Tre Champions - La finale (tutti ad Istanbul)

di
genere
prime esperienze

È ormai dalla vittoria nel derby di ritorno che noi interisti non pensiamo ad altro, con un mix di anticipazione e preoccupazione. Se col Milan in semifinale eravamo convinti di farcela col City rischiamo la figuraccia, servirà l'impresa, aiutata da tutta la scaramanzia che possiamo inventarci.
Così, dopo che le tue mitiche mutandine han fatto miracoli nel derby, il rito si è ripetuto questa settimana. Ogni giorno quando passavo a trovarti dopo il lavoro, tu intenta a goderti il Roland Garros al posto di studiare Diritto, ti trovavo con una gonna sempre più corta, lasciandoti ammirare, e facendomi desiderare ogni volta di poter scorgere qualche centimetro in più. Ma senza poter toccare, o leccare. Era questo il patto, far crescere la voglia, l'eccitazione, proprio come per la finale, ma con disciplina, rosolando a fuoco lento nell'attesa.
Ieri ti sei superata. Hai mollato le gonne per infilarti dei pantaloncini assurdi, lunghi appena qualche centimetro. Azzurri, attillatissimi, mostravano più culetto di quanto ne nascondessero. Tu sorridevi, maliziosa, da vera monella, girando provocante per casa, notando i miei sguardi. "Riuscirai a guardarmi negli occhi oggi, quando mi parli?" E ridevi, birichina, mentre scorrevano le immagini di Nole che asfaltava il ragazzino spagnolo.
Così oggi pomeriggio arrivato da te sono impaziente di scoprire cosa ti sei messa, per la finale.
"Ciaoooo…"
La sala è silenziosa, sembra non esserci nessuno in casa, così ho provato a chiamarti.
"Micky! Sono in bagno, mi sto preparando. Prenditi una birra, ne ho messe un paio in frigo!"
Un classico. Uno aspetta tutta la settimana ma come ogni femmina intuitivamente sa alla perfezione dovete farci attendere ancora qualche minuto in più, farvi desiderare fino a farci diventare matti.
Ma per te, non importa quanto lunga l'attesa, verrà sicuramente ripagata, e allora vado a prendermi la mia Moretti (scelta obbligata e scaramantica, per le partite di Coppa) e mi accomodo sul divano.
"Si sa qualcosa della formazione?"
"Ma che ne so io, testolina! Sei tu l'interista, non ti ha mandato qualche anticipazione sul vostro gruppo WhatsApp, il mister?"
"Ah-ah, spiritosa!"
Ci parliamo dalla sala al bagno, alzando la voce.
"Da quanto ne parli ricoprendolo di complimenti pensavo che oramai aveste una linea diretta, tu ed Inzaghi. Non è che devo cominciare a preoccuparmi, stai passando all'altra sponda?"
"Se continui così magari ci faccio un pensierino."
"Oh, accomodati pure. Lo sai che ho la fila, di pretendenti che mi sbavano dietro, ci metto un attimo a panchinarti, fidanzatino."
Ecco, naturalmente hai sempre tu l'ultima parola, anche perché so perfettamente quanto sia vero.
E allora per una volta taccio, e rimango lì, ad aspettarti. Per la millesima volta controllo sul telefonino le notifiche alla ricerca di novità. Niente. Sono impaziente.
"Billie? Posso fare qualcosa?"
"No, sta tranquillo, ci metto un minuto e sono da te. Come sei agitato! Guardati qualche foto delle tifose scosciate ad Istanbul. Le inglesi saranno belle allegre, immagino, con tutto quello che bevono."
In effetti non è una cattiva idea, ma oggi delle tifose del City non può fregarmene di meno, e allora mi limito a sorseggiare la mia Moretti, e aspetto.
"Ta-dah!"
L'entrata in scena a sorpresa quasi mi fa prendere un colpo, effettivamente sono un po' teso.
Ti sei messa in posa, la gamba sinistra portata avanti, in punta di piedi, le braccia spinte in alto, come una ginnasta alla fine dell'esercizio.
Sei uno spettacolo, come sempre d'altronde, rimango a bocca aperta.
"Non rimanere imbambolato come al tuo solito. Allora? Ti piaccio?"
"Billie! Con una tifosa così, abbiamo già la Champions in tasca! A chi vuoi far perdere il controllo ? Graelish magari, o de Bruyne?"
"Mah, per ora mi limiterei a te, così ti distrai un po' da sta cazzo di Inter, che non se ne può più! Ci sono riuscita, a distogliere la tua attenzione dalla partita, per un attimo?"
Fai due passi verso di me. Indossi un top striminzito, nerazzurro e scollatissimo. Sul seno hai disegnato un cuoricino, anch'esso dei colori dell'Inter. E poi hai scelto un giro natiche da paura, che ti fascia il culetto alla perfezione. Provassi ad uscire così ti salterebbero addosso in dieci prima di riescire a girare l'angolo.
"Distrarmi un attimo? Facciamo pure che me ne son già dimenticato, di sta cazzo di finale! Che si fa, andiamo in camera?"
Ridi.
"Ah-ah, il solito maschiaccio irruento! Non hai ancora imparato che andiamo sedotte un poco alla volta, noi fidanzatine?"
"Beh, un poco alla volta. Diciamo che c'è tempo fino alle 9, poi ho un impegno. Dici che posso farcela?"
"Scemo!"
Mi salti in braccio, portando le braccia attorno al mio collo. Sei seduta sulle mie gambe, mi guardi sorridente, mi dai un bacio, veloce, sulle labbra.
"Se ti impegni forse ce la fai."
Torniamo a baciarci. Ti accarezzo i fianchi, poi porto le mani lungo le gambe, posandole sulle cosce. La gonnellina inguinale ormai è già risalita in vita, non copre più nulla. Ti spingi verso di me, cercando il contatto col cazzo già duro, premendo le tettine al mio petto.
Si, lo penso anch'io, credo proprio di farcela, in tempo per il fischio d'inizio.

Buona Champions alle sorelle e ai fratelli nerazzurri. Vada come deve andare, c'è sempre il sesso in caso, per festeggiare o per consolarci!
scritto il
2023-06-10
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