Una bottiglia che gira
di
Giu!!!
genere
trio
Avvicinandosi la trentaduenne Elena notò, di fronte il cancello dove si stava recando, una donna dai capelli corti a caschetto biondi. Elena accostò la sua camminata curiosa e stupita chiedendosi perché quella donna fosse di fronte la proprietà del tipo con cui doveva incontrarsi?
Andò a suonare il citofono, quella biondina non l’avrebbe intralciata sicuramente. Coincidenze.
Quando il rumore dei tacchi di Elena sembrò l’urlo dei tamburi in guerra, la biondina capelli perfetti e lucenti si voltò sorridendo. Attese che la trentaduenne fu alla giusta distanza per una cordiale stretta di mano.
“Ciao…”
“Ciao…” Rispose educatamente Elena raccogliendo la mano della donna nella sua.
“Io sono Viviana e tu dovresti essere Elena…”
“Esatto, sono Elena…” In quel l’attimo la mora dai capelli lunghi ci pensò: e questa chi è?… Come fa a conoscermi? Sospetto e confusione la colsero di sorpresa.
Avrebbe voluto essere ineducata in quel frangente e rispondere tipo: hey… Ma chi cazzo sei?
“Sono una amica di David. Mi ha parlato di te e mi ha chiesto di venire da lui questa sera per cenare!”
Elena rimase veramente sorpresa e sopratutto arrabbiata. Addio chiavatone multi orgasmico.
Mormorò qualcosa, la biondina dai capelli perfetti e lucenti la guardò sempre sorridendo e con una malizia che Elena non poteva cogliere.
“Non sapevo che David invitasse una amica, comunque restiamo qua?” Fece Elena in imbarazzo.
“Oh, perdonami cara. Ti ho vista da lontano, presumendo dalla tua bellezza che fossi Elena e sono rimasta incantata. Ecco, suono ora!” Riuscì a suonare, a premere il bottone continuando a non distogliere lo sguardo dalla mora. La memoria muscolare… Chissà. Ronzio, scatto metallico, cancello aperto. “Prego Elena…”
“Grazie Viviana, molto gentile!” La trentaduenne, abbastanza confusa rimase lieta dalla sua nuova conoscenza. La biondina, seppur perfettina fin troppo – lo notava dai tacchi firmati, dalle calze velate e dalla lussuosa gonna a sbalzo, elegante e signorile. Dal maglioncino forse di cashmere sotto il lungo giubbotto impellicciato altrettanto costoso e dalla borsa che costava quanto una utilitaria – le piaceva molto, non in quel senso. La trovò di gusto, molto cordiale e a Elena a cordialità metteva buon umore. Tuttavia era molto incavolata con David, varcando il cancello, con scioltezza evitando per qualche secondo Viviana, prese il telefono e mandò un velocissimo messaggio al ragazzo con cui doveva fare cose intime: D T AMMAZZO, chi è Viviana?
Il ragazzino di appena ventitré anni aprì la porta della sua piccola e modesta villetta. Attendeva le due belle donne all’ingresso, appoggiato rigido come un tronco al coprifilo della porta con aria scocciata e il fascino di un demone.
“Prego entrate signore… Date a me i vostri soprabiti…” David da buon padrone di casa aiutò le due donne a svestirsi e ripose i loro indumenti nell’appendiabiti. Abbracciò e baciò teneramente prima la trentaduenne e poi Viviana con cui scambiò qualche battuta e sorriso. “Suppongo abbiate fatto conoscenza!”
“Si, amo già Elena…” Disse Viviana guardando la mora appena conosciuta che indossava semplici jeans, una camicia bianca e dei tacchi sinuosi che la rendevano veramente slanciata e più sensuale del solito.
Elena non si sentiva a suo agio, sorrise forzatamente. C’era una complicità impenetrabile tra quei due. Qualcosa che non nascondevano da come parlavano e si guardavano. Amici di vecchia data? Amanti? Più probabile la seconda dato che secondo Elena, Viviana avrebbe si e no avuto una quarantina di anni, sicuramente molto meno. Difficile scrutare imperfezioni, segni del tempo, almeno sul suo volto. Il fisico era normale, maledettamente proporzionato. Attività fisica, dieta.
Viviana si sedette sul divano. Il primo piano era un piccolo spazio aperto; cucina alla sinistra dell’ingresso e salotto per tutto il resto. Un tavolino basso nero lucido tra due divani a due posti presumibilmente di eco pelle nera, al centro della stanza. Una televisione, agganciata al muro. Sotto un pc, libri. Una zona studio dato che David era uno studente universitario e Viviana? Una docente?Forse troppo ricca per esserlo.
La biondina assunse una posizione elegante e confortevole sul divano, portò i tacchi sulla seduta, vicino il suo sedere e con il gomito sinistrò si adagiò al bracciolo imbottito.
“Prego Elena, accomodati!” Disse David indicando con la mano verso il tavolino tra i due divani, esattamente per confonderla.
“Su, vieni accanto a me Elena!” Con al sua mano dalle unghie lunghe e nere, Viviana sbatté qualche colpo sulla seduta accanto il suo posto.
La mora trentaduenne in un silenzio quasi imbarazzante si sedette. Che sta succedendo? Pensò guardando e sorridendo verso loro. Rigida ma con la postura da donna.
Non era una cena, ovvio. David prese in mano una sottile bottiglia di vino rosso. Mise tre calici sul tavolino basso e li versò. Con gentilezza e garbo li porse alle due donne. Un brindisi, un sorso, un altro giro. Vino finito, bicchieri vuoti. David fece pulizia e restò solo la bottiglia particolarmente piccola sul tavolino.
“Allora?” Disse Elena provando a sciogliere la sua di tensione. Cercando di capire qualcosa della situazione. Almeno una spiegazione.
“Allora… Che?” Con una sola voce risposero il giovane dallo sguardo cupo e i capelli spettinati neri e la donna elegante dallo sguardo sempre sorridente.
