Racconto di Billie. Terza parte - Si gioca in tre.
di
iosonoimmaginario
genere
trio
(di dove, infine, si fa sesso, soprattutto lesbico)
Mi suona il cellulare, è Alessia - Scusami Billie, devo rispondere.
Sono al telefono per un paio di minuti, quando chiudo la chiamata do un'occhiata al vostro tavolo, ma non ti vedo. Ti cerco al bancone ed eccoti sullo sgabello, le gambe accavallate. La tua espressione ora è seria, in attesa. Ti raggiungo, mi siedo anch'io e ti domando a bruciapelo - Billie, vuoi conoscere Alessia?
Sei sorpresa. Non era quello che ti aspettavi di sentire, schiudi appena le labbra, quanto sei carina Billie.
B - Alessia… la tua collega?
Robi - Esatto. Lo so, inaspettata come proposta e decisamente audace, ma prima di dire di no pensaci un attimo. È una serata speciale per te. Vuoi renderla unica?
B - Tu e Alessia.. non siete una coppia?
R - No, ma ci piace giocare assieme. E con Alessia ci si diverte molto, vi troverete subito.
Ora sorridi, poi volti lo sguardo alle tue amiche - Aspettami qui.
Ti vedo parlare con Veronica, tutte le tue amiche mi scrutano. Poi Veronica si alza e tornate assieme al bancone.
B - Si fa'. Vado a recuperare la giacca, raggiungimi all'uscita. Prima però Vero vuole dirti una cosa.
Ti allontani. Veronica mi guarda dritto negli occhi, per qualche secondo, senza dirmi nulla. Poi veloce mi prende le palle in mano, e stringe - Billie è la mia migliore amica.
R - L'avevo intuito.. Verrà trattata come una principessa, te lo prometto.
Veronica - Billie lo è, una principessa, non mi aspetto niente di meno.
Finalmente lei lascia la presa. Ci scrutiamo per qualche secondo, le accenno un saluto - Veronica.. È stato un piacere.
Le sorrido, anche lei si rilassa un secondo - Già, immagino. A voi pervertiti piacciono queste cose.
R - Siete una compagnia di matte. Ciao Veronica, buona serata.
Ti raggiungo all'ingresso, hai indossato un chiodo rosso, ti sta da dio. Provo a fare un fischio, tu ridi - Cammini un po' strano, cos'è successo con la Vero?
R - Lasciamo perdere.. Ma sei fortunata ad avere un'amica così. Dai, andiamo, Alessia non va fatta aspettare.
La macchina per fortuna non è lontana, ci arriviamo veloci accompagnati dal suono dei tuoi tacchi vertiginosi sul marciapiede.
B - Ma che macchina è?
R - Una vecchia Mustang. Li amo i macchinoni americani da film coi loro motori esagerati.
B - il tuo contributo al riscaldamento globale insomma.
R - Ah-ah, già, proprio così. Prego cerbiatta, andiamo.
Ti tengo la porta per osservarti mentre sali in macchina e ti siedi, la gonna che si alza, le gambe piegate mentre ti accomodi sul sedile. Ho già un debole per le tue lunghe gambe Billie, più sexy delle curve della mia Mustang.
Mentre siamo In macchina mi chiedi qualcosa di più di Alessia. Ti racconto della conferenza dove l'ho conosciuta, la sala strapiena, gli uomini a pendere dalle sue labbra mentre raccontava di investimenti in mercati emergenti.
B - E tu in mezzo a tutta la platea l'hai conquistata col tuo fascino indiscreto?
Sorrido, mi fai impazzire Billie - Alessia non mi avrebbe cagato di striscio se non fosse stato per suo cugino Marco, un mio collega. Non lo ringrazierò mai abbastanza per avermela presentata. Ma ora la conoscerai curiosetta, vieni anche tu.
Parcheggio e scendiamo. È solo una questione di un paio di minuti ed il suo treno entra in stazione. Scendono in pochi a quest'ora, la riconosco subito - Arriva..
Anche Alessia ci ha visto, è in un elegante soprabito tenuto chiuso da grandi bottoni e che si apre in vita rivelando la gonna al ginocchio, la curva delle gambe snelle, le scarpe nere con dei tacchi forse ancora più alti dei tuoi. Si dirige verso di noi, è magnifica, come sempre. I lunghi capelli biondi e lisci con la riga in mezzo le cadono sulle spalle, porta dei grandi orecchini a forma di rombo, il rossetto bordeaux ad attirare lo sguardo alle sue labbra.
B - Cazzo…
Quando è abbastanza vicina Alessia mi lancia un'occhiataccia. Naturalmente le avevo detto di te, ma non si aspettava una ragazza così giovane.
Ma quando ti saluta è rilassata, vi scambiate un bacio sulla guancia - Ciao Billie, sei bellissima. Robi non delude mai. Io sono Alessia.
