A casa di Daniela

di
genere
dominazione

Questa è la postfazione del racconto del villaggio vacanze, su suggerimento di un lettore.

Per Marco si prospettava un'altra serata alquanto deprimente. Era ancora a casa da solo, e si stava preparando la solita cena a base di tonno in scatola. Non faceva che pensare a sua moglie, che per quella settimana aveva deciso d’andarsene a stare dagli amici conosciuti al campeggio. E sapeva che presto sarebbero cominciate ad arrivare le immagini che regolarmente e crudelmente gli mandava Guido, che immortalavano Silvia in amplessi sempre più spinti e depravati con l'amico Morgan, e non solo. Alcune foto la ritraevano con due, tre, persino cinque cazzi alla volta. Come in quella immagine in cui era in ginocchio e guardava adorante in alto, la bocca aperta e la lingua in fuori, e tutti quei membri in erezione che le adornavano il viso. O quell'altra con sua moglie nuda, in piedi in mezzo alla stanza, e gli uomini attorno che le mettevano le mani addosso, sul seno, il culo, le gambe, nella figa, e lei con due cazzi in mano, gli occhi chiusi, l'espressione sognante.
Lo sapeva, nuove foto sarebbero arrivate anche quella sera, condite da insulti ed epiteti nei confronti suoi e di sua moglie, e lui non avrebbe resistito, si sarebbe masturbato ancora, sentendosi sempre più un grande cornuto.

