Giochi di donna
di
Handrea
genere
tradimenti
Non ho mai conosciuto una donna come lei!
E sì che di donne perbene e, al tempo stesso, attratte dal sesso sfrenato ricercato sia virtualmente che realmente ne ho trovate tante.
Ma come lei no, non mi era mai capitato d'incontrarne.
Ci siamo conosciuti per posta elettronica: buffo no? In un mare di chat mi è comparsa un giorno lei con un semplice messaggino di posta elettronica.
Elogiava un mio racconto erotico che le era particolarmente piaciuto.
Non pensavo fosse una tipa da "impegno": parlavamo scherzando delle nostre vite e delle nostre esperienze sessuali. Le mie tante, le sue ridotte all'osso.
Passammo a scriverci su un sito più performante, laddove potevamo anche mandarci foto.
Mi apparve bellina, non molto appariscente, più un tipino tranquillo, ma molto simpatica: così la vedevo. E anche allegra e scherzosa. Una biondina dal capello medio-corto, una bella bocca e un nasino impertinente. E occhi che ridevano...
Fu un caso che mi portò a scoprire il suo lato sessuale sfrenato, peraltro accennato quando mi parlava, con ampie descrizioni, delle sue scopate col marito. E delle attenzioni che le riservava un amico del marito senza, per questo, spingersi a fondo.
Un giorno, mentre ci scrivevamo, le chiesi di mostrami il suo corpo, per vedere se effettivamente era la tipa normale che si descriveva.
Non andammo molto oltre il lecito: mi mostrò due tette da terza misura coperte da un reggiseno, un culetto tondo tondo fasciato da jeans e due gambe lunghe e molto belle, tipiche delle grandi camminatrici. Per quel giorno dovetti accontentarmi.
Nei giorni successivi provai a stimolarla, stuzzicandola e facendola fantasticare un po', anche se asseriva di essere un tipo di moglie fedele e madre esemplare che non fa altro se non un innocente svago in chat.
Passò un mese di tranquillissime chiacchiere. Poi decisi che eravamo arrivati al punto critico: o si dava una svolta al nostro rapporto virtuale oppure l'avrei salutata educatamente.
Quel giorno la stuzzicai più del solito, facendole descrivere il pompino fantastico che aveva fatto al marito e di come, dopo, aveva leccato per bene ripulendo il suo membro fino all'ultima goccia. Le dissi che ero eccitato dalla descrizione e che, se voleva, potevo far vedere lo stato in cui mi aveva fatto precipitare.
Percepii un curiosità morbosa nella sua risposta evasiva e, pertanto, senza pensarci, le mandai la foto del mio cazzo turgido.
All'inizio sembrò scherzarci su, ma sapevo di aver aperto una piccola breccia nella sua corazza di donna assennata. Per cui insistetti con le foto mie e le mandai un servizio a 360° del mio "pacco", palle incluse. E richiesi una sua foto.
Dopo alcuni secondi mi arrivò una foto in cui un seno pallido con una bella punta rosata faceva capolino dalla coppetta del reggiseno.
La incalzai dicendole che poteva far di più e fui premiato dalla vista di due seni di medie dimensioni adagiati su di un corpo bianchissimo.
Continuai nelle richieste e, con qualche fatica, riuscii a farle abbassare alle ginocchia i pantaloni, ammirando il suo slip scuro.
Per quel giorno tutto finì lì.
La volta seguente mi sorbii la ramanzina della donna per bene che quelle cose non le fa. La mia risposta fu spiazzante per lei: le chiesi di spogliarsi completamente.
Nicchiò un po’, si fece pregare ma, alla fine, fui accontentato.
Ammirai così un corpo magro con il seno in rilievo, due glutei perfettamente tondi dallo spacco profondo e un pube ricoperto da un folto pelo castano. Un grande cespuglio di delizie in un periodo in cui le donne amano depilarsi quasi totalmente. Un boschetto intricato che si allargava nella sua classica forma triangolare come nelle foto delle prono dive degli anni '70.
