Quel taglio in mezzo alle gambe (seconda parte)
di
Yuko
genere
esibizionismo
(seconda parte)
“Ecco, io mi chiamo Yuko”
Lui sembra non aver capito bene e si rivolge al venditore che subito corregge: “YU-K0”
“Ah, giapponese? Ora capisco!
“In che senso? Come fa a sapere che sono giapponese?”
“Be', la Y identifica gli articoli di origine giapponese, e ora capisco questo picco di efficienza. I nipponici sono avanzatissimi, sempre stati ai massimi livelli. Ma torniamo al piacere legato al sesso.”
Direi di lasciar perdere il Giappone, concordo con la prosecuzione dell'arringa di difesa della mia passera.
“Vede, signor... XT-N8, ai nostri tempi, quello che in termine di notizie storiche è giunto a voi come unione sessuale per procreare, era per noi principalmente scambio di amore e affetto, profondamente congiunto con sensazione di piacere.”
“Vuole dirmi, YU-K0, che mentre facevate figli provavate anche piacere?”
“Be', ecco. L'atto dell'inseminazione era sicuramente associato a molto piacere, mentre l'intero processo del fare figli è una questione molto più complessa. Diciamo che l'unione era fonte di piacere al punto da essere molto più spesso praticata senza finalità procreativa.”
“Ma non mi dica!” Il mio interlocutore sembra ora anche divertito. “E come funzionava tutto questo? Intendo, senza le moderne strumentazioni digitali di cui disponiamo adesso.”
“In un certo senso avevamo anche noi una specie di tecnica 'digitale', se mi è concesso il termine.”
“Sempre più interessante. Prosegua, la seguo.”
“Ecco vede, signor X-TNT...”
“XT-N8”
“Ah, si, mi scusi. Noi donne, proprio in questa insenatura, questo pertugio, questo accogliente nido, insomma il taglio di cui parlavate, ospitamo organi di intenso piacere.”
“Ma dai, proprio lì, sulla figa? Scusi il termine, mi è scappato”
“Non si preoccupi, si è spiegato benissimo, signor TI-F8”
“XT-N8”
“Ah, già, perdoni.”
“Ma la prego”
“Eh sì, vede?” E cerco di sporgermi o allungare le mani, ma legata come sono non riesco a chiedere ausilio alla gestualità. “Se mi slegasse una mano...”
Lui si rivolge all'inserviente, ma l'addetto alle vendite, che poi ho scoperto chiamarsi CA-Z0, subito lo blocca. “Meglio di no, l'articolo ha già dimostrato di possedere attività cognitive residue, non vorrei che la situazione degenerasse.”
“Mi spiace, YU-K0, dovrà fare senza mani.”
“Ma senza mani e senza qualcuno che mi aiuti, o anche una donna, è impossibile.”
“Lasci che la aiuti io. Lei mi spieghi e mi guidi.”
“Va bene, se crede. Ecco, guardi bene il taglio tra le gambe, si avvicini. Provi ad aprirlo con le dita, delicatamente.”
XT-N8 si guarda in giro. “Avete dei guanti? Misura 8”
Inizia poi a toccarmi la passera con circospezione, apre, esamina, osserva, fa commenti descrittivi. In tutto ciò, questo continuo diteggiare, mi sa facendo crescere una certa eccitazione.
“Vede? C'è una prima apertura, all'interno ce n'è una seconda, più piccola e scura.”
“Quelle due foglioline scure e grinzose?”
“Esattamente. Più poeticamente: due petali; se conosce il fiore, potrebbe ispirarsi a un'orchidea.”
“Si la conosciamo, ma il paragone mi sembra azzardato, parlando di rifiuti biologici.”
“Rifiuti non direi proprio. Sono organi di piacere intenso. Provi a toccarli.”
“Con le mani?”
“Se preferisce anche con la lingua.”
Questa mia frase provoca uno scoppio di ilarità improvviso. CA-Z0 scivola addirittura dalla sedia, mentre XT-N8 cade in ginocchio, piegato in due dalle risate. Tutti ridono fin quasi a disarticolarsi la mandibola, come se avessi detto di mangiarsi un pezzo di cacca con la panna montata e la polvere di cannella. Io resto un po' seccata. In tutto questo sono ancora legata e i lacci cominciano a fare male. Ho anche un po' freddo e vorrei uscire da questa irreale situazione.