Il complimento ed il commento di Alessia ti lasciano un po' confusa, ma non hai tempo di replicare.
A - Robi, pensaci tu al mio trolley. Facci strada mentre mi presento a Billie.
Ci avviamo alla macchina, tu e Alessia mi seguite a qualche passo di distanza chiaccherando, ti sento ridere di chissà cosa.
A - Robi, ancora in giro con sta macchina? È scomodissima! Quando ti deciderai a prenderne una normale?
R - E perché mai? Guarda quanto rimorchio, con questa.
A - La prossima volta vieni a prendermi con quella della ditta. Intanto ti tocca farci da autista caro Ambrogio, io e Billie stiamo dietro così ci conosciamo meglio.
In macchina chiedo ad Alessia del viaggio, ma lei risponde vaga. Mi chiede invece di mettere un po' di musica e torna a parlare con te.
Nello specchietto vedo che ti sussurra all'orecchio, tu sorridi, poi ti lecca sul collo, questa volta ridi più forte.
Alessia ti dice qualcosa, vi guardate, scambiate il primo, leggero bacio. Poi di nuovo, questa volta a labbra aperte. Alessia con la mano raggiunge il tuo interno coscia, ti accarezza, tu schiudi appena le gambe.
Rimetto gli occhi sulla strada - Woah!
Devo correggere di colpo per tornare nella nostra corsia - Scusate fanciulle, mi ero distratto un attimo.
Scoppiate a ridere.
A - Ambrogio, c'è qualcosa che ti turba? Ce la fai a portarci sane e salve fino a casa?
R - Ah ah ah. Dipende da voi, I suppose.
Ricominciate a limonare, come se non mi aveste sentito. Io provo a concentrarmi alla guida, e così arriviamo senza altri incidenti.
Entriamo, Alessia si muove come se fosse a casa sua, accende subito lo stereo e sceglie qualcosa di suo gusto, un pezzo di Ligabue. Buttate le giacche sul divano, io mi fermo ad osservarvi per un attimo, poi vado a lasciare il trolley in camera. Quando torno in sala siete in piedi, vi parlate molto vicine. Alessia mi chiede di prepararvi un cocktail, vuole rimanere da sola con te per qualche minuto.
Sono tornata mille volte a quella notte, cercando di riviverne le sensazioni, ricordando Alessia, il suo corpo, il suo profumo, la sua pelle, le sue labbra, le sue parole. Il tempo che sembrava fermarsi, i ricordi nitidissimi e distorti dalla mia fantasia, dai miei desideri.
Io e Alessia avevamo cominciato a baciarci, mentre tu eri di la’. Mi accarezzava i capelli e con l'altra mano era scesa a toccarmi il seno, dolcemente. Poco alla volta ha aperto la mia camicetta ed io aprii la sua. I nostri corpi vicinissimi, sentivo il suo respiro sulla pelle, i seni che si sfioravano.
Tu tornasti in sala e quando ti vidi, con un gesto istintivo, mi coprii il seno con le braccia. Con Alessia vi scambiaste uno sguardo. Fu solo un istante ma penso che in quel momento la notte prese una direzione precisa. Passasti il cocktail ad Alessia, che lo assaggio’, e ti chiese di aiutarla con la gonna.
Ti portasti alle sue spalle. Baciandole il collo le raccolsi il seno in mano, sollevandolo, come per porgerlo a me, in offerta.
Io piegai la testa, sfiorai i capezzoli di Alessia con la punta della lingua, li succhiai. Tu scesi con le mani sui suoi fianchi, aprendole la zip, la gonna scivolò a terra. Volevo vedere il suo corpo e mi staccai da lei. Alessia non indossava intimo, era solo in tacchi ed autoreggenti. Si rivolse a me - Cosa ne facciamo del maschiaccio? Lo mandiamo via?
B - No!
Perché ti voleva mandare via? Avevo fatto uno sbaglio?
Alessia mi sorrise - D'accordo, come vuoi tu. Robi, aiuta Billie a sfilarsi la gonna.
Ti portasti dietro di me. Passasti un dito lungo la mia schiena, e poi ci passasti la lingua, risalendo fino al collo. Piegai la testa indietro per baciarti, con le mani tu scesi ad accarezzarmi il seno, stuzzicando i capezzoli, già dritti e turgidi. Mi accarezzasti i fianchi, e quando arrivasti alla microgonna me la avvolsi in vita e cominciasti a sfilarla, verso l'alto, ma non completamente, fermandoti attorno alle mie braccia sollevate, ad altezza dei gomiti. Mi avevi lasciato cosi’, bloccata. Alessia mi baciò, accarezzandomi le tettine. Tu ti appoggiasti a me per farmi sentire la tua erezione mentre con una mano scesi a scostarmi il perizoma, e scoprirmi la fighetta.
