Una moglie libera 2 - Crema e cioccolato
di
Andrea2022
genere
tradimenti
Dopo circa un'ora, era arrivato il ragazzo del catering con la cena:
Driin***** (il suono del campanello)
Dalla camera da letto con la porta lasciata socchiusa era giunta la voce di Sandra:
-Chi è amore?-
-Il ragazzo del catering.-
Le aveva risposto il marito.
-Ah E' un ragazzo! E com'è?-
-Un giovanotto nero in forma mi sembra.-
-Un cioccolatino eh! Giusto quello che mi ci vorrebbe dopo il dessert di crema, me lo fai vedere per favore?-
Il marito, dopo aver fatto appoggiare il contenitore con gli alimenti, aveva chiesto al ragazzo di seguirlo in camera.
Aprendo la porta, alla luce dell'abajour poggiata sul comodino era apparsa la figura del suo amico Mario completamente nudo disteso in posizione supina vicino a sua moglie col pene floscio tra le gambe.
La moglie anche lei sdraiata nella medesima postura accanto all'uomo, col braccio allungato gli teneva una mano appoggiata sull'inguine bagnato.
Con le cosce oscenamente divaricate, metteva in mostra la fica aperta dalla quale un rivolo lucido e biancastro di sperma colava verso il lenzuolo.
-Fammelo avvicinare, lo voglio vedere bene in faccia.-
Il ragazzo che pareva per niente intimorito da quella inusuale situazione, le si era avvicinato con un sorriso fresco esibendo dei denti che parevano vivere di luce propria tale era il contrasto di quel bianco splendente col nero della sua pelle.
Un ragazzo dalle fattezze che non nascondevano la sua origine senegalese.
Un bel viso con occhi grandi e scuri, labbra carnose, capelli ricci scurissimi in contrasto con la pelle bruna.
Un fisico che, benché coperto da una voluminosa felpa imbottita, lasciava immaginare un corpo tonico e ben proporzionato.
-Amore chiedigli se ha piacere di farmelo vedere.-
Il ragazzo che pure parlava un italiano assai stentato aveva capito ed accennando un sorriso ancora più bianco e accattivante, aveva annuito con la testa e con le mani aveva cominciato ad armeggiare sulla cerniera dei pantaloni.
Quando finalmente era riuscito a "Liberarlo" aveva estratto qualcosa che nella penombra era più simile al batacchio di una campana che al membro di un umano: Lungo, nero, lucido, con una cappella rosata come una pesca e due testicoli penduli come noci di cocco.
A quel punto la donna in preda ad una incontenibile libidine e perso ogni ritegno aveva invitato il ragazzo a spogliarsi pregando il marito di allontanarsi dalla stanza.
Attratta come da una calamita, era scesa dal letto e gli si era inginocchiata davanti e mentre da quella postura dalla sua fica colavano a terra copiosi rivoli di sborra, con le mani lo aveva afferrato e, come fosse uno strumento a fiato, aveva cominciato a suonarlo.
La donna aveva le mani e la bocca particolarmente sensibili ai mutamento del cazzo dovuti all'erezione che oltre che indurirlo, ne aumentava la temperatura.
Quel fenomeno le dava letteralmente alla testa facendola precipitare in atteggiamenti smaniosi come se davvero dovesse prima suonare e poi fagocitare la meraviglia che lei stessa aveva fatto gonfiare a dismisura.
In quei momenti era fiera di se stessa e della sua capacità di ridare vita ad un corpo che pareva morto.
La lingua scorreva veloce e bramosa su quell'asta scura e incredibilmente liscia.
I testicoli quasi glabri ricoperti solo da una corta peluria che sulla zona inguinale si trasformava in una folta e corta pelliccia arricciata; Una vera goduria!
Scorrendo poi con la lingua sul lungo percorso verso il glande, non trovava più il frenulo asportato insieme al prepuzio con la circoncisione.
Quel fatto tuttavia, non aveva tolto sensibilità al membro che ad ogni passaggio della lingua si contraeva come una bestia viva strappando dalle labbra del maschione gemiti di piacere.
Il fatto poi di essere circonciso, le faceva apprezzare quell'ariete in tutta la sua imponenza facilitandole anche l'introduzione tra le labbra sino al contatto con l'ugola.
La passione che ci metteva in quell'incredibile pompino le faceva produrre una esagerata quantità di saliva che attraverso gli angoli della bocca colava sino a terra unendosi alle chiazze di sperma fuoruscite dalla fica.
