che non sapeva come posare. "Non ti preoccupare - le dissi - ti dirò io cosa devi fare". E il nuovo gioco iniziò. Presi la Polaroid e cominciammo. Feci sedere nia madre su auna sedie e chiesi se avesse le mutande. Mi rispose di no e le chiesi anche se si fosse depilata la figa. Sì mi rispose: stamattina."Perfetto", le risposi. "Adesso divarica le cosce". Inquadrai in primo piano la figa e scattai la prima foto.Poi le dissi di sbottonarsi la camicetta e di toccarsi un seno. E feci un secondo scatto. E poi via via. Uno scatto dopo l'altro con il cazzo che mi tirava sempre di più e mi veniva voglia sempre più di chiavare mia madre che se ne accorse e mi disse: "Ti vuoi fermare un attimo e scoparmi?". "No - le risposi - altrinenti ti chiavo fino a domani!". "La cosa non mi dispiacerebbe" - mi rispose. E io le infilai tre dita nella figa e la lingua in bocca. Poi le accarezzai il culo e le tette e la figa. Si era già bagnata e ansimava: "Dai, dammelo per un po'. Mi hai fatto venire voglia".
"Aspetta dieci minuti che poi ti sfondo la figa, ma in questo momento ho voglia di leccarti il buco del culo e di un pompino fatto bene, come li sai fare tu". Le afferrai la gonna, feci scorrere in giù la cerniera e gliela tolsi. La feci sdraiare a pancia in giù sul divano, le misi due dita nella figa e iniziai a leccarle delicatamente il buco del culo mentre le massaggiavo il clitoride. "Una donna a letto con me deve essere troia, anzi una grandissima troia, altrimenti non mi diverto a chiavarla". Quindi vedi di esserlo perchè per me non lo sei abbastanza"."Hai capito figona mia? Mi devi dire qualche porcata mentre facciamo l'amore" e non "Ma che bel cazzo che hai, ma com'è grosso". E continuavo a leccarle il collo e a farle sentire in bocca la mia lingua. E sborrammo, sborrammo un sacco tutti e due mentre mi diceva che mentre la chiavavo le sarebbe piaciuto avere un altro cazzo in bocca.
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