“Siamo qui per festeggiare qualcosa?” Domandò Elena guardando David e facendo segni con gli occhi verso la donna accanto. Per dirgli semplicemente: questa qui cazzo vuole?
“No, no… Parlando con David sei uscita tu nel discorso e come vi siete conosciuti… Tra una chiacchiera e l’altra ho pensato fossi straordinaria. Dunque ho chiesto a David se poteva presentarci...”
Elena bruscamente perse la calma per poi tornare quieta al respiro successivo guardando con occhi gonfi il giovane. Interossee Viviana.
“E… e… e perché David hai parlato di me a Viviana?”
David restò zitto, non mosse nemmeno le labbra. Ma il sorriso da demone era ancora stampato sulla sua faccia. Rispose per lui la biondina.
“Perchè gli ho chiesto se stesse frequentando qualcuna in questo periodo...”
David notò come Elena si stesse innervosendo e di come fosse per lei difficile stare calma. “Chi gioca? Ho pensato a questo gioco per farvi conoscere. Ci state? Altrimenti usciamo, andiamo a cena. Qualunque cosa voi vogliate signore mie!” Il ragazzo indicò la bottiglia.
Viviana guardò Elena con una certa malizia che quest’ultima non poteva cogliere. La prese come una sfida, un modo per rilassarsi. Per quello che era quel momento, strano e magnetico. “Giochiamo?” Domandò Viviana mentre David coricò la bottiglia di vino sul tavolino.”
Elena si distaccò dallo sguardo della bella biondina e dalla realtà. Alzò la mano contro la propria volontà. Assenso calibrato con la giusta rabbia. I due fecero lo stesso senza notare l’ira di Elena.
David girò la bottiglia affidando alla sorte chi dovesse iniziare per primo. Poi si sedette. Si fermò su Elena. Silenzio. Rapide occhiate.
“Che devo fare?”
“Hai mai giocato al gioco della bottiglia?” Domandò David.
“Si!”
“E tu Viviana?” Il ragazzo chiese anche alla bella donna.
“Si, ricordo di averci giocato in adolescenza.”
“Intendete quel gioco? Cioè bacio, carezza o schiaffo cose del genere. Dobbiamo giocare a questo?” Domandò Elena maledettamente stupita di quanto l’idea l’allettasse.
“Non proprio, magari un’alternativa più intrigante. Verità o Obbligo è più semplice.” Spiegò brevemente Viviana ridendo.
“Si… Ok. Ho capito.”
“Tutto chiaro allora?” Domandò David. Le due bellissime donne risposero positivamente.
David girò la bottiglia, la sorte ruotò verso Elena, lei avrebbe aperto il gioco. “Allora Elena, cosa scegli, obbligo o verità?”
“Obbligo!” Rispose Elena al ragazzo. Lei lo guardò con quella sorta di rabbia che celava dietro i sorrisi cordiali. Si Allungò verso il tavolino per giare la bottiglia. Si fermò su David. “Allora… Allora… Fammi pensare… Ci sono. Scrivi a una tua ex che l’ami ancora e sei disperato!” Disse Elena.
David rimase di stucco, con la bocca aperta che quasi la lingua stava per cadere. Viviana esplose in una risata non molto contenuta. “Mi piace. Ti amo Elena lo sai?”
Elena restò quasi indifferente nel rispondere, concesse comunque un sorriso alla donna che le stava simpatica. David invece era incredulo.
“Davvero?”
“Certamente!” Rispose Elena con la soddisfazione in volto.
Il ragazzo rimuginando prese il suo telefonino e dopo qualche esitazione scrisse un messaggio…
“Vogliamo vedere…” Domandò Viviana. Non rimase compiaciuta dal messaggio. “Puoi fare di meglio. Elena ha detto di dirle che la ami ancora non che ti manca, non imbrogliare David.” Viviana bacchettò il ragazzo continuando a ridere. Lo indusse ad essere fedele all’obbligo.
David sbruffò, non contendo ed ancora incredulo di quello che stava per fare, mostrò il nuovo messaggio, ne ottenne l’approvazione e lo inviò. “Dannazione! Ora è il mio turno… Anche io obbligo!” David girò la bottiglia che fece tre rotazioni rischiando di uscire dal tavolino. Viviana.
La donna si scompose dalla sua comoda posizione alzando le spalle e assumendo uno sguardo indagatore. Guardò David per intimidirlo aggiungendo un sorriso, un mezzo sorriso. “E Obbligo sia!” Rispose Viviana.
“Resta in reggiseno!” Ordinò calmo e con ghigno quasi malefico.
“Ah… Non so perché ma me lo aspettavo, ragazzino. Qualcosa del genere.” Parlando si alzò lesta, maglioncino, canottiera scollata di raso. Reggiseno, elegante e nero semitrasparente. Rimase senza indugio seminuda. Rivolse il suo sorriso luccicante verso la mora.
David mostrò sul volto i segni di una chiara e precoce erezione. Elena rimase leggermente infastidita ma percepì qualcosa tra i due, come se scopassero. Le dava fastidio? Forse si però...
In fondo anche lei scopava con David senza alcun impegno. Il ragazzo non sapeva usarlo bene il cazzone ma, lo teneva abbastanza duro per fare una bella ed intensa cavalcata sul sentiero dell’orgasmo e questo bastava ad Elena. Si chiese se fosse gelosia. Se lo era, perché mai si chiese?
Toccò a Viviana, dichiarò verità. Girò quella bottiglia con leggiadria. Nel compiere il gesto si mosse con eleganza. La rotazione puntò Elena. “Allora, dimmi una verità… O meglio una confessione. Sei mai stata con una donna?” Elena che fino a quel momento sembrava assente, ritornò in se. Sgranò gli occhi ed alzò i sopraccigli arrossendo le guance.