Con indicibile libidine poi, schiacciava il gonfio canale uretrale per estrarne e leccare sulla cappella le gocce pre-spermatiche che fuoruscivano lucide e profumate di maschio.
Dopo quel lungo trattamento durante il quale si era anche masturbata raggiungendo persino un orgasmo, come presa da una voglia smaniosa, si era sdraiata sul letto e animandosi come un ossessa, aveva allargato le cosce gridando:
-Chiavami.. chiavami.. chiavami.. mettimelo dentro.. adesso!-
Il ragazzo con un balzo le era addosso e nonostante le dimensioni di quella sua verga, l'aveva penetrata senza sforzo tanto era aperta e ancora bagnata di sperma e dei suoi stessi umori.
Dopo pochi affondi in cui la donna non aveva mai smesso di tremare, era esploso il suo primo orgasmo accentuato dalle convulsioni del suo corpo e dalla cappella che implacabilmente le martellava la bocca dell'utero.
Spossata dalla violenza del suo orgasmo e dalle fitte di dolore dell'utero, se lo era sfilato per portarsi subito su di lui in posizione sessantanove.
Quel ragazzo era davvero incredibile.
Non solo usava il cazzo divinamente, ma sapeva far uso con maestria anche della lingua che quasi subito l'aveva trascinata in un nuovo orgasmo.
-Piero! Piero!-
Un urlo che pareva un'imprecazione che aveva fatto accorrere subito il marito che aveva trovato la donna seduta, con la schiena appoggiata a dei cuscini e con ai suoi lati i due maschi che le succhiavano i capezzoli mentre lei accarezzava i loro sessi turgidi.
Lei era ancora ansimante quando con un filo di voce aveva chiesto al marito di portare qualcosa da bere.
Per lei solo acqua mentre ai due maschi il marito, aveva servito due buone birre fresche.
Quando avevano ripreso, il ragazzo di colore era disteso supino con lei che lo cavalcava a candela dosando i suoi affondi in modo da non essere martellata sull'utero ancora dolente.
Col cazzo ben saldamente dentro la fica, si era chinata offrendo le tette alla bocca del ragazzo.
Nello stesso momento Mario che si era ripreso, le stava inginocchiato davanti e tenendole la testa tra le mani, la chiavava in bocca.
Il ragazzo che sino a quel momento non era ancora venuto, mostrava di avere una resistenza ed un autocontrollo incredibile.
In quella situazione anche l'altro che aveva già sborrato due volte in precedenza, riusciva a controllarsi.
I due in una tacita intesa avevano ritardato al massimo il loro piacere facendo impazzire la donna che oramai gridava, si contorceva, tremava in preda a spasmi senza tregua e orgasmi a raffica calmati solo nel momento in cui i due maschi avevano le riempita di sborra la bocca, lo stomaco e la fica.
Distrutta nel corpo e nella mente ma rispondendo con un riflesso condizionato alla sua inesauribile carica di libidine e voglia di cazzo, prima di abbandonarsi al languido abbraccio dei due maschi, aveva trovato la forza di chinarsi sul negrone per pulirgli il cazzo con la lingua ed estrarne strizzandolo e succhiandolo come fosse un cannolo, gli ultimi residui di sperma contenuti nel canale uretrale.
-Davvero una serata memorabile con degustazione di cazzi bicolore e dessert a base di crema e cioccolato!-
Aveva esclamato la donna ridendo prima di baciare con la lingua impastata di sperma prima l'uno e poi l'altro maschio.
Quando il ragazzo si era rivestito per tornare al suo lavoro, lei, ancora immersa in un lago di sperma, aveva gridato al marito:
- Piero, il ragazzo sta andando via, dagli la mancia per favore!-
-Cinquanta Euro bastano?-
Aveva chiesto il marito attraverso lo spiraglio della porta:
-Non fare il solito tirchio, dagli almeno cento Euro al ragazzo che mi ha fatto impazzire di piacere con la bestia che ha tra le gambe.-
Rimasti solo loro tre, Mario si era abbandonato ad una serie incredibili di commenti lusinghieri sulla donna, sulla sua femminilità, sulla sua capacità di godere e far godere i maschi.
Una vera dea dell'amore!
Una donna fantastica insomma, una moglie ideale.
