Concittadina
di
simonehappysun
genere
etero
Continuo nella gestione del mio doppio profilo sui social, movimentando il mio alter ego alla ricerca di informazioni e gente che possa condividere il nudismo come me e godersi anche del sano esibizionismo, oltre che del sacrosanto sesso.
Ormai da troppo tempo gioco su internet tra chat e cam, facendo prevalere la mia seconda vita sulla mia principale e vera.
Tuttavia mi diverte, è una valvola di sfogo, e come tale voglio continuare a usarla: l’importante è che non sfugga di mano.
Ho conosciuto persone nuove: da uomini che vogliono fare sesso con me: nudisti o pseudo tali che volevano essere solleticati, per non dire segati e spompinati; a donne che mi hanno comandato e cui ho ubbidito: loro richiedevano piccole esibizioni e io rispondevo realizzandole in giro e riportando le sensazioni e le esperienze in chat o in un semplice blog.
Di solito non cercavo gente delle mie parti, non mi andava l’idea di creare un passaparola, che potesse danneggiarmi: posso gestire me, ma non gli altri e per questo me ne stavo alla larga.
Tuttavia ho conosciuto un paio di amiche delle mie parti, molto interessanti.
Ne incontrai un giorno una, più grande di me s’intende, che in realtà conoscevo già dal vivo; la conoscevo perché c’eravamo già incrociati per questioni lavorative o altro.
Insomma cominciamo a chattare, parlando del più e del meno, e forse senza un interesse o una voglia ben precisa.
Dalla semplice chat passammo alle telefonate, e allo scambio di foto: in realtà ero io che mandavo le foto come buongiorno con quel po’ di pisello che potevo mostrare.
Abbiamo scherzato e fantasticato, proponendo e indicando fantasie che avremmo voluto realizzare, dal rapporto orale in spiaggia a una esperienza in tre con un conoscente bisex. Tutta questa chiacchierata fu preludio del nostro primo incontro e del nostro primo sesso.
Dopo qualche messaggio organizzativo pertanto ci demmo appuntamento in una zona del paese non molto trafficata: non volevamo farci vedere da gente che poteva conoscerci in quanto il nostro incontro chiaramente sarebbe risultato “stonato” agli occhi dei più.
La affiancai pertanto con l’auto nel punto d’incontro e lei salì da me. Facemmo un giro in auto giusto per rompere il ghiaccio e l’imbarazzo iniziale, e nel frattempo cercavamo un luogo isolato dove poterci fermare e lasciarci abbandonare alla nostra intimità.
Arrivammo in un luogo isolato, una radura rialzata dove vedere tutta la città avvolta nel buio della sera; ci parcheggiammo sotto un ulivo dalla folta chioma, e li tornammo a chiacchierare ma con un’opzione in più: le nostre mani avevano preso ad accarezzarci surriscaldando l’ambiente.
Lei prese l’iniziativa iniziando a baciarmi e insinuando la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue si intrecciavano mentre le mie mani salivano rapide verso due seni enormi, davvero impegnativi.
Sarà stata l’atmosfera, sarà stato il caldo di fine estate, ma iniziammo a spogliarci mettendoci comodi e ribaltando i sedili.
Notò subito la mia assenza di slip, già nel momento in cui le sue mani si insinuavano sopra i jeans, in mezzo alle mie cosce.
Gioì nel verificare l’assenza di pelo nello spogliarmi, tirando giù i jeans con fare chirurgico.
La lasciai massaggiare il pisello ormai duro, scappellato e pronto all’uso; la lasciai spompinare gustandomi la sua bocca calda e accogliente accogliere il mio membro e le mie palle.
Nella sua pausa entrai in azione io saltando in mezzo alle sue gambe e infilando la testa, dando il via alla mia lingua di ispezionare la sua cavità: una cavità larga, grande, umida, gocciolante.
Sento le sue mani sulla mia nuca, che pressano, mi spingono, ho difficoltà a respirare considerando che il mio naso è praticamente dentro la sua passera.
Mi spingo con le spalle riemergendo dai suoi umori, mi rimetto in piedi, appiccicando il mio sedere al parabrezza, invitandola a proseguire il pompino lasciato a metà.
Conosce le mie voglie e la sua mano dopo avere stuzzicato i miei testicoli, prosegue insinuando un dito sul mio buco: dapprima lo accarezza, poi dopo averlo inumidito lo infila dentro. Godo nel sentire il dito entrare, e che dopo avere trovato il suo spazio stuzzica la prostata, mentre la lingua prosegue nel suo lavoro succhiando una cappella ormai del tutto gonfia.
Decido sia arrivato il momento così dopo aver sentito il suo dito uscire dal mio corpo, mi sistemo e la penetro dolcemente. I nostri bacini iniziano la loro danza e le nostre lingue imitano quel balletto proseguendo ad intrecciarsi durante la penetrazione.
Le mie mani sono aggrappate a quegli enormi seni con fare rapace; sento il suo corpo godere e non ho intenzione di ridurre il ritmo sentendola così soddisfatta.
Proseguo ancora finché il mio pisello è ormai arrivato all’apice, così lo tiro fuori e lo infilo in bocca, dopo il suo sorriso di accettazione.
Svuoto tutto il mio liquido nella sua bocca e lei lo accoglie tutto. Tira fuori il pisello asciutto, vuoto e pulito guardandomi soddisfatta del lavoro eseguito, io per tutta risposta la bacio con estrema soddisfazione, sento nella sua bocca tutto quel liquido che lei con molta naturalezza allunga nella mia bocca: le nostre labbra si staccano, un breve sguardo complice e giù per un veloce ingoio.
