La tipa, caffè e lingerie- V - qualcuno è fottuto
di
Giu!!!
genere
sentimentali
Continuo a spingere quel plug dentro e fuori, immischio vari ritmi con lo stesso fine: dilatarla… fino in fondo.
Ada dice qualcosa, non l’ascolto, sono preso dal suo culo e dalla voglia di sbatterglielo dentro senza pietà. Così sia.
Afferro il plug, lo tengo in mano come lei faceva con il deodorante. Ada è con la pancia a terra, non può vedermi, vorrei che mi vedesse. Mi scosto e la rotolo, mi siedo sopra il suo ventre, le avvicino il plug alla bocca, alle labbra, lei esce la lingua stretta e sottile, la punta, lo lecca. Non sembra disgustata ma nemmeno contenta, il fatto che lo faccia senza indugio mi innervosisce, glielo metto in bocca. Lei lo lecca e succhia come se fosse il mio cazzo… che zoccola perfetta, le rimetto il plug nel culo, ritorno sul suo ventre.
Più la guardo più mi eccito, vorrei sapere che pensa vedendo il mio volto da maniaco.
Risalgo verso le sue tette mentre le mie palle strisciano sul suo corpo, gliele sbatto in faccia, le prende in bocca, le ingoia come ovetti di cioccolato e crema. Le palle sembrano essere in una lavatrice mentre il cazzo saltella sul suo nasino. Estraggo i testicoli appena lavati e nella sua bocca metto l’asta dura, senza pensarci. Non trovo nessuna pressione o ostacoli, fino in fondo alla gola, se le avesse potrei operargli tonsille ed adenoidi. Effettuo qualche pompata bastarda, la lascio senza fiato. Mentre lei cerca il suo respiro io cerco un preservativo. Ritorno da lei, mi guarda. Non riesco a decifrarla. Zoccola.
La rimetto pancia a terra, non scambiamo nemmeno una parola. Estraggo il plug, il culo è un libro aperto, è il momento si scrivere una storia. Entro con un solo affondo, avverto ostruzione, non è facile, lei resiste, lei si lascia soffocare da qualche mugolo di dolore… finisce per urlare non appena è tutto dentro.
“Sbattimelo forte!” lo dice urlando a squarcia gola. Avranno sentito i vicini. Avranno sentito tutti nel raggio di 5 km almeno… manco fosse un’Alfa Romeo 8C.
“Ti accontento subito!” Ammetto eccitato anche se non mi aspettavo una reazione così da parte sua.
Invece di mettere le mani a terra, afferro le sue spalle, i primi affondi di minchia sono i più intensi, la carne che stringe intorno al cazzo e deleteria per me. Impazzisco. Mi godo ogni fottutissimo cm che sprofonda nel retto e poi risale. Quando tolgo il cazzo, l’ano prova a restringersi, il quel preciso momento lo rimetto… sempre più giù. Lei si lamenta in una maniera addirittura dolce, quei sospiri lunghi e decisi sono arrapanti. Provo a soffocarti, mano intorno al collo, adoro questa parte del tuo corpo, solo per vedere come reagisci. Sopporti, accentui i tuoi sospiri, mugoli, il tuo corpo vibra facendo vibrare anche il mio. Ada ha solo intenzione di assecondarmi, aumento il ritmo della penetrazione, martello demolitore.
“Non venirmi dentro, no! Non venirmi dentro il culo… voglio scopare!” Vibrano le corde vocali, la voce si spezza e poi si abbassa per rialzarsi in un acuto.
Hai ragione, vuoi scopare. Al momento ti sto solo violentando il culo in maniera sconcertante. Quando resisterò? Tre minuti, cinque se mi controllo, una decina se fossi fatto ma, in quel caso, mia dolce e bellissima Ada non saresti in grado di sederti per qualche tempo e in più se tu fossi stitica, andresti al bagno per una settimana senza problemi.
Ti affondo con gli ultimi colpi di minchia demolitrice, non so perché decido di assecondarti, la tua voce arriva direttamente al mio cervello, ma non la sento li dentro… avverto dei colpi di tamburo nel petto.
Esco, l’ano è rosso tipo peperone, si restringe in maniera molto lenta, resti ferma come se sapessi che mi piace quel che vedo… farò come mi hai chiesto però, prima, in maniera del tutto incontrollata, due dita si insidiano in quel buco, le giro di qualche grado, polso permettendo e poi le conficco in profondità. Smetto prima che tu sbraiti. Stavi raccogliendo il fiato per un urlo dei tuoi.
