Una ragazza nuda per Milano
di
Yuko
genere
sentimentali
Una ragazza passeggia nuda per le strade di Milano.
La canicola fonde l'asfalto dei marciapiedi, il sole divampa sui camminatoi semivuoti lungo cui timide figure si nascondono e si muovono congiungendo le poche zone d'ombra in cui trovare fugace ristoro.
Ma lei no.
Veste un invisibile paio di sandaletti eppure il suo piede è nudo mentre accenna a rari passi di danza.
La gente le volge uno sguardo distratto forse per i suoi tratti esotici, o forse per i suoi vestiti succinti che si disegnano nelle linee precise e nei dettagli di un corpo nudo.
Nudo il ventre, senza veli il seno che schiocca a ogni passo con un movimento impettito.
Nudo il sedere e la culla della vita, alla convergenza di un delta di peli sottili.
Eppure la più parte la vede vestita e solo il gioco dell'immaginazione la fa percepire con la sola pelle a difendersi dai raggi del sole.
A volte danza, a volte sorride perdendosi in una giravolta in cui immaginare una corta gonna di raso aprirsi in ruota, come i petali di una margherita.
Qualcuno si sposta per farla passare, tanto è deciso il suo incedere spensierato, come per evitare un sicuro impatto. Altri la osservano sorridere rapita verso oggetti che solo lei percepisce.
Altri intersecano la sua traiettoria venendo attraversati dalle sue impalpabili molecole, come nella breve estasi di una fiaba, di un sospiro del vento, di un ricordo malinconico inspiegabilmente riemerso dal cimitero dei ricordi.
Il corpo nudo si delinea senza dubbi sotto il sottile top che denuncia sfumature scure sui capezzoli che sporgono pieni e gonfi di giovinezza.
La braccia tracciano coreografie nell'aria come inseguendo invisibili voli di farfalle, mentre la ragazza tiene al guinzaglio i cirri che sfuggono alti nel cielo, trattenuti dalle redini di aquiloni coi colori dell'arcobaleno.
La ragazza sfiora con i suoi candidi piedi la miseria delle strade su cui si snocciolano storie e vicende della vita e riconosce le angosce e i turbamenti, le gioie che brillano nei sorrisi e i sogni appena accesi.
Sorride e chiude gli occhi per trattenerne i segreti e nelle scintille dei suoi occhi balenano i riflessi delle lacrime.
Qualcuno la segue per un tratto finché la giovane si perde tra le folle, in mezzo al traffico delle piazze o sublima nei contorni incerti dei miraggi.
La giovane ricopre il proprio corpo nudo di un volo di farfalle dalle ali color pastello e con un soffio se ne libera consegnandole al vento con il gesto della sua mano.
Solo qualche piccino dal suo passeggino la indica scoprendone il segreto, ma incapace di rivelarlo agli occhi orgogliosi dell'adulto che brilla alla vista del bimbo che gioisce.
Vortici di petali le turbinano intorno per celarne le dolci figure, accarezzarle i seni e le morbide curve che dal dorso si insinuano fino alle cosce.
I petali al sommesso cenno del vento se ne distaccano per riportare la sua nudità agli occhi di chi saprà riconoscerla.
Con passo felpato si solleva dal suolo continuando la sua oscura danza, seguendo un rituale ormai desueto in sentieri di boschi segreti di folletti.
La giovane ruota in cerca del vento e i suoi capelli si dipanano come i bracci di una galassia di antimateria.
Con le sue mani accarezza spighe di grano solo a lei visibili, mentre i suoi incerti contorni tremulano sui viali calcinati dal sole.
Il suo sguardo sorride alle corolle rosse dei papaveri, inseguita dal ronzio di api fedeli in cerca di una nuova regina.
Ancora attraversa l'arida città quando il sole passa il meridiano annaspando verso il suo relativo riposo, e la giovane dal volto orientale si perde a rincorrere un vortice di foglie secche mosso da un vento figlio di un dio minore.
A passo sottile danza in volo con gli uccelli e passeggia sulle tracce di volatili acquatici, inchinandosi all'airone cinerino e raccogliendo anatroccoli dispersi per ricongiungerli alla loro indaffarata madre.
Un sorriso, uno sguardo per tutto e per tutti.
Il filo d'erba cresciuto tra il cemento, il garofano spuntato tra i binari, il giovane all'angolo che avvolto dai suoi cani aspetta un aiuto, la donna grigia che si trascina a casa a curare i figli piccoli e la mamma anziana.
E la ragazza passa incurante tra le delizie e le miserie, tra i misteri e le gioie a tutti regalando l'effimera immagine di una danza senza materia e senza colore, senza tempo e senza suono, così, solo per chi sappia trarne l'arcano messaggio.
Scivola tra i cofani roventi delle auto, tra carrelli, moto e uomini d'affari e lentamente si dissolve attraversando muri di stabili, barriere e cancelli, corpi e volti.
Sempre più effimera e impalpabile aleggia tra i tremanti contorni resi incerti dalla stanchezza e dal caldo finchè si confonde con una fata morgana e viene risucchiata da un capriccio del vento, che la farà sua per quella notte.
E solo nei sogni dei bambini resterà un'immagine impalpabile e fugace, e solo nei disegni dei poeti ricomparirà vestita di note o di rapide pennellate di colore.
Un ultimo vestito di coccinelle schiude le ali sui diafani contorni della ragazza che si solleva dai marciapiedi e seguendo un nugulo di rondini si dissolve lungo il cielo che volge al tramonto.