“No!” Risposta secca ed imbarazzante guardando senza indugio gli occhi di Viviana.
Elena ruotò la bottiglia.
Andarono avanti con qualche domanda scherzosa e leggermente piccante, Qualche abito di meno. Al turno di Viviana, toccò a David rispondere. “Allora David, chi scopa meglio tra noi due?”
Elena guardò sbigottita la biondina e poi subito David. “Come?” Fece la bella trentaduenne che venne del tutto ignorata.
Il giovane fu riflessivo, il suo sorriso da bello è impossibile divenne ebete e stolto. “Viviana!”
La biondina in reggiseno rimase soddisfatta, orgogliosa. Guardò Elena trionfante. Lei invece, era incredula ancora. Stava succedendo veramente? Si sentì offesa. Non riesco a scoparmi un ragazzino? Cavolo. La situazione strana assunse sfumature di rosso ed Elena decise di giocare. I due colsero questo suo cambiamento guardandola semplicemente negli occhi e poi anche nella scollatura del reggiseno.
Altri giri, turno di David, lui contro Elena. Obbligò. “Allora El… bacio alla francese… Con Viviana Ovviamente!”
Non parve tanto ovvio ad Elena ma, nemmeno il tempo di metabolizzare l’obbligo che...
La biondina si avvicinò a lei come una pantera. Diverse emozioni danzarono nel corpicino della trentaduenne mora per poi disciogliersi. Elena chiuse gli occhi e si avvicinò alle labbra di Viviana che le infilò subito la lingua in bocca. Se i primi secondi furono imbarazzanti, i successivi furono strani. Il bacio le piacque. Non era come baciare un uomo… Tutt’altra cosa. La morbidezza delle labbra, il calore. Le carezze dolci. Perchè la sua mano finì sul seno di Viviana?
Le dita scostarono il tessuto per cercare i capezzoli. Turgidi e sottili, quasi delicati. Viviana agevolò la curiosità di Elena rimuovendo il reggiseno. Poi lentamente tentò di rimuovere il reggiseno della sua amante. Cercò il seno più abbondante di Elena. Si guardarono intensamente per qualche istante. La biondina era davvero tenera e dolce, Elena invece si trovava stranamente a suo agio e con i capezzoli veramente turgidi.
“Hai una pelle straordinaria…” Disse Viviana avvolgendo Elena. Tastando la bontà del seno, subito dopo si accinse a leccarli ciucciando bene i capezzoli di entrambi i seni. “Hai un bel seno…”
“Grazie!” Rispose Elena. “Tu hai delle labbra straordinarie!” Elena giunse la sua bocca a quella di Viviana nuovamente. La baciò mordicchiando le labbra per poi tornare ad un delicato e focoso bacio alla francese. Elena rimase li ferma nel suo posto sul divano, Viviana si gettò a cavalcioni sopra di lei. Continuarono a baciarsi senza rendersi conto di nulla o di chi ci fosse, forse.
“Leccami la fica…” Le sussurrò Viviana all’orecchio mentre con la lingua la stuzzicava fino a mordicchiare con le labbra il lobo.
“Non l’ho mai fatto…” Rispose Elena. Prese dai fianchi stretti e sinuosi l’amante, quella biondina di fuoco, la ribaltò. Elena discese indietreggiando con il corpo leccando tra i seni di lei. Scese con la lingua fino al monte di Venere. Issò le braccia all’interno della gonna per sfilare calze e subito dopo il perizoma. Viviana invece, alzando il sedere, spinse la gonna in basso aiutata dalla calda mora.
Elena si trovò davanti le gambe aperte dell’esperta Viviana. Non che non ne avesse mai visto una fica, o meglio non così vicino da poterne sentire il profumo di un qualche detergente intimo alla camomilla. Esitò seppur curiosa di provare, tirò fuori quella lingua eppure fu restia.
“Leccamela, coraggio… So che non mi deluderai!” Mugolò Viviana con voce suadente preda della lussuria.
Ed Elena si immerse tra le gambe aperte, sfiorò le labbra con il respiro e la lingua. Quella stessa lingua iniziò a leccare il clitoride e mai pensò di dedicarsi con tanta passione ad una fica. Le labbra parvero turgide e dopo un paio di leccate, Viviana si bagnò dall’eccitazione. Il clitoride si gonfiò, fuoruscendo umori sottili, trasparenti e spalancando le labbra. Dopo qualche minuto, i capelli lisci della biondina divennero scossi e mossi per via del piacere e sudore. La passione innocente di Elena scatenò movimenti convulsi alla biondina.
Nel contempo il giovane David prese in mano il cazzo masturbandosi con decisione. Preso da un’implacabile voglia di sesso – e come dargli torto - , si inginocchiò dietro la mora. Non poteva resistere, non perché lei leccava una fica e l’altra mugolava in calore ma, per il culo di Elena che si agitava davanti la sua vista mentre lei leccava approcciandosi con diversi ritmi, cercando nuovi punti di piacere tra le gambe della biondina. Elena era talmente concentrata e entusiasmata che non si accorse che il ragazzo le sfilò pian piano il jeans, il perizoma e…
“Cazzo!” Esclamò Elena percependo la minchia allargarle la fica bagnata e la mani attorno i suoi fianchi stringerla come una tenaglia. Fu una penetrazione lampo, il cazzo entrò in quella fica in un istante.
David la montò con decisione fin da subito, Elena però non gradì la veemenza. Andò a sbattere con la faccia contro la fica bagnata di Viviana, non riuscì più a leccarla e questo la infastidì.
“David, cazzo, fai piano… Non riesco a leccarla…” Disse mentre ci riprovò.
I colpi di minchia erano focosi e violenti. L’impatto inguine culo, un costante veloce ed implacabile. Elena dovette gemere quasi controvoglia, dovette per qualche secondo abbandonarsi al piacere di quel cazzo che le fotteva la figa a pecorina. Si leccò le labbra pregne del sapore di Viviana… Capì che un cazzo lo poteva sempre prendere, una fica chissà quando? “David, fai piano!” Urlò inebriata dall’odore di sesso della biondina e dal cazzo che la incalzava senza pietà.
