L'isola. La spogliarellista ama i pompini.
di
iosonoimmaginario
genere
bisex
Marco osservava distratto la ragazza che in ginocchio di fronte a lui era impegnata a fargli un pompino. Era un movimento ipnotico, la testa di Iris che andava avanti ed indietro per far scivolare le sue labbra lungo l'asta del cazzo. Erano proprio labbra da pompinara, rosse, piene, ad O, avvolgevano il suo membro in tiro. Ogni tanto si staccava, per stuzzicare la punta del cazzo con la lingua, e per alzare gli occhi a lui, per capire se stava facendo bene, se Marco stesse godendo. Iris non si doveva preoccupare. Era brava, una bocchinara di talento, la sua preferita, e Marco l'aveva scelta anche stasera fra tutte le spogliarelliste del suo locale.
La Prescelta. Così veniva chiamata la ragazza che alla chiusura dello spettacolo aveva la fortuna di passare la notte con lui, il proprietario del locale. Un rito che cominciava ogni volta con un pompino nel camerino delle spogliarelliste, mentre ancora le ragazze si stavano cambiando.
Era sempre stato così, per Marco. Le ragazze lo adoravano, facevano di tutto per andare a letto con lui. Era un figo, occhi azzurri, capelli corti, castano chiaro, il fisico asciutto grazie agli allenamenti di basket, ribelle quanto basta per garantirgli quel fascino che faceva perdere la testa alle ragazze, e farle aprire le cosce. O la bocca, naturalmente, per accogliere il suo cazzo, come con Iris, in quel momento.
Per Iris aveva un debole, doveva ammetterlo. Con la bocca era una dea. Succhiava il cazzo con trasporto, era chiaro quanto le piacesse avercelo fra le labbra, leccarlo, sentirlo duro in gola. Inevitabilmente, dopo qualche minuto di quel trattamento, Marco godeva. Iris teneva la bocca aperta, spalancata addirittura, e lui le riversava copiosi fiotti si sperma sulla lingua, e poi lei ingoiava tutto. Le sarebbe venuto in faccia più tardi, a letto, ma per ora non voleva rovinarle il trucco e farla apparire come una volgare puttana.
E poi le piaceva, Iris, perché aveva il ragazzo. Quel coglione di Matteo, che durante l'estate veniva a trovarla sull'isola quando poteva, ignaro di tutto, trovandola nelle meno compromettenti vesti di cameriera del locale, durante quei giorni di visita. Marco gli offriva spesso da bere, a Matteo, descrivendogli con dovizia di doppi sensi quanto successo avesse Iris con la clientela, quanto piena di talento fosse la sua ragazza, apprezzata da tutti, e tenuta in grande stima dal suo capo, mentre da dietro il bancone le teneva una mano sul culo, facendo scivolare due dita sulla figa..
Dopo l’ingoio Iris gli stava ripulendo il cazzo mentre le altre ragazze se ne andavano. Erica, una sua ex, se ne usci’ senza salutare. Rachel invece si fermo’ al suo fianco, stampandogli un bacio in bocca.
“Sei sicuro di volere Iris anche stasera? Stiamo diventando un po’ gelose qua. Cos’e’, ti ha in esclusiva ormai? Non riesci a rinunciare alla sua bocca da pompinara?”
“Rachel, non fare i capricci. Volevo solo godermela un’ultima sera, la nostra Iris, che poi domani arriva quel cornuto di Matteo, il suo fidanzato.”
“Che sfigato. E si’ che e’ un bel tipo, ma poco sveglio evidentemente. A domani allora, buona scopata.”
Quando tutte se ne furono andate Marco chiuse il locale. Domani sarebbero arrivate le tipe delle pulizie a riordinare il tutto e la giostra sarebbe ripartita daccapo. Ma prima c’era da da godersi quella cavalla di Iris. Che a dirla tutta oltre che cavalla era anche una cavallerizza. Saliti nell’appartamento sopra il locale ed entrati in camera appena a letto le era salita sopra, gli aveva afferrato il cazzo e l’aveva guidato nella passera, cominciando a dimenarsi come un’ossessa, e a strofinare il suo bel seno da spogliarellista sul suo petto, sbattendoglielo in faccia, facendosi succhiare i capezzoli. Poi Marco aveva ripreso il controllo, mettendola a pecorina, il culo sollevato in alto, il viso schiacciato sul cuscino, e scopandosela così, finche’ fu pronto a venire, facendola girare, e sborrandole in faccia. Iris raccolse lo sperma e si portò le dita sporche in bocca, ripulendosi alla meno peggio il viso, per poi crollare, addormentandosi esausta. Marco si fece una doccia e la raggiunse a letto, ammirandone un’ultima volta il corpo, prima di coprirlo con le lenzuola e sdraiarsi al suo fianco.