Mi complimentai con lei. Lei mi dette del "curioso" e del "comandino". Ma poi, alla mia richiesta successiva, ubbidì senza far problemi.
"Spalanca le gambe, fammi vedere le tue labbra intime.....", le chiesi con frenesia. Fui accontentato.
Mi apparve così una fica chiusa incorniciata da grandi labbra carnose, con i peli che la bordavano prima di esplodere alla sua sommità.
Insistetti nelle richieste, anche se lei mi diceva che non voleva spingersi oltre.
Le feci allargare le labbra della fica con le mani e le chiesi di penetrarsi. Aveva dita lunghe e affusolate, vedevo come penetravano in profondità. Le chiesi di inserire due dita, poi tre e mostramelo. Dalle immagini mosse che mi arrivavano percepivo la sua eccitazione che non le permetteva di tenere la mano ferma durante lo scatto.
Era bagnata all'inverosimile. Glielo chiedevo in continuazione dopo ogni scatto che faceva e lei mi dava conferma. Mi mandò anche la foto del suo indice e del medio della mano destra ricoperti dei suoi umori vaginali.
Le feci mandare la foto mentre si succhiava le dita, nonostante mi dicesse che si vergognava a farlo.
Poi ci lasciammo.
Quel giorno stesso corsi in bagno in preda all'eccitazione per quel che avevo visto e mi segai come un pazzo riprendendomi col cellulare. Poi glielo mandai alla casella di posta elettronica.
Il giorno dopo la cercai appena fui libero e senza la compagnia di mia moglie.
Aveva visto il video e sembrava confusa. Mi disse che ci eravamo spinti oltre e che non voleva fare del sesso virtuale.
Per tutta risposta le dissi come mi eccitava pensare di abbassarle le mutandine e le chiesi di farlo per me.
Lo fece senza un attimo di esitazione.
Quella mattina ci mandammo forse un centinaio di foto. La guidavo come un fotografo esperto, facendole assumere le pose più sconce ed eccitabili possibili. E lei mi ubbidiva immediatamente.
Mi diceva che era bagnata, che non ce la faceva più, che voleva darsi sollievo con le dita ma la costringevo a scattare foto e a parlarmi, impedendole di toccarsi per raggiungere l'orgasmo.
Mi dette del crudele, del bastardo, del porco. Ma continuava a mandarmi foto intime, sempre più esplicite.
Impossibile ricordarmele tutte, ma quelle che rammento erano di lei alla pecorina inginocchiata a terra su mia richiesta, mentre si scattava foto col cellulare da dietro mostrandomi i suoi due buchini in primo piano. E poi i suoi capezzoli allungati dalle dita. O ancora, il suo masturbarsi in profondità da sopra gli slip, trascinandoli nella foga all'interno del sesso e mostrandomi, alla fine, lo slip interamente bagnato nella parte che aveva inserito.
Le chiesi di masturbarsi, alla fine, ma con la condizione di farsi un video e mandarmelo per posta.
Mi disse di no. Ma sapevo che l'avrebbe fatto.
Quel pomeriggio, infatti, mi arrivò un video in cui lei, seduta a gambe aperte su una sedia di fronte allo specchio, si masturbava con furia mentre il sonoro mi restituiva i suoi gemiti forti. Venne arcuandosi e per un piccolo attimo apparve la sua faccina stravolta con i biondi capelli sparati in tutte le direzioni. Il video finiva con la scena delle dita che uscivano da una fica che rimaneva oscenamente aperta nell'ultimo fotogramma, mostrandomi l'interno del suo canale vaginale.
Il giorno dopo silenzio. Poi arrivarono le sue mail nelle quali mi diceva che era stata male, che era una pazza, che non poteva aver fatto quel che aveva fatto. Che si vergognava a guardare in faccia il marito, i figli.... In pratica, aveva gli atteggiamenti di una classica donna sposata in piena crisi da post-scopata adulterina!
