La tipa, caffè e lingerie - IV-
di
Giu!!!
genere
masturbazione
Ada… Ada non mi da tregua, tiene ben saldo con tutte e cinque le dita quel roll-on, lo passa un poco sull’interno coscia, se lo struscia un po’ sulla figa, prova a farlo entrare. Il deodorante ha quella giusta forma da simulare un cazzo. Ada ripete un paio di volte quei gesti, fa finta che non entri. Ada freme nell’avere nella figa quell’oggetto duro. Ad un certo punto lo solleva nuovamente per esaminarlo, è bagnato, mi guarda soddisfatta, con il sorrisetto che mi ha fottuto il cervello e non so cos’altro. Mi guarda ancora, si adagia ulteriormente con la schiena sulla parete piastrellata, si sistema in maniera più confortevole sul fasciatoio, prende il deodorante, inspira profondamente e con un gesto fulmineo lo spinge dentro. Il roll-on sparisce quasi del tutto dentro la sua figa. Toglie le mani e con le contrazioni della vagina lo tiene dentro, poggia le mani sulle ginocchia, si lascia ammirare in quella posizione. Ada sei una zoccola, il mio cazzo pulsa e dondola, sei così bagnata… devo resistere ancora, posso farcela… penso a Kenshiro, poeticamente violento, mi eccita forse. Penso al re leone, penso a Trinità… devo chiudere gli occhi, calmare l’erezione.
“No,no… apri gli occhi tesoro mio, su su che sei bravo… dai ancora un po’ resisti!”
“Mi hai chiamato tesoro…”
“Zitto!” Mi urla con il volto scheggiato dal piacere che si sta infliggendo.
Improvvisamente afferra il deodorante, lo entra e lo esce in modo compulsivo, mi guarda, il suo respiro affanna, geme, gode di piacere ma non mi parla. È intenta a continuare il gioco. Alterna ritmi decisi e veloci a lenti movimenti, la zoccola non vuole venire, vuole farmi crepare con la minchia dura.
Non sto facendo nulla, mi sento sfiancato, vorrei saltarle addosso, farle rimpiangere ogni istante con una violenta sodomia. Sento gemere Ada, la vedo contorcersi sotto i suoi stessi colpi, le nocche delle mie mani sono diventate bianche tanto è forte il pugno con cui le stringo. Ada scivola con il bacino verso l’esterno del fasciatoio, mentre si morde anche il labbro si trivella la figa con quel deodorante, il suo respiro aumenta sempre di più ed io lo adoro, non si ferma più. Aumenta il ritmo, la sua mano sbatte contro il monte di venere, inarca la schiena, urla soffocata per non farsi udire, viene ma non si ferma. Ada continua a masturbarsi freneticamente, credo che si sia dimenticata di me, che sia abbracciata dal piacere poi, nell’atto impetuoso toglie il deodorante dalla figa, un piccolo schizzo, le tremano le gambe, la figa gocciola. Rimane a gambe aperta ed io vedo le contrazioni della sua bagnatissima figa. Mi sento molto attratto, vorrei leccare tutto… sto per implodere.
Ada è tutta eccitata, alza il deodorante, lo frappone nuovamente tra di noi, l’oggetto è pregno del suo liquido, cola. Se lo porta alla bocca e con la punta della lingua lo ripulisce tutto. Mi guarda ancora ed ha un aria pienamente soddisfatta e beata. Ha perso e non le dispiace affatto.
“Non muoverti proprio ora… fermo!”
Ada si ricompone alla svelta, scende dal fasciatoio, deodorante nella borsetta. Resta ferma un istante, poi si inginocchia a terra e gattona verso di me. Arriva con la faccia alla punta del mio cazzo.
“C’è qualcosa qui o sbaglio?” Allunga la lingua, lecca il glande, raccoglie dei filamenti.
“Questo è liquido per-eiaculatorio, non posso farci nulla Ada.”
“Ok!” Ripulisce lentamente la punta del cazzo con la sua lingua. Poi si alza. Prende dalla borsetta il deodorante, “questo è tuo!”
“Tu… tu sei mia!”
“Vuoi subito il tuo premio vero? Te lo leggo negli occhi… mi guardi con perversione… sei malato!”