Mi siedo culo a terra, sul tappeto, spalanco gambe e braccia. Ammetto che quel poco che ti sei fatta inculare è stato inebriante, ti guardo… non so come ti guardo. Come una zoccola? Non lo so, non credo, ti guardo e sorgono dubbi.
“Allora…” Dico osservando il suo corpicino. Sei giovane, perversa. Quando penso a te, qualcosa in me non va. Basta pensare altrimenti mi si ammoscia il cazzo.
Ti avvini leggermente, ti abbassi, mi aspetto un pompino generoso ed invece…
“In ginocchiati per favore!” Mi dici con quel sorriso che non so cosa nasconde.
Scatto come una molla, ti afferro il collo, non stringo la presa, ti guardo negli occhi, brillano di sfida, di dolcezza, di perversione, vedo un vortice negli occhi, mi incantano, mi risucchiano. Paura o cosa? Stringo la mano, più forte e tu non batti un ciglio.
“Non accetto ordini in determinate situazioni, specialmente da una donna!”
“Lo… lo avevo… avevo capito!” Mi risponde Ada senza fiato, “ho chiesto per favore!”
La guardo ancora mentre allento la presa, sento i brividi che mi scuotono il corpo, guardare Ada è come guardare in un abisso e poi, cercando di intravedere la sua anima vedo solo me. Una barriera di ghiaccio si innalza davanti i suoi occhi. Mi sento smarrito, mi sento come nella tromba delle scale, ancora quella sensazione di caduta nel vuoto. Sei passata dall’essere una zoccola ad una donna che mi incute una sorta di apprensione. Nel mio cervello scatta una sirena, allarme.
Ad un tratto… via la corrente, anche quella di emergenza. Vuoto totale nella testa. I miei pensieri… non sento nemmeno quelli. Un fottuto rumore di tamburo che va a tempo, la mia mano crolla, sono in ginocchio, abbasso lo sguardo e vedo la mano di Ada impugnare il mio cazzo, lo stuzzica come se dovesse rianimarlo, non c’è bisogno. Il cazzo è qualcosa che non controllo, un’entità che ha una vita propria. Il cazzo è enorme e lei si accinge con una garbatezza degna di una principessa, a infilarselo dentro. Questa è la posizione. io in ginocchio e lei abbracciata a me con le gambe oltre il mio corpo, talloni sul tappeto, mi stringe forte, inizia con dei teneri baci, le guance, il collo. Ricambio l’abbraccio, sono eccitato ma, non ho l’istinto di sbatterla. Lei continua a baciarmi, mi accarezza come può, i nostri sessi pulsano, stanno facendo l’amore e noi?
Sono cinico fino a questo punto?
Pezzo di merda da dover… non riesco o non voglio rovinare questo momento?
Ada, lei non so cosa mi sta facendo, mi piace, mi sento irradiato da 4000 gradi Kelvin.
Scivola, cerco di trattenermi, le mie mani scendono lentamente sui suoi fianchi minuti, temo a toccarle il culo. Lei con la mano destra, prende il mio polso destro e lo scuoto verso il sedere, capisco che posso afferrarla. L’istinto non è ancora morto, afferro il suo magistrale culo da statua scolpita e stringo più forte che posso. Non è il caso di esagerare, non è un sogno, sono vivo più che mai.
“Che cosa hai?” Mi domanda Ada dopo avere rimosso la lingua dalla mia bocca, “Qualcosa non va?”
“Non lo so Ada… tu vuoi questo? Poco fa ti ho scopata…”
“Mi hai scopata come una delle tue puttane… ti ho detto qualcosa? Di smettere? Quello che hai fatto … beh è stato abbastanza estremo per i miei standard, mai fatto prima… ma… mi faresti mai qualcosa che non voglio?”
“No, assolutamente!”
“Ne ero più che certa… ora però fidati di me come io mi sono fidata di te… depravato schifoso… ed eccitante!” Sorride, mi abbraccia, infila 27 cm di lingua nella mia gola. Mi ritrovo una frusta bagnata in bocca.
La stringo a me, il battito del suo cuore vibra sul mio petto, le sue enormi tette urlano al mio cazzo di darsi da fare. Cuore o cazzo, chi decide? Decide Ada.