Faticai non poco a risentirla. Quando ci ritrovammo in chat mi chiese di non farle più fare certe cose. Non le promisi nulla, ma le chiesi com'era vestita. Di lì a poco era nuovamente nuda ed eccitata, distesa sul letto, a mostrami tutto di sé. Quel giorno riuscii anche a farle fare dei primi piani stupendi del suo corpo, specialmente del buchetto del culo che per lei mostrarlo rappresentava il massimo della trasgressione.
Dopo un paio di giorni la ritrovai in vacanza sui monti, in uno chalet alpino piccolissimo. Non poteva stare molto a chattare perché il marito e i figli stavano per rientrare nel monolocale. Tirammo finché potemmo, poi mi avvisò che li vedeva arrivare. Le chiesi se poteva andare in bagno per stare un altro po' insieme.
"Asp..." digitò in chat.
Dopo cinque minuti ricomparve la sua presenza: aveva detto che andava in bagno e poteva stare un po' con me.
Il sapere che al di là della porta di legno del bagno c'era suo marito scatenò la mia fantasia e la tempestai di richieste.
Inizialmente cercò di rintuzzarle, poi cominciò a eccitarsi anche lei.
La tenni più di mezzora e la costrinsi a denudarsi totalmente, a toccarsi sdraiata per terra, a confessarmi di come avrebbe voluto scopare con me in quel momento, di come stesse tradendo il marito con me in quei folli istanti. Le mandai foto del cazzo duro e scappellato. Lei mi descrisse come me l'avrebbe succhiato.
Volevo un suo video, ma non poteva farlo. La costrinsi a scoparsi con le dita e a raccontarmelo, mentre io mi segavo contemporaneamente a lei, sordo alle sue richieste di smetterla, che doveva tornare di là, che aveva da cucinare!
Col marito a pochi metri da lei, il saperla contorcersi per terra mentre le sue dita entravano e uscivano follemente, l'altra mano a scattare foto per poi correre alla bocca nel momento dell'orgasmo finale per evitare che i gemiti varcassero quella soglia, mi portò al parossismo in pochi minuti e venni anch'io, zampillando ovunque. Una sborrata incredibilmente abbondante, come non mi capitava da molto tempo!
Il giorno dopo mi arrivò una mail: era incazzata nera!
Non voleva più saperne di me: per un pelo non l'avevo fatta scoprire dal marito insospettito dal troppo tempo in bagno e preoccupato che non si sentisse bene dai mugolii che ogni tanto percepiva. E cosa s'era inventata per rassicurarlo in modo che non le prendesse il cellulare dove c'erano ancora, in bella mostra, decine di foto sue in pose da troia! Sì, si sentiva una puttana, una troia pronta a soddisfare le voglie altrui tralasciando i suoi doveri, i suoi principi, il suo credo di donna, di moglie, di madre.
Era scossa e provata. Sapeva di non essere forte, di cedere subito alle mie voglie, ma non voleva essere un burattino dei mie giochi erotici.
Capii che voleva partecipare e non solo subire, ma solo quando le andava a genio, non oltre.
Per rabbonirla dovetti prometterle mari e monti. Ma alla fine ci riuscii.
Al ritorno dalla mini vacanza riprendemmo a chattare. Una volta chiariti, ormai era lei che, stuzzicandomi anche con una sola parolina, prendeva l'iniziativa.
Le chiesi di farmi un altro video. Lo fece.
Mi eccitai a vederla riprese mentre, in piedi, si toccava in bagno, e lanciava i suoi urli di piacere a seconda dei movimenti delle sue dita lunghissime che, come zampette di ragno, arpeggiavano col e dentro il suo sesso. E rimasi colpito dei suoi orgasmi profondi, sofferti, annunciati da tremori convulsi e terminanti in contrazioni spasmodiche del suo sesso.
Le restituivo il piacere, mandandole video in cui, in piedi o seduto, anch'io mi davo da fare pensandola.
