La vera storia di ISABELLA (la sorella)
di
Occhi di Smeraldo
genere
etero
Isabella è una delle sorelle di Federica, ma in comune hanno solo il colore dei capelli, ma proprio i capelli sono diversissimi: Isabelli li ha riccissimi e corti, che le formano una palla intorno alla testa.
Ha appena dato l’esame di maturità ed è venuta a trovare di passaggio Federica prima di gettarsi nell’avventurosa Europa con l’Interrail.
Ha la pelle scura ed una corporatura dalla fisicità marcata con due belle bocce ed un culo prominente.
Giovane dagli occhi vivacissimi, ha un forte accento napoletano e veste come tutte le ragazze della sua età: molto poco.
La incontro con Federica il giorno dopo, una domenica calda e soleggiata, e Isabella porta dei jeans tagliati corti sotto le chiappe rotonde che le sbucano fuori sfacciatamente ed una canottiera microscopica nera sotto la quale non ha bisogno di portare il reggiseno, perché ha due tette rotonde e immobili. Noto subito che dei bei capezzoli gonfi che sollevano il tessuto e Federica nota il mio sguardo sulle tette della sorella.
Ha il corpo tonico con la pancia piatta, anzi con addominali leggermente in rilievo e le gambe che sono uno spettacolo: lunghe e tornite. Rispetto alla sorella ha un corpo notevole. Ha un viso lievemente paffuto, ma due labbra da paura!
Le sopracciglia folte e incolte le danno un’aria selvaggia che rispecchia un po’ i suoi modi di fare poco filtrati, leggermente rustici.
Non ha certo le movenze sensuali della sorella maggiore, anzi, forse è pure un po’ sgraziata, ma con il tempo imparerà e diventerà una gran bella fica.
Parla con uno slang ipergiovanile guardando continuamente il cellulare.
Stanno andando a fare shopping.
Le guardo andar via: l’una ancheggia elegantemente con i pantaloni lunghi attillati che le fasciano il sederino sottile e l’altra con un passo grossolano accompagnato però da un culo eccezionale.
Mi passano pensieri sconci per la mente e quasi mi rimprovero di averne per una ragazza così giovane, ma poi penso che, a quasi vent’anni, potrebbe già essere una gran trombatrice: libero la mente e me la immagino già a cavallo come la sorella.
Il pensiero delle sue tette rotonde nude mi fa pulsare l’uccello.
Sbrigo le faccende di casa domenicali per ore, con una breve pausa tramezzino, e, alla fine, stanco, mi metto a guardare un po’ di calcio prima di preparami un bel piatto di spaghetti cacio e pepe.
Divano e Netflix.
Mi attendono due giorni di ferie, ma non ho ancora deciso se andare al mare a trovare gli amici che hanno una casa vicino alla spiaggia.
Mi addormento sul divano e mi risveglio un po’ rincoglionito ed un braccio intorpidito: mi lavo i denti e mi butto a letto nudo.
Il lunedì mattina mi sveglio con la solita erezione mattutina che si quieta dopo una bella doccia.
Guardando il cielo nuvoloso che si sta coprendo sempre di più mi accingo a farmi il caffè: fanculo il mare.
Suona il campanello e dallo spioncino vedo Isabella davanti alla porta: mmm ….
“Ciao!”, diciamo all’unisono. Mi squadra gli addominali ed entra senza dire una parola seguendo il profumo della moka sul fuoco. Le offro un caffè: pare che Ludovica faccia colazione al bar. Per pudore vorrei quasi infilarmi una t-shirt un po’ larga per coprire un po’ i boxer, ma Isabella non fa che lanciarmi sguardi apparentemente indifferenti al torace e al pacco e la cosa mi diverte.
Allunga la mano nel sacchetto di biscotti prendendone una manciata e divorandoli insieme alla prima e alla seconda tazza di caffè. Li infila nella sua bella bocca dalle labbra succose e li mastica voracemente, come se non mangiasse da giorni.
Io sono appoggiato col sedere al piano del lavello e la guardo mentre fa colazione.