Robi - Allarga le gambe.
Ti ubbidii. Con un dito mi accarezzasti le labbra, il clitoride, ed intanto Alessia continuava a baciarmi, poi tu spinsi il dito più a fondo, penetrandomi, facendomi gemere.
A - Robi.
Bastò una parola di Alessia per fermarti. Tu tolsi il dito, rimisi a posto il perizoma nascondendo la fighetta e mi liberasti facendo scorrere la minigonna fin sopra le braccia.
Alessia mise una mano sulla tua spalla, spingendoti a terra, in ginocchio di fronte a lei. Sollevò una gamba, appoggiando la coscia sulla tua spalla - Ora lecca, porco.
Avvicinasti la bocca al suo sesso, lo baciasti.
Alessia mi strinse a sé, le mie tettine sul suo seno, le lingue che si cercavano, il respiro più veloce. Io mi persi nel momento, attaccata al suo corpo, sempre più caldo. Ti guardavo, eccitata dal vedere un uomo in ginocchio di fronte a noi, da aggressivo ed invadente diventato di colpo docile. Volevo provare a guidarti anch'io così, e allo stesso tempo volevo ubbidire ad Alessia e farla godere come stavi facendo tu. Come se Alessia lo avesse intuito mi afferrò per la testa e mi spinse a terra. Mi ritrovai al tuo fianco, in ginocchio. Ci scambiammo uno sguardo, consapevoli del nostro ruolo. Ci baciammo, ed assaporai il sesso di Alessia dalla tua bocca.
A - Billie, vuoi provare a leccarmela anche tu?
B - Si.
A - Come deve chiedere una bambina educata?
B - Si, Alessia, per favore.
Come aveva fatto con te Alessia appoggiò la coscia sulla mia spalla, offrendomi il suo sesso aperto, e mi guido' spingendomi la testa verso di lei e muovendola, dall'alto verso il basso. Entrai con la lingua dentro di lei, cercando di cogliere i suoi sapori e il suo piacere.
Alessia ad un tratto mi fermo' e si rivolse a te - Robi, vai in poltrona. Billie, è ora di prepare il nostro maschietto. Siediti in braccio a Robi e comincia a sbottonargli la camicia.
Venni da te e mi misi seduta sulle tue gambe. Ti fissai negli occhi, aprendoti piano la camicia. Te la tolsi, accarezzandoti i pettorali, le braccia grandi e forti, le spalle. Sei bello Robi, hai un gran fisico.
Alessia si era portata alle tue spalle, le sue mani fra i tuoi capelli. La guardai.
A - Li voglio così i miei uomini, un bel fisico completamente depilato. Robi si prepara volentieri, per me, ogni volta. Pretendo troppo?
B - No, Robi sta bene cosi..
A - Ora sfilagli la cintura.
Lo feci. Alessia ti prese le braccia portandole dietro la schiena e ti lego' la cintura ai polsi.
B - Billie, non è ora di ballare?
Ci portammo al centro della sala, così, praticamente nude, i nostri corpi che si sfioravano, si toccavano, liberi, le braccia alzate che poi scendevano accarezzando i fianchi ondeggianti. Alessia salì sul tavolino in legno di fronte a te, dandoti la schiena e porgendomi la mano per invitarmi a salire con lei.
Iniziò a muovere i fianchi, sinuosi, facendoci scivolare sopra le mani, ed io la imitai. Poi, con un gesto d'intesa, ci piegammo in avanti, spingendo il bacino verso di te, regalandoti lo spettacolo del nostro culo ed un twerking in coppia. Ci voltammo verso di te, che scrollavi la testa. Scoppiammo a ridere. Poi Alessia si girò mettendosi di profilo, ed io feci lo stesso. Mi avvicinai a lei, i corpi si toccavano, schiena contro schiena, scivolando una sull'altra.
Quando il pezzo fini' ci fermammo, ci abbracciammo ridendo e ti guardammo.
R - Devo proprio iscrivermi al vostro corso di latino-americano.
A - Anche tu vuoi imparare il twerking?
R - No, no. Io faccio il giudice.
A - Maiale. Sai Billie, Robi ha un debole per un bel culo, mi sa che è con quello che l'hai conquistato ai Magazzini. Ma non credi che il nostro maschietto abbia visto abbastanza?
Alessia ti si avvicinò. Appoggiò il piede sul bracciolo della poltroncina, ti fissò per qualche secondo lasciandoti il tempo di ammirarle le gambe e poi si sfilò le autoreggenti, lentamente.
A - Scendi. Mettiti in ginocchio adesso.
Alessia prese il tuo posto, allargò le cosce puntando i piedi sulla poltrona. Era provocante, troia. Non aveva nessuna remora a mostrare il suo corpo e a pretendere piacere.
