Quarto piano, interno 15

di
genere
sentimentali

Guido seguendo le indicazioni che Marco mi ha inviato su WhatsApp.
L'indirizzo non è così semplice da trovare, i grandi palazzi della periferia sono quasi tutti uguali e non facilitano l'orientamento.
Finalmente arrivo a destinazione, parcheggio poco distante, ma prima di scendere dall'auto mi guardo nervosamente attorno, nonostante nessuno dei pochi passanti sembri minimamente interessato a me.
Mi chiedo ancora se questa non sia una grossa stronzata, ma scrollando le spalle mi mando mentalmente a fanculo e mi dico a voce alta che si vive una volta sola.
Prendo il mazzo di fiori posato sul sedile del passeggero, quindi scendo dalla macchina e mi incammino verso il mio appuntamento.

Giunto alla porta del palazzo al civico 56/B cerco sul citofono INTERNO 15. Premo il pulsante ed attendo, dopo qualche istante sento una voce rispondere semplicemente "Quarto piano" e l'inconfondibile rumore metallico dell'apriporta mi dà il benvenuto.
Vorrei fare le scale per sciogliere un po' la tensione, ma l'ascensore mi sembra una soluzione migliore.
Al quarto piano le porte dell'ascensore si aprono su un lungo corridoio, illuminato da una finestra centrale. Ci sono cinque porte blindate tutte uguali, con la sola differenza di un piccolo numero sull'architrave.
Quella con il numero 15 è socchiusa, quindi mi avvicino e suono il campanello che non riporta alcun nome.

Una bellissima ragazza bionda e sorridente apre completamente la porta. Indossa una vestaglia di raso ed un paio di scarpe col tacco.
"Martina?"
"Sì...entra!"
"Questo...questo è per te!" le dico offrendole il piccolo bouquet di rose che ho in mano.
"Ooooh, ma che carino!" esclama dandomi un bacio sulla guancia di ringraziamento "Marco mi ha detto che è la tua prima volta e di trattarti bene." mi dice sorridendo maliziosa e facendomi l'occhiolino.
"Sì, io non ho mai...cioè sì, ho già...non è la mia prima volta, è la prima volta con..."
"È la tua prima volta con una escort!" mi dice terminando lei la frase ridendo.

Marco sostiene da tempo che io debba incontrare Martina. Lui è un suo cliente abituale, e non capisco perché frequenti diverse prostitute visto il suo successo con le ragazze. "L'onanista", come si diverte a definirmi, sono io ed ormai da mesi insiste a dirmi che ci devo almeno provare. Vista la mia reticenza ha organizzato ogni cosa a mia insaputa, salvo poi dirmi di non fare il coglione e presentarmi all'appuntamento nel giorno e all'ora che aveva fissato lui per me.

Martina mi chiede se Marco mi abbia spiegato come funzionano le cose, le dico di sì ma lei comunque specifica: "Ci sono delle piccole semplici regole da seguire, soprattutto le prime volte...niente morsi troppo profondi, niente schiaffi violenti..."
"Sì sì, Marco mi ha detto tutto." le rispondo.
"Bene. Volevo esserne sicura, perché spesso chi si dimostra gentile in principio, come te con questi bellissimi fiori, risulta poi più stronzo del peggiore pervertito..." mi spiega, e credo di percepire nelle sue parole una punta di amarezza. "Ora vieni con me."
Mi prende per mano e mi accompagna lungo un piccolo corridoio che ci conduce alla camera da letto. L'arredamento è essenziale ma curato, le lenzuola sembrano pulite ed appena cambiate. Mi mostra con un cenno il bagno e dove mi dice di andare a darmi una rinfrescata.
Non appena esco dal bagno, trovo Martina ad aspettarmi distesa sul letto, completamente nuda.
Mi invita a fare altrettanto, indicandomi una sedia dove lasciare i miei vestiti.
Mentre mi spoglio continuo a guardarla, è veramente una bellissima ragazza, fisicamente perfetta.
Salgo sul letto e mi distendo accanto a lei.
"Ora rilassati, lasciti andare, quest'ora è tutta per te..." mi sussurra con voce sensuale.
Inizio ad esplorarne il corpo con le mani, e lei fa altrettanto, ottenendo immediatamente risposta dal mio cazzo, che tra le sue dita diventa subito duro.
Inizia così il nostro incontro amoroso, fatto di leccate e posizioni.
Dopo una mezz'ora vengo nel preservativo.
Il sesso a pagamento, seppur certamente piacevole, è un po' troppo meccanico, per i miei gusti.
O forse sono stato io a viverlo così.

Entrambi facciamo un veloce passaggio in bagno, poi Martina, ancora nuda, mi vuole nuovamente sul letto con lei.
Il suo corpo è una visione di bellezza e perfezione.
Distesi l'uno di fronte all'altra iniziamo a parlare del più e del meno, in quanto mi rimane ancora una mezz'oretta da trascorrere in sua compagnia.
Parlando, lei mi accarezza mentre io gioco tra il distratto e l'eccitato con i suoi seni e mi rendo conto che probabilmente mi sto prendendo questa libertà perché lei è un'escort, è pagata per lasciarmelo fare, ma mi dico che forse nessuno le ha mai chiesto se non le dà fastidio.
Ritraggo allora le mani, quasi seccato dal mio stesso comportamento.
"Che succede?" mi chiede con un sorriso accarezzandomi il cazzo che nel frattempo ha nuovamente ripreso coraggio.
"No, niente...è che...mi chiedevo... perché fai questo lavoro?"
Inizialmente tergiversa con qualche sciocca battuta, poi si racconta.
Mi racconta di scelte difficili e di un passato non facile. Di errori, rimpianti, soldi, uomini, violenze...
Non so perché, ma non posso fare a meno di posare le mie labbra sulle sue.
Il bacio delicato sembra trasformarsi in qualcosa di più, quando Martina si allontana.
"Il tuo tempo è quasi scaduto...vuoi un'ultima sveltina?" mi chiede freddamente, allungando nuovamente la sua mano in maniera distaccata.
Le rispondo di no, che andava bene così.
Mi rivesto in silenzio, mentre lei fa altrettanto.
"Come sai, Marco ha già pagato tutto...anche gli extra, qualora me li avessi chiesti..."
"Dì a Marco che ho usufruito di tutto quanto..." le dico facendole l'occhiolino, senza avete la minima idea di cosa fossero gli 'extra'. "E grazie, Martina." le dico dandole un bacio sulla guancia.
"Ti aspetto presto!" mi risponde accompagnandomi alla porta.
"Certo!"

Non credo che ci tornerò mai, o comunque, so che non lo farò mai più da cliente.
Martina è quanto di più bello un uomo possa desiderare.
Martina è quanto di più dolce un cuore possa avere e quanto di più complicato un uomo possa amare.
"Maledetto tu e le tue infatuazioni!" dico a me stesso in ascensore, sessualmente soddisfatto ma emotivamente a pezzi.
di
scritto il
2022-05-02
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