Per distrarsi accese la TV, nessuna voglia di leggere ne’ di progettare chissa’ che, quando suono’ il campanello. Quel trillo lo ridestò, fu come una scarica di adrenalina che gli percorreva il corpo. In Marco si riaccese la speranza. Chi poteva essere, forse Silvia che aveva deciso di mettere fine alle sue avventure erotiche dagli amici ed era tornata in anticipo sul previsto? Ci credeva, anche se sua moglie aveva le chiavi di casa, perché mai avrebbe dovuto suonare il campanello? Poteva davvero essere lei? Andò ad aprire.
“Dany! Che sorpresa! Come mai qui, e’ successo qualcosa?”
Daniela era una cara amica dai tempi dell’universita’, con cui Marco aveva anche avuto una breve relazione prima di mettersi con Silvia.
“Ciao Marco. Posso entrare?"
"Ma certo, prego, andiamo in sala."
Marco le indicò la direzione e le lasciò strada. Daniela era in abiti da ufficio, la camicetta bianca ed una gonna attillata al ginocchio. La osservò avanzare ammirandole la curva del culo, esaltata dai tacchi che lo spingevano ancora più su. Daniela riprese a parlare. "Guarda, me lo devi dire tu, cos’e’ successo. Oggi mi ha chiamato Silvia, non l'ho mai sentita così stravagante, eccitata. Mi ha fatto uno strano discorso sulle vacanze, degli amici speciali con cui e’ andata a stare. E mi ha chiesto un favore, di passare a controllare come stai, se è tutto ok. Cos’e’ questa storia? Ma perche’ prima non mi fai accomodare?”
“Certo, scusami Dany, che idiota. Prego, prego, perdonami, sono sovrappensiero in questi giorni.”
Daniela sedendosi in poltrona fece risalire la gonna, e Marco non pote’ fare a meno di guardarle le gambe per qualche secondo.
“Marco?”
“Si, scusami, sono distratto, ma non e’ niente. Posso offrirti qualcosa?”
“Non sono passata di qua per farmi offrire da bere, voglio sapere cosa ti sta succedendo. Cosa vi sta succedendo, a tutti e due, a te e a Silvia.”
Marco sollevo’ lo sguardo per guardare l’amica negli occhi. Era seria, e conoscendola sapeva che non si sarebbe accontentata di una storiella, avrebbe capito subito se Marco le stava mentendo. E lui voleva togliersi questo peso dallo stomaco.
Si sedette anche lui. “Dany, ho combinato un casino con queste vacanze.”
“Oddio, Marco! Cos’e’ successo, Silvia se n’e’ andata di casa?”
“No, no. Cioe’, si’, ma solo per questa settimana… Dany, e’ un casino.”
“Lo vedo che non sei in te. Ma lo sai che con me puoi parlare, non c'è ragione di nascondere nulla.”
Marco torno’ a guardarla negli occhi, quegli occhi sinceri, pazienti, comprensivi. A chi altri poteva confessare quello che era accaduto?
“Dany, sono stato uno sciocco. Avevo pensato ad una specie di gioco particolare, per la vacanza.”
“Particolare?”
“Si… Erotico. Siamo stati in Toscana, un resort per soli adulti…”
“Oh Marco, non sei cambiato una virgola! C’hai in mente sempre e solo quello, come vent’anni fa? E in cosa consisteva, questo gioco?”
“Ecco, Dany… te le ricorderai, le mie fantasie, di quando eravamo assieme…”
“Certo, come potrei dimenticarmi? Sei il tipo piu’ strambo con cui io mi sia mai messa, in quel campo.”
“Ecco. Pensavo di avere trovato la coppia perfetta, per far diventare quella fantasia una realta’.”
“Intendi dire che Silvia…? Ti ha messo le corna in vacanza? Con questi amici con cui ora e’ andata a stare? Sono una coppia di scambisti?”
Marco abbasso’ lo sguardo, imbarazzato.
“Si. Ma non è stato solo quello. Come spiegare.. era un gioco di sottomissione. Dai, non guardarmi così, era come quando stavamo assieme, e ti servivo. Io ero il loro servo ”
“Marco, sei un deficiente, lasciatelo dire. E tu, li hai lasciati fare, scommetto.”
“Si. E il deficiente me lo merito.”
Marco si mise a raccontare cos’era successo in vacanza, a partire dalla conoscenza con Morgan in rete, i primi incontri, il rapporto che si era sviluppato fra di loro, le confessioni dei suoi desideri cuckold, l’idea della vacanza. E poi narrò quello che era successo li, tralasciando solo le parti piu’ imbarazzanti, che anche alla sua migliore amica non aveva il coraggio di rivelare.
Daniela ascoltava incredula, limitandosi a qualche domanda per essere sicura di aver capito bene, quando la realta’ superava la piu’ folle immaginazione.
"Silvia si faceva toccare da altri uomini, in pubblico? E tu stavi a guardare senza dire nulla? Marco!"
E poi: "E tua moglie ci stava? Si è fatta scopare, non solo da Morgan ma pure dai bagnini? Cazzo Marco, capisco uno scambio di coppia, ma così è da vera… lasciamo perdere. E tu non le dicevi niente?"
Marco proseguì a raccontare, l'imbarazzo sempre più grande. Confessare all'amica cos'era successo, a cosa si era volontariamente esposto per soddisfare le sue fantasie, le sue voglie, in un certo senso le rendeva ancora più folli. Quando ebbe finito Marco sentì di essersi tolto un gran peso.
“Marco, tu sei un coglione, ma tua moglie e’ una vera stronza, lasciatelo dire.”
“Non dire cosi’, e’ tutta colpa mia.”
“Marco, non è vero, anche Silvia ha la sua parte di responsabilità, e anche bella grossa. Capisco un’avventura con questa Ilaria, per voglia di trasgredire, provare una cosa nuova (ma ti assicuro che in quanto ad avventure lesbo questa non e’ stata la prima volta, se sono vere le storie che mi raccontava, con le tresche fra compagne di pallavolo, da ragazza). E capisco lo scambio di coppia, fra adulti consenzienti. Anche a noi donne vengono certe voglie, ci piace essere ammirate, farci adulare. Ed in certe situazioni, la curiosità, il desiderio, e se tu la spingi nelle braccia di un altro... Ma Silvia ne ha approfittato, ha passato il segno, non doveva trattarti così."
"Ma cosa posso fare? Lei non risponde, quando provo a chiamarla, o le mando messaggi. Le uniche cose che mi arrivano sono delle foto, ecco…"
"Quali foto?"
Si era fatto sfuggire anche quello. Ora era ancora più in imbarazzo, ma ormai che differenza faceva? Prese il cellulare, e mostrò l'ultima foto che gli era arrivata all'amica.
"Queste. Si filmano, e Morgan manda le foto ai suoi amici, hanno un gruppo WhatsApp, e questo Guido me le gira. E io…"
Si fermò, sempre più in imbarazzo.
"Marco, è ora di reagire. Non puoi rimanere qua così. Devi cominciare a rendere pan per focaccia a Silvia. Vieni a stare da me, finché lei torna. Le farai trovare la casa vuota. E magari comincerà a capire, quello che sta combinando."
"Ma, Dany. Io e te a casa assieme? Sei sicura? Io non vorrei che…"
"Che cosa, caro? Hai paura di non riuscire a tenere le mani a posto?"
Daniela fece un sorriso, scavallò e riaccavallo' le gambe, provocante. Marco seguì il movimento, Silvia aveva la palma del culo più bello, fra tutte le studentesse del loro anno all'università, ma in quanto a gambe Daniela era un vero spettacolo, inarrivabile. Marco si limitò a guardarla, senza rispondere.
"E che problema sarebbe? Come ti dicevo, a noi donne piace essere ammirate. E poi, dopo tutte le corna che ti ha messo Silvia, non potrebbe di certo prendersela. Dai, è deciso. Prendi il necessario per qualche giorno e andiamo da me."
"Adesso?"
"Si, coraggio. È ora di reagire e darsi una mossa."
Oltre alle gambe, di Daniela gli era sempre piaciuto il carattere. Sapeva cosa voleva, e andava a prenderselo, in un modo o nell'altro.
"D'accordo. Mi preparo."

(Continua. Per fare due chiacchiere
iosonoimmaginario @ protonmail.me
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scritto il
2023-05-06
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