“Senta XD-DT”
“XT-N8”
Mi corregge ancora. “E ridaje”
“Mi ascolti”, quasi supplico mentre lui si asciuga le lacrime e cerca di ricomporre i sussulti di risate residui.
“Non sto scherzando, la lingua, su questi apparati, ha davvero l'effetto di un piacere dirompente!”
Lui scoppia ancora a ridere, ma riesce a contenersi.
“Guardi, la prendo in parola, ma sono sicuro che nessuno dei presenti, né altri che leggeranno questa relazione si farebbero mai convincere, nemmeno sotto tortura, a leccarle la figa, questo glielo garantisco, lo do per certo.”
“Nutro qualche dubbio.”
“No, no. Mi creda, me ne intendo. Ma lasciamo perdere le battute. Io dunque dovrei toccare le foglioline?”
“Certo, provi, si faccia coraggio.”
Quello si avvicina, aiutato da un inserviente che mi allarga le grandi labbra. L'altro mi sfiora le alucce facendomi fremere di piacere. Mi sfugge un sospiro che tutti notano arrestandosi per un attimo. Poi XN-T8 prosegue spostandomi i petali che già sento gonfiarsi di sangue.
“L'odore che si sprigiona non è poi così male, temevo peggio.”
“Ho cercato di farle capire che non si stava parlando dello sgorgo di una fogna.”
“Abbiamo creato, in effetti, un profumo simile in laboratorio, proprio per incrementare la resa là, nel reparto produzione”
“Cominciamo a parlare lo stesso linguaggio. Bene, X-DNA, all'apice delle due foglioline troverà un bottoncino”
Ormai ha rinunciato a correggermi, ma io questo nome assurdo non riesco proprio a ricordarlo.
“È l'interruttore generale? L'autodistruzione?”
“Ma no” lo rassicuro io. “Anzi, quello è uno dei punti di massimo piacere, se ora, signor TA-RS, vuole provare a toccarlo...”
“Mmmh, qui si sta bagnando tutto. C'è un punto da qui esce una bavetta limpida e vischiosa, non vorrei che mi si appiccicasse addosso, non saprei più come liberarmene.”
“Non si preoccupi, C1-P8, è tutto sotto controllo. Un sofisticato sistema di lubrificazione on demand.”
“Però, eravate ben avanti, voi giapponesi, come tecnologia. Basta sfiorare le foglioline che parte l'impianto di irrigazione!”
“Se vuole chiamarlo così... Comunque tocchi il bottoncino. Ehm... schiacci l'interruttore, signor XN-1A.” Lo incito, ricordandomi solo dopo che quella era la sigla di un motore della Peugeot degli anni '80.
“Con la lingua?”
“E finalmente si comincia a dialogare! Forza, HAL-9000, si fidi!”
“Ma veramente, signorina YU-K0 non me la sento. Senza protezione vaccinale... Sa, qui ormai siamo tutti alla quinta dose!”
Comincio a spazientirmi. Ormai tutte queste manipolazioni e tutti quegli occhi concentrati sulla mia passera mi hanno messo un'eccitazione irrefrenabile, e almeno vorrei concludere bene s'ultima sgrillettata, prima di chiudere per sempre il sipario, in tutti i sensi.
Finalmente XZX convince un commesso che, prima con le dita e poi, fattosi coraggio, con la lingua, mi tocca il clitoride.
Era ora, non ne potevo più. In pochi colpi di bacino contro il muso dell'inserviente, che ho scoperto chiamarsi MY-1, sì, proprio come la marca di preservativi, riesco ad andare in orgasmo, contorcendo tutto il corpo come un polpo sulla sabbia e con una bella squirtata che CA-Z0 evita che gli finisca sulla giacca con un colpo di reni e un agilità che mai avrei ipotizzato.
C3-PO mi guarda con interesse e ammirazione.
“Complimenti! E tutto questo davvero le è... piaciuto?”
“Ci può scommettere i suoi chip devoluti alla riproduzione!”
Lui afferra la metafora.
“E sarebbe in grado di ripeterlo?”
“Tutte le volte che vuole!” Rispondo io, con sicurezza.
“Ma è geniale!”, si rivolge di colpo a CA-Z0, “Potremmo impiegare l'articolo per produrre energia! Ho misurato un picco di 200 joules al massimo della stimolazione sul bottone!”
“E posso fare anche di meglio!” Azzardo io, che intravedo sviluppi positivi. Da macchina per produrre latte a fonte energetica a colpi di orgasmi.