Il mio cazzo le piaceva. Da gentildonna, non faceva paragoni col cazzo del marito, ma le mie dimensioni la colpivano favorevolmente, facendole immediatamente venire la voglia, appena lo vedeva, di succhiarmelo. Le piaceva particolarmente la grossa e lunga cappella, percepibile anche a riposo e quando non era scappellata.
Riuscii a strapparle tante confessioni:
"Sì, se fossimo vicini mi farei scopare da te...."
"Mi farei fare tutto da te...."
"Adesso sarei pronta a piegarmi a ogni tuo volere...."
"Che voglia di te...."
"Te lo ingoierei come ho fatto ieri con mio marito!"
"Sì... sono bagnata, tanto.... Sul serio...."
"Sono la tua porcella....!"
"Basta! Smettila: sono bagnatissima.... È da appena sono entrata in chat che lo sono!"
"Sai, ti ho pensato mentre facevo un servizietto a mio marito con la bocca sotto la doccia."
La facilità con cui si eccitava con me mi lascia interdetto: probabilmente, se fossimo vissuti vicini me la sarei scopata ogni volta che avessi voluto, anche in situazioni estreme.
La riprova era che ogni volta che ci sentivamo, finivamo entrambi con le mani nelle mutande. E per lei anche in casa di amici: bastava che le chiedessi se c'era un bagno e lei ci andava. E mi dimostrava sempre come la qualcosa la eccitasse!
L'ultimo video che mi mandò era da Premio Oscar!
La ritraeva interamente nuda inginocchiata a gambe aperte, il cellulare posizionato sul pavimento, una mano a sorreggersi alla parete del bagno e l'altra a scavarsi la fica inserendo due dita e toccandosi intorno appena le stesse uscivano nel movimento del" va-e-vieni", il buchetto del culo che si spalancava sollecitato dai suoi stessi movimenti nella sua nicchia scura all'interno dei glutei. I suoi gemiti risuonavano negli auricolari della cuffia che avevo alle orecchie per evitare che si diffondessero i suoi forti gemiti lanciati mentre faceva ondeggiare tutta se stesse rincorrendo le dita. E durante i suoi movimenti ecco apparire, al di là del ciuffetto biondo-castano dei peli, sempre inquadrati dal basso due seni oscillanti, gonfi, dai grossi capezzoli eretti, e poi il viso, quel viso adorabile della mia amante di chat con l'espressione rapita di chi sta godendo, col ciuffo biondo scarmigliato che le ricadeva sugli occhi mentre le sue dita, scavandola a fondo, strappavano le ultime gocce di piacere al suo corpo pieno di donna. Poi, dopo un ultimo rantolo, il suo culo si richiudeva mentre, lentamente, si alzava ricomponendosi e spegnendo la
ripresa video dell'applicazione sul suo cellulare. Ma la fica no: rimaneva aperta mentre le sue dita, uscendo dalla vagina, indugiavano roteando leggermente sul clitoride, tirando in su il sesso che, come una piccola bocca spalancata in un urlo senza suono, occupa per intero l'ultimo fotogramma!
Come mi sarebbe piaciuto affondarci il viso in quella fica rossa così invitante e ancora rorida di piacere, sentendo sotto la lingua il suo miele di donna in calore!
Lo guardai innumerevoli volte prima di cancellarlo, tanto da memorizzare ogni singolo fotogramma, ogni singolo suono.
Ma non mi bastava ancora: volevo altro da lei.
E lo voglio anche adesso mentre mi sta scrivendo, proprio in questo momento, e io le chiedo:
"Dimmi una cosa che ti piace del nostro rapporto."
E lei mi risponde:
"Con te condivido le mie fantasie erotiche."
Tra un po' gliene chiederò altre alla mia grande amica, alla mia splendida amante, alla mia incredibile complice che, per pochi minuti, riesce a essere con me quello che ogni donna, sia single che sposata, sa di essere nel proprio intimo: una grande, impagabile, insaziabile troia.