Oscilla sinuosa, come stoffa di raso al vento. Ha il portamento di una dea del sesso. Ogni volta che ha piacere Innalza lo sguardo al soffitto e subito poi di lato, destra o sinistra. Poi per un attimo mi fissa, mi bacia. Inizio a muovermi, spingo il bacino verso l’alto, verso il suo, la faccio sobbalzare delicatamente, accentuo il ritmo gradualmente. Anche lei decide di aumentare il ritmo, sovrasta il mio. Afferra le mie spalle, nel farlo mi guarda, stringe, stringe più forte. La sua presa si conficca nella carne… godo dannatamente. Usa le braccia per spingersi e saltellare, io la tango stretta a me, non riesco a starle dietro. Mi sta scopando… La osservo per qualche istante, ammirando la sua concentrazione nel darsi da fare. Lei mi sta ignorando completamente. I suoi lunghi capelli sventolano. Per una volta nella vita sono perso di una ragazzina. I suoi baci, le sue mani, il suo corpo mi ossessionano in maniera… positiva. Scorgo i suoi occhi, ho i brividi per l’eccitazione, sento il cazzo diventare insostenibile, sono eccitato più che mai e tu pure. Il tuo corpo femminile e desideroso divampa. Ti bacio Ada, mordicchio il tuo labbro inferiore, lo succhio, lo lecco pure. Ti elevi maggiormente, mi offri il collo, ci appoggio le labbra umide, le scorro in cerca di punti sensibili. Ti desidero, lo penso, tu invece me lo dici con la voce roca:
“Ti desidero, ti voglio, ti voglio… non smettere!”
Non smetto, mi stai consumando, sei incredibilmente allenata, salti da così tanto tempo che il cazzo mi sta abbandonando. Il tuo collo mi spinge verso l’orgasmo…
“SI” urli, mentre continuo a leccare alcune zone del tuo collo. “STO VENENDO!” urli ancora, talmente forte che sicuramente quando ci vedranno faranno un ovazione.
“Sto venendo anche io!” Ti stringo più forte, quasi ti impedisco di continuare la tua selvaggia cavalcata.
Ti inarchi all’indietro in maniera naturale, il tuoi enormi seni sembrano due colline da dove vedo sorgere la tua faccio quando i nostri orgasmi esplodono. Gemo anche io, sborro forte nel tua figa, nel contempo ricambi i morsi alle labbra.
“Stai sborrando?”
Sussulto prima di risponderti, penso che tu abbia capito, rispondo ugualmente: “Si, ho sborrato!”
Restiamo abbracciati in quella posizione scambiandoci teneri baci. Il cazzo si ammoscia e la sborra inizia a colare fuori, ti stacchi da me, ti alzi. Sei bellissima.
Metti una mano alla figa, ti tocchi, raccogli gli umori. La tua mano, il palmo, sono come una scodella, allunghi la lingua e lecchi, ingoi. Ti guardo senza parole… non che sia la prima volta che vedo una cosa del genere, con te, tutto viene amplificato all’ennesima potenza.
“Ti va ancora di cenare?” Le chiedo.
“Certo, ho un buco nello stomaco. Prima mi do una rinfrescata però!”
“Ok!”
La nostra scopata è stata una tempesta se così si può descrivere. Ceniamo, parliamo. Ada ride molto, mi piace sempre di più.
“Allora… io e te…”
“Io e te cosa?” Le rispondo mentre mi soffoco.
“Non farò un giro di parole assurdo, sarò breve…” Nel dirlo però i suoi occhi prendono fuoco nuovamente, “Io non scopo, cioè non scopo occasionalmente. Insomma scopo con il mio fidanzato!”
Prima di rispondere mi prendo tutto il tempo del mondo proprio come Dr. Dre. Non le do una risposta chiara, non rispondo per nulla. Dovrei?
Mi trovo bene con questa splendida ventiduenne, ha un cervello, due tette enormi, un culo pazzesco. Cos’altro serve ad un uomo? Tante di quelle cose che non so se Ada può darmi. Se prima non volevo perderla ora mi trovo a fuggire, sto pianificando la fuga. Il rumore di tamburi che batte nel petto mi fracassa la testa è insopportabile. Provo a rispondere, mi blocco. Sospiro, nervosismo.
“Non devi necessariamente rispondermi ora.”
Le sue parole sono di conforto, ma quella tua espressione dice: sei un coglione di di si.
Devo capire che voglio da te, se sono ubriaco di sesso o di amore. Beviamo, scambiamo qualche altra parola, il tuo tono di voce è sceso, i sorrisi sono senza anima, o tuoi occhi non brillano.