Porta sempre gli stessi indumenti e le stesse sneakers, ma a differenza di ieri, in cui stava lievemente gobba accanto alla sorella, oggi sta impettita, lanciando le sue tette prosperose in avanti: le trovo veramente belle. La pelle vellutata è ricoperta di una peluria soffice ed i suoi capezzoli sono sempre gonfi sotto il tessuto della canottierina. Penso che vorrei sfilargliela seduta stante. Isabella sorride: “Ti si è drizzato il coso” e mi indica l’uccello che spinge i boxer in fuori.
Uh?
“Ti scopi mia sorella?”
Uh? Uh?!
Rimango di stucco più per la sorella che per l’uccello eccitato.
“So che è una gran porca, ma io ho le tette decisamente più belle e sode”
Sono basito. Ascolto le parole della sorellina, candida e innocente, e non credo sia possibile che le abbia appena pronunciate.
Sono imbambolato. Lai si avvicina mi prende le mani e se le posa sui seni chiedendomi: “non ti pare?”
Il cuore mi sta schizzando fuori dal petto, così come l’uccello per poco non mi guizza fuori dai boxer.
Completamente spiazzato cerco disperatamente una via di uscita che so già non esistere. Le palpo le tette durissime e annuisco.
“Ti piacciono?”
(Se mi piacciono …!!!)
Questa ragazza, questa giovanissima donna, ha più tette che anima. Le palpo con più decisione e passione.
“Sì, direi proprio che ti piacciono” allungandomi con disinvoltura una mano sul pacco e prendendomi l’uccello in mano attraverso il tessuto.
Non sono sicuro che sia la cosa giusta da fare, ma sto morendo dalla voglia di farla. Tergiverso, continuando a toccarle le tette mentre lei continua a massaggiarmi il cazzo guardandomi con aria a furbetta.
Potrei fare la figura del babbeo e battere in ritirata, sono ancora in tempo, ma lei solleva la mano, me la appoggia sugli addominali e scivola nei boxer agguantandomi l’uccello con presa sicura.
Che demonio.
Non mi resta che buttarmi. Faccio scivolare anch’io le mani sotto la sua canottiera le tocco le tette nude: che delizia questa pelle tirata, questa consistenza marmorea!
Ho appena iniziato a godermi queste due meraviglie che lei abilmente si sfila la canottiera mostrandomi due capezzoli gonfi e vogliosi. Sto per perdere la testa: chino la testa e tenendole le tette rotonde, glieli lecco, e li succhio piano, cercando di essere delicato il più possibile pensando di avere a che fare con un a che fare verginella inesperta, ma da come mi sta segando, questa è una che di cazzi ne deve aver manipolati parecchi.
Tastarle quelle due tette gonfie e sode mi fa venire il cazzo durissimo e lei sta mettendo a frutto questa situazione: mi ha tirato fuori l’uccello dai boxer e mi masturba con precisione dosando sapientemente presa e ritmo, mentre la mia lingua le scivola sui capezzoli duri.
La guardo dal basso mentre le succhio i capezzoli puntuti e la vedo sorridere sorniona. La bacio schiudendole le grosse labbra con la lingua e cercando la sua nella bocca che sa di biscotto. In un millisecondo mi trovo una linguetta guizzante attorcigliata alla mia con le sue labbra incollate alle mie che mi succhiano poderosamente, con un’irruenza impressionante.
Se mi succhia così mentre mi bacia, figuriamoci come mi potrebbe succhiare l’uccello con un pompino!
Il cazzo sobbalza nella sua mano all’idea di stare nella sua bocca.
Devo assolutamente spogliarla tutta. Mi distacco, mi libero dei boxer e le sfilo gli shorts sotto i quali porta un insignificante tanga dozzinale nero che getto via insieme ai suoi jeans: le scarpe le può pure tenere.
Il triangolo dei peli è apparentemente al naturale, ma in realtà è molto curato e ben definito.
Riprendo la situazione in mano, ma non riprendendole le tette tra le mani: le piazzo l’uccello sotto la fichetta calda, tra le cosce e lo faccio scorrere sul clitoride mentre le afferro le chiappe muscolose e dure e continuo a baciarla senza fiato.
