Alla mamma non far sapere quanto è bello un cazzo nella fica e un altro nel sedere
di
Troy2a
genere
incesti
A fatica, finimmo di pulire i pensili e rimettere posto. S’era fatta ora di cena: preparai qualcosa di veloce e, al tempo stesso, di gradito a loro e cenammo in un’atmosfera gioiosa, ma senza alcuna allusione ai rapporti avuti con Fede e Mirko.
Finito di cenare, mi aiutarono a sbarazzare, poi, mentre io sciacquavo i piatti e li riponevo nella lavastoviglie, loro andarono in soggiorno a vedere la TV. Finito di fare tutto, andai in camera e sfilai leggins e maglietta, sostituendoli con il pigiama, prima di raggiungerli in soggiorno.
Al mio arrivo, fui accolta dalle parole di Mirko:
“Ragazzi, che ne dite di un applauso alla mamma che oggi ha preso il suo primo cazzo nel culo?”
Restai un attimo basita, mentre i tre mascalzoni si lanciavano in un applauso, condito da fischi ed urla da stadio, con termini a dir poco triviali. Basita non perché non avessi ancora capito che cazzo di figli porci avessi, ma perché non pensavo si spingessero a parlarne così apertamente in mia presenza. Ciononostante, mi incamminai ancheggiando verso il divano, dove stavano seduti Fede e Giovanni. Con le dita di entrambe le mani a segno di vittoria, mi feci largo tra tutti e due e mi sedetti.
“A quanto pare, stai facendo passi da gigante, mamma! Solo pochi giorni fa, conoscevi solo il cazzo di papà e solo nella maniera più tradizionale possibile. Ora hai preso il cazzo mio e mi mIrko, hai imparato a fare i pompini e lo hai anche preso nel culo…”
“L’unico fesso sono io, pare! Manco l’ho vista nuda, altro che scoparla.”
Se devo dirla tutta, le parole che pronunciai erano dettate più dalla voglia che avevo e che durava dall’inculata pomeridiana, che dal bisogno di non scontentare nessuno.
“Hai ragione! Se vuoi, andiamo di là, a rimediare.”
“E perché di là? Si sta così bene qui, tutti insieme. Facciamo che prendi un cazzo nuovo e che fai ance l’esperienza di prenderne 3 in una volta sola”.
“Voi siete matti… Ma io sono matta come voi e questo gioco mi sta piacendo un sacco. Purché rimanga tra di noi” mentre parlavo, le mani dei miei due figli che avevo accanto si erano già messe in moto a perquisire il mio corpo da cima a fondo. Mi ritrovai la lingua di Giovanni in bocca, mentre quella di Mirko si impossessava ei miei capezzoli e Fede, inginocchiatosi ai miei piedi e sfilatomi i pantaloni del pigiama, mi stava leccando la fica. Credo di poter essere considerata una brava allieva, perché imparavo subito e non mi limitavo a ricevere la loro iniziativa, ma la prendevo anch’io: avevo il cazzo di Mirko nella destra e quello di Giovanni nell’altra. Erano due cazzi totalmente diversi e diversi anche da quello di Fede, ma, pensavo tra me, tutti e tre dei bellissimi cazzi, in grado di farmi godere. Stavo già pensando a chi sarebbe stato il primo a infilarlo nella fica, quando Giovanni mi fece sedere su di lui, trascinando il mio corpo all’indietro, fino a stendermi sul suo. Con un po’ di fatica, il suo cazzo trovò la strada della mia fica, accomodandosi. Ma, subito dopo, anche Fede si avvicinò, sforzando di farsi posto accanto al cazzo del fratello.
“Ma siete pazzi? Non si può!” eppure, mentre lo dicevo, sentivo le pareti della mia fica aprirsi per accogliere anche lui, che, mentre Giovanni rimaneva fermo, cominciò il suo classico movimento ondulatorio. Con la fica così piena, il cazzo di Fede si strusciava sul mio clitoride, provocandomi un piacere tale che a stenti riuscivo a prendere in bocca il cazzo di Mirko. Dovetti, spesso, limitami a leccarlo, tra un sospiro ed un gemito.
