Un sofferto tradimento – Il racconto di Andrea
di
Handrea
genere
tradimenti
Tre anni a corteggiare la mia collega.... tre anni durante i quali le avevo provate tutte per conquistarla e, quando sembrava ci fossi riuscito, si tirava indietro. Mi stava facendo impazzire con questo suo tira-e-molla, ero pervaso a momenti da profondo sconforto, in altri da rinnovata speranza.
La mia collega si chiama Cinzia, ha un bel viso che ricorda molto la Valentina di Crepax, una voce bellissima e sensuale da lolita, è alta, slanciata, con due gambe lunghissime e un culo perfettamente tondo. Peccato che le tette siano piccole, ma nel contesto è veramente una bella donna.
E' sposata, ha due figlie, non so come vada il suo matrimonio, e nemmeno mi interessa saperlo: a me interessa solo avere una storia con lei, portarmela a letto, farla diventare la mia amante fissa in un periodo di tante scopate volanti senza un briciolo di affetto. Sì, perché Cinzia a me piace veramente, come donna la ritengo il massimo, e a modo mio le voglio bene, anche se non so più parlare d'amore dopo tutto quello che mi è capitato nella vita. E poiché sono sposato e non posso (e non voglio) che si distruggano due famiglie, la vorrei solo come amante, e vorrei che per lei io fossi solo il suo "unico amante".
Finalmente, inspiegabilmente, dopo tre anni di tentativi, di parole, gesti, allusioni, confessioni, iniziative spicce, dinieghi e rotture, finalmente l'ho convinta a uscire con me, complice l'assenza del marito e la promessa di una giornata di sole. Quindi ieri mattina abbiamo fatto entrambi un permesso e ci siamo allontanati dai rispettivi uffici, dandoci appuntamento a metà strada.
Lei è arrivata imbacuccata, cercando di passare inosservata inutilmente (data la sua statura) in una città che non la conosce, col viso ombreggiato da due occhiali enormi. E' salita in auto come una furia, si è quasi sdraiata sul sedile del passeggero e mi ha intimato di partire subito da lì.
Ho guidato verso la periferia, mentre lei mi chiedeva dove stessi andando. Le ho risposto: "Ti porto in un luogo meraviglioso, al mio castello personale....!" Non penso chi abbia creduto, visto che mi ha guardato in tralice dicendomi: "Ma quando mai tu hai avuto un castello?".
Quando siamo arrivati all'alberghetto tranquillo e immerso nel verde non voleva scendere, diceva che si vergognava a farsi vedere in quel luogo dove vanno gli amanti a scopare e, per convincerla, ho dovuto prometterle mari e monti. Quindi sono sceso, ho preso la chiave dalla reception e sono andato a riprendere quella bellissima donna così recalcitrante.
L'ho guidata per un viottolo verso l'appartamentino che ci avevano dato, in modo da mantenere il massimo anonimato. Quindi, una volta dentro, non ce l'ho fatta più a contenermi e le sono, letteralmente, saltato addosso.
Che dire? Me l'aspettavo freddina, ma non così imbranata.... restava lì ad occhi chiusi con le braccia aggrappate al mio collo mentre la baciavo come un forsennato e le muovevo le mani sul corpo, esplorandone limiti e contorni. L'ho dovuta spogliare, spogliarmi, mettere la sua mano sul mio uccello, quasi guidarla nel masturbarmi: sembrava una ragazzina al suo primo appuntamento quando in casa non ci sono i genitori!
A quel punto ho deciso di passare alla fase due: la doccia insieme. So, per esperienza, che scioglie ogni donna, e così p stato con lei. Ci siamo insaponati nel piccolo box, mentre l'acqua calda cadeva su di noi e ci avvolgeva un vapore caldo. L'ho insaponata, lei ha fatto altrettanto con me, poi l'ho girata, baciata sulla nuca e penetrata.