Ho il cazzo che brucia di desiderio strusciando sulle sue labbra umide mentre lei si sta bagnando velocemente. Tastarle con foga il culo duro mi sta eccitando sempre di più: sento pulsarmi la cappella. Le stringo e le tiro le chiappe per avvicinarmela di più.
Alterno prese decise a carezze sulle sue rotondità o lungo la bella schiena che tiene diritta: ha la pelle liscia e compatta che mi piace da impazzire. Scivolo di nuovo in basso, tre le chiappe e le allargo per toccarle l’anello: è stretto e chiuso, quasi non si percepisce. Continuo lungo il cavallo arretrando il mio bacino per togliere di mezzo il mio uccello e sentire a che punto sta la sua fichetta: Appena la tocco si schiude in un rivolo di desiderio: ha già figa allagata. Queta ragazza è una scoperta sorprendente.
Me la lecco tutta da capo a piedi, senza tralasciare nulla: il collo e la schiena tra le scapole, i polpacci e le caviglie, le labbra e le orecchie, mentre lei si elettrizza. Le lecco con gusto il buco del culo tenendole bene larghe le chiappe con le mani. Le lecco l’interno delle cosce e ancora la fica profumata.
La lecco e la palpo, la bacio e la mordicchio e poi la lecco ancora, tutta, daccapo, assaporando la sua pelle liscia e calda. Ormai è una corda di violino ed io ho il cazzo alle stelle.
Prendo l’iniziativa: la faccio girare e, da dietro, le infilo piano il cazzo nella fica stretta e accogliente, ma completamente bagnata. Lei esprime apprezzamento con un gemito sonoro a bocca aperta ed io comincio a scoparla piano, carezzandole la pancia dagli addominali perfetti, le cosce e l’inguine, soffermandomi a tastarle bene le tette meravigliose, con suo grande piacere, a tirarle piano quei deliziosi capezzoli eretti mentre instancabilmente le passo la lingua sul collo.
Questa dolcezza incassa di gusto i miei affondi lenti mentre io mi diletto ad impastarle le zinne con piacere visto che la fa eccitare così tanto.
Lei sta con le mani appoggiate al piano del lavello per reggersi e contrastare le mie spinte che sono diventate più generose. Ora la prendo per i fianchi e la sottopongo ad un fuoco di fila di colpi di cazzo a raffica che le fanno sobbalzare le bocce all’insù: come se li prende bene e come se li gode.
Geme ad ogni colpo e quando geme mi eccita e mi porta a spingere di più e più spingo e più lei gode e geme.
Ci stiamo divertendo come pazzi. Io me la sto godendo appieno palpandole all’infinito i suoi seni così perfetti facendole venire brividi di piacere sulla schiena con la lingua. Non appena scivolo sulla pancia lei ha una scossa: se mi sposto sulla sua pelle, lei si scuote di piacere. Gode con un nonnulla. Mi avvicino pianissimo al clitoride e lo tocco piano con la punta delle dita: comincia subito a gemere e capisco che farla venire è un gioco da ragazzi.
Difatti, mentre il cazzo le scivola avanti e indietro nella fichetta bollente, le titillo con cura il clitoride per pochi istanti e lei esplode in un orgasmo quasi istantaneo: una scossa elettrica che la scuote da capo a piedi per diversi secondi scuotendole il ventre in cui sento anch’io le vibrazioni.
Penso che i capelli le siano venuti ricci a forza di queste scosse…
Mi piace scoparmela da dietro e continuo a stantuffarle l’uccello nella figa: era da tanto che non tenevo tra le mani delle tette così sode ed intorno al cazzo una fica così stretta e poi Isabella, al contrario della sorella, me la gestisco io come voglio.
Me la pompo ancora un bel po’ prendendole a tratti le chiappe dure tra le mani e godendomela anche con gli occhi, guardando come le infilo l’uccello subito sotto il suo buchetto stretto: ha un culo perfetto!