E sì che di donne perbene e, al tempo stesso, attratte dal sesso sfrenato ricercato sia virtualmente che realmente ne ho trovate tante.
Ma come lei no, non mi era mai capitato d'incontrarne.
Ci siamo conosciuti per posta elettronica: buffo no? In un mare di chat mi è comparsa un giorno lei con un semplice messaggino di posta elettronica.
Elogiava un mio racconto erotico che le era particolarmente piaciuto.
Non pensavo fosse una tipa da "impegno": parlavamo scherzando delle nostre vite e delle nostre esperienze sessuali. Le mie tante, le sue ridotte all'osso.
Passammo a scriverci su un sito più performante, laddove potevamo anche mandarci foto.
Mi apparve bellina, non molto appariscente, più un tipino tranquillo, ma molto simpatica: così la vedevo. E anche allegra e scherzosa. Una biondina dal capello medio-corto, una bella bocca e un nasino impertinente. E occhi che ridevano...
Fu un caso che mi portò a scoprire il suo lato sessuale sfrenato, peraltro accennato quando mi parlava, con ampie descrizioni, delle sue scopate col marito. E delle attenzioni che le riservava un amico del marito senza, per questo, spingersi a fondo.
Un giorno, mentre ci scrivevamo, le chiesi di mostrami il suo corpo, per vedere se effettivamente era la tipa normale che si descriveva.
Non andammo molto oltre il lecito: mi mostrò due tette da terza misura coperte da un reggiseno, un culetto tondo tondo fasciato da jeans e due gambe lunghe e molto belle, tipiche delle grandi camminatrici. Per quel giorno dovetti accontentarmi.
Nei giorni successivi provai a stimolarla, stuzzicandola e facendola fantasticare un po', anche se asseriva di essere un tipo di moglie fedele e madre esemplare che non fa altro se non un innocente svago in chat.
Passò un mese di tranquillissime chiacchiere. Poi decisi che eravamo arrivati al punto critico: o si dava una svolta al nostro rapporto virtuale oppure l'avrei salutata educatamente.
Quel giorno la stuzzicai più del solito, facendole descrivere il pompino fantastico che aveva fatto al marito e di come, dopo, aveva leccato per bene ripulendo il suo membro fino all'ultima goccia. Le dissi che ero eccitato dalla descrizione e che, se voleva, potevo far vedere lo stato in cui mi aveva fatto precipitare.
Percepii un curiosità morbosa nella sua risposta evasiva e, pertanto, senza pensarci, le mandai la foto del mio cazzo turgido.
All'inizio sembrò scherzarci su, ma sapevo di aver aperto una piccola breccia nella sua corazza di donna assennata. Per cui insistetti con le foto mie e le mandai un servizio a 360° del mio "pacco", palle incluse. E richiesi una sua foto.
Dopo alcuni secondi mi arrivò una foto in cui un seno pallido con una bella punta rosata faceva capolino dalla coppetta del reggiseno.
La incalzai dicendole che poteva far di più e fui premiato dalla vista di due seni di medie dimensioni adagiati su di un corpo bianchissimo.
Continuai nelle richieste e, con qualche fatica, riuscii a farle abbassare alle ginocchia i pantaloni, ammirando il suo slip scuro.
Per quel giorno tutto finì lì.
La volta seguente mi sorbii la ramanzina della donna per bene che quelle cose non le fa. La mia risposta fu spiazzante per lei: le chiesi di spogliarsi completamente.
Nicchiò un po’, si fece pregare ma, alla fine, fui accontentato.
Ammirai così un corpo magro con il seno in rilievo, due glutei perfettamente tondi dallo spacco profondo e un pube ricoperto da un folto pelo castano. Un grande cespuglio di delizie in un periodo in cui le donne amano depilarsi quasi totalmente. Un boschetto intricato che si allargava nella sua classica forma triangolare come nelle foto delle prono dive degli anni '70.