“Sta zitta!”
Prendo il roll-on, spingo Ada verso la parete accanto i lavabi. “Metti le mani al muro!” Le ordino, lei esegue. Le divarico le gambe, tocco la figa e il buchetto del culo, sputo sul roll-on e senza nessuna pietà glielo ficco nel culo… Ada si morde le labbra per non urlare, il roll-on è fermo, devo forzare… sento Ada scuotersi, tremare, spingo più dentro… poi prendo quel cazzo di roll-on e lo getto via, si infrange contro il muro opposto in 27 pezzi… “Corri via di qua!” Le intimo.
Lei esce fuori alla svelta, resto solo. Mi ricompongo o quel che ne resta, mi sciacquo la faccia, ho il perizoma di Ada. Esco, ho 88 volti che mi guardano e mi restano soltanto 3 emozioni: rabbia, disgusto, rimorso.
Cammino verso il negozio di Ada, voglio restituirle il perizoma, lei è li… appena mi vede però mi salta addosso, mi sento confuso, mi sussurra un in orecchio:
“Avresti davvero? Perché ti sei fermato ed hai urlato?”
“Eri rigida Ada, tremavi…”
“Ti credevo un esperto tesoro…”
“Cioè?” Le dico mentre continuano ad abbracciarci nel suo negozio.
“Volevi infrangere il mio buchino in quella maniera? Sono vergine e non ero pronta ma, sono il tuo regalo… comunque mi hai spaventata dopo urlando… non quando eri te stesso!”
Ada ha davvero il potere di non farmi capire nulla.
Mi dice che deve lavorare, vuole uscire. Mi lascia con un “organizza tu qualcosa… magari a casa tua!”
In pratica ha organizzato una serata intima a casa mia.
Venerdì sera, suona il campanello, apro ad Ada, l’aspetto al pianerottolo. Tacchi, un pantalone largo, una maglietta, la giacchetta. Non capisco come cazzo si è vestita ma sta veramente bene, sarà la moda. Io resto sul classico, stringate, jeans e camicia.
Mi da un bacio sulle labbra una carezza, io le palpo il culo, con foga e la spingo dentro. La faccio accomodare, le offro un poco di prosecco.
“Non so cucinare bene, a parte le cose della mia dieta… spero apprezzerai!” Servo il cibo in tavola.
“Sei un tesoro… non preoccuparti ma… avrai notato che non sono una mangiona… mi dici dov’è il bagno?”
Le indico la porta, casa è piccola. Mentre si dirige verso il bagno si guarda attorno. “Fantastico. Tutto in ordine e pulito. Hai rassettato per me?”
“No, mi piace che tutto sia in ordine e pulito!”
Ada va in bagno, io mi tocco il cazzo, ho costanti erezioni. Spero di scoparla dopo la cena, frattanto centellino il prosecco, sento la porta a soffietto scorrere, vedo Ada e quasi mi affogo.
Nuda, o quasi. Solo i tacchi e delle auto reggenti con una specie di skyline di gattini intorno la coscia. Mi alzo e mi spoglio. Lei fa una piroetta, sgrano gli occhi, si è ficcato un plug con la coda di gatto nel culo. Nessuna fusa, Ada cammina ruggendo. Mi spinge al tavolo, dove mi adagio, ci baciamo. Tocco tutto, tette, culo, figa e poi le stringo forte il collo. Mi bacia le labbra, si scosta, lecca le mia labbra, le impregna si saliva. Muove la punta della lingua verso il mento, lo oltrepassa e segue il collo. La lingua passa nel mezzo del mio petto, la pancia, gioca con il mio ombelico, l’inguine infine, lo prende in bocca senza leccare. Pompa subito il cazzo nella bocca, istintivamente la afferro per i capelli e amplifico i suoi movimenti facendole sbattere il cazzo in gola. Prendo possesso della sua testa, della bocca, labbra e lingua. Gliela scopo la cavità orale senza pietà. Cerca di tirarlo fuori, fa qualche verso. Riesce a togliersi il cazzo, non so come abbia fatto. Dice qualcosa ma non capisco glielo rificco con prepotenza in bocca.
“Succhia!”