Mi sfilo e decido di sentire come me lo succhia. Lei ubbidiente si inginocchia e me lo prende tra quelle sue belle labbra confermando la mia ipotesi iniziale: lo succhia come una idrovora, applicando una depressione pazzesca. Così si fa un bel pompino! Mi sollazzo guardandola succhiarmi il cazzo con la voglia e l’entusiasmo giovanile. È brava e la goduria mi cresce rapidamente: senza nemmeno toccarlo riesce a farmi godere come se lo stringesse con la mano. Le appoggio le mani sulla testa per rallentarla un po’ sennò rischia di trovarsi la bocca piena di sperma in pochi istanti.
Provo a infilarglielo più a fondo, ma ha un singulto. Così mi lascio spompinare come vuole lei coi miei ritmi, accrescendo quella gradevole sensazione di palle che diventano più pesanti, come se si gonfiassero sempre più ad ogni succhiata della cappella.
Vieni bella è arrivato il momento di venire di nuovo.
La sdraio sul tavolo sul quale appoggia i piedi con le scarpe accanto alle chiappe sollevando in alto le ginocchia.
Gliele sfilo e le butto insieme ai calzini insieme agli shorts, il tanga e la canottiera.
Le appoggio le mani sulle ginocchia e le faccio scivolar lungo le cosce, continuo sui suoi addominali fino alle tette che svettano belle compatte con i capezzoli ancora turgidi.
Mi chino e li succhio tenendole le tette senza mai stancarmi di tastargliele a piene mani.
L’uccello mi batte sul bordo del tavolo. Le prendo il culo e la tiro un pochino verso il vuoto con le chiappe mezze sul tavolo. Le lecco la fica con passione infilandole con cura la lingua anche dentro: ha un sapore meraviglioso di mare salato. Le bastano poche leccate che comincia a vibrare. Le giro intorno al buco del culo perfettamente rotondo e le infilo piano un dito nella fica facendola godere di più. Infilo la lingua nel culo e sento il cazzo gonfiarsi a dismisura: adoro penetrare questo culo con la lingua. La inculo un pochino mentre le scopo col dito. Lei è al settimo cielo e gode vorticosamente. La mia lingua le penetra nel culo per tutta la sua lunghezza, con lo stesso ritmo del dito che scorre nella fica bagnata. Non smetterei mai incularla con la lingua e lei mi ringrazia gemendo ad ogni affondo. La porto al limite e poi le appoggio il glande gonfio all’imboccatura della vagina e lo faccio girare attorno indirizzando l’uccello con la mano. Lei gode visibilmente e si tocca delicatamente il clitoride anche quando le infilo il cazzo dentro e comincio a stantuffarglielo con cura.
Il respiro le si fa subito corto. Le prendo un piede e comincio a succhiarlo facendole scivolare la lingua tra le dita. Il ventre sobbalza e la scarica dell’orgasmo la raggiunge in pochi istanti mentre io ancora devo raggiungere l’apice del piacere. Continuo a scoparla e leccarle le dita, mentre lei si tocca sempre più forte. La sua fica si stringe e viene una terza volta con urletti brevi e rapidi. Le palle battono sul suo culo mentre le tengo le cosce formose. Ora mi sto caricando a dovere ed aumento il ritmo per godere. La scemarella sembra svegliarsi e mi fa uscire dicendomi di non venirle dentro …
Con qualche sudore freddo lungo la schiena resto in piedi con il cazzo pronto a schizzare mentre lei scende, si inginocchia e me lo prende in bocca per succhiarmelo.
Mi concentro sulla sua bocca che mi succhia pompandomi forte. Il cazzo scorre dentro e fuori stretto tra te labbra. Questa ragazza mi sta facendo godere: sa come fare per farmi sborrare subito. Al culmine del piacere si distacca e con la mano mi sega quanto basta per farmi venire sulle tette rotonde. Le schizzo sui capezzoli che restano gocciolanti: la visione è di prima categoria.
Quando anche l’ultima goccia di sperma si stacca dalla cappella, Isabella, come una donna navigata, mi lucida il glande infilandoselo di nuovo in bocca e succhiandomi qualunque residuale presenza di sperma nelle palle.
Quando finalmente mi vede beato e soddisfatto, si alza e va in bagno. Esce ripulita, liscia e bellissima con il suo corpo giovane e sodo e si veste in quattro secondi senza degnarmi di uno sguardo.
