Asian on a solitary beach (2/2)

di
genere
trio

Dalle lenti scure degli occhiali controllo il mio seno eccitato e provocante, invitante.
Un sommesso bisbigliare tra i due mi conferma un certo apprezzamento per la visione del mio petto e per la mia scelta.
Un semaforo verde alla prosecuzione del massaggio che ormai può dotarsi della connotazione erotica che sempre più gli conveniva.
La mani di Maurice mi prendono le tette, senza neanche far finta di lavorare di crema, vi affondano dentro come voraci predatori sulla superficie di un mollusco indifeso, scivolando sulla liscia superficie, ottenendo in cambio un sincero gemito di gradimento.
Marc si libera da ogni cauta inibizione e infila, finalmente, le dita sotto il triangolo del costume, confermando al proprio tatto la presenza di peli sul mio pube.
Massaggio a quattro mani, le tette subiscono un gran lavoro di impasto e di variegato strizzamento, mentre altre dita serpeggiano tra la vulva e i peli del monte di Venere.
Mi hanno sollevato lo slip e i miei crini si sono ormai mostrati ai loro occhi curiosi.
L'audacia viene ripagata e quando percepisco una rispettosa trazione sull'elastico del costume, alzo un poco il sedere assecondando la sussurrata intenzione di sfilarmi l'ultimo indumento.
L'aria fresca mi conferma di essere ormai nuda sotto gli occhi e le mani del due giocatori alla palla.
Allargo lievemente le cosce. La strada è aperta per massaggi e accessi più profondi e bagnati.
Pochi passaggi di dita a tastarmi le grandi labbra, stirandole e aprendole sempre di più sui miei genitali interni e, come di incanto, qualcosa mi tocca il clitoride, leggero, come il tintinnio di un triangolo, il più mite degli strumenti dell'orchestra.
Con un nuovo lamento mi sfilo gli occhiali e posso constatare che una lingua sta porgendo le sue riverenze ai centri nevralgici del mio piacere.
Piego le ginocchia in un chiaro incoraggiamento, spalancando le cosce.
Marc me le afferra aprendole come un sipario sul palcoscenico della mia figa e affonda il muso in virtuosismi di lingua dentro, attorno e fuori.
Mi rivolgo ora all'altro che ha cominciato a leccarmi le tette, prendendogli con una mano la nuca per avvicinarmelo al volto e porgergli la mia lingua, mentre con l'altra mano afferro senza tentennamenti il salsicciotto che sta esplodendo sotto il suo costume.
Gemo nella bocca di Maurice sotto le delizie della lingua che l'altro orchestra tra i miei petali bagnati e in cambio ricevo sospiri e grugniti di apprezzamento per la presa della mia mano che, sotto al costume del francese, ha preso possesso del palo di carne e lo maneggia come un archetto su corde di violino ben tirate.
Il mio primo orgasmo non tarda a gratificare il lavoro di lingua nella mia figa quando già mi sono portata in bocca l'intero uccello del secondo francese.
Ma, dopo questo inizio travolgente, ci concediamo una breve pausa con passaggio di testimone.
Marc mi fa alzare porgendomi una mano, da vero galantuomo, mi gira di schiena, si apposta alle mie spalle e, alzatami una coscia, si accinge a scoparmi da dietro.
Manovra discretamente difficile, ma non priva di fascino.
Allargo io stessa le pieghe della passera e dirigo la punta del focoso uccello all'interno del mio bacino. Maurice mi devasta il collo e le tette, senza trascurare un'intensa stimolazione al grilletto, indispensabile per gratificarmi in una posizione di scopata che non agevola il godimento, almeno per una donna.
Scopata di breve durata, ma non priva di emozione.
I due hanno intenzione di far durare a lungo l'avventura e di dover dosare le energie, mentre io posso sentirmi libera di manifestare la mia propensione agli orgasmi multipli.
La scopata da dietro rapidamente perde la sua enfasi e ora è lo stesso Marc a sollevarmi da dietro, prendendomi per le due cosce, spalancandole di fronte all'amico.
Maurice mi concede una generosa ripassata di lingua, in ginocchio davanti alla mia nudità, poi si alza e mi scopa in piedi. Io sempre sorretta da dietro, per le ginocchia e a cosce aperte, dal fedele compagno di giochi.
Questa posizione non l'avevo mai provata, ma devo riconoscere che è molto più efficace della prima.
Sentirmi stritolata dal corpo di due uomini nudi dà una certa emozione.
Sollevata da terra e scopata a quaranta centimetri dal suolo.
Le lingue dei due non si risparmiano sul collo e sulle tette mentre tutto il mio corpo è scosso dalla potenza dei colpi che ricevo al mio interno con sempre maggior veemenza.
Appoggiata ai pettorali e agli addominali di Marc, sorretta per le ginocchia, il mio corpo viene sbattuto come un fuscello dalla potenza generativa del francese.
Lo ricompenso con un altro orgasmo, più convincente, ululando al cielo, tra le due teste maschili che mi assediano di baci, bocca, collo e tette.
Ma i due hanno resistenza da vendere e dopo questa dimostrazione di forza ed equilibrio in pose poco fisiologiche, vengo di nuovo adagiata al suolo.
La sessione prosegue su canoni più classici e, posizionata a quattro zampe, il culo per aria, ora è Marc che mi infila da dietro.
Mi prende per i fianchi e si spinge tutto dentro, miscelando i miei miagolii di soddisfazione con i suoi rochi suoni più gutturali, che enfatizzano ogni spinta.