Marco si sveglio’ a tarda mattina. Erano già le 11, ma decise di lasciar dormire ancora un po’ Iris. Se l’era meritato, e comunque il suo turno cominciava solo nel pomeriggio.
Scese nel locale, dove le ragazze avevano già ripulito tutto e stavano sistemando i tavoli per il pranzo. Marco si fece preparare una colazione abbondante, che si mangio’ con calma, scorrendo le notizie sul telefonino, le solite puttanate acchiappa-clic, i gossip dei calciatori e le loro veline.
Si porto’ dietro al bancone, a dare un’occhiata alle entrate della sera prima, cercando di capire cosa doveva farsi arrivare per il bar quel weekend, quando con la coda dell’occhio si accorse che nel locale era entrata sua sorella Chiara con Maria, la fidanzata. Era una strana coppia, con più di 10 anni di differenza fra di loro. Maria era una frequentatrice abituale dell’isola e l’estate precedente le due donne si erano conosciute. Sua sorella aveva finalmente fatto coming-out, forse sentendosi protetta da una relazione con una donna matura, e contro ogni aspettativa di Marco dopo un anno erano ancora assieme.
“Marco! Non si saluta piu’ la tua sorellina? L’accoglienza di questo postaccio non e’ il massimo, non so se arrivo a darti due stelline su Tripadvisor.”
“Chiara, scusami, sono ancora rincoglionito da ieri sera.”
“Ieri sera o ieri notte? Quale delle tue fiamme ti sei portato a letto stavolta?”
“Chiara, non farmi subito incazzare. A quest’ora la locanda e’ un posto per famiglie. Ma a cosa devo la visita?”
“Niente di particolare, siamo uscite a fare due passi. Ce le prepari due cose veloci?”
“Certo, scegliete il tavolo, un minuto e sono da voi.”
(Continua.)
La storia è liberamente ispirata ad un bel racconto di Paola L, 'L'isola che non c'è', dall'idea di un lettore che desiderava leggerne il proseguimento. Spero di non aver fatto scempio dell'originale.
https://www.eroticiracconti.it/racconto/52927-l-isola-che-non-c-e-prima-parte
Per due chiacchiere:
iosonoimmaginario @ protonmail.me
Trovate alcuni miei racconti in ebook o cartaceo su Amazon, il titolo è "Giochi per coppie"
https://www.amazon.it/dp/B0B7F8CFRS
edito dalla casa editrice Sogni Piccanti. Lo potrai anche trovare cliccando direttamente su:
https://www.sognipiccanti.it/libreria.html )
La Prescelta. Così veniva chiamata la ragazza che alla chiusura dello spettacolo aveva la fortuna di passare la notte con lui, il proprietario del locale. Un rito che cominciava ogni volta con un pompino nel camerino delle spogliarelliste, mentre ancora le ragazze si stavano cambiando.
Era sempre stato così, per Marco. Le ragazze lo adoravano, facevano di tutto per andare a letto con lui. Era un figo, occhi azzurri, capelli corti, castano chiaro, il fisico asciutto grazie agli allenamenti di basket, ribelle quanto basta per garantirgli quel fascino che faceva perdere la testa alle ragazze, e farle aprire le cosce. O la bocca, naturalmente, per accogliere il suo cazzo, come con Iris, in quel momento.
Per Iris aveva un debole, doveva ammetterlo. Con la bocca era una dea. Succhiava il cazzo con trasporto, era chiaro quanto le piacesse avercelo fra le labbra, leccarlo, sentirlo duro in gola. Inevitabilmente, dopo qualche minuto di quel trattamento, Marco godeva. Iris teneva la bocca aperta, spalancata addirittura, e lui le riversava copiosi fiotti si sperma sulla lingua, e poi lei ingoiava tutto. Le sarebbe venuto in faccia più tardi, a letto, ma per ora non voleva rovinarle il trucco e farla apparire come una volgare puttana.