“Siete dei porci! Ed i porci sono figli della troia… ed io sono una troia. Mi piace essere troia. Non pensavo mai si potesse fare: 3 cazzi tutti per me e tutti e tre contemporaneamente “.
“Ti piacciono due cazzi nella fica, troia?”
“Sì: mi fanno impazzire.”
“Vedrai quando ne avrai uno nella fica ed uno nel culo.”
Provai una strana sensazione, una specie di improvviso e immotivato rimorso.
“Mi dite cosa pensate di me?” chiesi.
“Non potremmo parlarne dopo?”
Qualsiasi senso di colpa svanii in un istante, come fosse la risposta che volevo. Attendevo di fare quella nuova esperienza e provavo ad immaginare cosa potessi provare, mentre continuavano a scoparmi ed io continuavo a godere senza ritegno. Poi, Giovanni si sfilò, obbligando Fede a fare altrettanto. Il primo puntò dritto il cazzo sul buco del mioculo: era decisamente più piccolo di quello di Mirko ed anche ben lubrificato dai succhi della mia fica, eppure dovette faticare un po’ per farsi strada dentro di me. Fede tornò a prendere possesso della mia fica e cominciarono a muoversi, prima con difficoltà, poi sempre con maggiore facilità: assunsero un ritmo preciso, mentre uno affondava, l’altro si ritraeva e poi viceversa. Ringraziai col pensiero in ogni lingua ed in ogni religione quelle sconosciute maestre che avevano così ben insegnato ai miei figli come dare piacere ad una donna, ad una femmina. Urlavo senza ritegno, mentre li incitavo a fottermi ancora di più. In quei pochi momenti in cui riuscivo a tenere gli occhi aperti, vedevo Mirko segarsi lentamente proprio di fronte a me. Il suo cazzo, enorme, svettava imperioso, mentre la mano scivolava, coprendo e scoprendo la cappella. Lo immaginavo nella mia bocca e mi leccavo le labbra, ma continuavo a godere di quei due cazzi che strusciavano uno contro l’altro, divisi solo dalle sottili membrane dei miei organi. Una stupenda sensazione di liquido caldo che invadeva il mio intestino mi frce capire che Giovnni era venuto, mentre Fede continuava a sbattermi. Io? Non so quanti orgasmi avessi già avuto: provavo una vertigine che mi spingeva a volere ancora più cazzo, ancora più cazzi e, nonostante fossi distrutta, provai una spiacevole sensazione di vuoto, quando, tirando fuori il cazzo dalla mia fica, Fede mi sputò in faccia tutta la sborra che aveva in corpo. M ebbi solo il tempo di un sospiro e di stringermi forte alui, perché Mirko arrivò, aiutò il fratello a sollevarsi e liberò anche Giovanni, sotto di me, quasi schiacciato dal peso dei nostri corpi. Mi gettò letteralmente sulla poltrona, in ginocchio e senza preamboli mi infilò il cazzo nel culo, incurante della sborra di Giovanni che colava fuori. Ripresi a godere e mi ritrovai di fronte gli altri due, che volevano ripulissi i loro cazzi dai loro e dai miei succhi. Leccavo quei bei tarelli che tanto mi avevano fatto godere quasi con riconoscenza, mentre continuavo a godere del cazzo di Mirko che mi stantuffava il culo. Quando anche lui mi riversò nell’intestino il suo piacere, mi sentii finalmente appagata, felice di essere lì e di aver goduto dei cazzi dei miei figli.
Ma non dimenticavo la domanda rimasta sospesa: dovevo sapere come mi giudicavano. Non so se sarebbe cambiato qualcosa, ma era importante sapere se razionalmente si vergognavano di me, aldilà del poter godere del mio corpo. Così, prima ancora di andara afare una doccia, mentre, ancora tutti nudi assaporavano gli ultimi sussulti dell’orgasmo, ripetei la domanda.
Parlò solo Fede, ma era chiaro che esprimeva il parere di tutti.
“Penso quel che pensavo qualche giorno fa, penso tu sia eccezionale. Ho desiderato di scoparti per anni e pensavo fosse impossibile. Ora so che sei meravigliosa anche come femmina e spero che continuerai a farti scopare “
“Se a voi piace e a me pure, perché no? Poi, devo dirla tutta: un cazzo nella fica ed uno nel culo, credo che sia qualcosa di molto vicino al paradiso, per una troia ed io voglio essere troia”.