L'altro mi si posiziona davanti, in ginocchio, così da consentirmi di prendergli il nerchione tutto in bocca.
Non deve neanche agitarsi troppo, Maurice, infatti il mio corpo si muove sotto la potenza di Marc che mi sbatte a pecora senza riguardo e a ogni affondo è la mia stessa bocca che va in contro e si autoscopa con quel siluro di carne che si ritrova il degno compare.
Le mie tette passano di mano in mano e ballano a ritmo, scandendo il ritmo della cavalcata.
E quando il palmo del destinatario del pompino si sposta sulla mia nuca e mi stringe spingendomi il cazzone fino in gola capisco che sto per farmi una gastrolusi di sperma.
Da dietro il ritmo aumenta e riesco a concedermi un terzo orgasmo prima di essere inondata quasi in contemporanea in fronte-retro.
I due uomini che mi hanno appeso al doppio spiedo dei loro uccelli si rilasciano rantolando, mentre mi rassegno a ingoiare tutta la panna che mi ingombra la gola, per non soffocare, unendo al loro il mio rantolo da soffocone.
Le due spade escono dal mio corpo per strusciarmi addosso, tra le chiappe e sul viso e tutti e tre ci ritroviamo distesi sul mio asciugamano.
Ma io ne voglio ancora.
Giusto un poco di riposo per i due stalloni, il minimo per garantire una decorosa ripresa e mi metto a cavallo del primo che trovo.
Strofino i corpi cavernosi nella mia vulva per favorirne il risveglio e quando la consistenza è adeguata me lo incamero tutto dentro, rizzando la schiena per spingerlo più in profondità e favorire il contatto del clitoride contro il pube dell'uomo.
Questo si risveglia quasi sorpreso, vedendo ondeggiare il mio seno sopra il suo campo visivo e i miei fianchi sopra i suoi.
Ha ancora energie il francesino, e percepisco l'erezione che si fa strada nel mio corpo, come un treno in una galleria.
L'altro pensava di sonnecchiare quando, come se mi servisse per tenermi in equilibrio, afferro con decisione la sua asta e comincio a lavorarla con la mano.
Lui si risveglia con un'esclamazione di stupore e mi sorride per l'insperato bis che mi sento di concedere.
Si tira su mentre io continuo nel mio rodeo a domare il puledro selvaggio che stringo nella figa.
Gli faccio cenno di avvicinarsi alla mia bocca e quello esegue.
“Comme ça, dans la bouche!” gli dico, in francese, lasciandolo a occhi spalancati.
Sì, bello, ho capito tutto quanto stavate dicendo e ora fatemi il favore di farmi godere di nuovo. Gli lascio intendere e, prendendo in mano io i giocattoli e la situazione, mi avvento con la bocca sull'altro calippo, anche lui bisognoso di qualche manovra di riabilitazione.
Ora sono io che dirigo il ritmo del mio volto e del mio ventre, decidendo quando e quanto lasciarmi affondare dai due uccelli e presto mi contraggo sul cazzo che mi penetra da sotto. Gli addominali si irrigidiscono come pure le labbra sul secondo minchione che mi sto succhiando.
Ancora qualche colpo ben assestato e il mio piacere è completo, ma non mollo questo due di bastoni e continuo a dimenarmi fino alla doppia iniezione di sperma a riempirmi tutte le cavità principali.
La panna ora mi scivola dalle labbra gocciolandomi sui seni. Dentro la passera sento spegnersi l'eruzione del vulcano e quando mi alzo dalla mia vittima, percepisco lo zabaione che chiede di vedere la luce e il proprio produttore.
Sputo l'ultima crema e, una mano sulla figa per non lasciare la traccia come Pollicino, vado in acqua a darmi una sciacquata.
Mi lavo come una sirena, canticchiando la Marseillaise e quando mi giro osservo i due stalloni soddisfatti, ma ancora un poco provati, che si godono la scena. Una donna asiatica nuda che si lava nel mare dopo una doppia scopata a ripetizione.
Sento i loro occhi che mi esplorano e che mi scrutano. Forse ci sarebbe lo spazio per un dessert, dopo la sequenza di portate forti. E in effetti un pensierino ancora me lo sono fatto.
Ma, come dice il proverbio, 'chi si accontenta gode' e torno verso il mio asciugamano.
Meglio non riproporre l'argomento crema solare ai due ragazzi che mi guardano con rispetto e con rinnovato desiderio, dopo avermi visto ritornare verso di loro con tette e figa 'à la belle étoile', passo lento e andatura studiatamente provocante.
Mi fermo davanti a loro a gambe aperte e braccia conserte.
Loro, ancora sdraiati, mi scrutano in attesa di un solo gesto per ricominciare d'accapo.
Ma poi dove le troverò tutte le uova per far loro riprendere l'energia per tornare a casa?
Ma io, con un perentorio movimento del capo, faccio loro il gesto di alzarsi, accompagnando l'invito con una mano.
“Ora potete andare a giocare con la palla! Allez, vite!”
Quelli sorridono, si rimettono i loro boxer e, con l'accenno di un rispettoso inchino, si allontanano accennando un moto di gratitudine.
Gli è andata bene, direi, considerando che siamo partiti da una pallonata sulla schiena.
Per conto mio sono soddisfatta dalla mia pesca di tonni.
di
scritto il
2022-07-22
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Passera bollente.
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