Alla sua proposta se poteva fermarsi per la notte aveva ricevuto un secco rifiuto da parte di lei:
-No Mario, questo non è possibile!
Con te è stato bello ma questa notte la devo dedicare tutta a mio marito ed al suo piacere per avermi fatto trascorrere queste ore in modo fantastico.-
-Potremo rivederci almeno?!-
Aveva insistito Mario in una specie di implorazione.
-Temo che neanche questo sia possibile.
Sai Mario, io e mio marito ci amiamo moltissimo e lui mi lascia giocare come voglio e con chi voglio.
Anche lui potrebbe farlo se lo volesse, ma non lo fa perché sa già che io, dopo essermi tolta un capriccio torno da lui e sono solo sua.
Replicare l'incontro coi maschi coi quali mi sono divertita e che ho fatto godere col mio corpo, ci esporrebbe al rischio di trasformare un gioco in qualcosa di più impegnativo ed io non ho bisogno di affetto perché mio marito me ne da già tanto!
Io ho solo bisogno di più cazzo di quello che può darmi lui che pure ha una dotazione di tutto rispetto.-
Aveva risposto la donna gelando le aspettative di Mario e facendola apparire davvero come una moglie ideale e donna fantastica come non ne aveva mai conosciute.
-Non abbacchiarti così Mario perché se tu vuoi, e sei capace di soddisfare una donna rispettando le sue esigenze, anche tu potrai trovare quella che ti farà felice.
Se invece ti comporterai come un maschio geloso e possessivo che considera la sua donna un oggetto di proprietà esclusiva, faresti la fine del marito della mia migliore amica che lo riempie di corna e conoscendo il nostro rapporto, ogni tanto viene da noi a trascorrere una notte di fuoco e d'amore tra le mie braccia e quelle di mio marito godendosi anche il suo bel cazzone.-
Detto questo, Sandra si era alzata dal suo posto ed era andata ad inginocchiarsi davanti al marito e dopo avergli estratto il cazzo dai pantaloni, lo aveva succhiato sino a farglielo diventare duro poi, prima di montargli sopra a cavalcioni e infilarselo nel culo, lo aveva esibito come uno scettro davanti all'amico che aveva strabuzzato gli occhi scoprendo che Piero aveva un cazzo simile a quello del negrone anche se un po' più corto ma decisamente più grosso.
Driin***** (il suono del campanello)
Dalla camera da letto con la porta lasciata socchiusa era giunta la voce di Sandra:
-Chi è amore?-
-Il ragazzo del catering.-
Le aveva risposto il marito.
-Ah E' un ragazzo! E com'è?-
-Un giovanotto nero in forma mi sembra.-
-Un cioccolatino eh! Giusto quello che mi ci vorrebbe dopo il dessert di crema, me lo fai vedere per favore?-
Il marito, dopo aver fatto appoggiare il contenitore con gli alimenti, aveva chiesto al ragazzo di seguirlo in camera.
Aprendo la porta, alla luce dell'abajour poggiata sul comodino era apparsa la figura del suo amico Mario completamente nudo disteso in posizione supina vicino a sua moglie col pene floscio tra le gambe.
La moglie anche lei sdraiata nella medesima postura accanto all'uomo, col braccio allungato gli teneva una mano appoggiata sull'inguine bagnato.
Con le cosce oscenamente divaricate, metteva in mostra la fica aperta dalla quale un rivolo lucido e biancastro di sperma colava verso il lenzuolo.
-Fammelo avvicinare, lo voglio vedere bene in faccia.-
Il ragazzo che pareva per niente intimorito da quella inusuale situazione, le si era avvicinato con un sorriso fresco esibendo dei denti che parevano vivere di luce propria tale era il contrasto di quel bianco splendente col nero della sua pelle.
Un ragazzo dalle fattezze che non nascondevano la sua origine senegalese.
Un bel viso con occhi grandi e scuri, labbra carnose, capelli ricci scurissimi in contrasto con la pelle bruna.
Un fisico che, benché coperto da una voluminosa felpa imbottita, lasciava immaginare un corpo tonico e ben proporzionato.
-Amore chiedigli se ha piacere di farmelo vedere.-
Il ragazzo che pure parlava un italiano assai stentato aveva capito ed accennando un sorriso ancora più bianco e accattivante, aveva annuito con la testa e con le mani aveva cominciato ad armeggiare sulla cerniera dei pantaloni.