Ti afferrò i capelli spingendoti a lei e ti ordino’ di leccare. Mi fece segno di portarmi dietro di lei per farsi baciare, sul collo, dietro le orecchie. Alessia sollevò le braccia e io le leccai e le baciai le ascelle, volevo tutto di lei. Il respiro di Alessia divenne veloce, si mordeva le labbra per non darti la soddisfazione di ascoltare i suoi gemiti di piacere. L'elegante quarantenne con cui mi ero divertita flirtando ai Magazzini ora era uno strumento di piacere agli ordini di una donna esigente. E dentro di me speravo che Alessia mi trattasse allo stesso modo, volevo provare le tue stesse sensazioni. Io, ragazzina, volevo sentirmi usata, nelle mani di una donna più bella, più donna di me. Ma non ando’ cosi’.
Alessia ti staccò da lei - Robi, ora ti siedi e ascolti, in silenzio.
Alessia raccolse le sue calze e le avvolse come bende sui tuoi occhi.
Poi mi prese per mano, portandomi al centro della sala. Mi accarezzò i fianchi, scendendo al perizoma, e lo sfilò. Ci sedemmo, una di fronte all'altra. Incrociammo le gambe, i nostri sessi a contatto, aperti. Alessia mi morse il labbro. Finalmente stavo per fare l'amore con lei.
Ma questo Alessia non ha voluto fartelo vedere, e io non te lo racconto, tanto non lo potresti capire.
Non ti posso trasmettere la sensazione di profonda emozione che si prova donna su donna: dolcezza, delicatezza, profumi, trasgressione, curiosità, desideri, irrealtà, sogno e realtà, tentazione, stupore, morbidezza, rispetto. Un rapporto perfetto, con piacere e senza dolore, paritario, di paradossale scoperta continua, una specie di iniziazione a un'altra forma di sesso, più tollerante, rispettoso, comprensivo, curioso. Un sesso perfetto. Come un sogno. Senza l'imbarazzo di questo cazzo prepotente e aggressivo che si vuole inserire ovunque e senza quel senso di possesso arrogante che l'uomo, anche il migliore, emana.
Ci amammo, sul divano, poi per terra, poi in camera, sul tuo letto. Ma anche volendo non saprei raccontarti ciò che successe, Alessia mi travolse di piacere, di stupore, di voglia, dell’essere donna.
Poi tu ci raggiunsi, in camera. Ne avevi avuto abbastanza, ti eri slegato e tolto la benda improvvisata e ora volevi scopare. Prendesti Alessia, in ogni posizione. La facevi godere mentre io la baciavo e la accarezzavo. Ad un tratto Alessia si spostò per mettersi sopra di te, ti voleva cavalcare lei ora. Mi chiese di mettermi di fronte a lei. Ero seduta sul tuo petto. Io e Alessia ci toccavamo, e quando mi sollevavo ti offrivo il mio sesso, e tu lo leccavi, la tua lingua nella mia figa. Alessia venne, e io assieme a lei, grazie alle sue dita e alla tua bocca.
Eravamo esausti. Tu andasti in terrazza, a rollarti una canna. Io ed Alessia ti raggiungemmo. Lei indossava solo la tua giacca, io il mio chiodo, sentivo l'aria fresca sulla mia fighetta. Si stava bene all'aperto, la luna bassa sull'orizzonte sembrava enorme.
A - Bum
Fumammo, passandoci la canna. Non so come finimmo a parlare delle vecchie librerie di Milano.
Poi tornammo dentro, al caldo, sotto il piumone. Spegnemmo la luce, eravamo sui fianchi, abbracciati. Pensavo ci saremmo addormentati in un attimo ma tu prendesti Alessia, di nuovo. Io ero appoggiata a lei, le mie tettine sulla sua schiena, le mie gambe lungo le sue, sentivo la forza delle tue spinte. Alessia si voltò verso di me, ci baciammo, le accarezzai il seno, poi scesi al suo ventre, piu’ giu’, le mie dita dentro di lei assieme al tuo cazzo, a farla godere.
Ci risvegliammo la mattina ancora abbracciati e ci alzammo per fare colazione, affamati dopo la notte di sesso. Alessia ci raccontò del suo recente viaggio in Svezia, dei popoli del nord, così riservati. Tu dissi che se fossimo stati svedesi non avremmo mai vissuto questa notte assieme, non così. Chissà, forse hai ragione. Capii ad un tratto che era ora di andare. Rifiutai la tua offerta di un passaggio a casa, facendoti invece chiamare un taxi.
Abbracciai Alessia, ci scambiammo un ultimo bacio, sfiorando appena le labbra. Poi ne diedi uno a te, sulla guancia - Ciao bell'uomo.
R - Addio Billie, ragazzina impertinente.
Ti sorrisi. Uscii richiudendo la porta dietro di me. Non vi avrei mai più rivisto.
