Un sofferto tradimento 2 – Il racconto di Cinzia (finale)

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tradimenti

Ci sono ricascata!
Mi ero ripromessa che non avrei più accettato gli inviti di Andrea, ma non ci sono riuscita.... è riuscito a prendermi nuovamente, a coinvolgermi con pazienza, facendomi sorridere spesso per le sue profferte, irretendo i miei pensieri, facendo leva sulla mia vanità di donna felice di essere corteggiata da un uomo, riconquistandomi con discorsi da innamorato cui opponevo, sempre, un allegro scetticismo.
Fino a quando non mi ha dimostrato veramente quanto ci tiene a me!
Sapevo che un'altra collega gli ronzava attorno, e la cosa mi dava un po' fastidio anche se, da un altro punto di vista, mi sollevava alquanto dalla decisione da prendere di rivederlo o meno. Pensavo "ecco, ne ha un'altra! E questa è single, si sicuro più facile di me da convincere. Ora mi lascerà in pace....!" Poi però, mi fu confidato da un'amica comune come Andrea l'avesse snobbata, eclissandosi con gentilezza asserendo che "il suo cuore era già stato prenotato".
Gli mandai una mail facendogli i complimenti per la sua "nuova fiamma": sapevo che avrebbe abboccato e mi aspettavo la sua reazione indignata. Invece mi lasciò di stucco rispondendomi freddamente e dicendomi quanto non avessi capito un bel niente di lui se ritenessi che fosse in grado di mettermi da parte per la prima "sciacquetta" che gli faceva gli occhi dolci!
Fui io la prima a voler riprendere i contatti epistolari con lui mandando il giorno dopo, con una scusa, una mail di circostanza. Riprendemmo a sentirci quotidianamente, con lui sempre galante senza essere ossessivo, io mantenendomi sulle mie anche se, a volte, mi aprivo a confessioni improvvise. Mi fece ridere e commuovere al tempo stesso sapere come fosse felice a vedere l'avviso di ricezione della mia mail quando gli scrivevo, tanto da indurmi a chiedermi se non mi stessi innamorando di quest'uomo così complicato.
Un giorno andai al suo ufficio e, poiché eravamo soli in stanza, mi confidò come mi avesse sognato la notte prima, di come sgattaiolavamo fuori da un ostello senza che il suo collega di stanza (c'era anche lui nel sogno) se ne accorgesse. E di come avessimo trascorso quelle ore di fuga chiusi in una stanza arredata con mobili antichi, forse medievali, facendo l'amore e mangiando patatine fritte.
"Ti piace come sogno?" mi disse appena ebbe finito il racconto.
"Ma che razza di sogni fai?" gli dissi perché non sapevo cosa e come rispondere a quella domanda.
"Sogni d'amante...." Mi rispose col sorriso da "figlio-di-puttana" che tanto odiavo-amavo dipinta sul volto.
Pochi giorni dopo cedetti alle sue richieste.
Ci vedemmo al bar insieme ad altri colleghi e mi accorsi di quanto fosse insostenibile stargli vicino senza parlare normalmente, come facevamo per posta elettronica, ma attenendoci a ruoli più formali e, decisamente, spersonalizzanti. Cominciai ad aspettare le sue mail decidendo quando e come rispondergli, a sentirmi trascurata quando non mi scriveva nemmeno un rigo, a sentire la sua mancanza quand'era assente dall'ufficio. Facevo la forte anche con me stessa, ma non potevo impedirmi di provare un senso di calore quando mi scriveva le sue corbellerie, esasperandomi a volte, spesso facendomi ridere da sola.
Riprese a chiedermi di uscire con lui, con garbo e fermezza. Alla fine cedetti.....
Ripetei gli stessi gesti dell'unica volta che avevo peccato con lui: mi mascherai, lo raggiunsi guardinga come una ladra di appartamenti, salii in macchina e mi feci portare all'alberghetto nel verde. Questa volta, però, non ero combattuta mentre aspettavo in auto che ritirasse la chiave dell'appartamentino, ma mi guardavo attorno contando il numero di auto parcheggiate e chiedendomi se, come me, c'era altre donne in quel posto intente a tradire i loro mariti concedendosi agli amanti.
Andrea ritornò pochi minuti dopo e, aprendomi lo sportello, mi fece uscire guidandomi verso l'appartamentino assegnatoci.
Una volta dentro chiuse a chiave e, venendomi incontro, mi baciò.
Ricambiai il baciò, dapprima un po' titubante, poi sempre più con passione man mano che la sua bocca, la sua lingua e le sue mani contribuivano a scaldarmi.
Mi staccai per poggiare borsetta e occhiali, e lui mi cinse da dietro, stringendomi a sé con forza mentre mi baciava il collo, la guancia, l'orecchio.... Ero avvinta a lui, persa nelle sue braccia, e lo sentivo accarezzarmi i seni mentre continuava a baciarmi, scendere con la mano verso il pube, passarmi le mani ovunque mentre il suo membro, ormai rigido, mi premeva contro i glutei.
Lo sentii armeggiare con la cintura dei jeans, slacciarmeli, abbassare la cerniera, infilare mano destra all'interno e toccandomi prima da sopra le mutandine, poi scostandole arrivare al mio Monte di venere e andare oltre, scavando con le dita il solco vaginale che, ormai, sapevo già bagnato all'inverosimile!
Rimanemmo così, allacciati in questo abbraccio mentre lui prendeva a masturbarmi dolcemente ma con fermezza, mentre il mio corpo si scuoteva contro la mia volontà, ora andando incontro alle sue dita, ora allontanandomi dalle stesse.