Mi furono tutti e tre addosso a coprirmi di baci: promessa che tutto sarebbe continuato.
Finito di cenare, mi aiutarono a sbarazzare, poi, mentre io sciacquavo i piatti e li riponevo nella lavastoviglie, loro andarono in soggiorno a vedere la TV. Finito di fare tutto, andai in camera e sfilai leggins e maglietta, sostituendoli con il pigiama, prima di raggiungerli in soggiorno.
Al mio arrivo, fui accolta dalle parole di Mirko:
“Ragazzi, che ne dite di un applauso alla mamma che oggi ha preso il suo primo cazzo nel culo?”
Restai un attimo basita, mentre i tre mascalzoni si lanciavano in un applauso, condito da fischi ed urla da stadio, con termini a dir poco triviali. Basita non perché non avessi ancora capito che cazzo di figli porci avessi, ma perché non pensavo si spingessero a parlarne così apertamente in mia presenza. Ciononostante, mi incamminai ancheggiando verso il divano, dove stavano seduti Fede e Giovanni. Con le dita di entrambe le mani a segno di vittoria, mi feci largo tra tutti e due e mi sedetti.
“A quanto pare, stai facendo passi da gigante, mamma! Solo pochi giorni fa, conoscevi solo il cazzo di papà e solo nella maniera più tradizionale possibile. Ora hai preso il cazzo mio e mi mIrko, hai imparato a fare i pompini e lo hai anche preso nel culo…”
“L’unico fesso sono io, pare! Manco l’ho vista nuda, altro che scoparla.”
Se devo dirla tutta, le parole che pronunciai erano dettate più dalla voglia che avevo e che durava dall’inculata pomeridiana, che dal bisogno di non scontentare nessuno.
“Hai ragione! Se vuoi, andiamo di là, a rimediare.”
“E perché di là? Si sta così bene qui, tutti insieme. Facciamo che prendi un cazzo nuovo e che fai ance l’esperienza di prenderne 3 in una volta sola”.
“Voi siete matti… Ma io sono matta come voi e questo gioco mi sta piacendo un sacco. Purché rimanga tra di noi” mentre parlavo, le mani dei miei due figli che avevo accanto si erano già messe in moto a perquisire il mio corpo da cima a fondo. Mi ritrovai la lingua di Giovanni in bocca, mentre quella di Mirko si impossessava ei miei capezzoli e Fede, inginocchiatosi ai miei piedi e sfilatomi i pantaloni del pigiama, mi stava leccando la fica. Credo di poter essere considerata una brava allieva, perché imparavo subito e non mi limitavo a ricevere la loro iniziativa, ma la prendevo anch’io: avevo il cazzo di Mirko nella destra e quello di Giovanni nell’altra. Erano due cazzi totalmente diversi e diversi anche da quello di Fede, ma, pensavo tra me, tutti e tre dei bellissimi cazzi, in grado di farmi godere. Stavo già pensando a chi sarebbe stato il primo a infilarlo nella fica, quando Giovanni mi fece sedere su di lui, trascinando il mio corpo all’indietro, fino a stendermi sul suo. Con un po’ di fatica, il suo cazzo trovò la strada della mia fica, accomodandosi. Ma, subito dopo, anche Fede si avvicinò, sforzando di farsi posto accanto al cazzo del fratello.
“Ma siete pazzi? Non si può!” eppure, mentre lo dicevo, sentivo le pareti della mia fica aprirsi per accogliere anche lui, che, mentre Giovanni rimaneva fermo, cominciò il suo classico movimento ondulatorio. Con la fica così piena, il cazzo di Fede si strusciava sul mio clitoride, provocandomi un piacere tale che a stenti riuscivo a prendere in bocca il cazzo di Mirko. Dovetti, spesso, limitami a leccarlo, tra un sospiro ed un gemito.
“Siete dei porci! Ed i porci sono figli della troia… ed io sono una troia. Mi piace essere troia. Non pensavo mai si potesse fare: 3 cazzi tutti per me e tutti e tre contemporaneamente “.
“Ti piacciono due cazzi nella fica, troia?”
“Sì: mi fanno impazzire.”