“Ma che succhio mi stai scopando la bocca, cazzo! Siediti…” Lo dice con una voce gentile, il che non mi fa alterare in alcun modo. Mi siedo sulla sedia e lei porta quei santissimi meloni sulle mie cosce, avvolge il mio cazzo, mi sorride. Non credo sia molto abile come con i pompini, eppure si applica, inizia a prenderci… la mano.
Massaggia il cazzo sul petto mentre i meloni lo abbracciano. Nel contempo sputa sul cazzo, tra le tette affinché la saliva possa fare da lubrificante. Prendo quella bottiglia di prosecco e la verso sul mio petto, sul suo. Il resto lo scolo mentre lei mi masturba con una spagnola. Ada crede di avere il potere sul mio orgasmo aumentando e diminuendo il ritmo, glielo lascio credere, lei si diverte, io mi rilasso e godo. Vederla con quelle enormi tette è uno spettacolo, che seno imponente.
Tra uno sputo e l’altro, con la lingua lecca il glande, si aiuta con le mani, con le braccia stringendo con più pressione intorno la mia torre di Pisa perfettamente in bolla però, sento che manca qualcosa al mio piacere perverso, sono troppo rilassato per esplodere.
Prima che ciò avvenga la incito a farmi una bella pompa, la mia dea del pompino. Mi chiedo a quanti l’abbia succhiato questa zoccola per essere così brava. Mentre succhia, mi diverto ad affondarglielo in gola perché sono un bastardo. Con la mani la tengo bloccata, spingo con tutto il corpo e glielo piantono per bene, attimo dopo attimo finché non sento quasi i suoi denti mordermi il cazzo, lascio ma, è solo un istante… forse nemmeno rifiata perché glielo ripompo in gola. Adoro vedere tutti quei rivoli di liquidi - che non so da dove provengano – scenderli dalle labbra, restare attaccati e penzolanti sotto al mento, adoro quando va per rimuoverli con la mano e poi lecca. Lo fa per farmi eccitare o è naturale?
É l’ora della sborra.
Ada ritorna nuovamente ad abbracciare la torre come prima, dopo il pompino mi sento più arrapato che mai. Prendo Ada per le spalle, ne guido gli ultimi movimenti man mano che la torre si inclina, gemo. La sua faccia è coperta di sperma, cola. Ho colpito un occhio, una guancia, le labbra. Si piega per pulirsi la faccia, mani e lingua, ingoia tutto con una disinvoltura incredibile.
Io ho ancora più voglia, la prendo per i capelli e la adagio prona sul tappeto, la immobilizzo con il mio corpo sedendomi delicatamente sulle sue cosce perfette. Ada non capisce come si è ritrovata a terra mentre leccava lo sperma ma, avverte un dolore intenso. Afferro il plug anale e glielo spingo dentro, i suoi lamenti sono musica per le mie orecchie.
Sarà l’ora della sodomia?
“No,no… apri gli occhi tesoro mio, su su che sei bravo… dai ancora un po’ resisti!”
“Mi hai chiamato tesoro…”
“Zitto!” Mi urla con il volto scheggiato dal piacere che si sta infliggendo.
Improvvisamente afferra il deodorante, lo entra e lo esce in modo compulsivo, mi guarda, il suo respiro affanna, geme, gode di piacere ma non mi parla. È intenta a continuare il gioco. Alterna ritmi decisi e veloci a lenti movimenti, la zoccola non vuole venire, vuole farmi crepare con la minchia dura.
Non sto facendo nulla, mi sento sfiancato, vorrei saltarle addosso, farle rimpiangere ogni istante con una violenta sodomia. Sento gemere Ada, la vedo contorcersi sotto i suoi stessi colpi, le nocche delle mie mani sono diventate bianche tanto è forte il pugno con cui le stringo. Ada scivola con il bacino verso l’esterno del fasciatoio, mentre si morde anche il labbro si trivella la figa con quel deodorante, il suo respiro aumenta sempre di più ed io lo adoro, non si ferma più. Aumenta il ritmo, la sua mano sbatte contro il monte di venere, inarca la schiena, urla soffocata per non farsi udire, viene ma non si ferma. Ada continua a masturbarsi freneticamente, credo che si sia dimenticata di me, che sia abbracciata dal piacere poi, nell’atto impetuoso toglie il deodorante dalla figa, un piccolo schizzo, le tremano le gambe, la figa gocciola. Rimane a gambe aperta ed io vedo le contrazioni della sua bagnatissima figa. Mi sento molto attratto, vorrei leccare tutto… sto per implodere.