Quando ormai ero in uno stato pietoso, mi spogliò velocemente e si spogliò a sua volta, mostrando lo stato e la consistenza della sua virilità, e mi guidò in bagno come la prima volta. Ripetemmo il rito degli amanti sotto la doccia, insaponandoci a vicenda: lui soffermandosi con carezze schiumose in tutti i punti sensibili del mio corpo, io dedicandomi ai pettorali, alla pancia e, ovviamente, al suo pene.
Tra un bacio e l'altro, una carezza e l'altra, non potei fare a meno di sentirmi elettrizzata mentre manipolavo il suo sesso, tastando la durezza del corpo e meravigliandomi della grossa rotondità delle sue palle che, senza sosta, facevo ruotare nel palmo delle mani. Durante queste manipolazioni sotto l'acqua scesi anche lungo il solco perianale, portando con le mie dita una striscia di schiuma consistente.
Sentivo entrambe le sue mani intente a lavarmi fica e culo,e fui tentata di fare lo stesso, arrivando timidamente al suo ano che, con grande meraviglia, sentii aprirsi al mio tocco mentre lui emetteva un piccolo gemito di piacere. Sostai così nei paraggi, come sentivo fare anche a lui col mio buchetto, spingendo un poco il mio dito al suo interno, poi persi il controllo mentre sentivo le sue dita entrare nei miei due buchi totalmente e feci altrettanto, scuotendogli il cazzo mentre lo penetravo.
Il gioco ci stava prendendo la mano..... !
Mi rigirò come la prima volta e, facendomi puntellare al vetro, mi penetrò bruscamente, facendo scivolare il suo membro interamente dentro di me. Lancia un gemito prolungato, più per il piacere provato che per l'invasione subita, e assecondai i suoi movimenti dentro di me, anche se la posizione non era delle più comode. Alla fine gli chiesi di smetterla perché mi faceva male, e lui mi baciò chiedendomi scusa.
Mi riportò tenendomi in braccio sul letto avvolta in un ampio asciugamano, mi adagiò con dolcezza e si stese al mio fianco. Qui cominciò a baciarmi guardandomi negli occhi, accarezzandomi il viso, scostandomi i capelli, parlandomi sottovoce. Sembrava non avere fretta di passare alle vie di fatto, e la cosa mi fece estremamente piacere. Ci baciammo a lungo, e alle sue carezze ricambiai con le mie, stringendolo al mio petto con entrambe le braccia, accarezzandogli la nuca.... Lui mi baciò il collo, scese al seno prendendo un capezzolo in bocca, risalì alle mie labbra.
Fu bellissimo!
Mi sentii veramente amata, desiderata come donna e non solo come corpo.
Fui io a prendere l'iniziativa, salendo a cavalcioni del suo corpo mentre continuavo a baciarlo, poggiando il mio inguine al suo, lasciando che la mia fica infuocata strisciasse sull'asta rigida frapposta tra i nostri corpi.
Lo sentii armeggiare dietro di me, guidare il cazzo verso la mia apertura spalancata, entrare in me con decisione. Danzai su di lui mentre mi teneva le mani, come un Cristo in croce a braccia spalancate. Poi sentii le sue mani afferrarmi i seni, giocarci mentre mi muovevo su di lui... guardai il suo viso stravolto dal piacere, con i sensi così affinati tanto da percepire perfettamente il suo bastone di carne dentro di me.
Venni senza affanno, gemendo piano per lunghi, interminabili istanti.
Mi affloscia sul suo petto, mentre lui continuava dolcemente a muoversi dentro di me. Rimasi così, col viso appoggiato alla sua guancia, il respiro che lentamente tornava alla normalità. Mi baciò teneramente, io baciai lui con trasporto....
Lo sentii fremere, poi mi sentii rigirata sulla schiena, il pene sempre dentro di me, infisso in profondità. Si mosse, dapprima lentamente, poi sempre più velocemente, rincorrendo quel piacere che ora, mi diceva la sua bocca, poteva prendersi.
Lo aiutai con i movimenti del bacino, mi aprii totalmente sotto il suo assalto, mi rifeci trasportare nel limbo del piacere mentre il suo cazzo, ormai di pietra, sembra fuoriuscire totalmente per poi rientrare fino in fondo.
Lo sentii gemere forte, dirmi che mi amava mentre accelerava sempre di più il ritmo, con le sue mani al mio viso, il suo sguardo annebbiato nei miei occhi.... Lo sentii venire con spasmi, inondarmi il sesso col suo seme, e fui trasportata anch'io in questa danza. Venni pochi istanti dopo, mormorandogli "ti amo" più e più volte mentre lui mi baciava il viso, meravigliandomi delle parole che uscivano dalle mie labbra ma che partivano dal cuore.
Rimanemmo così, ansimanti l'uno sull'altra, sorridendo felici come due ragazzini che, avendo combinato una buffa marachella, non temono la reazione ma si beano dell'impresa compiuta.
Quando mi fui ricomposta gli chiesi scusa delle parole dette, ma lui mi zittì ponendomi un dito sulle labbra e, guardandomi serio, pronunciò quella frase che mi avrebbe sconvolto la vita: "Da me non avrai scuse, Cinzia, perché io ti amo veramente."
Mentre mi riaccompagnava all'ufficio e per tutta la giornata ripensai a quella frase, a come l'aveva detta e a come, per tutto il tragitto in auto, mi avesse tenuto la mano, senza lasciarmela neanche quando doveva cambiare marcia.
E, con timore, mi accorsi di essere felice.....
scritto il
2021-12-10
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