Il ragazzo non l’ascoltò, in effetti sembrò come in trance, fu assalito da un fotti-fotti incontrollabile, inconsapevole, un automa del sesso.
Elena si sentì come se non fosse padrona del suo corpo, tuttavia non poteva negare il piacere del cazzo, del vigore del giovane amante.
Inspirata da quello che le stava accadendo, penetrò con le dita la fica di Viviana, imitò la velocità del cazzo che la stava… Facendo godere come la puttana che in quel momento credeva di essere. Un dito, due dita, anche tre. Viviana sembrò apprezzare orgasmicamente.
“Succhiami il clitoride come un cazzo… Come un cazzo!” Urlò Viviana guardando verso il soffitto, anche lei sembrava in trance… Di piacere.
“Madonna David, FAI PIANO!” Elena urlò furiosa. Il ragazzo parve ascoltarla questa volta, calò il ritmo rendendo più agevole per lei soddisfare la voglia di lingua di Viviana... Elena si tuffò nuovamente tra le gambe aperte…
Leccò appena, leccò con tanta passione che qualche istante dopo Viviana le venne in faccia.
“Elena ti amo!” Sussurrò Viviana sconvolta come i suoi capelli, poi urlò “Ancora!”
Una doccia di umori schizzata come un getto del soffione della doccia. Una quasi esplosione di liquidi di piacere, densi, luccicanti, sorprendentemente gustosi da ingoiare.
Elena leccò tutto, interno cosce, figa, dita, labbra, ovunque fosse schizzato il piacere lei ci mise la sua lingua.
Si dissetò come se stesse nel deserto e quella fosse l’unica linfa vitale con cui sopravvivere. Assorta nella contemplazione e degustazione non si accorse nemmeno del cazzo che la stava scopando.
David inebriato dall’orgasmo di Viviana o dalla bagnatissima figa in cui aveva conficcato il cazzo, perse nuovamente il controllo. Scostò la mora dalle gambe di Viviana con forza, sempre in ginocchio e con il cazzo più duro di prima, allungò le mani sulle cosce di Viviana e le afferrò, la trascinò in un colpo verso il suo bacino e la penetrò andando a calcare lo stesso ritmo frenetico con cui aveva scopato la mora.
Viviana travolta dal ciclone del piacere, più precisamente da un cazzone duro, invitò Elena a farsi leccare la fica. “Fammi leccare la fica, ti prego!”
Quest’ultima non se lo fece ripetere. Via jeans, perizoma, via i tacchi ma, le sembrò più opportuno rimetterli. Salì sul divano, si inclinò, abbassò il corpo e sedette dolcemente sulla faccia della biondina tutta scossa. Viviana fremette, fu sconquassata dai colpi di minchia. Si tenne forte e allungò la lingua oscillandola come quella di un serpente verso la fica spalancata di Elena.
Al primo contatto con la fica bagnata di Elena…
La mora ricevette come un sussulto nel basso ventre, come una dolce carezza. Una vocina stridula uscì dalla sua bocca. Gemette di piacere come non mai, come poteva essere possibile? In quel secondo, in quel semplice contatto lingua-fica percepì una nuova sensazione di piacere…
“Dio santissimo…” Gemette. Si mise persino un dito in bocca mordendolo. Per lei quella prima volta fu intensa. La lingua dei suoi partner non erano lontanamente paragonabile all’abile lingua dell’esperta Viviana che, nonostante fosse scopata da David, riuscì a dargli leccate di piacere intenso.
La biondina Si aggrappò alle cosce tornite della mora, se la spinse in faccia ancor di più. Con la lingua allargò le labbra vaginali di Elena e la infilò frustandogli in canale vaginale.
“Dio santissimo…” Ripeté la mora, in evidente ascensione verso il paradiso dell’orgasmo.
David così si ritrovò il culo tosto di Elena in faccia. Una visione che intensificò l’erezione spingendola oltre il suo limite. Poi come se quel culo fosse il canto di una sirena, ipnotizzato, si avvicinò all’orifizio anale ed incominciò a leccarlo...
Elena si abbandonò completamente al piacere, le due lingue la mandarono in estasi. Fu in quel momento che capì di non capire più nulla. Il piacere doppio la fece trasalire sia fisicamente che mentalmente.
“Vivi, sto venendo… Io…”
“Squirtami in faccia!” Ordinò Viviana.
Ed Elena…
Come una liberazione, si alzò a fatica dalla di Viviana, quel poco da permettere al suo orgasmo di uscire come un filo d’acqua per poi diventare un pioggerellina e al suo tocco di mano, uno spruzzo violento con tanto di rimbalzi sulla faccia sconvolta della biondina… Gli fece la doccia, Viviana non disse nulla e si sbatté quella fica pulsante e bagnata in faccia per leccarla ancora. Inculcando ancora orgasmi, troppi violenti da poter essere sostenuti. Elena dovette in qualche modo liberasi da quella presa. Infine si lasciò cadere di lato di fianco la biondina… Entrambe si guardarono e si diedero un commosso bacio, si toccarono le fiche...
Poco prima David l’aveva riempita abbondantemente, Elena poté toccare l’enorme quantità di sborra che usciva dalla fica di Viviana formando un lago candido sul divano.
Il ragazzo giaceva a terra beandosi della scopata, Il cazzo ancora in erezione e i liquidi che colavano dal glande versò le palle, diventando trasparenti.
Elena lo osservò portandosi le dita con la sborra verso la bocca. Conosceva il sapore di David, questa volta però gli umori della biondina aromatizzavano la sborra.
