Mezz'ora di buco

di
genere
masturbazione

Mezz'ora di buco

Un commento, così, espresso senza enfasi, quasi senza pensarci, senza darci importanza.
La mente vulcanica di Lucrezia supera la sua stessa coscienza e le dita scorrono veloci sulla tastiera precedendo i pensieri, senza immaginarsi le implicazioni erotiche, i doppi sensi che nascono nella mia mente malata.
Le dita di Lucrezia che scorrono veloci... sì, su ben altra tastiera, fosse anche un tasto solo, fosse anche un solo bocciolo, un piccolo mollusco nella barriera corallina!
Mezz'ora di buco.
Quante e quali implicazioni.
Quante e quali interpretazioni.
Tot tantaque vitia.
Mezz'ora da dedicare a un buco? E quale buco?
Ah! l'imbarazzo della scelta.
Già, ma perchè dover sempre scegliere?
Mezz'ora per buco? O 15-15, come in una partita a tennis. E il riferimento a una bionda tennista non è casuale.
Mi torna in mente la dottoressa Yuko Niikura che chiede al dottor Hermann Morr di infilarla in qualunque buco, il primo che avesse trovato libero, in una saga fanta-astro-erotica messa in piedi dal maestro del tortellino. Sì, non ravioli, ma tortellini; la distinzione è fondamentale. La pasta femmina, quella col buco. E da quelle parti giustamente ci tengono. Per non parlare del ripieno di carne.
La mente sfugge, corre troppo veloce, faccio fatica a starle dietro.
E dai, su, Hermann! E che, ce lo scrivi un raccontino su un tortellino, un cappelletto, la pasta avvolta sul dito come facevano le ragazze della bassa, la pasta col buco in mezzo, una pasta fatta per accogliere un ripieno di carne?
Centinaia di dita di donne e di ragazze che si infilano in un buco.
Certo che fare il cibo in casa è un'attività tutta permeata di erotismo!
Giusto per rispetto delle persone meno sensibili non entro nell'analisi psicologica che sottende il mangiare il cibo con le bacchette, le hashi. Cioè maneggiare due attrezzi lunghi e duri, portarsi il cibo alla cavità orale, stringere le labbra sulle appendici cilindriche e lasciarsele scivolare lentamente dalla bocca. E intanto guardare negli occhi la persona che ci sta di fronte.
Ma torniamo a Lucrezia, sorella posseduta da demoni e zombi cazzuti dalle fragili palle di cristallo.
Mezz'ora di buco.
Un buco che ci si impiega mezz'ora ad arrivarci in fondo? A esplorarlo in ogni suo anfratto?
Una voragine, una grotta, una cavità ipogea!
O uno di quei buchi nello spazio-tempo? Fisica relativistica. Il tempo forse non esiste o può fermarsi e magari scorrere al contrario, confondersi con lo spazio.
Mezzo metro di buco?
No, dai, non esageriamo.
Molto meglio pensare di avere mezz'ora di tempo e un buco da riempire.
Messaggio del preside per coprire le assenze del personale docente al liceo: chiunque avesse un buco è pregato di metterlo a disposizione del preside.
E allora sì, Lucrezia, dedichiamoci mezz'ora e pensiamo a come potremmo riempire quel buco.
di
scritto il
2021-12-14
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