I muratori

di
genere
dominazione

Ero molto giovane in quel periodo, ero già una vera porcellina però, da qualche anno il nostro vicino mi aveva resa femmina, prendendosi la mia verginità, e dandomi in cambio tanto piacere.
Non era un mistero per i miei le mie tendenze sessuali, tanto che Mamma stanca dei miei continui furtarelli ai danni della sua biancheria intima, mi ha acquistato l'occorrente, perché, potessi divenire la gran figa che sono ora.
Ma facciamo un passo indietro, un bel giorno, i miei decisero di ristrutturare una parte del nostro appartamento, molto grande a dire il vero, così, mi ritrovai per casa, dei veri maschi.
Erano gli anni ottanta, e i muratori era uomini del sud, baffi, bicipidi da lottatori, e un rigonfiamento trà le gambe non da poco.
Dopo una settimana che bazzicavano in casa, io ero eccitata persa, il mio cazzetto, venivo solo a sfiorarlo, e il mio buchetto era bagnato al punto di dovermi mettere un mini assorbente, anche perché, ero a dire il vero già bella sfondata per la mia giovane età.
e così, mentre i miei erano al lavoro, feci la mia mossa, mi preparai per bene, reggicalze calze tacchi e un babydoll trasparente, e lasciai aperta la porta della mia camera, e visto che per recarsi al bagno, dovevano passare da lì, il gioco era fatto.
Dopo una mezz'ora, sentii i passi di uno di loro, mi misi in ginocchio sul letto, mostrando il mio culetto alla porta, e si intravedeva a penzoloni il mio uccellino, misero e molle, sentii i passi fermarsi in prossimità della mia camera, e udii, delle volgarità, in Calabrese, poi, entrò, na puttana sii, mi dice, io mi giro e sorrido, Carmelo era il suo nome, si sbottonò i pantaloni, e afferrò il suo cazzo durissimo, una bella nerchia, sputò sul mio buco, e me lo piantò nel culo, e iniziò a pomparmi, un po' mi bruciava, ma poi bagnandomi mi passò, e mi godetti il suo tarello di carne, dopo una decina di minuti, mi riempì di sperma.
E si ricompose e andò in bagno e poi al lavoro, io ero stesa sul letto il suo sperma mi usciva dal buco, e poco dopo arrivò il secondo, Angelo, il più anziano, na checchina ci stà, tolse il cazzo dai pantaloni, succhia troietta e me lo infilò in bocca, sapeva di maschio, odorava di vero uomo, mi affrettai a spompinarlo, fino a bere tutta la sua sborra, brava mi disse, e dopo una decina di minuti si presentò, Alfio, il più giovane, circa diciotto anni, mi sollevò le gambe, e mi infilò il cazzo nel culo, e mi pompò, poi scese a baciarmi e mi venne nel culo.
Per cinque mesi, fui la loro donna, il loro buco, a volte portavano dei colleghi con la scusa di aiuto nei lavori, e mi facevano scopare di brutto, ma poi un giorno, mamma rientrò ,e mi trovo con un bel cazzo in culo, si infuriò non poco, ma notai che non staccava gli occhi dal cazzo di Carmelo, mi avvicinai, e dissi, mamma provalo poi mi dirai, mi diede un ceffone, Carmelo si avvicinò, e la strinsela baciò, e infilò la mano tra le sue cosce, era un lago, la buttò sul letto, e strappate le mutandine la chiavò.
Inutile dire che mamma si godette ogni centimetro di cazzo, e così, si fece riempire di sperma a sua volta.
Nei mesi successivi, diventammo le loro troie, e dopo alcuni mesi mesi mamma si trovò gravida, la cosa non andò giù al cornuto di papà, e in breve ci ritrovammo a casa dei muratori, e diventammo le loro troie


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scritto il
2022-01-25
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