Elena non era più lei, andò a terra e gattonando come se gli avessero sfondato il culo, si chinò al cospetto del cazzo grosso del ragazzo, peccato che andava ammosciandosi. Lo prese in bocca per il solo piacere di assaporare gli umori di Viviana…
Andò a suonare il citofono, quella biondina non l’avrebbe intralciata sicuramente. Coincidenze.
Quando il rumore dei tacchi di Elena sembrò l’urlo dei tamburi in guerra, la biondina capelli perfetti e lucenti si voltò sorridendo. Attese che la trentaduenne fu alla giusta distanza per una cordiale stretta di mano.
“Ciao…”
“Ciao…” Rispose educatamente Elena raccogliendo la mano della donna nella sua.
“Io sono Viviana e tu dovresti essere Elena…”
“Esatto, sono Elena…” In quel l’attimo la mora dai capelli lunghi ci pensò: e questa chi è?… Come fa a conoscermi? Sospetto e confusione la colsero di sorpresa.
Avrebbe voluto essere ineducata in quel frangente e rispondere tipo: hey… Ma chi cazzo sei?
“Sono una amica di David. Mi ha parlato di te e mi ha chiesto di venire da lui questa sera per cenare!”
Elena rimase veramente sorpresa e sopratutto arrabbiata. Addio chiavatone multi orgasmico.
Mormorò qualcosa, la biondina dai capelli perfetti e lucenti la guardò sempre sorridendo e con una malizia che Elena non poteva cogliere.
“Non sapevo che David invitasse una amica, comunque restiamo qua?” Fece Elena in imbarazzo.
“Oh, perdonami cara. Ti ho vista da lontano, presumendo dalla tua bellezza che fossi Elena e sono rimasta incantata. Ecco, suono ora!” Riuscì a suonare, a premere il bottone continuando a non distogliere lo sguardo dalla mora. La memoria muscolare… Chissà. Ronzio, scatto metallico, cancello aperto. “Prego Elena…”
“Grazie Viviana, molto gentile!” La trentaduenne, abbastanza confusa rimase lieta dalla sua nuova conoscenza. La biondina, seppur perfettina fin troppo – lo notava dai tacchi firmati, dalle calze velate e dalla lussuosa gonna a sbalzo, elegante e signorile. Dal maglioncino forse di cashmere sotto il lungo giubbotto impellicciato altrettanto costoso e dalla borsa che costava quanto una utilitaria – le piaceva molto, non in quel senso. La trovò di gusto, molto cordiale e a Elena a cordialità metteva buon umore. Tuttavia era molto incavolata con David, varcando il cancello, con scioltezza evitando per qualche secondo Viviana, prese il telefono e mandò un velocissimo messaggio al ragazzo con cui doveva fare cose intime: D T AMMAZZO, chi è Viviana?
Il ragazzino di appena ventitré anni aprì la porta della sua piccola e modesta villetta. Attendeva le due belle donne all’ingresso, appoggiato rigido come un tronco al coprifilo della porta con aria scocciata e il fascino di un demone.
“Prego entrate signore… Date a me i vostri soprabiti…” David da buon padrone di casa aiutò le due donne a svestirsi e ripose i loro indumenti nell’appendiabiti. Abbracciò e baciò teneramente prima la trentaduenne e poi Viviana con cui scambiò qualche battuta e sorriso. “Suppongo abbiate fatto conoscenza!”
“Si, amo già Elena…” Disse Viviana guardando la mora appena conosciuta che indossava semplici jeans, una camicia bianca e dei tacchi sinuosi che la rendevano veramente slanciata e più sensuale del solito.
Elena non si sentiva a suo agio, sorrise forzatamente. C’era una complicità impenetrabile tra quei due. Qualcosa che non nascondevano da come parlavano e si guardavano. Amici di vecchia data? Amanti? Più probabile la seconda dato che secondo Elena, Viviana avrebbe si e no avuto una quarantina di anni, sicuramente molto meno. Difficile scrutare imperfezioni, segni del tempo, almeno sul suo volto. Il fisico era normale, maledettamente proporzionato. Attività fisica, dieta.
Viviana si sedette sul divano. Il primo piano era un piccolo spazio aperto; cucina alla sinistra dell’ingresso e salotto per tutto il resto. Un tavolino basso nero lucido tra due divani a due posti presumibilmente di eco pelle nera, al centro della stanza. Una televisione, agganciata al muro. Sotto un pc, libri. Una zona studio dato che David era uno studente universitario e Viviana? Una docente?Forse troppo ricca per esserlo.
La biondina assunse una posizione elegante e confortevole sul divano, portò i tacchi sulla seduta, vicino il suo sedere e con il gomito sinistrò si adagiò al bracciolo imbottito.
“Prego Elena, accomodati!” Disse David indicando con la mano verso il tavolino tra i due divani, esattamente per confonderla.
“Su, vieni accanto a me Elena!” Con al sua mano dalle unghie lunghe e nere, Viviana sbatté qualche colpo sulla seduta accanto il suo posto.
La mora trentaduenne in un silenzio quasi imbarazzante si sedette. Che sta succedendo? Pensò guardando e sorridendo verso loro. Rigida ma con la postura da donna.
Non era una cena, ovvio. David prese in mano una sottile bottiglia di vino rosso. Mise tre calici sul tavolino basso e li versò. Con gentilezza e garbo li porse alle due donne. Un brindisi, un sorso, un altro giro. Vino finito, bicchieri vuoti. David fece pulizia e restò solo la bottiglia particolarmente piccola sul tavolino.
“Allora?” Disse Elena provando a sciogliere la sua di tensione. Cercando di capire qualcosa della situazione. Almeno una spiegazione.
“Allora… Che?” Con una sola voce risposero il giovane dallo sguardo cupo e i capelli spettinati neri e la donna elegante dallo sguardo sempre sorridente.
“Siamo qui per festeggiare qualcosa?” Domandò Elena guardando David e facendo segni con gli occhi verso la donna accanto. Per dirgli semplicemente: questa qui cazzo vuole?
