Fremiti di mamma cap. 1

di
genere
incesti

Dalla sua postura distesa con le spalle sollevate da gonfi cuscini, poteva godere lo spettacolo della mamma che con passione e l'abilità di un micio, gli leccava il membro ancora umido per continuare poi a succhiarlo come fosse una leccornia anche quando ormai molle, era completamente pulito e lucido.

Mentre con le dita tra i capelli ne accompagnava i lievi movimenti della testa nel petto sentiva i battiti accelerati del suo cuore ed un senso di indescrivibile languore partiva dal suo stomaco coinvolgendo ogni tendine, ogni muscolo, ogni cellula del suo corpo sino agli occhi lucidi estasiati da tanta devota prova d'amore e di gratitudine.

Avevano fatto l'amore e come la prima volta e tutte quelle successive, le aveva goduto dentro facendola ansimare e poi gridare per gli incredibili orgasmi che lui riusciva a farle provare.

Avevano fatto l'amore ma non era come le prime volte e neanche come tutte le altre da quando aveva preso il posto del padre nel letto coniugale.

Non era come tutte le altre volte!

Quel giorno aveva goduto e scaldato coi suoi fiotti l'utero della mamma già ingravida del suo stesso seme.

In quei momenti avevano fatto l'amore come non era mai accaduto prima consapevoli entrambi del frutto miracoloso che la donna custodiva in grembo: "Figlio del loro amore incestuoso."

Tutto era cominciato quando, in occasione di un lungo viaggio in treno verso la Sicilia, la mamma si era aperta a lui confidandogli cose che mai avrebbe potuto immaginare.

Stavano andando al funerale di suo zio, fratello della mamma prematuramente deceduto vittima di un incidente stradale ed avendo lei paura dell'aereo, avevano viaggiato in uno scompartimento a due cuccette sul Vagon-Lit Milano/Palermo.

Sin dall'inizio del viaggio la mamma si era mostrata inquieta e quando sul treno aveva cominciato il suo racconto, aveva la voce tremante e gli occhi lucidi di lacrime.

La sua famiglia apparteneva ad una di quelle sette religiose di cui è meglio non fare il nome anche se facilmente riconoscibile dalla loro attitudine a molestare le famiglie al citofono con le loro visioni integraliste e apocalittiche della fede.

Tale appartenenza l'aveva obbligata a fidanzarsi e poi sposare a 18 anni un uomo delle stesse convinzioni religiose.

Naturalmente, nel rigoroso rispetto dei loro "comandamenti" non avevano mai fatto sesso prima del matrimonio.

Si erano quindi conosciuti intimamente solo per la luna di miele e già in quella occasione lei era rimasta incinta.

Sino a quel momento dunque, ne lei ne lui, sapevano alcunché in fatto di sesso.

Dopo il parto risultato per lei alquanto doloroso (Parlava al figlio di quell'unica gravidanza) avevano deciso di usare un metodo contraccettivo compatibile con la loro fede e nel dubbio avevano scelto il preservativo.

Già ai primi tentativi di farlo indossare al marito avevano avuto delle difficoltà per via delle misure e tuttavia, avevano continuato a farne uso nonostante i problemi.

Entrambi infatti non conoscendo le basi di una corretta e soddisfacente sessualità e con il riserbo che gli imponeva la loro fede, non riuscivano a rendersi conto che avevano un problema.

La svolta vi era stata quando il fratello per motivi di studi, si era trasferito per alcuni mesi nella loro casa in Brianza.

E' stato così che un giorno a causa di una disattenzione lei era entrata in bagno mentre il fratello usciva dalla doccia.

Il ragazzo non aveva fatto in tempo a coprirsi cosicché lei lo aveva visto nudo col pene incredibilmente lungo e spesso che gli pendeva tra le gambe.

Con una mano sulla bocca per trattenere una smorfia ed un grido di disgusto la sorella era fuggita.

Per alcuni giorni la ragazza sempre impegnata ad accudire il bambino, aveva evitato di parlare col fratello mostrando tuttavia segni di inquietitudine chiariti finalmente dopo alcuni giorni quando lei, aveva avuto il coraggio di affrontare l'argomento.

