The Champions
di
iosonoimmaginario
genere
prime esperienze
Quando passo da te sono già in clima partita, tolgo subito la camicia e m’infilo la maglietta vintage di Nicolino Berti, grande idolo nerazzurro di gioventù.
Ti raggiungo in cucina, sei di spalle, intenta a preparare qualcosa. Indosso hai solo la maglietta di Theo Hernández, di due o tre misure più grande, ti copre solo in parte il culetto, che allupato come sono non può non catalizzare tutta la mia attenzione.
“Ciao fidanzatina, sei in forma Champions anche oggi, a quanto e’ dato vedere.”
“Grazie caro. I colori mi donano, non credi?”
“Certo, certo. Ma e’ la lunghezza che e’ perfetta, un invito irresistibile quella curva del culetto appena mostrata, uno splendore. Ma davvero niente mutandine stasera? Mi e’ permesso controllare, solo per un attimo?”
“Fidanzatino, lo sai che io le mantengo sempre, le promesse. Ma se proprio devi, controlla pure.”
Sollevo di qualche centimetro il bordo della maglietta, ammiro il culetto nudo per diversi secondi, poi a malincuore lascio andare il tessuto, che torna a coprirti.
“Soddisfatto? Sei proprio un san Tommaso, devi vedere per credere. Ma per non esserti fidato di me dopo ti tocca una penitenza.”
“D’accordo, ci sta. Ma intanto dimmi se posso aiutarti.”
“Certo. Taglia qua, a fettine sottili. Ma innanzitutto sfilati pantaloni e boxer. Parlate sempre a vanvera di parità, voi sinistrorsi, almeno mettila in pratica. Se mi vuoi nuda lo devi essere anche tu.”
“Mmmh, OK, pero’ poi ce l’avrò fuori cosi’ che intralcia il traffico.”
“Esagerato. Dai, non perdere tempo se vuoi davvero darmi una mano.”
“Ecco fatto. Ma allora, novità di formazione?”
“Voi tutto confermato, compreso il fantasma di Dzeko che a malapena si regge in piedi. Per noi sembra proprio che Leao non ce la fa.”
“Oh, che peccato!”
“Stronzo. Vorra’ dire che vi purgherà Giroud, o chi per lui. Ma vuoi darti da fare o sei qua solo a distrarmi?”
“La seconda che hai detto.”
E cosi’ al posto di darti una mano le pongo sui tuoi fianchi e mi appoggio al tuo corpo, dandoti un bacio sul collo, e leccando fin dietro l’orecchio.
“Sei incorreggibile. Smettila o ti caccio fuori di casa.”
Rido, ma mi fermo, e mi metto sul serio ad aiutarti. Prepariamo qualche stuzzichino, un cocktail, parliamo delle nostre giornate, poi quando manca una decina di minuti al fischio d’inizio ci accomodiamo in poltrona.
“Ma allora, questa penitenza?”
“Più’ tardi. Intanto, perché non mi fai un bel massaggio ai piedi che mi rilasso un po’? Qua la tensione si taglia con un coltello, come dicono quelli istruiti.”
“Con grande piacere.”
Tu allunghi le gambe, io mi metto all’altro lato del divano e comincio ad accarezzarti i piedi, ne massaggio la pianta, il collo, salgo per un po’ al polpaccio e poi torno a scendere, prendo in mano le dita ad una ad una, e a quel punto non resisto, e le porto alla bocca, e comincio a succhiare, e a leccare. E quando mi metto a leccare poi sai come va a finire, o meglio, dove, dai piedi vado a leccare le caviglie, le gambe, l’interno coscia, risalendo fin li’, dove pero’ mi blocca il telecronista, che avvisa che e’ tutto pronto per il calcio d’inizio.
Mi volto allo schermo, il colpo d’occhio di San Siro e’ stupendo, le curve si sono superate un’altra volta con le coreografie.
Tu intanto cerchi qualcosa sotto il cuscino, e riemergi con una benda in mano.
“Ed ora, la penitenza.”
“E’ per me la benda?”
“E per chi altri? Ma più che una penitenza e’ una prova, una sfida. Fra il tuo amore per l’Inter e quello per la mia farfallina. Rimarrai bendato senza poter guardare la partita finche’ non mi fai provare un orgasmo, con la lingua. Cosa ne pensi? Riuscirai a fare prima gol tu, o qualcuno dei tuoi beniamini in nerazzurro?”
“E’ una bella sfida, con gli scarponi che vi ritrovate.”
“Dai allora, non perder tempo, io son pronta.”
Ti metti comoda, scivolando sul divano, sollevando la maglietta ai fianchi e aprendo le cosce.