“No, no… Parlando con David sei uscita tu nel discorso e come vi siete conosciuti… Tra una chiacchiera e l’altra ho pensato fossi straordinaria. Dunque ho chiesto a David se poteva presentarci...”
Elena bruscamente perse la calma per poi tornare quieta al respiro successivo guardando con occhi gonfi il giovane. Interossee Viviana.
“E… e… e perché David hai parlato di me a Viviana?”
David restò zitto, non mosse nemmeno le labbra. Ma il sorriso da demone era ancora stampato sulla sua faccia. Rispose per lui la biondina.
“Perchè gli ho chiesto se stesse frequentando qualcuna in questo periodo...”
David notò come Elena si stesse innervosendo e di come fosse per lei difficile stare calma. “Chi gioca? Ho pensato a questo gioco per farvi conoscere. Ci state? Altrimenti usciamo, andiamo a cena. Qualunque cosa voi vogliate signore mie!” Il ragazzo indicò la bottiglia.
Viviana guardò Elena con una certa malizia che quest’ultima non poteva cogliere. La prese come una sfida, un modo per rilassarsi. Per quello che era quel momento, strano e magnetico. “Giochiamo?” Domandò Viviana mentre David coricò la bottiglia di vino sul tavolino.”
Elena si distaccò dallo sguardo della bella biondina e dalla realtà. Alzò la mano contro la propria volontà. Assenso calibrato con la giusta rabbia. I due fecero lo stesso senza notare l’ira di Elena.
David girò la bottiglia affidando alla sorte chi dovesse iniziare per primo. Poi si sedette. Si fermò su Elena. Silenzio. Rapide occhiate.
“Che devo fare?”
“Hai mai giocato al gioco della bottiglia?” Domandò David.
“Si!”
“E tu Viviana?” Il ragazzo chiese anche alla bella donna.
“Si, ricordo di averci giocato in adolescenza.”
“Intendete quel gioco? Cioè bacio, carezza o schiaffo cose del genere. Dobbiamo giocare a questo?” Domandò Elena maledettamente stupita di quanto l’idea l’allettasse.
“Non proprio, magari un’alternativa più intrigante. Verità o Obbligo è più semplice.” Spiegò brevemente Viviana ridendo.
“Si… Ok. Ho capito.”
“Tutto chiaro allora?” Domandò David. Le due bellissime donne risposero positivamente.
David girò la bottiglia, la sorte ruotò verso Elena, lei avrebbe aperto il gioco. “Allora Elena, cosa scegli, obbligo o verità?”
“Obbligo!” Rispose Elena al ragazzo. Lei lo guardò con quella sorta di rabbia che celava dietro i sorrisi cordiali. Si Allungò verso il tavolino per giare la bottiglia. Si fermò su David. “Allora… Allora… Fammi pensare… Ci sono. Scrivi a una tua ex che l’ami ancora e sei disperato!” Disse Elena.
David rimase di stucco, con la bocca aperta che quasi la lingua stava per cadere. Viviana esplose in una risata non molto contenuta. “Mi piace. Ti amo Elena lo sai?”
Elena restò quasi indifferente nel rispondere, concesse comunque un sorriso alla donna che le stava simpatica. David invece era incredulo.
“Davvero?”
“Certamente!” Rispose Elena con la soddisfazione in volto.
Il ragazzo rimuginando prese il suo telefonino e dopo qualche esitazione scrisse un messaggio…
“Vogliamo vedere…” Domandò Viviana. Non rimase compiaciuta dal messaggio. “Puoi fare di meglio. Elena ha detto di dirle che la ami ancora non che ti manca, non imbrogliare David.” Viviana bacchettò il ragazzo continuando a ridere. Lo indusse ad essere fedele all’obbligo.
David sbruffò, non contendo ed ancora incredulo di quello che stava per fare, mostrò il nuovo messaggio, ne ottenne l’approvazione e lo inviò. “Dannazione! Ora è il mio turno… Anche io obbligo!” David girò la bottiglia che fece tre rotazioni rischiando di uscire dal tavolino. Viviana.
La donna si scompose dalla sua comoda posizione alzando le spalle e assumendo uno sguardo indagatore. Guardò David per intimidirlo aggiungendo un sorriso, un mezzo sorriso. “E Obbligo sia!” Rispose Viviana.
“Resta in reggiseno!” Ordinò calmo e con ghigno quasi malefico.
“Ah… Non so perché ma me lo aspettavo, ragazzino. Qualcosa del genere.” Parlando si alzò lesta, maglioncino, canottiera scollata di raso. Reggiseno, elegante e nero semitrasparente. Rimase senza indugio seminuda. Rivolse il suo sorriso luccicante verso la mora.
David mostrò sul volto i segni di una chiara e precoce erezione. Elena rimase leggermente infastidita ma percepì qualcosa tra i due, come se scopassero. Le dava fastidio? Forse si però...
In fondo anche lei scopava con David senza alcun impegno. Il ragazzo non sapeva usarlo bene il cazzone ma, lo teneva abbastanza duro per fare una bella ed intensa cavalcata sul sentiero dell’orgasmo e questo bastava ad Elena. Si chiese se fosse gelosia. Se lo era, perché mai si chiese?
Toccò a Viviana, dichiarò verità. Girò quella bottiglia con leggiadria. Nel compiere il gesto si mosse con eleganza. La rotazione puntò Elena. “Allora, dimmi una verità… O meglio una confessione. Sei mai stata con una donna?” Elena che fino a quel momento sembrava assente, ritornò in se. Sgranò gli occhi ed alzò i sopraccigli arrossendo le guance.
“No!” Risposta secca ed imbarazzante guardando senza indugio gli occhi di Viviana.
Elena ruotò la bottiglia.