Di essere larga era larga, e anche lunga: una fica accogliente nella quale mi sono fiondato come un assatanato, menando colpi violenti e ripetuti mentre Cinzia, piegata in avanti, si teneva alle pareti di plexigas. Non mi interessava cosa provasse, volevo solo riempirla di me, farla mia, penetrare quel corpo negatomi per ben tre anni! E, finalmente, ci ero riuscito....
L'ho scopata così, uscendo ogni tanto per inginocchiarmi e leccarla da dietro, per poi subito rientrare in lei. Sentivo le sue mani che, passando in mezzo alle gambe, mi toccavano il pene, quasi a sincerarsi che lo stessi facendo scivolare nel sesso e che non fosse solo un sogno erotico al femminile.
Quando la sentii finalmente gemere, per non venire subito preso dalla foga, mi staccai da lei, ci asciugammo e la portai sul letto. Lì le ho fatto tutto quello che mi veniva in mente, eccitandola con i movimenti, con le carezze, con le parole. Ho visto che, a un certo punto, ha perso il controllo, ha finalmente cominciato a muoversi come dovrebbe farlo un'amante felice del suo uomo, e ho accelerato. Le piaceva quando la prendevo alla pecorina, muoveva il culo come un'ossessa e gemeva senza sosta, e allora ho continuato a penetrarla in quel modo, anche arrampicandomi su di lei per farglielo sentire meglio mentre le scivolava dentro.
A un certo punto mi sono fatto anche spompinare e, devo dire con sincerità, all'inizio non era per niente brava, poi probabilmente si è ricordata di come si faceva e ha aumentato il ritmo, facendomi provare lunghi brividi finché sono stato costretto a toglierlo dalla sua bocca per evitare di venire prematuramente. E gli sono entrato nuovamente dentro, questa volta guardandola mentre la penetravo, con lei che spalancava gli occhi e la bocca a ogni affondo, per poi chiuderli quando si sentiva osservata troppo.
L'ho rimessa alla pecorina e, questa volta, ci sono andato dentro di brutto, facendole provare in parte come si sente una donna ad avere i due buchetti occupati!
Non so se è venuta così, mentre le tenevo un dito nel buchino del culo e la pompavo come un invasato, ma so che alle parole sconce che le dicevo, alle domande inconfessabili sul marito, mi rispondeva, sempre gemendo, come mai nessuna donna sposata aveva fatto con me!
Le sono venuto dentro quasi senza accorgermene, un orgasmo improvviso e devastante che mi ha impedito di uscire dalla sua fica. sapevo che non era venuta, dovevo farmi perdonare questa mancanza di riguardo, ma avevo il pene moscio e mi sono arrangiato con la bocca. devo dire che mi sono comportato egregiamente, visto che sono riuscito nell'intento di vederla in preda a un orgasmo furioso, con le sue mani che mi artigliavano i capelli e mi spingevano la bocca a insistere nel torturarle il clitoride, a spingere a fondo la mia lingua in quella fica lunghissima che aveva.
Poi la pace per un po’, i suoi occhi pieni di lacrime per la gioia dell'amplesso, le mie coccole per lei, i baci diffusi.... mi è di nuovo venuto duro! L'ho girata, sordo alle sue proteste, è l'ho penetrata da dietro, poi l'ho voltata e martellata finché il cazzo mi durava, perché dovevo dimostrarle di essere il migliore, meglio del marito, meglio di tutti gli altri amori che poteva aver avuto. E' venuta così, all'improvviso anche lei, e allora mi sono lasciato andare, venendo a mia volta.
Siamo andati via, con lei sempre guardinga e attenta a non farsi notare. Quando è scesa dall'auto sono riuscito a strapparle un veloce bacio sulle labbra e la confessione che le è piaciuto tanto fare l'amore con me. Poi è corsa via, ondeggiando quel suo culo da favola che tanto ha deliziato i miei occhi in quelle ore di sesso....