Va subito chiarito che sin dall'adolescenza il ragazzo non condivideva la fede dei suoi genitori e dunque, quando loro si erano trasferiti al nord per lavoro, lui era rimasto in Sicilia coi nonni coi quali aveva trascorso uno sviluppo del tutto "normale" per la sua età: Curiosità sessuale-Masturbazione e confronto coi suoi coetanei.

Col tono incerto della voce, mentre erano soli in casa lei gli aveva chiesto:

-Saro, ma sei già stato dal dottore per il tuo problema?-

-Quale problema?-

Aveva risposto stupito lui.

-Non fare lo scemo, lo sai bene di cosa parlo.-

-No! Non lo so.. dimmelo tu!-

Aveva risposto il ragazzo con tono ironico.

-Dai! In fondo siamo fratello e sorella e anche se ci vediamo poco, puoi confidarti con me!-

Aveva ripresa la ragazza sempre più rossa in viso.

-Ma di che parli!-

Aveva risposto seccato il fratello.

-Se proprio lo vuoi sapere, sono andata a consultare l'enciclopedia di mio marito ed ho visto che vi sono dei maschi che sono affetti da priapismo.-

-Ah! Ah! Ah! ma che "minghia stà dici?" Davvero fai? Ti riferisci a quando mi hai visto nudo in bagno? Se quello che hai visto è priapismo, non sai com'è quando sono eccitato!-

A quel punto il discorso si era fatto talmente complicato che avvampata di rosso in viso, la sorella era scappata via.

Dopo alcuni giorni si erano ritrovati ancora soli in casa e mentre il bambino dormiva, si erano seduti sul divano davanti alla TV.

A quel punto era stato il fratello a prendere l'iniziativa:

-Rosa.. ma toglimi una curiosità, perché mi hai detto che devo andare dal medico?-

Lei sorpresa da quella inattesa domanda, rossa in viso aveva balbettato:

-Perché mi sembri malato..-

-Malato? E perché malato?!-

-Picchì è gruosso com'acchiddu de nu cavaddu!-

-Come grosso come quello di un cavallo? Io ho il pene normale.. si forse un po' più grosso della media ma è normale!-

-E allura chiddu de o mi maritu comm'è?-

Aveva risposto lei in dialetto per superare l'imbarazzo di quella conversazione.

A quel punto il fratello superando ogni remora, lo aveva estratto e dopo poche escursioni con le mani lo aveva portato ad un buono stato di erezione:

-Non è così quello di tuo marito?-

La sorella come in preda ad uno stato di panico, si era alzata di scatto ed era fuggita via.

A quel punto la ragazza, contravvenendo alle regole della sua setta, quando era sola in casa, aveva approfondito sull'enciclopedia del marito le sue ricerche sulla sessualità maschio/femmina.

Aveva così scoperto molte cose in fatto di sesso compreso il fatto che le donne possono avere piacere durante l'amplesso cosa che col marito non aveva mai provato.

Così una sera, dopo aver messo un sedativo nel vino del marito, era andata nella stanza del fratello dove lui le aveva spiegato ogni cosa regalandole il primo orgasmo della sua vita con la lingua seguito poi da una successiva raffica di inimmaginabili e devastanti esplosioni di piacere.

-Eravamo così, diventati amanti io e mio fratello e nello stesso tempo, avevo capito quanto assurde fossero le imposizioni di quella setta e di quanto ipocrita e assurdo fosse il rapporto con mio marito col suo cazzetto più piccolo di quello di un bambino e incapace dunque di darmi piacere non conoscendo per di più, il sesso orale.

Non mi capacito ancora oggi come abbia potuto mettermi incinta facendomi partorire un ragazzo meraviglioso come te.!-

Aveva detto al figlio continuando nel racconto della sua vita mentre la meta era ancora lontana in quel lungo viaggio in treno.

segue



scritto il
2022-09-12
1 4 . 1 K
visite
5
voti
valutazione
6.2
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.