Andarono avanti con qualche domanda scherzosa e leggermente piccante, Qualche abito di meno. Al turno di Viviana, toccò a David rispondere. “Allora David, chi scopa meglio tra noi due?”
Elena guardò sbigottita la biondina e poi subito David. “Come?” Fece la bella trentaduenne che venne del tutto ignorata.
Il giovane fu riflessivo, il suo sorriso da bello è impossibile divenne ebete e stolto. “Viviana!”
La biondina in reggiseno rimase soddisfatta, orgogliosa. Guardò Elena trionfante. Lei invece, era incredula ancora. Stava succedendo veramente? Si sentì offesa. Non riesco a scoparmi un ragazzino? Cavolo. La situazione strana assunse sfumature di rosso ed Elena decise di giocare. I due colsero questo suo cambiamento guardandola semplicemente negli occhi e poi anche nella scollatura del reggiseno.
Altri giri, turno di David, lui contro Elena. Obbligò. “Allora El… bacio alla francese… Con Viviana Ovviamente!”
Non parve tanto ovvio ad Elena ma, nemmeno il tempo di metabolizzare l’obbligo che...
La biondina si avvicinò a lei come una pantera. Diverse emozioni danzarono nel corpicino della trentaduenne mora per poi disciogliersi. Elena chiuse gli occhi e si avvicinò alle labbra di Viviana che le infilò subito la lingua in bocca. Se i primi secondi furono imbarazzanti, i successivi furono strani. Il bacio le piacque. Non era come baciare un uomo… Tutt’altra cosa. La morbidezza delle labbra, il calore. Le carezze dolci. Perchè la sua mano finì sul seno di Viviana?
Le dita scostarono il tessuto per cercare i capezzoli. Turgidi e sottili, quasi delicati. Viviana agevolò la curiosità di Elena rimuovendo il reggiseno. Poi lentamente tentò di rimuovere il reggiseno della sua amante. Cercò il seno più abbondante di Elena. Si guardarono intensamente per qualche istante. La biondina era davvero tenera e dolce, Elena invece si trovava stranamente a suo agio e con i capezzoli veramente turgidi.
“Hai una pelle straordinaria…” Disse Viviana avvolgendo Elena. Tastando la bontà del seno, subito dopo si accinse a leccarli ciucciando bene i capezzoli di entrambi i seni. “Hai un bel seno…”
“Grazie!” Rispose Elena. “Tu hai delle labbra straordinarie!” Elena giunse la sua bocca a quella di Viviana nuovamente. La baciò mordicchiando le labbra per poi tornare ad un delicato e focoso bacio alla francese. Elena rimase li ferma nel suo posto sul divano, Viviana si gettò a cavalcioni sopra di lei. Continuarono a baciarsi senza rendersi conto di nulla o di chi ci fosse, forse.
“Leccami la fica…” Le sussurrò Viviana all’orecchio mentre con la lingua la stuzzicava fino a mordicchiare con le labbra il lobo.
“Non l’ho mai fatto…” Rispose Elena. Prese dai fianchi stretti e sinuosi l’amante, quella biondina di fuoco, la ribaltò. Elena discese indietreggiando con il corpo leccando tra i seni di lei. Scese con la lingua fino al monte di Venere. Issò le braccia all’interno della gonna per sfilare calze e subito dopo il perizoma. Viviana invece, alzando il sedere, spinse la gonna in basso aiutata dalla calda mora.
Elena si trovò davanti le gambe aperte dell’esperta Viviana. Non che non ne avesse mai visto una fica, o meglio non così vicino da poterne sentire il profumo di un qualche detergente intimo alla camomilla. Esitò seppur curiosa di provare, tirò fuori quella lingua eppure fu restia.
“Leccamela, coraggio… So che non mi deluderai!” Mugolò Viviana con voce suadente preda della lussuria.
Ed Elena si immerse tra le gambe aperte, sfiorò le labbra con il respiro e la lingua. Quella stessa lingua iniziò a leccare il clitoride e mai pensò di dedicarsi con tanta passione ad una fica. Le labbra parvero turgide e dopo un paio di leccate, Viviana si bagnò dall’eccitazione. Il clitoride si gonfiò, fuoruscendo umori sottili, trasparenti e spalancando le labbra. Dopo qualche minuto, i capelli lisci della biondina divennero scossi e mossi per via del piacere e sudore. La passione innocente di Elena scatenò movimenti convulsi alla biondina.
Nel contempo il giovane David prese in mano il cazzo masturbandosi con decisione. Preso da un’implacabile voglia di sesso – e come dargli torto - , si inginocchiò dietro la mora. Non poteva resistere, non perché lei leccava una fica e l’altra mugolava in calore ma, per il culo di Elena che si agitava davanti la sua vista mentre lei leccava approcciandosi con diversi ritmi, cercando nuovi punti di piacere tra le gambe della biondina. Elena era talmente concentrata e entusiasmata che non si accorse che il ragazzo le sfilò pian piano il jeans, il perizoma e…
“Cazzo!” Esclamò Elena percependo la minchia allargarle la fica bagnata e la mani attorno i suoi fianchi stringerla come una tenaglia. Fu una penetrazione lampo, il cazzo entrò in quella fica in un istante.
David la montò con decisione fin da subito, Elena però non gradì la veemenza. Andò a sbattere con la faccia contro la fica bagnata di Viviana, non riuscì più a leccarla e questo la infastidì.
“David, cazzo, fai piano… Non riesco a leccarla…” Disse mentre ci riprovò.
I colpi di minchia erano focosi e violenti. L’impatto inguine culo, un costante veloce ed implacabile. Elena dovette gemere quasi controvoglia, dovette per qualche secondo abbandonarsi al piacere di quel cazzo che le fotteva la figa a pecorina. Si leccò le labbra pregne del sapore di Viviana… Capì che un cazzo lo poteva sempre prendere, una fica chissà quando? “David, fai piano!” Urlò inebriata dall’odore di sesso della biondina e dal cazzo che la incalzava senza pietà.