Poi, con un forte accento napoletano, mi fa: “Ciao, io vado. Scopiamo un po’ anche nel pomeriggio?”
Ha appena dato l’esame di maturità ed è venuta a trovare di passaggio Federica prima di gettarsi nell’avventurosa Europa con l’Interrail.
Ha la pelle scura ed una corporatura dalla fisicità marcata con due belle bocce ed un culo prominente.
Giovane dagli occhi vivacissimi, ha un forte accento napoletano e veste come tutte le ragazze della sua età: molto poco.
La incontro con Federica il giorno dopo, una domenica calda e soleggiata, e Isabella porta dei jeans tagliati corti sotto le chiappe rotonde che le sbucano fuori sfacciatamente ed una canottiera microscopica nera sotto la quale non ha bisogno di portare il reggiseno, perché ha due tette rotonde e immobili. Noto subito che dei bei capezzoli gonfi che sollevano il tessuto e Federica nota il mio sguardo sulle tette della sorella.
Ha il corpo tonico con la pancia piatta, anzi con addominali leggermente in rilievo e le gambe che sono uno spettacolo: lunghe e tornite. Rispetto alla sorella ha un corpo notevole. Ha un viso lievemente paffuto, ma due labbra da paura!
Le sopracciglia folte e incolte le danno un’aria selvaggia che rispecchia un po’ i suoi modi di fare poco filtrati, leggermente rustici.
Non ha certo le movenze sensuali della sorella maggiore, anzi, forse è pure un po’ sgraziata, ma con il tempo imparerà e diventerà una gran bella fica.
Parla con uno slang ipergiovanile guardando continuamente il cellulare.
Stanno andando a fare shopping.
Le guardo andar via: l’una ancheggia elegantemente con i pantaloni lunghi attillati che le fasciano il sederino sottile e l’altra con un passo grossolano accompagnato però da un culo eccezionale.
Mi passano pensieri sconci per la mente e quasi mi rimprovero di averne per una ragazza così giovane, ma poi penso che, a quasi vent’anni, potrebbe già essere una gran trombatrice: libero la mente e me la immagino già a cavallo come la sorella.
Il pensiero delle sue tette rotonde nude mi fa pulsare l’uccello.
Sbrigo le faccende di casa domenicali per ore, con una breve pausa tramezzino, e, alla fine, stanco, mi metto a guardare un po’ di calcio prima di preparami un bel piatto di spaghetti cacio e pepe.
Divano e Netflix.
Mi attendono due giorni di ferie, ma non ho ancora deciso se andare al mare a trovare gli amici che hanno una casa vicino alla spiaggia.
Mi addormento sul divano e mi risveglio un po’ rincoglionito ed un braccio intorpidito: mi lavo i denti e mi butto a letto nudo.
Il lunedì mattina mi sveglio con la solita erezione mattutina che si quieta dopo una bella doccia.
Guardando il cielo nuvoloso che si sta coprendo sempre di più mi accingo a farmi il caffè: fanculo il mare.
Suona il campanello e dallo spioncino vedo Isabella davanti alla porta: mmm ….
“Ciao!”, diciamo all’unisono. Mi squadra gli addominali ed entra senza dire una parola seguendo il profumo della moka sul fuoco. Le offro un caffè: pare che Ludovica faccia colazione al bar. Per pudore vorrei quasi infilarmi una t-shirt un po’ larga per coprire un po’ i boxer, ma Isabella non fa che lanciarmi sguardi apparentemente indifferenti al torace e al pacco e la cosa mi diverte.
Allunga la mano nel sacchetto di biscotti prendendone una manciata e divorandoli insieme alla prima e alla seconda tazza di caffè. Li infila nella sua bella bocca dalle labbra succose e li mastica voracemente, come se non mangiasse da giorni.
Io sono appoggiato col sedere al piano del lavello e la guardo mentre fa colazione.