Mi complimentai con lei. Lei mi dette del "curioso" e del "comandino". Ma poi, alla mia richiesta successiva, ubbidì senza far problemi.
"Spalanca le gambe, fammi vedere le tue labbra intime.....", le chiesi con frenesia. Fui accontentato.
Mi apparve così una fica chiusa incorniciata da grandi labbra carnose, con i peli che la bordavano prima di esplodere alla sua sommità.
Insistetti nelle richieste, anche se lei mi diceva che non voleva spingersi oltre.
Le feci allargare le labbra della fica con le mani e le chiesi di penetrarsi. Aveva dita lunghe e affusolate, vedevo come penetravano in profondità. Le chiesi di inserire due dita, poi tre e mostramelo. Dalle immagini mosse che mi arrivavano percepivo la sua eccitazione che non le permetteva di tenere la mano ferma durante lo scatto.
Era bagnata all'inverosimile. Glielo chiedevo in continuazione dopo ogni scatto che faceva e lei mi dava conferma. Mi mandò anche la foto del suo indice e del medio della mano destra ricoperti dei suoi umori vaginali.
Le feci mandare la foto mentre si succhiava le dita, nonostante mi dicesse che si vergognava a farlo.
Poi ci lasciammo.
Quel giorno stesso corsi in bagno in preda all'eccitazione per quel che avevo visto e mi segai come un pazzo riprendendomi col cellulare. Poi glielo mandai alla casella di posta elettronica.
Il giorno dopo la cercai appena fui libero e senza la compagnia di mia moglie.
Aveva visto il video e sembrava confusa. Mi disse che ci eravamo spinti oltre e che non voleva fare del sesso virtuale.
Per tutta risposta le dissi come mi eccitava pensare di abbassarle le mutandine e le chiesi di farlo per me.
Lo fece senza un attimo di esitazione.
Quella mattina ci mandammo forse un centinaio di foto. La guidavo come un fotografo esperto, facendole assumere le pose più sconce ed eccitabili possibili. E lei mi ubbidiva immediatamente.
Mi diceva che era bagnata, che non ce la faceva più, che voleva darsi sollievo con le dita ma la costringevo a scattare foto e a parlarmi, impedendole di toccarsi per raggiungere l'orgasmo.
Mi dette del crudele, del bastardo, del porco. Ma continuava a mandarmi foto intime, sempre più esplicite.
Impossibile ricordarmele tutte, ma quelle che rammento erano di lei alla pecorina inginocchiata a terra su mia richiesta, mentre si scattava foto col cellulare da dietro mostrandomi i suoi due buchini in primo piano. E poi i suoi capezzoli allungati dalle dita. O ancora, il suo masturbarsi in profondità da sopra gli slip, trascinandoli nella foga all'interno del sesso e mostrandomi, alla fine, lo slip interamente bagnato nella parte che aveva inserito.
Le chiesi di masturbarsi, alla fine, ma con la condizione di farsi un video e mandarmelo per posta.
Mi disse di no. Ma sapevo che l'avrebbe fatto.
Quel pomeriggio, infatti, mi arrivò un video in cui lei, seduta a gambe aperte su una sedia di fronte allo specchio, si masturbava con furia mentre il sonoro mi restituiva i suoi gemiti forti. Venne arcuandosi e per un piccolo attimo apparve la sua faccina stravolta con i biondi capelli sparati in tutte le direzioni. Il video finiva con la scena delle dita che uscivano da una fica che rimaneva oscenamente aperta nell'ultimo fotogramma, mostrandomi l'interno del suo canale vaginale.
Il giorno dopo silenzio. Poi arrivarono le sue mail nelle quali mi diceva che era stata male, che era una pazza, che non poteva aver fatto quel che aveva fatto. Che si vergognava a guardare in faccia il marito, i figli.... In pratica, aveva gli atteggiamenti di una classica donna sposata in piena crisi da post-scopata adulterina!