“Hai apprezzato l’assist? Ora e’ solo da spinger in rete.”
Buon derby a tutti, e vinca la migliore.
Ti raggiungo in cucina, sei di spalle, intenta a preparare qualcosa. Indosso hai solo la maglietta di Theo Hernández, di due o tre misure più grande, ti copre solo in parte il culetto, che allupato come sono non può non catalizzare tutta la mia attenzione.
“Ciao fidanzatina, sei in forma Champions anche oggi, a quanto e’ dato vedere.”
“Grazie caro. I colori mi donano, non credi?”
“Certo, certo. Ma e’ la lunghezza che e’ perfetta, un invito irresistibile quella curva del culetto appena mostrata, uno splendore. Ma davvero niente mutandine stasera? Mi e’ permesso controllare, solo per un attimo?”
“Fidanzatino, lo sai che io le mantengo sempre, le promesse. Ma se proprio devi, controlla pure.”
Sollevo di qualche centimetro il bordo della maglietta, ammiro il culetto nudo per diversi secondi, poi a malincuore lascio andare il tessuto, che torna a coprirti.
“Soddisfatto? Sei proprio un san Tommaso, devi vedere per credere. Ma per non esserti fidato di me dopo ti tocca una penitenza.”
“D’accordo, ci sta. Ma intanto dimmi se posso aiutarti.”
“Certo. Taglia qua, a fettine sottili. Ma innanzitutto sfilati pantaloni e boxer. Parlate sempre a vanvera di parità, voi sinistrorsi, almeno mettila in pratica. Se mi vuoi nuda lo devi essere anche tu.”
“Mmmh, OK, pero’ poi ce l’avrò fuori cosi’ che intralcia il traffico.”
“Esagerato. Dai, non perdere tempo se vuoi davvero darmi una mano.”
“Ecco fatto. Ma allora, novità di formazione?”
“Voi tutto confermato, compreso il fantasma di Dzeko che a malapena si regge in piedi. Per noi sembra proprio che Leao non ce la fa.”
“Oh, che peccato!”
“Stronzo. Vorra’ dire che vi purgherà Giroud, o chi per lui. Ma vuoi darti da fare o sei qua solo a distrarmi?”
“La seconda che hai detto.”
E cosi’ al posto di darti una mano le pongo sui tuoi fianchi e mi appoggio al tuo corpo, dandoti un bacio sul collo, e leccando fin dietro l’orecchio.
“Sei incorreggibile. Smettila o ti caccio fuori di casa.”
Rido, ma mi fermo, e mi metto sul serio ad aiutarti. Prepariamo qualche stuzzichino, un cocktail, parliamo delle nostre giornate, poi quando manca una decina di minuti al fischio d’inizio ci accomodiamo in poltrona.
“Ma allora, questa penitenza?”
“Più’ tardi. Intanto, perché non mi fai un bel massaggio ai piedi che mi rilasso un po’? Qua la tensione si taglia con un coltello, come dicono quelli istruiti.”
“Con grande piacere.”
Tu allunghi le gambe, io mi metto all’altro lato del divano e comincio ad accarezzarti i piedi, ne massaggio la pianta, il collo, salgo per un po’ al polpaccio e poi torno a scendere, prendo in mano le dita ad una ad una, e a quel punto non resisto, e le porto alla bocca, e comincio a succhiare, e a leccare. E quando mi metto a leccare poi sai come va a finire, o meglio, dove, dai piedi vado a leccare le caviglie, le gambe, l’interno coscia, risalendo fin li’, dove pero’ mi blocca il telecronista, che avvisa che e’ tutto pronto per il calcio d’inizio.
Mi volto allo schermo, il colpo d’occhio di San Siro e’ stupendo, le curve si sono superate un’altra volta con le coreografie.
Tu intanto cerchi qualcosa sotto il cuscino, e riemergi con una benda in mano.
“Ed ora, la penitenza.”
“E’ per me la benda?”
“E per chi altri? Ma più che una penitenza e’ una prova, una sfida. Fra il tuo amore per l’Inter e quello per la mia farfallina. Rimarrai bendato senza poter guardare la partita finche’ non mi fai provare un orgasmo, con la lingua. Cosa ne pensi? Riuscirai a fare prima gol tu, o qualcuno dei tuoi beniamini in nerazzurro?”
“E’ una bella sfida, con gli scarponi che vi ritrovate.”
“Dai allora, non perder tempo, io son pronta.”
Ti metti comoda, scivolando sul divano, sollevando la maglietta ai fianchi e aprendo le cosce.
“Hai apprezzato l’assist? Ora e’ solo da spinger in rete.”
Buon derby a tutti, e vinca la migliore.
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