“E come, se mi permette?” si interessa ancora XN-XX.
“Be'”, faccio io, con la situazione ormai completamente nelle mie mani, “Ci sono altri due bottoncini supplementari sulle tette... mi correggo, sulle mammelle, e appositi spinotti di varie misure che si possono inserire nella presa sotto il bottoncino. Meglio, anzi, quelli dotati di movimento vibratorio armonico, a doppia frequenza.
“Eccezionale!” si anima XXL verso il responsabile delle vendite. “Siamo disposti a pagarle questo articolo anche il doppio. Possiamo sviluppare la tecnologia che vi è racchiusa e promuovere un prototipo per produzione di energia pulita!”
Un grosso applauso fa da cappello conclusivo a questa geniale trovata, mentre io mi rilasso distendendomi sul lenzuolino fradicio delle mie secrezioni vaginali.
“Signorina, abbiamo finito l'esame.”
“Che? Cosa avete finito? Che esame?”
Mi scuoto e vedo il viso di una donna chino su di me. Una che non avevo visto prima, ma con una voce che mi ricorda il timbro di voce dell'inserviente che mi ha leccato la figa.
“La sua risonanza” mi spiega la donna, che ora ricordo essere l'infermiera di quando mi recai a fare il mio esame, nel lontano 2022.
“Porca misera, che razza di sogno che ho fatto! Lei non immagina.”
La ragazza mi sorride benevola.
“Accidenti, mi sono bagnata di sotto!” Mi accorgo spostando la camicina che mi è stata data per l'esame.
“Per la verità ha avuto un orgasmo” mi sussurra la sanitaria con un sorriso di intesa.
“Oh, mi scuso tanto. Io non...”
“Non si preoccupi, non è raro con questo nuovo mezzo di contrasto che abbiamo iniziato a usare da poco. Può cambiarsi nello stanzino.
Io divento viola di imbarazzo. Mi avranno vista tutti, e chissà cosa ho pronunciato nel sonno.
“Non è il peggiore dei mali” mi rassicura l'infermiera.
Mi riscuoto un attimo pensando al sogno assurdo in cui mi sono trovata e all'epilogo imprevedibile.
No, proprio poteva anche andar peggio!
(fine)
“Ecco, io mi chiamo Yuko”
Lui sembra non aver capito bene e si rivolge al venditore che subito corregge: “YU-K0”
“Ah, giapponese? Ora capisco!
“In che senso? Come fa a sapere che sono giapponese?”
“Be', la Y identifica gli articoli di origine giapponese, e ora capisco questo picco di efficienza. I nipponici sono avanzatissimi, sempre stati ai massimi livelli. Ma torniamo al piacere legato al sesso.”
Direi di lasciar perdere il Giappone, concordo con la prosecuzione dell'arringa di difesa della mia passera.
“Vede, signor... XT-N8, ai nostri tempi, quello che in termine di notizie storiche è giunto a voi come unione sessuale per procreare, era per noi principalmente scambio di amore e affetto, profondamente congiunto con sensazione di piacere.”
“Vuole dirmi, YU-K0, che mentre facevate figli provavate anche piacere?”
“Be', ecco. L'atto dell'inseminazione era sicuramente associato a molto piacere, mentre l'intero processo del fare figli è una questione molto più complessa. Diciamo che l'unione era fonte di piacere al punto da essere molto più spesso praticata senza finalità procreativa.”
“Ma non mi dica!” Il mio interlocutore sembra ora anche divertito. “E come funzionava tutto questo? Intendo, senza le moderne strumentazioni digitali di cui disponiamo adesso.”
“In un certo senso avevamo anche noi una specie di tecnica 'digitale', se mi è concesso il termine.”
“Sempre più interessante. Prosegua, la seguo.”
“Ecco vede, signor X-TNT...”
“XT-N8”
“Ah, si, mi scusi. Noi donne, proprio in questa insenatura, questo pertugio, questo accogliente nido, insomma il taglio di cui parlavate, ospitamo organi di intenso piacere.”
“Ma dai, proprio lì, sulla figa? Scusi il termine, mi è scappato”
“Non si preoccupi, si è spiegato benissimo, signor TI-F8”
“XT-N8”
“Ah, già, perdoni.”
“Ma la prego”
“Eh sì, vede?” E cerco di sporgermi o allungare le mani, ma legata come sono non riesco a chiedere ausilio alla gestualità. “Se mi slegasse una mano...”
