Sono il pappone di mia madre 3
di
Troy2a
genere
incesti
Non sarebbe dovuto succedere, ma era successo.
Mia madre si dimostrava sempre più una vera ninfomane: quando papà non c'era, approfittando della temperatura mite, assicurata anche d'inverno dall'ottimo impianto di riscaldamento a pavimento, girava per casa, al massimo, con indosso solo un ridottissimo perizoma. Neanche a dirlo, io e Tommaso ne approfittavamo con dovizia.
Già: dimenticavo di raccontare come fosse arivato Tommaso nella nostra vita ad alto tasso di trasgressività.
Come vi ho detto, gli affari andavano bene: mamma aveva costantemente 2 o 3 appuntamenti al giorno, organizzati sempre col metodo della mail per prenotarsi e della risposta con la posizione per raggiungerci. Sembrava un ottimo metodo e non aveva presentato falle... almeno fino ad allora. Avevo accettato un appuntamento per 2 giorni dopo la ricezione di una mail da un contatto nuovo, allegando il solito link di Maps. L'indomani, poco dopo che eravamo rientrati dal lavoro con mamma, Tommaso era piombato a casa nostra. Non senza una punta di imbarazzo, ci aveva affrontato entrambi.
“So cosa fate e so dove lo fate!”
“Cosa vuoi dire?” aveva chiesto allarmata mia madre.
“Ieri ho chiesto un appuntamento a questo indirizzo meil: …........... Quando mi avete risposto, ho riconosciuto subito le coordinate della casa che avevamo rinfrescato insieme, io e te. Oggi vi hovisti arrivare ed anche tornare.”
Palesemente, non era il caso di negare, di cercare scuse.
“Da te non me lo aspettavo!” dissi, fissandolo negli occhi.
“Non ti aspettavi cosa?” fu la sua risposta.
“Questo ricatto!”
“Ricatto? Sono qui per aprirvi gli occhi. Poteva esserci chiunque altro vostro conoscente al posto mio ed ora sareste nella merda. Ti sono stato sempre amico e non ti ho mai giudicato. E neanche questa volta.”
Mi sentii rinfrancato da quelle parole e lo stesso fu per mia madre, che tirò un grosso sospiro di sollievo.
“Se volete, posso aiutarvi!”
“Come?”
“Potrei fare da filtro.”
“Cioè?”
“Potrei ricevere io le mail di prenotazione, verificare l'identità e darvi conferma dell'assenza di problemi. Se lo facessi tu, qualcuno potrebbe comunque collegarvi.”
“Mi sembra una idea fattibile. Cosa vuoi in cambio?”
“Allora sei proprio stupido! Lo faccio per amicizia.”
Intervenne mia madre.
“Facciamo che fa il pappa anche lui. Due pappa giovanissimi per una sola puttana stagionata.”
“Quindi può scoparti anche lui!” ironizzai.
“Mi sembra scontato, se lo vuole!”
“Beh, se devo essere sincero, è il mio sogno fin da quando ero bambino”.
“Non ti allargare troppo: potrei essere geloso!”
“Sei geloso?”
“Uhm....No! Anzi!”
Come fosse stato un segnale ci lanciammo entrambi su mia madre, che fingeva di schermirsi e, ridendo, ci dava dei porci e simulava un'improbabile resistenza. La scopammo quasi selvaggiamente, sul pavimento e fu l'inizio di una nuova storia, quella cui accennavo all'inizio di questo nuovo capitolo. Lei sempre pronta e noi più di lei, ovunque ci capitasse, ovunque ci prendesse la voglia. E quel che non doveva succedere successe.
“Ho saltato il ciclo, questo mese!” ci disse una sera, appena tornati dal lavoro.
“Dici che arriva la menopausa?”
“Vi sembro così vecchia, stronzi?”
“Allora?” qualche dubbio cominciava a roderci.
“Ho fatto il test stamattina”.
“E...?!?”
“E sono incinta!”
“Di chi?”
“Considerato che sul lavoro uso sempre il condom e che con tuo padre scopo al massimo una volta a settimana.... Diciamo che, fatte cento le probabilità, 66 sono che sia figlio tuo, 33 di Tommaso ed una di tuo padre. Va da sé che a lui farò credere che sia suo, sempre che vada tutto bene. Il che non è scontato, in caso di concezione tra consanguinei”.
“Quindi?”
Quindi, stasera informerò papà. Non credo sarà felicissimo, ma accetterà tutto quello che gli racconto. Poi, domani,mattina, ho già fissato un appuntamento con Giulia Magni, la ginecologa.”
“E cosa le dirai?”
“Per il momento nulla! Poi si vedrà!”
“Dovrai smettere di lavorare.”
“neanche a pensarlo. Amo il mio lavoro e non c'è alcun motivo per cui debba rinunciarci, non per ora almeno. D'altronde, voi due pensate di non potermi scopare più fino al termine della gravidanza?”
“Beh, no. Ma...”
“Ma non c'è alcun ma. Per ora continuiamo così, sperando di poter festeggiare una felice conclusione e l'arrivo del tuo fratellino. A proposito, non saprai mai se è tuo figlio o tuo fratello. Ed è meglio così!”