Porta sempre gli stessi indumenti e le stesse sneakers, ma a differenza di ieri, in cui stava lievemente gobba accanto alla sorella, oggi sta impettita, lanciando le sue tette prosperose in avanti: le trovo veramente belle. La pelle vellutata è ricoperta di una peluria soffice ed i suoi capezzoli sono sempre gonfi sotto il tessuto della canottierina. Penso che vorrei sfilargliela seduta stante. Isabella sorride: “Ti si è drizzato il coso” e mi indica l’uccello che spinge i boxer in fuori.
Uh?
“Ti scopi mia sorella?”
Uh? Uh?!
Rimango di stucco più per la sorella che per l’uccello eccitato.
“So che è una gran porca, ma io ho le tette decisamente più belle e sode”
Sono basito. Ascolto le parole della sorellina, candida e innocente, e non credo sia possibile che le abbia appena pronunciate.
Sono imbambolato. Lai si avvicina mi prende le mani e se le posa sui seni chiedendomi: “non ti pare?”
Il cuore mi sta schizzando fuori dal petto, così come l’uccello per poco non mi guizza fuori dai boxer.
Completamente spiazzato cerco disperatamente una via di uscita che so già non esistere. Le palpo le tette durissime e annuisco.
“Ti piacciono?”
(Se mi piacciono …!!!)
Questa ragazza, questa giovanissima donna, ha più tette che anima. Le palpo con più decisione e passione.
“Sì, direi proprio che ti piacciono” allungandomi con disinvoltura una mano sul pacco e prendendomi l’uccello in mano attraverso il tessuto.
Non sono sicuro che sia la cosa giusta da fare, ma sto morendo dalla voglia di farla. Tergiverso, continuando a toccarle le tette mentre lei continua a massaggiarmi il cazzo guardandomi con aria a furbetta.
Potrei fare la figura del babbeo e battere in ritirata, sono ancora in tempo, ma lei solleva la mano, me la appoggia sugli addominali e scivola nei boxer agguantandomi l’uccello con presa sicura.
Che demonio.
Non mi resta che buttarmi. Faccio scivolare anch’io le mani sotto la sua canottiera le tocco le tette nude: che delizia questa pelle tirata, questa consistenza marmorea!
Ho appena iniziato a godermi queste due meraviglie che lei abilmente si sfila la canottiera mostrandomi due capezzoli gonfi e vogliosi. Sto per perdere la testa: chino la testa e tenendole le tette rotonde, glieli lecco, e li succhio piano, cercando di essere delicato il più possibile pensando di avere a che fare con un a che fare verginella inesperta, ma da come mi sta segando, questa è una che di cazzi ne deve aver manipolati parecchi.
Tastarle quelle due tette gonfie e sode mi fa venire il cazzo durissimo e lei sta mettendo a frutto questa situazione: mi ha tirato fuori l’uccello dai boxer e mi masturba con precisione dosando sapientemente presa e ritmo, mentre la mia lingua le scivola sui capezzoli duri.
La guardo dal basso mentre le succhio i capezzoli puntuti e la vedo sorridere sorniona. La bacio schiudendole le grosse labbra con la lingua e cercando la sua nella bocca che sa di biscotto. In un millisecondo mi trovo una linguetta guizzante attorcigliata alla mia con le sue labbra incollate alle mie che mi succhiano poderosamente, con un’irruenza impressionante.
Se mi succhia così mentre mi bacia, figuriamoci come mi potrebbe succhiare l’uccello con un pompino!
Il cazzo sobbalza nella sua mano all’idea di stare nella sua bocca.
Devo assolutamente spogliarla tutta. Mi distacco, mi libero dei boxer e le sfilo gli shorts sotto i quali porta un insignificante tanga dozzinale nero che getto via insieme ai suoi jeans: le scarpe le può pure tenere.
Il triangolo dei peli è apparentemente al naturale, ma in realtà è molto curato e ben definito.
Riprendo la situazione in mano, ma non riprendendole le tette tra le mani: le piazzo l’uccello sotto la fichetta calda, tra le cosce e lo faccio scorrere sul clitoride mentre le afferro le chiappe muscolose e dure e continuo a baciarla senza fiato.
Ho il cazzo che brucia di desiderio strusciando sulle sue labbra umide mentre lei si sta bagnando velocemente. Tastarle con foga il culo duro mi sta eccitando sempre di più: sento pulsarmi la cappella. Le stringo e le tiro le chiappe per avvicinarmela di più.