(Fine della seconda sliding door. Per commenti, suggerimenti, idee, l'email e' iosonoimmaginario @pm.me)
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Mi suona il cellulare, è Alessia - Scusami Billie, devo rispondere.
Sono al telefono per un paio di minuti, quando chiudo la chiamata do un'occhiata al vostro tavolo, ma non ti vedo. Ti cerco al bancone ed eccoti sullo sgabello, le gambe accavallate. La tua espressione ora è seria, in attesa. Ti raggiungo, mi siedo anch'io e ti domando a bruciapelo - Billie, vuoi conoscere Alessia?
Sei sorpresa. Non era quello che ti aspettavi di sentire, schiudi appena le labbra, quanto sei carina Billie.
B - Alessia… la tua collega?
Robi - Esatto. Lo so, inaspettata come proposta e decisamente audace, ma prima di dire di no pensaci un attimo. È una serata speciale per te. Vuoi renderla unica?
B - Tu e Alessia.. non siete una coppia?
R - No, ma ci piace giocare assieme. E con Alessia ci si diverte molto, vi troverete subito.
Ora sorridi, poi volti lo sguardo alle tue amiche - Aspettami qui.
Ti vedo parlare con Veronica, tutte le tue amiche mi scrutano. Poi Veronica si alza e tornate assieme al bancone.
B - Si fa'. Vado a recuperare la giacca, raggiungimi all'uscita. Prima però Vero vuole dirti una cosa.
Ti allontani. Veronica mi guarda dritto negli occhi, per qualche secondo, senza dirmi nulla. Poi veloce mi prende le palle in mano, e stringe - Billie è la mia migliore amica.
R - L'avevo intuito.. Verrà trattata come una principessa, te lo prometto.
Veronica - Billie lo è, una principessa, non mi aspetto niente di meno.
Finalmente lei lascia la presa. Ci scrutiamo per qualche secondo, le accenno un saluto - Veronica.. È stato un piacere.
Le sorrido, anche lei si rilassa un secondo - Già, immagino. A voi pervertiti piacciono queste cose.
R - Siete una compagnia di matte. Ciao Veronica, buona serata.
Ti raggiungo all'ingresso, hai indossato un chiodo rosso, ti sta da dio. Provo a fare un fischio, tu ridi - Cammini un po' strano, cos'è successo con la Vero?
R - Lasciamo perdere.. Ma sei fortunata ad avere un'amica così. Dai, andiamo, Alessia non va fatta aspettare.
La macchina per fortuna non è lontana, ci arriviamo veloci accompagnati dal suono dei tuoi tacchi vertiginosi sul marciapiede.
B - Ma che macchina è?
R - Una vecchia Mustang. Li amo i macchinoni americani da film coi loro motori esagerati.
B - il tuo contributo al riscaldamento globale insomma.
R - Ah-ah, già, proprio così. Prego cerbiatta, andiamo.
Ti tengo la porta per osservarti mentre sali in macchina e ti siedi, la gonna che si alza, le gambe piegate mentre ti accomodi sul sedile. Ho già un debole per le tue lunghe gambe Billie, più sexy delle curve della mia Mustang.
Mentre siamo In macchina mi chiedi qualcosa di più di Alessia. Ti racconto della conferenza dove l'ho conosciuta, la sala strapiena, gli uomini a pendere dalle sue labbra mentre raccontava di investimenti in mercati emergenti.
B - E tu in mezzo a tutta la platea l'hai conquistata col tuo fascino indiscreto?
Sorrido, mi fai impazzire Billie - Alessia non mi avrebbe cagato di striscio se non fosse stato per suo cugino Marco, un mio collega. Non lo ringrazierò mai abbastanza per avermela presentata. Ma ora la conoscerai curiosetta, vieni anche tu.
Parcheggio e scendiamo. È solo una questione di un paio di minuti ed il suo treno entra in stazione. Scendono in pochi a quest'ora, la riconosco subito - Arriva..
Anche Alessia ci ha visto, è in un elegante soprabito tenuto chiuso da grandi bottoni e che si apre in vita rivelando la gonna al ginocchio, la curva delle gambe snelle, le scarpe nere con dei tacchi forse ancora più alti dei tuoi. Si dirige verso di noi, è magnifica, come sempre. I lunghi capelli biondi e lisci con la riga in mezzo le cadono sulle spalle, porta dei grandi orecchini a forma di rombo, il rossetto bordeaux ad attirare lo sguardo alle sue labbra.
B - Cazzo…
Quando è abbastanza vicina Alessia mi lancia un'occhiataccia. Naturalmente le avevo detto di te, ma non si aspettava una ragazza così giovane.
Ma quando ti saluta è rilassata, vi scambiate un bacio sulla guancia - Ciao Billie, sei bellissima. Robi non delude mai. Io sono Alessia.
Il complimento ed il commento di Alessia ti lasciano un po' confusa, ma non hai tempo di replicare.