Si o no?
“Ada, ti va di passare la notte nel mio letto?”
Ada dice qualcosa, non l’ascolto, sono preso dal suo culo e dalla voglia di sbatterglielo dentro senza pietà. Così sia.
Afferro il plug, lo tengo in mano come lei faceva con il deodorante. Ada è con la pancia a terra, non può vedermi, vorrei che mi vedesse. Mi scosto e la rotolo, mi siedo sopra il suo ventre, le avvicino il plug alla bocca, alle labbra, lei esce la lingua stretta e sottile, la punta, lo lecca. Non sembra disgustata ma nemmeno contenta, il fatto che lo faccia senza indugio mi innervosisce, glielo metto in bocca. Lei lo lecca e succhia come se fosse il mio cazzo… che zoccola perfetta, le rimetto il plug nel culo, ritorno sul suo ventre.
Più la guardo più mi eccito, vorrei sapere che pensa vedendo il mio volto da maniaco.
Risalgo verso le sue tette mentre le mie palle strisciano sul suo corpo, gliele sbatto in faccia, le prende in bocca, le ingoia come ovetti di cioccolato e crema. Le palle sembrano essere in una lavatrice mentre il cazzo saltella sul suo nasino. Estraggo i testicoli appena lavati e nella sua bocca metto l’asta dura, senza pensarci. Non trovo nessuna pressione o ostacoli, fino in fondo alla gola, se le avesse potrei operargli tonsille ed adenoidi. Effettuo qualche pompata bastarda, la lascio senza fiato. Mentre lei cerca il suo respiro io cerco un preservativo. Ritorno da lei, mi guarda. Non riesco a decifrarla. Zoccola.
La rimetto pancia a terra, non scambiamo nemmeno una parola. Estraggo il plug, il culo è un libro aperto, è il momento si scrivere una storia. Entro con un solo affondo, avverto ostruzione, non è facile, lei resiste, lei si lascia soffocare da qualche mugolo di dolore… finisce per urlare non appena è tutto dentro.
“Sbattimelo forte!” lo dice urlando a squarcia gola. Avranno sentito i vicini. Avranno sentito tutti nel raggio di 5 km almeno… manco fosse un’Alfa Romeo 8C.
“Ti accontento subito!” Ammetto eccitato anche se non mi aspettavo una reazione così da parte sua.
Invece di mettere le mani a terra, afferro le sue spalle, i primi affondi di minchia sono i più intensi, la carne che stringe intorno al cazzo e deleteria per me. Impazzisco. Mi godo ogni fottutissimo cm che sprofonda nel retto e poi risale. Quando tolgo il cazzo, l’ano prova a restringersi, il quel preciso momento lo rimetto… sempre più giù. Lei si lamenta in una maniera addirittura dolce, quei sospiri lunghi e decisi sono arrapanti. Provo a soffocarti, mano intorno al collo, adoro questa parte del tuo corpo, solo per vedere come reagisci. Sopporti, accentui i tuoi sospiri, mugoli, il tuo corpo vibra facendo vibrare anche il mio. Ada ha solo intenzione di assecondarmi, aumento il ritmo della penetrazione, martello demolitore.
“Non venirmi dentro, no! Non venirmi dentro il culo… voglio scopare!” Vibrano le corde vocali, la voce si spezza e poi si abbassa per rialzarsi in un acuto.
Hai ragione, vuoi scopare. Al momento ti sto solo violentando il culo in maniera sconcertante. Quando resisterò? Tre minuti, cinque se mi controllo, una decina se fossi fatto ma, in quel caso, mia dolce e bellissima Ada non saresti in grado di sederti per qualche tempo e in più se tu fossi stitica, andresti al bagno per una settimana senza problemi.
Ti affondo con gli ultimi colpi di minchia demolitrice, non so perché decido di assecondarti, la tua voce arriva direttamente al mio cervello, ma non la sento li dentro… avverto dei colpi di tamburo nel petto.
Esco, l’ano è rosso tipo peperone, si restringe in maniera molto lenta, resti ferma come se sapessi che mi piace quel che vedo… farò come mi hai chiesto però, prima, in maniera del tutto incontrollata, due dita si insidiano in quel buco, le giro di qualche grado, polso permettendo e poi le conficco in profondità. Smetto prima che tu sbraiti. Stavi raccogliendo il fiato per un urlo dei tuoi.