Mia madre si dimostrava sempre più una vera ninfomane: quando papà non c'era, approfittando della temperatura mite, assicurata anche d'inverno dall'ottimo impianto di riscaldamento a pavimento, girava per casa, al massimo, con indosso solo un ridottissimo perizoma. Neanche a dirlo, io e Tommaso ne approfittavamo con dovizia.
Già: dimenticavo di raccontare come fosse arivato Tommaso nella nostra vita ad alto tasso di trasgressività.
Come vi ho detto, gli affari andavano bene: mamma aveva costantemente 2 o 3 appuntamenti al giorno, organizzati sempre col metodo della mail per prenotarsi e della risposta con la posizione per raggiungerci. Sembrava un ottimo metodo e non aveva presentato falle... almeno fino ad allora. Avevo accettato un appuntamento per 2 giorni dopo la ricezione di una mail da un contatto nuovo, allegando il solito link di Maps. L'indomani, poco dopo che eravamo rientrati dal lavoro con mamma, Tommaso era piombato a casa nostra. Non senza una punta di imbarazzo, ci aveva affrontato entrambi.
“So cosa fate e so dove lo fate!”
“Cosa vuoi dire?” aveva chiesto allarmata mia madre.
“Ieri ho chiesto un appuntamento a questo indirizzo meil: …........... Quando mi avete risposto, ho riconosciuto subito le coordinate della casa che avevamo rinfrescato insieme, io e te. Oggi vi hovisti arrivare ed anche tornare.”
Palesemente, non era il caso di negare, di cercare scuse.
“Da te non me lo aspettavo!” dissi, fissandolo negli occhi.
“Non ti aspettavi cosa?” fu la sua risposta.
“Questo ricatto!”
“Ricatto? Sono qui per aprirvi gli occhi. Poteva esserci chiunque altro vostro conoscente al posto mio ed ora sareste nella merda. Ti sono stato sempre amico e non ti ho mai giudicato. E neanche questa volta.”
Mi sentii rinfrancato da quelle parole e lo stesso fu per mia madre, che tirò un grosso sospiro di sollievo.
“Se volete, posso aiutarvi!”
“Come?”
“Potrei fare da filtro.”
“Cioè?”
“Potrei ricevere io le mail di prenotazione, verificare l'identità e darvi conferma dell'assenza di problemi. Se lo facessi tu, qualcuno potrebbe comunque collegarvi.”
“Mi sembra una idea fattibile. Cosa vuoi in cambio?”
“Allora sei proprio stupido! Lo faccio per amicizia.”
Intervenne mia madre.
“Facciamo che fa il pappa anche lui. Due pappa giovanissimi per una sola puttana stagionata.”
“Quindi può scoparti anche lui!” ironizzai.
“Mi sembra scontato, se lo vuole!”
“Beh, se devo essere sincero, è il mio sogno fin da quando ero bambino”.
“Non ti allargare troppo: potrei essere geloso!”
“Sei geloso?”
“Uhm....No! Anzi!”
Come fosse stato un segnale ci lanciammo entrambi su mia madre, che fingeva di schermirsi e, ridendo, ci dava dei porci e simulava un'improbabile resistenza. La scopammo quasi selvaggiamente, sul pavimento e fu l'inizio di una nuova storia, quella cui accennavo all'inizio di questo nuovo capitolo. Lei sempre pronta e noi più di lei, ovunque ci capitasse, ovunque ci prendesse la voglia. E quel che non doveva succedere successe.
“Ho saltato il ciclo, questo mese!” ci disse una sera, appena tornati dal lavoro.
“Dici che arriva la menopausa?”
“Vi sembro così vecchia, stronzi?”
“Allora?” qualche dubbio cominciava a roderci.
“Ho fatto il test stamattina”.
“E...?!?”
“E sono incinta!”
“Di chi?”
“Considerato che sul lavoro uso sempre il condom e che con tuo padre scopo al massimo una volta a settimana.... Diciamo che, fatte cento le probabilità, 66 sono che sia figlio tuo, 33 di Tommaso ed una di tuo padre. Va da sé che a lui farò credere che sia suo, sempre che vada tutto bene. Il che non è scontato, in caso di concezione tra consanguinei”.
“Quindi?”
Quindi, stasera informerò papà. Non credo sarà felicissimo, ma accetterà tutto quello che gli racconto. Poi, domani,mattina, ho già fissato un appuntamento con Giulia Magni, la ginecologa.”
“E cosa le dirai?”
“Per il momento nulla! Poi si vedrà!”
“Dovrai smettere di lavorare.”
“neanche a pensarlo. Amo il mio lavoro e non c'è alcun motivo per cui debba rinunciarci, non per ora almeno. D'altronde, voi due pensate di non potermi scopare più fino al termine della gravidanza?”
“Beh, no. Ma...”
“Ma non c'è alcun ma. Per ora continuiamo così, sperando di poter festeggiare una felice conclusione e l'arrivo del tuo fratellino. A proposito, non saprai mai se è tuo figlio o tuo fratello. Ed è meglio così!”
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