Lui si rivolge all'inserviente, ma l'addetto alle vendite, che poi ho scoperto chiamarsi CA-Z0, subito lo blocca. “Meglio di no, l'articolo ha già dimostrato di possedere attività cognitive residue, non vorrei che la situazione degenerasse.”
“Mi spiace, YU-K0, dovrà fare senza mani.”
“Ma senza mani e senza qualcuno che mi aiuti, o anche una donna, è impossibile.”
“Lasci che la aiuti io. Lei mi spieghi e mi guidi.”
“Va bene, se crede. Ecco, guardi bene il taglio tra le gambe, si avvicini. Provi ad aprirlo con le dita, delicatamente.”
XT-N8 si guarda in giro. “Avete dei guanti? Misura 8”
Inizia poi a toccarmi la passera con circospezione, apre, esamina, osserva, fa commenti descrittivi. In tutto ciò, questo continuo diteggiare, mi sa facendo crescere una certa eccitazione.
“Vede? C'è una prima apertura, all'interno ce n'è una seconda, più piccola e scura.”
“Quelle due foglioline scure e grinzose?”
“Esattamente. Più poeticamente: due petali; se conosce il fiore, potrebbe ispirarsi a un'orchidea.”
“Si la conosciamo, ma il paragone mi sembra azzardato, parlando di rifiuti biologici.”
“Rifiuti non direi proprio. Sono organi di piacere intenso. Provi a toccarli.”
“Con le mani?”
“Se preferisce anche con la lingua.”
Questa mia frase provoca uno scoppio di ilarità improvviso. CA-Z0 scivola addirittura dalla sedia, mentre XT-N8 cade in ginocchio, piegato in due dalle risate. Tutti ridono fin quasi a disarticolarsi la mandibola, come se avessi detto di mangiarsi un pezzo di cacca con la panna montata e la polvere di cannella. Io resto un po' seccata. In tutto questo sono ancora legata e i lacci cominciano a fare male. Ho anche un po' freddo e vorrei uscire da questa irreale situazione.
“Senta XD-DT”
“XT-N8”
Mi corregge ancora. “E ridaje”
“Mi ascolti”, quasi supplico mentre lui si asciuga le lacrime e cerca di ricomporre i sussulti di risate residui.
“Non sto scherzando, la lingua, su questi apparati, ha davvero l'effetto di un piacere dirompente!”
Lui scoppia ancora a ridere, ma riesce a contenersi.
“Guardi, la prendo in parola, ma sono sicuro che nessuno dei presenti, né altri che leggeranno questa relazione si farebbero mai convincere, nemmeno sotto tortura, a leccarle la figa, questo glielo garantisco, lo do per certo.”
“Nutro qualche dubbio.”
“No, no. Mi creda, me ne intendo. Ma lasciamo perdere le battute. Io dunque dovrei toccare le foglioline?”
“Certo, provi, si faccia coraggio.”
Quello si avvicina, aiutato da un inserviente che mi allarga le grandi labbra. L'altro mi sfiora le alucce facendomi fremere di piacere. Mi sfugge un sospiro che tutti notano arrestandosi per un attimo. Poi XN-T8 prosegue spostandomi i petali che già sento gonfiarsi di sangue.
“L'odore che si sprigiona non è poi così male, temevo peggio.”
“Ho cercato di farle capire che non si stava parlando dello sgorgo di una fogna.”
“Abbiamo creato, in effetti, un profumo simile in laboratorio, proprio per incrementare la resa là, nel reparto produzione”
“Cominciamo a parlare lo stesso linguaggio. Bene, X-DNA, all'apice delle due foglioline troverà un bottoncino”
Ormai ha rinunciato a correggermi, ma io questo nome assurdo non riesco proprio a ricordarlo.
“È l'interruttore generale? L'autodistruzione?”
“Ma no” lo rassicuro io. “Anzi, quello è uno dei punti di massimo piacere, se ora, signor TA-RS, vuole provare a toccarlo...”
“Mmmh, qui si sta bagnando tutto. C'è un punto da qui esce una bavetta limpida e vischiosa, non vorrei che mi si appiccicasse addosso, non saprei più come liberarmene.”
“Non si preoccupi, C1-P8, è tutto sotto controllo. Un sofisticato sistema di lubrificazione on demand.”
“Però, eravate ben avanti, voi giapponesi, come tecnologia. Basta sfiorare le foglioline che parte l'impianto di irrigazione!”