Alterno prese decise a carezze sulle sue rotondità o lungo la bella schiena che tiene diritta: ha la pelle liscia e compatta che mi piace da impazzire. Scivolo di nuovo in basso, tre le chiappe e le allargo per toccarle l’anello: è stretto e chiuso, quasi non si percepisce. Continuo lungo il cavallo arretrando il mio bacino per togliere di mezzo il mio uccello e sentire a che punto sta la sua fichetta: Appena la tocco si schiude in un rivolo di desiderio: ha già figa allagata. Queta ragazza è una scoperta sorprendente.
Me la lecco tutta da capo a piedi, senza tralasciare nulla: il collo e la schiena tra le scapole, i polpacci e le caviglie, le labbra e le orecchie, mentre lei si elettrizza. Le lecco con gusto il buco del culo tenendole bene larghe le chiappe con le mani. Le lecco l’interno delle cosce e ancora la fica profumata.
La lecco e la palpo, la bacio e la mordicchio e poi la lecco ancora, tutta, daccapo, assaporando la sua pelle liscia e calda. Ormai è una corda di violino ed io ho il cazzo alle stelle.
Prendo l’iniziativa: la faccio girare e, da dietro, le infilo piano il cazzo nella fica stretta e accogliente, ma completamente bagnata. Lei esprime apprezzamento con un gemito sonoro a bocca aperta ed io comincio a scoparla piano, carezzandole la pancia dagli addominali perfetti, le cosce e l’inguine, soffermandomi a tastarle bene le tette meravigliose, con suo grande piacere, a tirarle piano quei deliziosi capezzoli eretti mentre instancabilmente le passo la lingua sul collo.
Questa dolcezza incassa di gusto i miei affondi lenti mentre io mi diletto ad impastarle le zinne con piacere visto che la fa eccitare così tanto.
Lei sta con le mani appoggiate al piano del lavello per reggersi e contrastare le mie spinte che sono diventate più generose. Ora la prendo per i fianchi e la sottopongo ad un fuoco di fila di colpi di cazzo a raffica che le fanno sobbalzare le bocce all’insù: come se li prende bene e come se li gode.
Geme ad ogni colpo e quando geme mi eccita e mi porta a spingere di più e più spingo e più lei gode e geme.
Ci stiamo divertendo come pazzi. Io me la sto godendo appieno palpandole all’infinito i suoi seni così perfetti facendole venire brividi di piacere sulla schiena con la lingua. Non appena scivolo sulla pancia lei ha una scossa: se mi sposto sulla sua pelle, lei si scuote di piacere. Gode con un nonnulla. Mi avvicino pianissimo al clitoride e lo tocco piano con la punta delle dita: comincia subito a gemere e capisco che farla venire è un gioco da ragazzi.
Difatti, mentre il cazzo le scivola avanti e indietro nella fichetta bollente, le titillo con cura il clitoride per pochi istanti e lei esplode in un orgasmo quasi istantaneo: una scossa elettrica che la scuote da capo a piedi per diversi secondi scuotendole il ventre in cui sento anch’io le vibrazioni.
Penso che i capelli le siano venuti ricci a forza di queste scosse…
Mi piace scoparmela da dietro e continuo a stantuffarle l’uccello nella figa: era da tanto che non tenevo tra le mani delle tette così sode ed intorno al cazzo una fica così stretta e poi Isabella, al contrario della sorella, me la gestisco io come voglio.
Me la pompo ancora un bel po’ prendendole a tratti le chiappe dure tra le mani e godendomela anche con gli occhi, guardando come le infilo l’uccello subito sotto il suo buchetto stretto: ha un culo perfetto!
Mi sfilo e decido di sentire come me lo succhia. Lei ubbidiente si inginocchia e me lo prende tra quelle sue belle labbra confermando la mia ipotesi iniziale: lo succhia come una idrovora, applicando una depressione pazzesca. Così si fa un bel pompino! Mi sollazzo guardandola succhiarmi il cazzo con la voglia e l’entusiasmo giovanile. È brava e la goduria mi cresce rapidamente: senza nemmeno toccarlo riesce a farmi godere come se lo stringesse con la mano. Le appoggio le mani sulla testa per rallentarla un po’ sennò rischia di trovarsi la bocca piena di sperma in pochi istanti.