Ada è tutta eccitata, alza il deodorante, lo frappone nuovamente tra di noi, l’oggetto è pregno del suo liquido, cola. Se lo porta alla bocca e con la punta della lingua lo ripulisce tutto. Mi guarda ancora ed ha un aria pienamente soddisfatta e beata. Ha perso e non le dispiace affatto.
“Non muoverti proprio ora… fermo!”
Ada si ricompone alla svelta, scende dal fasciatoio, deodorante nella borsetta. Resta ferma un istante, poi si inginocchia a terra e gattona verso di me. Arriva con la faccia alla punta del mio cazzo.
“C’è qualcosa qui o sbaglio?” Allunga la lingua, lecca il glande, raccoglie dei filamenti.
“Questo è liquido per-eiaculatorio, non posso farci nulla Ada.”
“Ok!” Ripulisce lentamente la punta del cazzo con la sua lingua. Poi si alza. Prende dalla borsetta il deodorante, “questo è tuo!”
“Tu… tu sei mia!”
“Vuoi subito il tuo premio vero? Te lo leggo negli occhi… mi guardi con perversione… sei malato!”
“Sta zitta!”
Prendo il roll-on, spingo Ada verso la parete accanto i lavabi. “Metti le mani al muro!” Le ordino, lei esegue. Le divarico le gambe, tocco la figa e il buchetto del culo, sputo sul roll-on e senza nessuna pietà glielo ficco nel culo… Ada si morde le labbra per non urlare, il roll-on è fermo, devo forzare… sento Ada scuotersi, tremare, spingo più dentro… poi prendo quel cazzo di roll-on e lo getto via, si infrange contro il muro opposto in 27 pezzi… “Corri via di qua!” Le intimo.
Lei esce fuori alla svelta, resto solo. Mi ricompongo o quel che ne resta, mi sciacquo la faccia, ho il perizoma di Ada. Esco, ho 88 volti che mi guardano e mi restano soltanto 3 emozioni: rabbia, disgusto, rimorso.
Cammino verso il negozio di Ada, voglio restituirle il perizoma, lei è li… appena mi vede però mi salta addosso, mi sento confuso, mi sussurra un in orecchio:
“Avresti davvero? Perché ti sei fermato ed hai urlato?”
“Eri rigida Ada, tremavi…”
“Ti credevo un esperto tesoro…”
“Cioè?” Le dico mentre continuano ad abbracciarci nel suo negozio.
“Volevi infrangere il mio buchino in quella maniera? Sono vergine e non ero pronta ma, sono il tuo regalo… comunque mi hai spaventata dopo urlando… non quando eri te stesso!”
Ada ha davvero il potere di non farmi capire nulla.
Mi dice che deve lavorare, vuole uscire. Mi lascia con un “organizza tu qualcosa… magari a casa tua!”
In pratica ha organizzato una serata intima a casa mia.
Venerdì sera, suona il campanello, apro ad Ada, l’aspetto al pianerottolo. Tacchi, un pantalone largo, una maglietta, la giacchetta. Non capisco come cazzo si è vestita ma sta veramente bene, sarà la moda. Io resto sul classico, stringate, jeans e camicia.
Mi da un bacio sulle labbra una carezza, io le palpo il culo, con foga e la spingo dentro. La faccio accomodare, le offro un poco di prosecco.
“Non so cucinare bene, a parte le cose della mia dieta… spero apprezzerai!” Servo il cibo in tavola.
“Sei un tesoro… non preoccuparti ma… avrai notato che non sono una mangiona… mi dici dov’è il bagno?”
Le indico la porta, casa è piccola. Mentre si dirige verso il bagno si guarda attorno. “Fantastico. Tutto in ordine e pulito. Hai rassettato per me?”
“No, mi piace che tutto sia in ordine e pulito!”
Ada va in bagno, io mi tocco il cazzo, ho costanti erezioni. Spero di scoparla dopo la cena, frattanto centellino il prosecco, sento la porta a soffietto scorrere, vedo Ada e quasi mi affogo.