E poi le piaceva, Iris, perché aveva il ragazzo. Quel coglione di Matteo, che durante l'estate veniva a trovarla sull'isola quando poteva, ignaro di tutto, trovandola nelle meno compromettenti vesti di cameriera del locale, durante quei giorni di visita. Marco gli offriva spesso da bere, a Matteo, descrivendogli con dovizia di doppi sensi quanto successo avesse Iris con la clientela, quanto piena di talento fosse la sua ragazza, apprezzata da tutti, e tenuta in grande stima dal suo capo, mentre da dietro il bancone le teneva una mano sul culo, facendo scivolare due dita sulla figa..
Dopo l’ingoio Iris gli stava ripulendo il cazzo mentre le altre ragazze se ne andavano. Erica, una sua ex, se ne usci’ senza salutare. Rachel invece si fermo’ al suo fianco, stampandogli un bacio in bocca.
“Sei sicuro di volere Iris anche stasera? Stiamo diventando un po’ gelose qua. Cos’e’, ti ha in esclusiva ormai? Non riesci a rinunciare alla sua bocca da pompinara?”
“Rachel, non fare i capricci. Volevo solo godermela un’ultima sera, la nostra Iris, che poi domani arriva quel cornuto di Matteo, il suo fidanzato.”
“Che sfigato. E si’ che e’ un bel tipo, ma poco sveglio evidentemente. A domani allora, buona scopata.”
Quando tutte se ne furono andate Marco chiuse il locale. Domani sarebbero arrivate le tipe delle pulizie a riordinare il tutto e la giostra sarebbe ripartita daccapo. Ma prima c’era da da godersi quella cavalla di Iris. Che a dirla tutta oltre che cavalla era anche una cavallerizza. Saliti nell’appartamento sopra il locale ed entrati in camera appena a letto le era salita sopra, gli aveva afferrato il cazzo e l’aveva guidato nella passera, cominciando a dimenarsi come un’ossessa, e a strofinare il suo bel seno da spogliarellista sul suo petto, sbattendoglielo in faccia, facendosi succhiare i capezzoli. Poi Marco aveva ripreso il controllo, mettendola a pecorina, il culo sollevato in alto, il viso schiacciato sul cuscino, e scopandosela così, finche’ fu pronto a venire, facendola girare, e sborrandole in faccia. Iris raccolse lo sperma e si portò le dita sporche in bocca, ripulendosi alla meno peggio il viso, per poi crollare, addormentandosi esausta. Marco si fece una doccia e la raggiunse a letto, ammirandone un’ultima volta il corpo, prima di coprirlo con le lenzuola e sdraiarsi al suo fianco.
Marco si sveglio’ a tarda mattina. Erano già le 11, ma decise di lasciar dormire ancora un po’ Iris. Se l’era meritato, e comunque il suo turno cominciava solo nel pomeriggio.
Scese nel locale, dove le ragazze avevano già ripulito tutto e stavano sistemando i tavoli per il pranzo. Marco si fece preparare una colazione abbondante, che si mangio’ con calma, scorrendo le notizie sul telefonino, le solite puttanate acchiappa-clic, i gossip dei calciatori e le loro veline.
Si porto’ dietro al bancone, a dare un’occhiata alle entrate della sera prima, cercando di capire cosa doveva farsi arrivare per il bar quel weekend, quando con la coda dell’occhio si accorse che nel locale era entrata sua sorella Chiara con Maria, la fidanzata. Era una strana coppia, con più di 10 anni di differenza fra di loro. Maria era una frequentatrice abituale dell’isola e l’estate precedente le due donne si erano conosciute. Sua sorella aveva finalmente fatto coming-out, forse sentendosi protetta da una relazione con una donna matura, e contro ogni aspettativa di Marco dopo un anno erano ancora assieme.
“Marco! Non si saluta piu’ la tua sorellina? L’accoglienza di questo postaccio non e’ il massimo, non so se arrivo a darti due stelline su Tripadvisor.”
“Chiara, scusami, sono ancora rincoglionito da ieri sera.”
“Ieri sera o ieri notte? Quale delle tue fiamme ti sei portato a letto stavolta?”
“Chiara, non farmi subito incazzare. A quest’ora la locanda e’ un posto per famiglie. Ma a cosa devo la visita?”
“Niente di particolare, siamo uscite a fare due passi. Ce le prepari due cose veloci?”
“Certo, scegliete il tavolo, un minuto e sono da voi.”
(Continua.)
La storia è liberamente ispirata ad un bel racconto di Paola L, 'L'isola che non c'è', dall'idea di un lettore che desiderava leggerne il proseguimento. Spero di non aver fatto scempio dell'originale.
https://www.eroticiracconti.it/racconto/52927-l-isola-che-non-c-e-prima-parte
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