Provo a infilarglielo più a fondo, ma ha un singulto. Così mi lascio spompinare come vuole lei coi miei ritmi, accrescendo quella gradevole sensazione di palle che diventano più pesanti, come se si gonfiassero sempre più ad ogni succhiata della cappella.
Vieni bella è arrivato il momento di venire di nuovo.
La sdraio sul tavolo sul quale appoggia i piedi con le scarpe accanto alle chiappe sollevando in alto le ginocchia.
Gliele sfilo e le butto insieme ai calzini insieme agli shorts, il tanga e la canottiera.
Le appoggio le mani sulle ginocchia e le faccio scivolar lungo le cosce, continuo sui suoi addominali fino alle tette che svettano belle compatte con i capezzoli ancora turgidi.
Mi chino e li succhio tenendole le tette senza mai stancarmi di tastargliele a piene mani.
L’uccello mi batte sul bordo del tavolo. Le prendo il culo e la tiro un pochino verso il vuoto con le chiappe mezze sul tavolo. Le lecco la fica con passione infilandole con cura la lingua anche dentro: ha un sapore meraviglioso di mare salato. Le bastano poche leccate che comincia a vibrare. Le giro intorno al buco del culo perfettamente rotondo e le infilo piano un dito nella fica facendola godere di più. Infilo la lingua nel culo e sento il cazzo gonfiarsi a dismisura: adoro penetrare questo culo con la lingua. La inculo un pochino mentre le scopo col dito. Lei è al settimo cielo e gode vorticosamente. La mia lingua le penetra nel culo per tutta la sua lunghezza, con lo stesso ritmo del dito che scorre nella fica bagnata. Non smetterei mai incularla con la lingua e lei mi ringrazia gemendo ad ogni affondo. La porto al limite e poi le appoggio il glande gonfio all’imboccatura della vagina e lo faccio girare attorno indirizzando l’uccello con la mano. Lei gode visibilmente e si tocca delicatamente il clitoride anche quando le infilo il cazzo dentro e comincio a stantuffarglielo con cura.
Il respiro le si fa subito corto. Le prendo un piede e comincio a succhiarlo facendole scivolare la lingua tra le dita. Il ventre sobbalza e la scarica dell’orgasmo la raggiunge in pochi istanti mentre io ancora devo raggiungere l’apice del piacere. Continuo a scoparla e leccarle le dita, mentre lei si tocca sempre più forte. La sua fica si stringe e viene una terza volta con urletti brevi e rapidi. Le palle battono sul suo culo mentre le tengo le cosce formose. Ora mi sto caricando a dovere ed aumento il ritmo per godere. La scemarella sembra svegliarsi e mi fa uscire dicendomi di non venirle dentro …
Con qualche sudore freddo lungo la schiena resto in piedi con il cazzo pronto a schizzare mentre lei scende, si inginocchia e me lo prende in bocca per succhiarmelo.
Mi concentro sulla sua bocca che mi succhia pompandomi forte. Il cazzo scorre dentro e fuori stretto tra te labbra. Questa ragazza mi sta facendo godere: sa come fare per farmi sborrare subito. Al culmine del piacere si distacca e con la mano mi sega quanto basta per farmi venire sulle tette rotonde. Le schizzo sui capezzoli che restano gocciolanti: la visione è di prima categoria.
Quando anche l’ultima goccia di sperma si stacca dalla cappella, Isabella, come una donna navigata, mi lucida il glande infilandoselo di nuovo in bocca e succhiandomi qualunque residuale presenza di sperma nelle palle.
Quando finalmente mi vede beato e soddisfatto, si alza e va in bagno. Esce ripulita, liscia e bellissima con il suo corpo giovane e sodo e si veste in quattro secondi senza degnarmi di uno sguardo.
Poi, con un forte accento napoletano, mi fa: “Ciao, io vado. Scopiamo un po’ anche nel pomeriggio?”
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