Faticai non poco a risentirla. Quando ci ritrovammo in chat mi chiese di non farle più fare certe cose. Non le promisi nulla, ma le chiesi com'era vestita. Di lì a poco era nuovamente nuda ed eccitata, distesa sul letto, a mostrami tutto di sé. Quel giorno riuscii anche a farle fare dei primi piani stupendi del suo corpo, specialmente del buchetto del culo che per lei mostrarlo rappresentava il massimo della trasgressione.
Dopo un paio di giorni la ritrovai in vacanza sui monti, in uno chalet alpino piccolissimo. Non poteva stare molto a chattare perché il marito e i figli stavano per rientrare nel monolocale. Tirammo finché potemmo, poi mi avvisò che li vedeva arrivare. Le chiesi se poteva andare in bagno per stare un altro po' insieme.
"Asp..." digitò in chat.
Dopo cinque minuti ricomparve la sua presenza: aveva detto che andava in bagno e poteva stare un po' con me.
Il sapere che al di là della porta di legno del bagno c'era suo marito scatenò la mia fantasia e la tempestai di richieste.
Inizialmente cercò di rintuzzarle, poi cominciò a eccitarsi anche lei.
La tenni più di mezzora e la costrinsi a denudarsi totalmente, a toccarsi sdraiata per terra, a confessarmi di come avrebbe voluto scopare con me in quel momento, di come stesse tradendo il marito con me in quei folli istanti. Le mandai foto del cazzo duro e scappellato. Lei mi descrisse come me l'avrebbe succhiato.
Volevo un suo video, ma non poteva farlo. La costrinsi a scoparsi con le dita e a raccontarmelo, mentre io mi segavo contemporaneamente a lei, sordo alle sue richieste di smetterla, che doveva tornare di là, che aveva da cucinare!
Col marito a pochi metri da lei, il saperla contorcersi per terra mentre le sue dita entravano e uscivano follemente, l'altra mano a scattare foto per poi correre alla bocca nel momento dell'orgasmo finale per evitare che i gemiti varcassero quella soglia, mi portò al parossismo in pochi minuti e venni anch'io, zampillando ovunque. Una sborrata incredibilmente abbondante, come non mi capitava da molto tempo!
Il giorno dopo mi arrivò una mail: era incazzata nera!
Non voleva più saperne di me: per un pelo non l'avevo fatta scoprire dal marito insospettito dal troppo tempo in bagno e preoccupato che non si sentisse bene dai mugolii che ogni tanto percepiva. E cosa s'era inventata per rassicurarlo in modo che non le prendesse il cellulare dove c'erano ancora, in bella mostra, decine di foto sue in pose da troia! Sì, si sentiva una puttana, una troia pronta a soddisfare le voglie altrui tralasciando i suoi doveri, i suoi principi, il suo credo di donna, di moglie, di madre.
Era scossa e provata. Sapeva di non essere forte, di cedere subito alle mie voglie, ma non voleva essere un burattino dei mie giochi erotici.
Capii che voleva partecipare e non solo subire, ma solo quando le andava a genio, non oltre.
Per rabbonirla dovetti prometterle mari e monti. Ma alla fine ci riuscii.
Al ritorno dalla mini vacanza riprendemmo a chattare. Una volta chiariti, ormai era lei che, stuzzicandomi anche con una sola parolina, prendeva l'iniziativa.
Le chiesi di farmi un altro video. Lo fece.
Mi eccitai a vederla riprese mentre, in piedi, si toccava in bagno, e lanciava i suoi urli di piacere a seconda dei movimenti delle sue dita lunghissime che, come zampette di ragno, arpeggiavano col e dentro il suo sesso. E rimasi colpito dei suoi orgasmi profondi, sofferti, annunciati da tremori convulsi e terminanti in contrazioni spasmodiche del suo sesso.
Le restituivo il piacere, mandandole video in cui, in piedi o seduto, anch'io mi davo da fare pensandola.