Devo dire che è stato bellissimo, alla fine, farlo con lei: è valsa la pena aver aspettato per 3 anni!!! E, sicuramente lo rifaremo.... anzi, quasi quasi le propongo di rivederci venerdì!
Non è che sarà un po’ troppo presto?
La mia collega si chiama Cinzia, ha un bel viso che ricorda molto la Valentina di Crepax, una voce bellissima e sensuale da lolita, è alta, slanciata, con due gambe lunghissime e un culo perfettamente tondo. Peccato che le tette siano piccole, ma nel contesto è veramente una bella donna.
E' sposata, ha due figlie, non so come vada il suo matrimonio, e nemmeno mi interessa saperlo: a me interessa solo avere una storia con lei, portarmela a letto, farla diventare la mia amante fissa in un periodo di tante scopate volanti senza un briciolo di affetto. Sì, perché Cinzia a me piace veramente, come donna la ritengo il massimo, e a modo mio le voglio bene, anche se non so più parlare d'amore dopo tutto quello che mi è capitato nella vita. E poiché sono sposato e non posso (e non voglio) che si distruggano due famiglie, la vorrei solo come amante, e vorrei che per lei io fossi solo il suo "unico amante".
Finalmente, inspiegabilmente, dopo tre anni di tentativi, di parole, gesti, allusioni, confessioni, iniziative spicce, dinieghi e rotture, finalmente l'ho convinta a uscire con me, complice l'assenza del marito e la promessa di una giornata di sole. Quindi ieri mattina abbiamo fatto entrambi un permesso e ci siamo allontanati dai rispettivi uffici, dandoci appuntamento a metà strada.
Lei è arrivata imbacuccata, cercando di passare inosservata inutilmente (data la sua statura) in una città che non la conosce, col viso ombreggiato da due occhiali enormi. E' salita in auto come una furia, si è quasi sdraiata sul sedile del passeggero e mi ha intimato di partire subito da lì.
Ho guidato verso la periferia, mentre lei mi chiedeva dove stessi andando. Le ho risposto: "Ti porto in un luogo meraviglioso, al mio castello personale....!" Non penso chi abbia creduto, visto che mi ha guardato in tralice dicendomi: "Ma quando mai tu hai avuto un castello?".
Quando siamo arrivati all'alberghetto tranquillo e immerso nel verde non voleva scendere, diceva che si vergognava a farsi vedere in quel luogo dove vanno gli amanti a scopare e, per convincerla, ho dovuto prometterle mari e monti. Quindi sono sceso, ho preso la chiave dalla reception e sono andato a riprendere quella bellissima donna così recalcitrante.
L'ho guidata per un viottolo verso l'appartamentino che ci avevano dato, in modo da mantenere il massimo anonimato. Quindi, una volta dentro, non ce l'ho fatta più a contenermi e le sono, letteralmente, saltato addosso.
Che dire? Me l'aspettavo freddina, ma non così imbranata.... restava lì ad occhi chiusi con le braccia aggrappate al mio collo mentre la baciavo come un forsennato e le muovevo le mani sul corpo, esplorandone limiti e contorni. L'ho dovuta spogliare, spogliarmi, mettere la sua mano sul mio uccello, quasi guidarla nel masturbarmi: sembrava una ragazzina al suo primo appuntamento quando in casa non ci sono i genitori!
A quel punto ho deciso di passare alla fase due: la doccia insieme. So, per esperienza, che scioglie ogni donna, e così p stato con lei. Ci siamo insaponati nel piccolo box, mentre l'acqua calda cadeva su di noi e ci avvolgeva un vapore caldo. L'ho insaponata, lei ha fatto altrettanto con me, poi l'ho girata, baciata sulla nuca e penetrata.
Di essere larga era larga, e anche lunga: una fica accogliente nella quale mi sono fiondato come un assatanato, menando colpi violenti e ripetuti mentre Cinzia, piegata in avanti, si teneva alle pareti di plexigas. Non mi interessava cosa provasse, volevo solo riempirla di me, farla mia, penetrare quel corpo negatomi per ben tre anni! E, finalmente, ci ero riuscito....