“Vedrai quando ne avrai uno nella fica ed uno nel culo.”
Provai una strana sensazione, una specie di improvviso e immotivato rimorso.
“Mi dite cosa pensate di me?” chiesi.
“Non potremmo parlarne dopo?”
Qualsiasi senso di colpa svanii in un istante, come fosse la risposta che volevo. Attendevo di fare quella nuova esperienza e provavo ad immaginare cosa potessi provare, mentre continuavano a scoparmi ed io continuavo a godere senza ritegno. Poi, Giovanni si sfilò, obbligando Fede a fare altrettanto. Il primo puntò dritto il cazzo sul buco del mioculo: era decisamente più piccolo di quello di Mirko ed anche ben lubrificato dai succhi della mia fica, eppure dovette faticare un po’ per farsi strada dentro di me. Fede tornò a prendere possesso della mia fica e cominciarono a muoversi, prima con difficoltà, poi sempre con maggiore facilità: assunsero un ritmo preciso, mentre uno affondava, l’altro si ritraeva e poi viceversa. Ringraziai col pensiero in ogni lingua ed in ogni religione quelle sconosciute maestre che avevano così ben insegnato ai miei figli come dare piacere ad una donna, ad una femmina. Urlavo senza ritegno, mentre li incitavo a fottermi ancora di più. In quei pochi momenti in cui riuscivo a tenere gli occhi aperti, vedevo Mirko segarsi lentamente proprio di fronte a me. Il suo cazzo, enorme, svettava imperioso, mentre la mano scivolava, coprendo e scoprendo la cappella. Lo immaginavo nella mia bocca e mi leccavo le labbra, ma continuavo a godere di quei due cazzi che strusciavano uno contro l’altro, divisi solo dalle sottili membrane dei miei organi. Una stupenda sensazione di liquido caldo che invadeva il mio intestino mi frce capire che Giovnni era venuto, mentre Fede continuava a sbattermi. Io? Non so quanti orgasmi avessi già avuto: provavo una vertigine che mi spingeva a volere ancora più cazzo, ancora più cazzi e, nonostante fossi distrutta, provai una spiacevole sensazione di vuoto, quando, tirando fuori il cazzo dalla mia fica, Fede mi sputò in faccia tutta la sborra che aveva in corpo. M ebbi solo il tempo di un sospiro e di stringermi forte alui, perché Mirko arrivò, aiutò il fratello a sollevarsi e liberò anche Giovanni, sotto di me, quasi schiacciato dal peso dei nostri corpi. Mi gettò letteralmente sulla poltrona, in ginocchio e senza preamboli mi infilò il cazzo nel culo, incurante della sborra di Giovanni che colava fuori. Ripresi a godere e mi ritrovai di fronte gli altri due, che volevano ripulissi i loro cazzi dai loro e dai miei succhi. Leccavo quei bei tarelli che tanto mi avevano fatto godere quasi con riconoscenza, mentre continuavo a godere del cazzo di Mirko che mi stantuffava il culo. Quando anche lui mi riversò nell’intestino il suo piacere, mi sentii finalmente appagata, felice di essere lì e di aver goduto dei cazzi dei miei figli.
Ma non dimenticavo la domanda rimasta sospesa: dovevo sapere come mi giudicavano. Non so se sarebbe cambiato qualcosa, ma era importante sapere se razionalmente si vergognavano di me, aldilà del poter godere del mio corpo. Così, prima ancora di andara afare una doccia, mentre, ancora tutti nudi assaporavano gli ultimi sussulti dell’orgasmo, ripetei la domanda.
Parlò solo Fede, ma era chiaro che esprimeva il parere di tutti.
“Penso quel che pensavo qualche giorno fa, penso tu sia eccezionale. Ho desiderato di scoparti per anni e pensavo fosse impossibile. Ora so che sei meravigliosa anche come femmina e spero che continuerai a farti scopare “
“Se a voi piace e a me pure, perché no? Poi, devo dirla tutta: un cazzo nella fica ed uno nel culo, credo che sia qualcosa di molto vicino al paradiso, per una troia ed io voglio essere troia”.
Mi furono tutti e tre addosso a coprirmi di baci: promessa che tutto sarebbe continuato.
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