Mi siedo culo a terra, sul tappeto, spalanco gambe e braccia. Ammetto che quel poco che ti sei fatta inculare è stato inebriante, ti guardo… non so come ti guardo. Come una zoccola? Non lo so, non credo, ti guardo e sorgono dubbi.
“Allora…” Dico osservando il suo corpicino. Sei giovane, perversa. Quando penso a te, qualcosa in me non va. Basta pensare altrimenti mi si ammoscia il cazzo.
Ti avvini leggermente, ti abbassi, mi aspetto un pompino generoso ed invece…
“In ginocchiati per favore!” Mi dici con quel sorriso che non so cosa nasconde.
Scatto come una molla, ti afferro il collo, non stringo la presa, ti guardo negli occhi, brillano di sfida, di dolcezza, di perversione, vedo un vortice negli occhi, mi incantano, mi risucchiano. Paura o cosa? Stringo la mano, più forte e tu non batti un ciglio.
“Non accetto ordini in determinate situazioni, specialmente da una donna!”
“Lo… lo avevo… avevo capito!” Mi risponde Ada senza fiato, “ho chiesto per favore!”
La guardo ancora mentre allento la presa, sento i brividi che mi scuotono il corpo, guardare Ada è come guardare in un abisso e poi, cercando di intravedere la sua anima vedo solo me. Una barriera di ghiaccio si innalza davanti i suoi occhi. Mi sento smarrito, mi sento come nella tromba delle scale, ancora quella sensazione di caduta nel vuoto. Sei passata dall’essere una zoccola ad una donna che mi incute una sorta di apprensione. Nel mio cervello scatta una sirena, allarme.
Ad un tratto… via la corrente, anche quella di emergenza. Vuoto totale nella testa. I miei pensieri… non sento nemmeno quelli. Un fottuto rumore di tamburo che va a tempo, la mia mano crolla, sono in ginocchio, abbasso lo sguardo e vedo la mano di Ada impugnare il mio cazzo, lo stuzzica come se dovesse rianimarlo, non c’è bisogno. Il cazzo è qualcosa che non controllo, un’entità che ha una vita propria. Il cazzo è enorme e lei si accinge con una garbatezza degna di una principessa, a infilarselo dentro. Questa è la posizione. io in ginocchio e lei abbracciata a me con le gambe oltre il mio corpo, talloni sul tappeto, mi stringe forte, inizia con dei teneri baci, le guance, il collo. Ricambio l’abbraccio, sono eccitato ma, non ho l’istinto di sbatterla. Lei continua a baciarmi, mi accarezza come può, i nostri sessi pulsano, stanno facendo l’amore e noi?
Sono cinico fino a questo punto?
Pezzo di merda da dover… non riesco o non voglio rovinare questo momento?
Ada, lei non so cosa mi sta facendo, mi piace, mi sento irradiato da 4000 gradi Kelvin.
Scivola, cerco di trattenermi, le mie mani scendono lentamente sui suoi fianchi minuti, temo a toccarle il culo. Lei con la mano destra, prende il mio polso destro e lo scuoto verso il sedere, capisco che posso afferrarla. L’istinto non è ancora morto, afferro il suo magistrale culo da statua scolpita e stringo più forte che posso. Non è il caso di esagerare, non è un sogno, sono vivo più che mai.
“Che cosa hai?” Mi domanda Ada dopo avere rimosso la lingua dalla mia bocca, “Qualcosa non va?”
“Non lo so Ada… tu vuoi questo? Poco fa ti ho scopata…”
“Mi hai scopata come una delle tue puttane… ti ho detto qualcosa? Di smettere? Quello che hai fatto … beh è stato abbastanza estremo per i miei standard, mai fatto prima… ma… mi faresti mai qualcosa che non voglio?”
“No, assolutamente!”
“Ne ero più che certa… ora però fidati di me come io mi sono fidata di te… depravato schifoso… ed eccitante!” Sorride, mi abbraccia, infila 27 cm di lingua nella mia gola. Mi ritrovo una frusta bagnata in bocca.
La stringo a me, il battito del suo cuore vibra sul mio petto, le sue enormi tette urlano al mio cazzo di darsi da fare. Cuore o cazzo, chi decide? Decide Ada.