Il ragazzo non l’ascoltò, in effetti sembrò come in trance, fu assalito da un fotti-fotti incontrollabile, inconsapevole, un automa del sesso.
Elena si sentì come se non fosse padrona del suo corpo, tuttavia non poteva negare il piacere del cazzo, del vigore del giovane amante.
Inspirata da quello che le stava accadendo, penetrò con le dita la fica di Viviana, imitò la velocità del cazzo che la stava… Facendo godere come la puttana che in quel momento credeva di essere. Un dito, due dita, anche tre. Viviana sembrò apprezzare orgasmicamente.
“Succhiami il clitoride come un cazzo… Come un cazzo!” Urlò Viviana guardando verso il soffitto, anche lei sembrava in trance… Di piacere.
“Madonna David, FAI PIANO!” Elena urlò furiosa. Il ragazzo parve ascoltarla questa volta, calò il ritmo rendendo più agevole per lei soddisfare la voglia di lingua di Viviana... Elena si tuffò nuovamente tra le gambe aperte…
Leccò appena, leccò con tanta passione che qualche istante dopo Viviana le venne in faccia.
“Elena ti amo!” Sussurrò Viviana sconvolta come i suoi capelli, poi urlò “Ancora!”
Una doccia di umori schizzata come un getto del soffione della doccia. Una quasi esplosione di liquidi di piacere, densi, luccicanti, sorprendentemente gustosi da ingoiare.
Elena leccò tutto, interno cosce, figa, dita, labbra, ovunque fosse schizzato il piacere lei ci mise la sua lingua.
Si dissetò come se stesse nel deserto e quella fosse l’unica linfa vitale con cui sopravvivere. Assorta nella contemplazione e degustazione non si accorse nemmeno del cazzo che la stava scopando.
David inebriato dall’orgasmo di Viviana o dalla bagnatissima figa in cui aveva conficcato il cazzo, perse nuovamente il controllo. Scostò la mora dalle gambe di Viviana con forza, sempre in ginocchio e con il cazzo più duro di prima, allungò le mani sulle cosce di Viviana e le afferrò, la trascinò in un colpo verso il suo bacino e la penetrò andando a calcare lo stesso ritmo frenetico con cui aveva scopato la mora.
Viviana travolta dal ciclone del piacere, più precisamente da un cazzone duro, invitò Elena a farsi leccare la fica. “Fammi leccare la fica, ti prego!”
Quest’ultima non se lo fece ripetere. Via jeans, perizoma, via i tacchi ma, le sembrò più opportuno rimetterli. Salì sul divano, si inclinò, abbassò il corpo e sedette dolcemente sulla faccia della biondina tutta scossa. Viviana fremette, fu sconquassata dai colpi di minchia. Si tenne forte e allungò la lingua oscillandola come quella di un serpente verso la fica spalancata di Elena.
Al primo contatto con la fica bagnata di Elena…
La mora ricevette come un sussulto nel basso ventre, come una dolce carezza. Una vocina stridula uscì dalla sua bocca. Gemette di piacere come non mai, come poteva essere possibile? In quel secondo, in quel semplice contatto lingua-fica percepì una nuova sensazione di piacere…
“Dio santissimo…” Gemette. Si mise persino un dito in bocca mordendolo. Per lei quella prima volta fu intensa. La lingua dei suoi partner non erano lontanamente paragonabile all’abile lingua dell’esperta Viviana che, nonostante fosse scopata da David, riuscì a dargli leccate di piacere intenso.
La biondina Si aggrappò alle cosce tornite della mora, se la spinse in faccia ancor di più. Con la lingua allargò le labbra vaginali di Elena e la infilò frustandogli in canale vaginale.
“Dio santissimo…” Ripeté la mora, in evidente ascensione verso il paradiso dell’orgasmo.
David così si ritrovò il culo tosto di Elena in faccia. Una visione che intensificò l’erezione spingendola oltre il suo limite. Poi come se quel culo fosse il canto di una sirena, ipnotizzato, si avvicinò all’orifizio anale ed incominciò a leccarlo...
Elena si abbandonò completamente al piacere, le due lingue la mandarono in estasi. Fu in quel momento che capì di non capire più nulla. Il piacere doppio la fece trasalire sia fisicamente che mentalmente.
“Vivi, sto venendo… Io…”
“Squirtami in faccia!” Ordinò Viviana.
Ed Elena…
Come una liberazione, si alzò a fatica dalla di Viviana, quel poco da permettere al suo orgasmo di uscire come un filo d’acqua per poi diventare un pioggerellina e al suo tocco di mano, uno spruzzo violento con tanto di rimbalzi sulla faccia sconvolta della biondina… Gli fece la doccia, Viviana non disse nulla e si sbatté quella fica pulsante e bagnata in faccia per leccarla ancora. Inculcando ancora orgasmi, troppi violenti da poter essere sostenuti. Elena dovette in qualche modo liberasi da quella presa. Infine si lasciò cadere di lato di fianco la biondina… Entrambe si guardarono e si diedero un commosso bacio, si toccarono le fiche...
Poco prima David l’aveva riempita abbondantemente, Elena poté toccare l’enorme quantità di sborra che usciva dalla fica di Viviana formando un lago candido sul divano.
Il ragazzo giaceva a terra beandosi della scopata, Il cazzo ancora in erezione e i liquidi che colavano dal glande versò le palle, diventando trasparenti.
Elena lo osservò portandosi le dita con la sborra verso la bocca. Conosceva il sapore di David, questa volta però gli umori della biondina aromatizzavano la sborra.
Elena non era più lei, andò a terra e gattonando come se gli avessero sfondato il culo, si chinò al cospetto del cazzo grosso del ragazzo, peccato che andava ammosciandosi. Lo prese in bocca per il solo piacere di assaporare gli umori di Viviana…
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