A - Robi, pensaci tu al mio trolley. Facci strada mentre mi presento a Billie.
Ci avviamo alla macchina, tu e Alessia mi seguite a qualche passo di distanza chiaccherando, ti sento ridere di chissà cosa.
A - Robi, ancora in giro con sta macchina? È scomodissima! Quando ti deciderai a prenderne una normale?
R - E perché mai? Guarda quanto rimorchio, con questa.
A - La prossima volta vieni a prendermi con quella della ditta. Intanto ti tocca farci da autista caro Ambrogio, io e Billie stiamo dietro così ci conosciamo meglio.
In macchina chiedo ad Alessia del viaggio, ma lei risponde vaga. Mi chiede invece di mettere un po' di musica e torna a parlare con te.
Nello specchietto vedo che ti sussurra all'orecchio, tu sorridi, poi ti lecca sul collo, questa volta ridi più forte.
Alessia ti dice qualcosa, vi guardate, scambiate il primo, leggero bacio. Poi di nuovo, questa volta a labbra aperte. Alessia con la mano raggiunge il tuo interno coscia, ti accarezza, tu schiudi appena le gambe.
Rimetto gli occhi sulla strada - Woah!
Devo correggere di colpo per tornare nella nostra corsia - Scusate fanciulle, mi ero distratto un attimo.
Scoppiate a ridere.
A - Ambrogio, c'è qualcosa che ti turba? Ce la fai a portarci sane e salve fino a casa?
R - Ah ah ah. Dipende da voi, I suppose.
Ricominciate a limonare, come se non mi aveste sentito. Io provo a concentrarmi alla guida, e così arriviamo senza altri incidenti.
Entriamo, Alessia si muove come se fosse a casa sua, accende subito lo stereo e sceglie qualcosa di suo gusto, un pezzo di Ligabue. Buttate le giacche sul divano, io mi fermo ad osservarvi per un attimo, poi vado a lasciare il trolley in camera. Quando torno in sala siete in piedi, vi parlate molto vicine. Alessia mi chiede di prepararvi un cocktail, vuole rimanere da sola con te per qualche minuto.
Sono tornata mille volte a quella notte, cercando di riviverne le sensazioni, ricordando Alessia, il suo corpo, il suo profumo, la sua pelle, le sue labbra, le sue parole. Il tempo che sembrava fermarsi, i ricordi nitidissimi e distorti dalla mia fantasia, dai miei desideri.
Io e Alessia avevamo cominciato a baciarci, mentre tu eri di la’. Mi accarezzava i capelli e con l'altra mano era scesa a toccarmi il seno, dolcemente. Poco alla volta ha aperto la mia camicetta ed io aprii la sua. I nostri corpi vicinissimi, sentivo il suo respiro sulla pelle, i seni che si sfioravano.
Tu tornasti in sala e quando ti vidi, con un gesto istintivo, mi coprii il seno con le braccia. Con Alessia vi scambiaste uno sguardo. Fu solo un istante ma penso che in quel momento la notte prese una direzione precisa. Passasti il cocktail ad Alessia, che lo assaggio’, e ti chiese di aiutarla con la gonna.
Ti portasti alle sue spalle. Baciandole il collo le raccolsi il seno in mano, sollevandolo, come per porgerlo a me, in offerta.
Io piegai la testa, sfiorai i capezzoli di Alessia con la punta della lingua, li succhiai. Tu scesi con le mani sui suoi fianchi, aprendole la zip, la gonna scivolò a terra. Volevo vedere il suo corpo e mi staccai da lei. Alessia non indossava intimo, era solo in tacchi ed autoreggenti. Si rivolse a me - Cosa ne facciamo del maschiaccio? Lo mandiamo via?
B - No!
Perché ti voleva mandare via? Avevo fatto uno sbaglio?
Alessia mi sorrise - D'accordo, come vuoi tu. Robi, aiuta Billie a sfilarsi la gonna.
Ti portasti dietro di me. Passasti un dito lungo la mia schiena, e poi ci passasti la lingua, risalendo fino al collo. Piegai la testa indietro per baciarti, con le mani tu scesi ad accarezzarmi il seno, stuzzicando i capezzoli, già dritti e turgidi. Mi accarezzasti i fianchi, e quando arrivasti alla microgonna me la avvolsi in vita e cominciasti a sfilarla, verso l'alto, ma non completamente, fermandoti attorno alle mie braccia sollevate, ad altezza dei gomiti. Mi avevi lasciato cosi’, bloccata. Alessia mi baciò, accarezzandomi le tettine. Tu ti appoggiasti a me per farmi sentire la tua erezione mentre con una mano scesi a scostarmi il perizoma, e scoprirmi la fighetta.
Robi - Allarga le gambe.