Quando finalmente era riuscito a "Liberarlo" aveva estratto qualcosa che nella penombra era più simile al batacchio di una campana che al membro di un umano: Lungo, nero, lucido, con una cappella rosata come una pesca e due testicoli penduli come noci di cocco.
A quel punto la donna in preda ad una incontenibile libidine e perso ogni ritegno aveva invitato il ragazzo a spogliarsi pregando il marito di allontanarsi dalla stanza.
Attratta come da una calamita, era scesa dal letto e gli si era inginocchiata davanti e mentre da quella postura dalla sua fica colavano a terra copiosi rivoli di sborra, con le mani lo aveva afferrato e, come fosse uno strumento a fiato, aveva cominciato a suonarlo.
La donna aveva le mani e la bocca particolarmente sensibili ai mutamento del cazzo dovuti all'erezione che oltre che indurirlo, ne aumentava la temperatura.
Quel fenomeno le dava letteralmente alla testa facendola precipitare in atteggiamenti smaniosi come se davvero dovesse prima suonare e poi fagocitare la meraviglia che lei stessa aveva fatto gonfiare a dismisura.
In quei momenti era fiera di se stessa e della sua capacità di ridare vita ad un corpo che pareva morto.
La lingua scorreva veloce e bramosa su quell'asta scura e incredibilmente liscia.
I testicoli quasi glabri ricoperti solo da una corta peluria che sulla zona inguinale si trasformava in una folta e corta pelliccia arricciata; Una vera goduria!
Scorrendo poi con la lingua sul lungo percorso verso il glande, non trovava più il frenulo asportato insieme al prepuzio con la circoncisione.
Quel fatto tuttavia, non aveva tolto sensibilità al membro che ad ogni passaggio della lingua si contraeva come una bestia viva strappando dalle labbra del maschione gemiti di piacere.
Il fatto poi di essere circonciso, le faceva apprezzare quell'ariete in tutta la sua imponenza facilitandole anche l'introduzione tra le labbra sino al contatto con l'ugola.
La passione che ci metteva in quell'incredibile pompino le faceva produrre una esagerata quantità di saliva che attraverso gli angoli della bocca colava sino a terra unendosi alle chiazze di sperma fuoruscite dalla fica.
Con indicibile libidine poi, schiacciava il gonfio canale uretrale per estrarne e leccare sulla cappella le gocce pre-spermatiche che fuoruscivano lucide e profumate di maschio.
Dopo quel lungo trattamento durante il quale si era anche masturbata raggiungendo persino un orgasmo, come presa da una voglia smaniosa, si era sdraiata sul letto e animandosi come un ossessa, aveva allargato le cosce gridando:
-Chiavami.. chiavami.. chiavami.. mettimelo dentro.. adesso!-
Il ragazzo con un balzo le era addosso e nonostante le dimensioni di quella sua verga, l'aveva penetrata senza sforzo tanto era aperta e ancora bagnata di sperma e dei suoi stessi umori.
Dopo pochi affondi in cui la donna non aveva mai smesso di tremare, era esploso il suo primo orgasmo accentuato dalle convulsioni del suo corpo e dalla cappella che implacabilmente le martellava la bocca dell'utero.
Spossata dalla violenza del suo orgasmo e dalle fitte di dolore dell'utero, se lo era sfilato per portarsi subito su di lui in posizione sessantanove.
Quel ragazzo era davvero incredibile.
Non solo usava il cazzo divinamente, ma sapeva far uso con maestria anche della lingua che quasi subito l'aveva trascinata in un nuovo orgasmo.
-Piero! Piero!-
Un urlo che pareva un'imprecazione che aveva fatto accorrere subito il marito che aveva trovato la donna seduta, con la schiena appoggiata a dei cuscini e con ai suoi lati i due maschi che le succhiavano i capezzoli mentre lei accarezzava i loro sessi turgidi.
Lei era ancora ansimante quando con un filo di voce aveva chiesto al marito di portare qualcosa da bere.
Per lei solo acqua mentre ai due maschi il marito, aveva servito due buone birre fresche.
Quando avevano ripreso, il ragazzo di colore era disteso supino con lei che lo cavalcava a candela dosando i suoi affondi in modo da non essere martellata sull'utero ancora dolente.
Col cazzo ben saldamente dentro la fica, si era chinata offrendo le tette alla bocca del ragazzo.