Il mio cazzo le piaceva. Da gentildonna, non faceva paragoni col cazzo del marito, ma le mie dimensioni la colpivano favorevolmente, facendole immediatamente venire la voglia, appena lo vedeva, di succhiarmelo. Le piaceva particolarmente la grossa e lunga cappella, percepibile anche a riposo e quando non era scappellata.
Riuscii a strapparle tante confessioni:
"Sì, se fossimo vicini mi farei scopare da te...."
"Mi farei fare tutto da te...."
"Adesso sarei pronta a piegarmi a ogni tuo volere...."
"Che voglia di te...."
"Te lo ingoierei come ho fatto ieri con mio marito!"
"Sì... sono bagnata, tanto.... Sul serio...."
"Sono la tua porcella....!"
"Basta! Smettila: sono bagnatissima.... È da appena sono entrata in chat che lo sono!"
"Sai, ti ho pensato mentre facevo un servizietto a mio marito con la bocca sotto la doccia."
La facilità con cui si eccitava con me mi lascia interdetto: probabilmente, se fossimo vissuti vicini me la sarei scopata ogni volta che avessi voluto, anche in situazioni estreme.
La riprova era che ogni volta che ci sentivamo, finivamo entrambi con le mani nelle mutande. E per lei anche in casa di amici: bastava che le chiedessi se c'era un bagno e lei ci andava. E mi dimostrava sempre come la qualcosa la eccitasse!
L'ultimo video che mi mandò era da Premio Oscar!
La ritraeva interamente nuda inginocchiata a gambe aperte, il cellulare posizionato sul pavimento, una mano a sorreggersi alla parete del bagno e l'altra a scavarsi la fica inserendo due dita e toccandosi intorno appena le stesse uscivano nel movimento del" va-e-vieni", il buchetto del culo che si spalancava sollecitato dai suoi stessi movimenti nella sua nicchia scura all'interno dei glutei. I suoi gemiti risuonavano negli auricolari della cuffia che avevo alle orecchie per evitare che si diffondessero i suoi forti gemiti lanciati mentre faceva ondeggiare tutta se stesse rincorrendo le dita. E durante i suoi movimenti ecco apparire, al di là del ciuffetto biondo-castano dei peli, sempre inquadrati dal basso due seni oscillanti, gonfi, dai grossi capezzoli eretti, e poi il viso, quel viso adorabile della mia amante di chat con l'espressione rapita di chi sta godendo, col ciuffo biondo scarmigliato che le ricadeva sugli occhi mentre le sue dita, scavandola a fondo, strappavano le ultime gocce di piacere al suo corpo pieno di donna. Poi, dopo un ultimo rantolo, il suo culo si richiudeva mentre, lentamente, si alzava ricomponendosi e spegnendo la
ripresa video dell'applicazione sul suo cellulare. Ma la fica no: rimaneva aperta mentre le sue dita, uscendo dalla vagina, indugiavano roteando leggermente sul clitoride, tirando in su il sesso che, come una piccola bocca spalancata in un urlo senza suono, occupa per intero l'ultimo fotogramma!
Come mi sarebbe piaciuto affondarci il viso in quella fica rossa così invitante e ancora rorida di piacere, sentendo sotto la lingua il suo miele di donna in calore!
Lo guardai innumerevoli volte prima di cancellarlo, tanto da memorizzare ogni singolo fotogramma, ogni singolo suono.
Ma non mi bastava ancora: volevo altro da lei.
E lo voglio anche adesso mentre mi sta scrivendo, proprio in questo momento, e io le chiedo:
"Dimmi una cosa che ti piace del nostro rapporto."
E lei mi risponde:
"Con te condivido le mie fantasie erotiche."
Tra un po' gliene chiederò altre alla mia grande amica, alla mia splendida amante, alla mia incredibile complice che, per pochi minuti, riesce a essere con me quello che ogni donna, sia single che sposata, sa di essere nel proprio intimo: una grande, impagabile, insaziabile troia.
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