“Se vuole chiamarlo così... Comunque tocchi il bottoncino. Ehm... schiacci l'interruttore, signor XN-1A.” Lo incito, ricordandomi solo dopo che quella era la sigla di un motore della Peugeot degli anni '80.
“Con la lingua?”
“E finalmente si comincia a dialogare! Forza, HAL-9000, si fidi!”
“Ma veramente, signorina YU-K0 non me la sento. Senza protezione vaccinale... Sa, qui ormai siamo tutti alla quinta dose!”
Comincio a spazientirmi. Ormai tutte queste manipolazioni e tutti quegli occhi concentrati sulla mia passera mi hanno messo un'eccitazione irrefrenabile, e almeno vorrei concludere bene s'ultima sgrillettata, prima di chiudere per sempre il sipario, in tutti i sensi.
Finalmente XZX convince un commesso che, prima con le dita e poi, fattosi coraggio, con la lingua, mi tocca il clitoride.
Era ora, non ne potevo più. In pochi colpi di bacino contro il muso dell'inserviente, che ho scoperto chiamarsi MY-1, sì, proprio come la marca di preservativi, riesco ad andare in orgasmo, contorcendo tutto il corpo come un polpo sulla sabbia e con una bella squirtata che CA-Z0 evita che gli finisca sulla giacca con un colpo di reni e un agilità che mai avrei ipotizzato.
C3-PO mi guarda con interesse e ammirazione.
“Complimenti! E tutto questo davvero le è... piaciuto?”
“Ci può scommettere i suoi chip devoluti alla riproduzione!”
Lui afferra la metafora.
“E sarebbe in grado di ripeterlo?”
“Tutte le volte che vuole!” Rispondo io, con sicurezza.
“Ma è geniale!”, si rivolge di colpo a CA-Z0, “Potremmo impiegare l'articolo per produrre energia! Ho misurato un picco di 200 joules al massimo della stimolazione sul bottone!”
“E posso fare anche di meglio!” Azzardo io, che intravedo sviluppi positivi. Da macchina per produrre latte a fonte energetica a colpi di orgasmi.
“E come, se mi permette?” si interessa ancora XN-XX.
“Be'”, faccio io, con la situazione ormai completamente nelle mie mani, “Ci sono altri due bottoncini supplementari sulle tette... mi correggo, sulle mammelle, e appositi spinotti di varie misure che si possono inserire nella presa sotto il bottoncino. Meglio, anzi, quelli dotati di movimento vibratorio armonico, a doppia frequenza.
“Eccezionale!” si anima XXL verso il responsabile delle vendite. “Siamo disposti a pagarle questo articolo anche il doppio. Possiamo sviluppare la tecnologia che vi è racchiusa e promuovere un prototipo per produzione di energia pulita!”
Un grosso applauso fa da cappello conclusivo a questa geniale trovata, mentre io mi rilasso distendendomi sul lenzuolino fradicio delle mie secrezioni vaginali.
“Signorina, abbiamo finito l'esame.”
“Che? Cosa avete finito? Che esame?”
Mi scuoto e vedo il viso di una donna chino su di me. Una che non avevo visto prima, ma con una voce che mi ricorda il timbro di voce dell'inserviente che mi ha leccato la figa.
“La sua risonanza” mi spiega la donna, che ora ricordo essere l'infermiera di quando mi recai a fare il mio esame, nel lontano 2022.
“Porca misera, che razza di sogno che ho fatto! Lei non immagina.”
La ragazza mi sorride benevola.
“Accidenti, mi sono bagnata di sotto!” Mi accorgo spostando la camicina che mi è stata data per l'esame.
“Per la verità ha avuto un orgasmo” mi sussurra la sanitaria con un sorriso di intesa.
“Oh, mi scuso tanto. Io non...”
“Non si preoccupi, non è raro con questo nuovo mezzo di contrasto che abbiamo iniziato a usare da poco. Può cambiarsi nello stanzino.
Io divento viola di imbarazzo. Mi avranno vista tutti, e chissà cosa ho pronunciato nel sonno.
“Non è il peggiore dei mali” mi rassicura l'infermiera.
Mi riscuoto un attimo pensando al sogno assurdo in cui mi sono trovata e all'epilogo imprevedibile.
No, proprio poteva anche andar peggio!
(fine)
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Quel taglio in mezzo alle gambe (prima parte)racconto sucessivo
Briciole di tenerezze
Commenti dei lettori al racconto erotico