Ti ubbidii. Con un dito mi accarezzasti le labbra, il clitoride, ed intanto Alessia continuava a baciarmi, poi tu spinsi il dito più a fondo, penetrandomi, facendomi gemere.
A - Robi.
Bastò una parola di Alessia per fermarti. Tu tolsi il dito, rimisi a posto il perizoma nascondendo la fighetta e mi liberasti facendo scorrere la minigonna fin sopra le braccia.
Alessia mise una mano sulla tua spalla, spingendoti a terra, in ginocchio di fronte a lei. Sollevò una gamba, appoggiando la coscia sulla tua spalla - Ora lecca, porco.
Avvicinasti la bocca al suo sesso, lo baciasti.
Alessia mi strinse a sé, le mie tettine sul suo seno, le lingue che si cercavano, il respiro più veloce. Io mi persi nel momento, attaccata al suo corpo, sempre più caldo. Ti guardavo, eccitata dal vedere un uomo in ginocchio di fronte a noi, da aggressivo ed invadente diventato di colpo docile. Volevo provare a guidarti anch'io così, e allo stesso tempo volevo ubbidire ad Alessia e farla godere come stavi facendo tu. Come se Alessia lo avesse intuito mi afferrò per la testa e mi spinse a terra. Mi ritrovai al tuo fianco, in ginocchio. Ci scambiammo uno sguardo, consapevoli del nostro ruolo. Ci baciammo, ed assaporai il sesso di Alessia dalla tua bocca.
A - Billie, vuoi provare a leccarmela anche tu?
B - Si.
A - Come deve chiedere una bambina educata?
B - Si, Alessia, per favore.
Come aveva fatto con te Alessia appoggiò la coscia sulla mia spalla, offrendomi il suo sesso aperto, e mi guido' spingendomi la testa verso di lei e muovendola, dall'alto verso il basso. Entrai con la lingua dentro di lei, cercando di cogliere i suoi sapori e il suo piacere.
Alessia ad un tratto mi fermo' e si rivolse a te - Robi, vai in poltrona. Billie, è ora di prepare il nostro maschietto. Siediti in braccio a Robi e comincia a sbottonargli la camicia.
Venni da te e mi misi seduta sulle tue gambe. Ti fissai negli occhi, aprendoti piano la camicia. Te la tolsi, accarezzandoti i pettorali, le braccia grandi e forti, le spalle. Sei bello Robi, hai un gran fisico.
Alessia si era portata alle tue spalle, le sue mani fra i tuoi capelli. La guardai.
A - Li voglio così i miei uomini, un bel fisico completamente depilato. Robi si prepara volentieri, per me, ogni volta. Pretendo troppo?
B - No, Robi sta bene cosi..
A - Ora sfilagli la cintura.
Lo feci. Alessia ti prese le braccia portandole dietro la schiena e ti lego' la cintura ai polsi.
B - Billie, non è ora di ballare?
Ci portammo al centro della sala, così, praticamente nude, i nostri corpi che si sfioravano, si toccavano, liberi, le braccia alzate che poi scendevano accarezzando i fianchi ondeggianti. Alessia salì sul tavolino in legno di fronte a te, dandoti la schiena e porgendomi la mano per invitarmi a salire con lei.
Iniziò a muovere i fianchi, sinuosi, facendoci scivolare sopra le mani, ed io la imitai. Poi, con un gesto d'intesa, ci piegammo in avanti, spingendo il bacino verso di te, regalandoti lo spettacolo del nostro culo ed un twerking in coppia. Ci voltammo verso di te, che scrollavi la testa. Scoppiammo a ridere. Poi Alessia si girò mettendosi di profilo, ed io feci lo stesso. Mi avvicinai a lei, i corpi si toccavano, schiena contro schiena, scivolando una sull'altra.
Quando il pezzo fini' ci fermammo, ci abbracciammo ridendo e ti guardammo.
R - Devo proprio iscrivermi al vostro corso di latino-americano.
A - Anche tu vuoi imparare il twerking?
R - No, no. Io faccio il giudice.
A - Maiale. Sai Billie, Robi ha un debole per un bel culo, mi sa che è con quello che l'hai conquistato ai Magazzini. Ma non credi che il nostro maschietto abbia visto abbastanza?
Alessia ti si avvicinò. Appoggiò il piede sul bracciolo della poltroncina, ti fissò per qualche secondo lasciandoti il tempo di ammirarle le gambe e poi si sfilò le autoreggenti, lentamente.
A - Scendi. Mettiti in ginocchio adesso.
Alessia prese il tuo posto, allargò le cosce puntando i piedi sulla poltrona. Era provocante, troia. Non aveva nessuna remora a mostrare il suo corpo e a pretendere piacere.