L'ho scopata così, uscendo ogni tanto per inginocchiarmi e leccarla da dietro, per poi subito rientrare in lei. Sentivo le sue mani che, passando in mezzo alle gambe, mi toccavano il pene, quasi a sincerarsi che lo stessi facendo scivolare nel sesso e che non fosse solo un sogno erotico al femminile.
Quando la sentii finalmente gemere, per non venire subito preso dalla foga, mi staccai da lei, ci asciugammo e la portai sul letto. Lì le ho fatto tutto quello che mi veniva in mente, eccitandola con i movimenti, con le carezze, con le parole. Ho visto che, a un certo punto, ha perso il controllo, ha finalmente cominciato a muoversi come dovrebbe farlo un'amante felice del suo uomo, e ho accelerato. Le piaceva quando la prendevo alla pecorina, muoveva il culo come un'ossessa e gemeva senza sosta, e allora ho continuato a penetrarla in quel modo, anche arrampicandomi su di lei per farglielo sentire meglio mentre le scivolava dentro.
A un certo punto mi sono fatto anche spompinare e, devo dire con sincerità, all'inizio non era per niente brava, poi probabilmente si è ricordata di come si faceva e ha aumentato il ritmo, facendomi provare lunghi brividi finché sono stato costretto a toglierlo dalla sua bocca per evitare di venire prematuramente. E gli sono entrato nuovamente dentro, questa volta guardandola mentre la penetravo, con lei che spalancava gli occhi e la bocca a ogni affondo, per poi chiuderli quando si sentiva osservata troppo.
L'ho rimessa alla pecorina e, questa volta, ci sono andato dentro di brutto, facendole provare in parte come si sente una donna ad avere i due buchetti occupati!
Non so se è venuta così, mentre le tenevo un dito nel buchino del culo e la pompavo come un invasato, ma so che alle parole sconce che le dicevo, alle domande inconfessabili sul marito, mi rispondeva, sempre gemendo, come mai nessuna donna sposata aveva fatto con me!
Le sono venuto dentro quasi senza accorgermene, un orgasmo improvviso e devastante che mi ha impedito di uscire dalla sua fica. sapevo che non era venuta, dovevo farmi perdonare questa mancanza di riguardo, ma avevo il pene moscio e mi sono arrangiato con la bocca. devo dire che mi sono comportato egregiamente, visto che sono riuscito nell'intento di vederla in preda a un orgasmo furioso, con le sue mani che mi artigliavano i capelli e mi spingevano la bocca a insistere nel torturarle il clitoride, a spingere a fondo la mia lingua in quella fica lunghissima che aveva.
Poi la pace per un po’, i suoi occhi pieni di lacrime per la gioia dell'amplesso, le mie coccole per lei, i baci diffusi.... mi è di nuovo venuto duro! L'ho girata, sordo alle sue proteste, è l'ho penetrata da dietro, poi l'ho voltata e martellata finché il cazzo mi durava, perché dovevo dimostrarle di essere il migliore, meglio del marito, meglio di tutti gli altri amori che poteva aver avuto. E' venuta così, all'improvviso anche lei, e allora mi sono lasciato andare, venendo a mia volta.
Siamo andati via, con lei sempre guardinga e attenta a non farsi notare. Quando è scesa dall'auto sono riuscito a strapparle un veloce bacio sulle labbra e la confessione che le è piaciuto tanto fare l'amore con me. Poi è corsa via, ondeggiando quel suo culo da favola che tanto ha deliziato i miei occhi in quelle ore di sesso....
Devo dire che è stato bellissimo, alla fine, farlo con lei: è valsa la pena aver aspettato per 3 anni!!! E, sicuramente lo rifaremo.... anzi, quasi quasi le propongo di rivederci venerdì!
Non è che sarà un po’ troppo presto?
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