Ci rivestiamo soddisfatti, giusto in tempo per la telefonata della figlia, che rientrando a casa ha dimenticato le chiavi!
Ormai da troppo tempo gioco su internet tra chat e cam, facendo prevalere la mia seconda vita sulla mia principale e vera.
Tuttavia mi diverte, è una valvola di sfogo, e come tale voglio continuare a usarla: l’importante è che non sfugga di mano.
Ho conosciuto persone nuove: da uomini che vogliono fare sesso con me: nudisti o pseudo tali che volevano essere solleticati, per non dire segati e spompinati; a donne che mi hanno comandato e cui ho ubbidito: loro richiedevano piccole esibizioni e io rispondevo realizzandole in giro e riportando le sensazioni e le esperienze in chat o in un semplice blog.
Di solito non cercavo gente delle mie parti, non mi andava l’idea di creare un passaparola, che potesse danneggiarmi: posso gestire me, ma non gli altri e per questo me ne stavo alla larga.
Tuttavia ho conosciuto un paio di amiche delle mie parti, molto interessanti.
Ne incontrai un giorno una, più grande di me s’intende, che in realtà conoscevo già dal vivo; la conoscevo perché c’eravamo già incrociati per questioni lavorative o altro.
Insomma cominciamo a chattare, parlando del più e del meno, e forse senza un interesse o una voglia ben precisa.
Dalla semplice chat passammo alle telefonate, e allo scambio di foto: in realtà ero io che mandavo le foto come buongiorno con quel po’ di pisello che potevo mostrare.
Abbiamo scherzato e fantasticato, proponendo e indicando fantasie che avremmo voluto realizzare, dal rapporto orale in spiaggia a una esperienza in tre con un conoscente bisex. Tutta questa chiacchierata fu preludio del nostro primo incontro e del nostro primo sesso.
Dopo qualche messaggio organizzativo pertanto ci demmo appuntamento in una zona del paese non molto trafficata: non volevamo farci vedere da gente che poteva conoscerci in quanto il nostro incontro chiaramente sarebbe risultato “stonato” agli occhi dei più.
La affiancai pertanto con l’auto nel punto d’incontro e lei salì da me. Facemmo un giro in auto giusto per rompere il ghiaccio e l’imbarazzo iniziale, e nel frattempo cercavamo un luogo isolato dove poterci fermare e lasciarci abbandonare alla nostra intimità.
Arrivammo in un luogo isolato, una radura rialzata dove vedere tutta la città avvolta nel buio della sera; ci parcheggiammo sotto un ulivo dalla folta chioma, e li tornammo a chiacchierare ma con un’opzione in più: le nostre mani avevano preso ad accarezzarci surriscaldando l’ambiente.
Lei prese l’iniziativa iniziando a baciarmi e insinuando la sua lingua nella mia bocca, le nostre lingue si intrecciavano mentre le mie mani salivano rapide verso due seni enormi, davvero impegnativi.
Sarà stata l’atmosfera, sarà stato il caldo di fine estate, ma iniziammo a spogliarci mettendoci comodi e ribaltando i sedili.
Notò subito la mia assenza di slip, già nel momento in cui le sue mani si insinuavano sopra i jeans, in mezzo alle mie cosce.
Gioì nel verificare l’assenza di pelo nello spogliarmi, tirando giù i jeans con fare chirurgico.
La lasciai massaggiare il pisello ormai duro, scappellato e pronto all’uso; la lasciai spompinare gustandomi la sua bocca calda e accogliente accogliere il mio membro e le mie palle.
Nella sua pausa entrai in azione io saltando in mezzo alle sue gambe e infilando la testa, dando il via alla mia lingua di ispezionare la sua cavità: una cavità larga, grande, umida, gocciolante.
Sento le sue mani sulla mia nuca, che pressano, mi spingono, ho difficoltà a respirare considerando che il mio naso è praticamente dentro la sua passera.
Mi spingo con le spalle riemergendo dai suoi umori, mi rimetto in piedi, appiccicando il mio sedere al parabrezza, invitandola a proseguire il pompino lasciato a metà.
Conosce le mie voglie e la sua mano dopo avere stuzzicato i miei testicoli, prosegue insinuando un dito sul mio buco: dapprima lo accarezza, poi dopo averlo inumidito lo infila dentro. Godo nel sentire il dito entrare, e che dopo avere trovato il suo spazio stuzzica la prostata, mentre la lingua prosegue nel suo lavoro succhiando una cappella ormai del tutto gonfia.
Decido sia arrivato il momento così dopo aver sentito il suo dito uscire dal mio corpo, mi sistemo e la penetro dolcemente. I nostri bacini iniziano la loro danza e le nostre lingue imitano quel balletto proseguendo ad intrecciarsi durante la penetrazione.
Le mie mani sono aggrappate a quegli enormi seni con fare rapace; sento il suo corpo godere e non ho intenzione di ridurre il ritmo sentendola così soddisfatta.
Proseguo ancora finché il mio pisello è ormai arrivato all’apice, così lo tiro fuori e lo infilo in bocca, dopo il suo sorriso di accettazione.
Svuoto tutto il mio liquido nella sua bocca e lei lo accoglie tutto. Tira fuori il pisello asciutto, vuoto e pulito guardandomi soddisfatta del lavoro eseguito, io per tutta risposta la bacio con estrema soddisfazione, sento nella sua bocca tutto quel liquido che lei con molta naturalezza allunga nella mia bocca: le nostre labbra si staccano, un breve sguardo complice e giù per un veloce ingoio.
Ci rivestiamo soddisfatti, giusto in tempo per la telefonata della figlia, che rientrando a casa ha dimenticato le chiavi!
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