Nello stesso momento Mario che si era ripreso, le stava inginocchiato davanti e tenendole la testa tra le mani, la chiavava in bocca.
Il ragazzo che sino a quel momento non era ancora venuto, mostrava di avere una resistenza ed un autocontrollo incredibile.
In quella situazione anche l'altro che aveva già sborrato due volte in precedenza, riusciva a controllarsi.
I due in una tacita intesa avevano ritardato al massimo il loro piacere facendo impazzire la donna che oramai gridava, si contorceva, tremava in preda a spasmi senza tregua e orgasmi a raffica calmati solo nel momento in cui i due maschi avevano le riempita di sborra la bocca, lo stomaco e la fica.
Distrutta nel corpo e nella mente ma rispondendo con un riflesso condizionato alla sua inesauribile carica di libidine e voglia di cazzo, prima di abbandonarsi al languido abbraccio dei due maschi, aveva trovato la forza di chinarsi sul negrone per pulirgli il cazzo con la lingua ed estrarne strizzandolo e succhiandolo come fosse un cannolo, gli ultimi residui di sperma contenuti nel canale uretrale.
-Davvero una serata memorabile con degustazione di cazzi bicolore e dessert a base di crema e cioccolato!-
Aveva esclamato la donna ridendo prima di baciare con la lingua impastata di sperma prima l'uno e poi l'altro maschio.
Quando il ragazzo si era rivestito per tornare al suo lavoro, lei, ancora immersa in un lago di sperma, aveva gridato al marito:
- Piero, il ragazzo sta andando via, dagli la mancia per favore!-
-Cinquanta Euro bastano?-
Aveva chiesto il marito attraverso lo spiraglio della porta:
-Non fare il solito tirchio, dagli almeno cento Euro al ragazzo che mi ha fatto impazzire di piacere con la bestia che ha tra le gambe.-
Rimasti solo loro tre, Mario si era abbandonato ad una serie incredibili di commenti lusinghieri sulla donna, sulla sua femminilità, sulla sua capacità di godere e far godere i maschi.
Una vera dea dell'amore!
Una donna fantastica insomma, una moglie ideale.
Alla sua proposta se poteva fermarsi per la notte aveva ricevuto un secco rifiuto da parte di lei:
-No Mario, questo non è possibile!
Con te è stato bello ma questa notte la devo dedicare tutta a mio marito ed al suo piacere per avermi fatto trascorrere queste ore in modo fantastico.-
-Potremo rivederci almeno?!-
Aveva insistito Mario in una specie di implorazione.
-Temo che neanche questo sia possibile.
Sai Mario, io e mio marito ci amiamo moltissimo e lui mi lascia giocare come voglio e con chi voglio.
Anche lui potrebbe farlo se lo volesse, ma non lo fa perché sa già che io, dopo essermi tolta un capriccio torno da lui e sono solo sua.
Replicare l'incontro coi maschi coi quali mi sono divertita e che ho fatto godere col mio corpo, ci esporrebbe al rischio di trasformare un gioco in qualcosa di più impegnativo ed io non ho bisogno di affetto perché mio marito me ne da già tanto!
Io ho solo bisogno di più cazzo di quello che può darmi lui che pure ha una dotazione di tutto rispetto.-
Aveva risposto la donna gelando le aspettative di Mario e facendola apparire davvero come una moglie ideale e donna fantastica come non ne aveva mai conosciute.
-Non abbacchiarti così Mario perché se tu vuoi, e sei capace di soddisfare una donna rispettando le sue esigenze, anche tu potrai trovare quella che ti farà felice.
Se invece ti comporterai come un maschio geloso e possessivo che considera la sua donna un oggetto di proprietà esclusiva, faresti la fine del marito della mia migliore amica che lo riempie di corna e conoscendo il nostro rapporto, ogni tanto viene da noi a trascorrere una notte di fuoco e d'amore tra le mie braccia e quelle di mio marito godendosi anche il suo bel cazzone.-
Detto questo, Sandra si era alzata dal suo posto ed era andata ad inginocchiarsi davanti al marito e dopo avergli estratto il cazzo dai pantaloni, lo aveva succhiato sino a farglielo diventare duro poi, prima di montargli sopra a cavalcioni e infilarselo nel culo, lo aveva esibito come uno scettro davanti all'amico che aveva strabuzzato gli occhi scoprendo che Piero aveva un cazzo simile a quello del negrone anche se un po' più corto ma decisamente più grosso.
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