Oscilla sinuosa, come stoffa di raso al vento. Ha il portamento di una dea del sesso. Ogni volta che ha piacere Innalza lo sguardo al soffitto e subito poi di lato, destra o sinistra. Poi per un attimo mi fissa, mi bacia. Inizio a muovermi, spingo il bacino verso l’alto, verso il suo, la faccio sobbalzare delicatamente, accentuo il ritmo gradualmente. Anche lei decide di aumentare il ritmo, sovrasta il mio. Afferra le mie spalle, nel farlo mi guarda, stringe, stringe più forte. La sua presa si conficca nella carne… godo dannatamente. Usa le braccia per spingersi e saltellare, io la tango stretta a me, non riesco a starle dietro. Mi sta scopando… La osservo per qualche istante, ammirando la sua concentrazione nel darsi da fare. Lei mi sta ignorando completamente. I suoi lunghi capelli sventolano. Per una volta nella vita sono perso di una ragazzina. I suoi baci, le sue mani, il suo corpo mi ossessionano in maniera… positiva. Scorgo i suoi occhi, ho i brividi per l’eccitazione, sento il cazzo diventare insostenibile, sono eccitato più che mai e tu pure. Il tuo corpo femminile e desideroso divampa. Ti bacio Ada, mordicchio il tuo labbro inferiore, lo succhio, lo lecco pure. Ti elevi maggiormente, mi offri il collo, ci appoggio le labbra umide, le scorro in cerca di punti sensibili. Ti desidero, lo penso, tu invece me lo dici con la voce roca:
“Ti desidero, ti voglio, ti voglio… non smettere!”
Non smetto, mi stai consumando, sei incredibilmente allenata, salti da così tanto tempo che il cazzo mi sta abbandonando. Il tuo collo mi spinge verso l’orgasmo…
“SI” urli, mentre continuo a leccare alcune zone del tuo collo. “STO VENENDO!” urli ancora, talmente forte che sicuramente quando ci vedranno faranno un ovazione.
“Sto venendo anche io!” Ti stringo più forte, quasi ti impedisco di continuare la tua selvaggia cavalcata.
Ti inarchi all’indietro in maniera naturale, il tuoi enormi seni sembrano due colline da dove vedo sorgere la tua faccio quando i nostri orgasmi esplodono. Gemo anche io, sborro forte nel tua figa, nel contempo ricambi i morsi alle labbra.
“Stai sborrando?”
Sussulto prima di risponderti, penso che tu abbia capito, rispondo ugualmente: “Si, ho sborrato!”
Restiamo abbracciati in quella posizione scambiandoci teneri baci. Il cazzo si ammoscia e la sborra inizia a colare fuori, ti stacchi da me, ti alzi. Sei bellissima.
Metti una mano alla figa, ti tocchi, raccogli gli umori. La tua mano, il palmo, sono come una scodella, allunghi la lingua e lecchi, ingoi. Ti guardo senza parole… non che sia la prima volta che vedo una cosa del genere, con te, tutto viene amplificato all’ennesima potenza.
“Ti va ancora di cenare?” Le chiedo.
“Certo, ho un buco nello stomaco. Prima mi do una rinfrescata però!”
“Ok!”
La nostra scopata è stata una tempesta se così si può descrivere. Ceniamo, parliamo. Ada ride molto, mi piace sempre di più.
“Allora… io e te…”
“Io e te cosa?” Le rispondo mentre mi soffoco.
“Non farò un giro di parole assurdo, sarò breve…” Nel dirlo però i suoi occhi prendono fuoco nuovamente, “Io non scopo, cioè non scopo occasionalmente. Insomma scopo con il mio fidanzato!”
Prima di rispondere mi prendo tutto il tempo del mondo proprio come Dr. Dre. Non le do una risposta chiara, non rispondo per nulla. Dovrei?
Mi trovo bene con questa splendida ventiduenne, ha un cervello, due tette enormi, un culo pazzesco. Cos’altro serve ad un uomo? Tante di quelle cose che non so se Ada può darmi. Se prima non volevo perderla ora mi trovo a fuggire, sto pianificando la fuga. Il rumore di tamburi che batte nel petto mi fracassa la testa è insopportabile. Provo a rispondere, mi blocco. Sospiro, nervosismo.
“Non devi necessariamente rispondermi ora.”
Le sue parole sono di conforto, ma quella tua espressione dice: sei un coglione di di si.
Devo capire che voglio da te, se sono ubriaco di sesso o di amore. Beviamo, scambiamo qualche altra parola, il tuo tono di voce è sceso, i sorrisi sono senza anima, o tuoi occhi non brillano.
Si o no?
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