Nuda, o quasi. Solo i tacchi e delle auto reggenti con una specie di skyline di gattini intorno la coscia. Mi alzo e mi spoglio. Lei fa una piroetta, sgrano gli occhi, si è ficcato un plug con la coda di gatto nel culo. Nessuna fusa, Ada cammina ruggendo. Mi spinge al tavolo, dove mi adagio, ci baciamo. Tocco tutto, tette, culo, figa e poi le stringo forte il collo. Mi bacia le labbra, si scosta, lecca le mia labbra, le impregna si saliva. Muove la punta della lingua verso il mento, lo oltrepassa e segue il collo. La lingua passa nel mezzo del mio petto, la pancia, gioca con il mio ombelico, l’inguine infine, lo prende in bocca senza leccare. Pompa subito il cazzo nella bocca, istintivamente la afferro per i capelli e amplifico i suoi movimenti facendole sbattere il cazzo in gola. Prendo possesso della sua testa, della bocca, labbra e lingua. Gliela scopo la cavità orale senza pietà. Cerca di tirarlo fuori, fa qualche verso. Riesce a togliersi il cazzo, non so come abbia fatto. Dice qualcosa ma non capisco glielo rificco con prepotenza in bocca.
“Succhia!”
“Ma che succhio mi stai scopando la bocca, cazzo! Siediti…” Lo dice con una voce gentile, il che non mi fa alterare in alcun modo. Mi siedo sulla sedia e lei porta quei santissimi meloni sulle mie cosce, avvolge il mio cazzo, mi sorride. Non credo sia molto abile come con i pompini, eppure si applica, inizia a prenderci… la mano.
Massaggia il cazzo sul petto mentre i meloni lo abbracciano. Nel contempo sputa sul cazzo, tra le tette affinché la saliva possa fare da lubrificante. Prendo quella bottiglia di prosecco e la verso sul mio petto, sul suo. Il resto lo scolo mentre lei mi masturba con una spagnola. Ada crede di avere il potere sul mio orgasmo aumentando e diminuendo il ritmo, glielo lascio credere, lei si diverte, io mi rilasso e godo. Vederla con quelle enormi tette è uno spettacolo, che seno imponente.
Tra uno sputo e l’altro, con la lingua lecca il glande, si aiuta con le mani, con le braccia stringendo con più pressione intorno la mia torre di Pisa perfettamente in bolla però, sento che manca qualcosa al mio piacere perverso, sono troppo rilassato per esplodere.
Prima che ciò avvenga la incito a farmi una bella pompa, la mia dea del pompino. Mi chiedo a quanti l’abbia succhiato questa zoccola per essere così brava. Mentre succhia, mi diverto ad affondarglielo in gola perché sono un bastardo. Con la mani la tengo bloccata, spingo con tutto il corpo e glielo piantono per bene, attimo dopo attimo finché non sento quasi i suoi denti mordermi il cazzo, lascio ma, è solo un istante… forse nemmeno rifiata perché glielo ripompo in gola. Adoro vedere tutti quei rivoli di liquidi - che non so da dove provengano – scenderli dalle labbra, restare attaccati e penzolanti sotto al mento, adoro quando va per rimuoverli con la mano e poi lecca. Lo fa per farmi eccitare o è naturale?
É l’ora della sborra.
Ada ritorna nuovamente ad abbracciare la torre come prima, dopo il pompino mi sento più arrapato che mai. Prendo Ada per le spalle, ne guido gli ultimi movimenti man mano che la torre si inclina, gemo. La sua faccia è coperta di sperma, cola. Ho colpito un occhio, una guancia, le labbra. Si piega per pulirsi la faccia, mani e lingua, ingoia tutto con una disinvoltura incredibile.
Io ho ancora più voglia, la prendo per i capelli e la adagio prona sul tappeto, la immobilizzo con il mio corpo sedendomi delicatamente sulle sue cosce perfette. Ada non capisce come si è ritrovata a terra mentre leccava lo sperma ma, avverte un dolore intenso. Afferro il plug anale e glielo spingo dentro, i suoi lamenti sono musica per le mie orecchie.
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