Notte senza luna

di
genere
sentimentali

Ha piovuto fino alle due di questo pomeriggio, e nonostante poi abbia smesso, il cielo è rimasto sempre di un grigio minaccioso che non ha lasciato spazio ad un singolo raggio di sole.
Al mio rientro a casa dal lavoro mi sono preparato una cena piuttosto incolore, in sintonia con la grigia giornata appena trascorsa.
Ma questa sera non mi va di restare a casa. Non mi va di perdermi in inutili programmi televisivi o rincoglionirmi sul cellulare.
"Esco!" dico a me stesso ad alta voce, e prima di cambiare idea infilo il giaccone e lo zuccotto di lana, prendo il portasigari in cuoio ed il Dupont, quindi esco nell'oscurità della sera inverale.

L'aria è intrisa di umidità, le strade ed i marciapiedi completamente bagnati.
Dopo qualche centinaio di metri salgo sul lungomare, e vengo accolto dalla carezza di benvenuto che mi offre il profumo salmastro della spiaggia.
Prendo un Modigliani ammezzato dal portasigari e con religiosa ritualità lo accendo. Aspiro e lascio che il fumo esca dalla mia bocca mentre guardo verso l'alto un cielo color antracite, privo di luna e di stelle.
Cammino un po' accompagnato dalla luce tenue dei lampioni, mentre mi perdo nella dolce poesia delle onde che muoiono a riva.

Mi appoggio al muretto che separa il lungomare dai giardini privati, trovando rifugio tra i rami di alcune tamerici.
Regalo pensieri e quesiti al fumo del sigaro che leggero vola lontano, portandoli alla timida luna che frattanto ha fatto capolino tra le nuvole.

Il mio pensare silenzioso viene improvvisamente interrotto da una risata femminile.
"Dio sa quanto la vorrei, una Donna!" dico a me stesso.
Lei però non è sola, sento ad accompagnare quella dolce risata una profonda voce maschile.
Inconfondibili, giungono poi alle mie orecchie i suoni di baci ed effusioni.
I due ora si trovano proprio alle mie spalle, qualche metro più in basso, anch'essi nascosti tra le stesse tamerici per cercare un'intimità che non sanno essere condivisa con un involontario spettatore non pagante.

A questo punto mi sembra quasi maleducato muovermi e di conseguenza palesarmi, pertanto decido di rimanere immobile, ombra tra le ombre.
I due amanti continuano a ridere, ma capisco che ora lui cerca qualcosa che lei è reticente ad offrire. Vorrebbe, propone, azzarda, ma sembra non ottenere niente.
Io continuo ad ascoltare quella conversazione privata non senza una punta di invidia.
Lui insiste, alterna dolcezza e fermezza, ma il risultato non cambia. O forse sì, qualcosa è cambiato. La risata di lei si fa d'un tratto più maliziosa, il tono di voce è più basso, tanto da non farmi capire cosa si dicano.
Il loro ridere e parlottare è sostituito da baci e bisbigli, mentre il fruscio dei loro soprabiti che si sfiorano lasciano presagire che la tensione stia a poco a poco crescendo.

"Non fare lo stupido, dai!" dice ad un tratto lei a voce alta ridendo, mettendo così la parola fine a questa breve commedia.
Lui sbuffa ma cede, ed insieme si allontanano.
Io rimango al mio posto, appoggiato al muretto in compagnia del mio sigaro e dei miei pensieri.

Dio sa quanto la vorrei una donna che condivida con me questa notte senza luna, che mi dica di non fare lo stupido quando il desiderio di lei prende il sopravvento, ma che magari ceda alle mie lusinghe ed alla mia stupidità, nascosti tra i rami di quelle tamerici.
di
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2022-02-15
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