Ti afferrò i capelli spingendoti a lei e ti ordino’ di leccare. Mi fece segno di portarmi dietro di lei per farsi baciare, sul collo, dietro le orecchie. Alessia sollevò le braccia e io le leccai e le baciai le ascelle, volevo tutto di lei. Il respiro di Alessia divenne veloce, si mordeva le labbra per non darti la soddisfazione di ascoltare i suoi gemiti di piacere. L'elegante quarantenne con cui mi ero divertita flirtando ai Magazzini ora era uno strumento di piacere agli ordini di una donna esigente. E dentro di me speravo che Alessia mi trattasse allo stesso modo, volevo provare le tue stesse sensazioni. Io, ragazzina, volevo sentirmi usata, nelle mani di una donna più bella, più donna di me. Ma non ando’ cosi’.
Alessia ti staccò da lei - Robi, ora ti siedi e ascolti, in silenzio.
Alessia raccolse le sue calze e le avvolse come bende sui tuoi occhi.
Poi mi prese per mano, portandomi al centro della sala. Mi accarezzò i fianchi, scendendo al perizoma, e lo sfilò. Ci sedemmo, una di fronte all'altra. Incrociammo le gambe, i nostri sessi a contatto, aperti. Alessia mi morse il labbro. Finalmente stavo per fare l'amore con lei.
Ma questo Alessia non ha voluto fartelo vedere, e io non te lo racconto, tanto non lo potresti capire.
Non ti posso trasmettere la sensazione di profonda emozione che si prova donna su donna: dolcezza, delicatezza, profumi, trasgressione, curiosità, desideri, irrealtà, sogno e realtà, tentazione, stupore, morbidezza, rispetto. Un rapporto perfetto, con piacere e senza dolore, paritario, di paradossale scoperta continua, una specie di iniziazione a un'altra forma di sesso, più tollerante, rispettoso, comprensivo, curioso. Un sesso perfetto. Come un sogno. Senza l'imbarazzo di questo cazzo prepotente e aggressivo che si vuole inserire ovunque e senza quel senso di possesso arrogante che l'uomo, anche il migliore, emana.
Ci amammo, sul divano, poi per terra, poi in camera, sul tuo letto. Ma anche volendo non saprei raccontarti ciò che successe, Alessia mi travolse di piacere, di stupore, di voglia, dell’essere donna.
Poi tu ci raggiunsi, in camera. Ne avevi avuto abbastanza, ti eri slegato e tolto la benda improvvisata e ora volevi scopare. Prendesti Alessia, in ogni posizione. La facevi godere mentre io la baciavo e la accarezzavo. Ad un tratto Alessia si spostò per mettersi sopra di te, ti voleva cavalcare lei ora. Mi chiese di mettermi di fronte a lei. Ero seduta sul tuo petto. Io e Alessia ci toccavamo, e quando mi sollevavo ti offrivo il mio sesso, e tu lo leccavi, la tua lingua nella mia figa. Alessia venne, e io assieme a lei, grazie alle sue dita e alla tua bocca.
Eravamo esausti. Tu andasti in terrazza, a rollarti una canna. Io ed Alessia ti raggiungemmo. Lei indossava solo la tua giacca, io il mio chiodo, sentivo l'aria fresca sulla mia fighetta. Si stava bene all'aperto, la luna bassa sull'orizzonte sembrava enorme.
A - Bum
Fumammo, passandoci la canna. Non so come finimmo a parlare delle vecchie librerie di Milano.
Poi tornammo dentro, al caldo, sotto il piumone. Spegnemmo la luce, eravamo sui fianchi, abbracciati. Pensavo ci saremmo addormentati in un attimo ma tu prendesti Alessia, di nuovo. Io ero appoggiata a lei, le mie tettine sulla sua schiena, le mie gambe lungo le sue, sentivo la forza delle tue spinte. Alessia si voltò verso di me, ci baciammo, le accarezzai il seno, poi scesi al suo ventre, piu’ giu’, le mie dita dentro di lei assieme al tuo cazzo, a farla godere.
Ci risvegliammo la mattina ancora abbracciati e ci alzammo per fare colazione, affamati dopo la notte di sesso. Alessia ci raccontò del suo recente viaggio in Svezia, dei popoli del nord, così riservati. Tu dissi che se fossimo stati svedesi non avremmo mai vissuto questa notte assieme, non così. Chissà, forse hai ragione. Capii ad un tratto che era ora di andare. Rifiutai la tua offerta di un passaggio a casa, facendoti invece chiamare un taxi.
Abbracciai Alessia, ci scambiammo un ultimo bacio, sfiorando appena le labbra. Poi ne diedi uno a te, sulla guancia - Ciao bell'uomo.
R - Addio Billie, ragazzina impertinente.
Ti sorrisi. Uscii richiudendo la porta dietro di me. Non vi avrei mai più rivisto.
(Fine della seconda sliding door. Per commenti, suggerimenti, idee, l'email e' iosonoimmaginario @pm.me)
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