La canicola fonde l'asfalto dei marciapiedi, il sole divampa sui camminatoi semivuoti lungo cui timide figure si nascondono e si muovono congiungendo le poche zone d'ombra in cui trovare fugace ristoro.
Ma lei no.
Veste un invisibile paio di sandaletti eppure il suo piede è nudo mentre accenna a rari passi di danza.
La gente le volge uno sguardo distratto forse per i suoi tratti esotici, o forse per i suoi vestiti succinti che si disegnano nelle linee precise e nei dettagli di un corpo nudo.
Nudo il ventre, senza veli il seno che schiocca a ogni passo con un movimento impettito.
Nudo il sedere e la culla della vita, alla convergenza di un delta di peli sottili.
Eppure la più parte la vede vestita e solo il gioco dell'immaginazione la fa percepire con la sola pelle a difendersi dai raggi del sole.
A volte danza, a volte sorride perdendosi in una giravolta in cui immaginare una corta gonna di raso aprirsi in ruota, come i petali di una margherita.
Qualcuno si sposta per farla passare, tanto è deciso il suo incedere spensierato, come per evitare un sicuro impatto. Altri la osservano sorridere rapita verso oggetti che solo lei percepisce.
Altri intersecano la sua traiettoria venendo attraversati dalle sue impalpabili molecole, come nella breve estasi di una fiaba, di un sospiro del vento, di un ricordo malinconico inspiegabilmente riemerso dal cimitero dei ricordi.
Il corpo nudo si delinea senza dubbi sotto il sottile top che denuncia sfumature scure sui capezzoli che sporgono pieni e gonfi di giovinezza.
La braccia tracciano coreografie nell'aria come inseguendo invisibili voli di farfalle, mentre la ragazza tiene al guinzaglio i cirri che sfuggono alti nel cielo, trattenuti dalle redini di aquiloni coi colori dell'arcobaleno.
La ragazza sfiora con i suoi candidi piedi la miseria delle strade su cui si snocciolano storie e vicende della vita e riconosce le angosce e i turbamenti, le gioie che brillano nei sorrisi e i sogni appena accesi.
Sorride e chiude gli occhi per trattenerne i segreti e nelle scintille dei suoi occhi balenano i riflessi delle lacrime.
Qualcuno la segue per un tratto finché la giovane si perde tra le folle, in mezzo al traffico delle piazze o sublima nei contorni incerti dei miraggi.
La giovane ricopre il proprio corpo nudo di un volo di farfalle dalle ali color pastello e con un soffio se ne libera consegnandole al vento con il gesto della sua mano.
Solo qualche piccino dal suo passeggino la indica scoprendone il segreto, ma incapace di rivelarlo agli occhi orgogliosi dell'adulto che brilla alla vista del bimbo che gioisce.
Vortici di petali le turbinano intorno per celarne le dolci figure, accarezzarle i seni e le morbide curve che dal dorso si insinuano fino alle cosce.
I petali al sommesso cenno del vento se ne distaccano per riportare la sua nudità agli occhi di chi saprà riconoscerla.
Con passo felpato si solleva dal suolo continuando la sua oscura danza, seguendo un rituale ormai desueto in sentieri di boschi segreti di folletti.
La giovane ruota in cerca del vento e i suoi capelli si dipanano come i bracci di una galassia di antimateria.
Con le sue mani accarezza spighe di grano solo a lei visibili, mentre i suoi incerti contorni tremulano sui viali calcinati dal sole.
Il suo sguardo sorride alle corolle rosse dei papaveri, inseguita dal ronzio di api fedeli in cerca di una nuova regina.
Ancora attraversa l'arida città quando il sole passa il meridiano annaspando verso il suo relativo riposo, e la giovane dal volto orientale si perde a rincorrere un vortice di foglie secche mosso da un vento figlio di un dio minore.
A passo sottile danza in volo con gli uccelli e passeggia sulle tracce di volatili acquatici, inchinandosi all'airone cinerino e raccogliendo anatroccoli dispersi per ricongiungerli alla loro indaffarata madre.
Un sorriso, uno sguardo per tutto e per tutti.
Il filo d'erba cresciuto tra il cemento, il garofano spuntato tra i binari, il giovane all'angolo che avvolto dai suoi cani aspetta un aiuto, la donna grigia che si trascina a casa a curare i figli piccoli e la mamma anziana.
E la ragazza passa incurante tra le delizie e le miserie, tra i misteri e le gioie a tutti regalando l'effimera immagine di una danza senza materia e senza colore, senza tempo e senza suono, così, solo per chi sappia trarne l'arcano messaggio.
Scivola tra i cofani roventi delle auto, tra carrelli, moto e uomini d'affari e lentamente si dissolve attraversando muri di stabili, barriere e cancelli, corpi e volti.
Sempre più effimera e impalpabile aleggia tra i tremanti contorni resi incerti dalla stanchezza e dal caldo finchè si confonde con una fata morgana e viene risucchiata da un capriccio del vento, che la farà sua per quella notte.
E solo nei sogni dei bambini resterà un'immagine impalpabile e fugace, e solo nei disegni dei poeti ricomparirà vestita di note o di rapide pennellate di colore.
Un ultimo vestito di coccinelle schiude le ali sui diafani contorni della ragazza che si solleva dai marciapiedi e seguendo un nugulo di rondini si dissolve lungo il cielo che volge al tramonto.
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